4 ragioni per non accontentarsi in una relazione

| |

Author Details
L \\\'Autore di questo articolo è uno psicologo o psicoterapeuta.

Nella nostra cultura, impariamo ben presto che il nostro valore è spesso associato alla capacità di trovare un partner; che non siamo completi fino a che troviamo la fantomatica “altra metà”. Quindi nessuno si stupisce se le persone si precipitano ad accasarsi prima di essere pronte, o prima di trovare una persona adatta con cui farlo.

Perchè è importante avere una relazione che davvero ci fa star bene?

Un problema molto diffuso nelle relazioni soprattutto in quelle di coppia, è l’adattarsi spesso a rapporti che non ci fanno molto bene. Spesso ci uniamo a persone con le quali stiamo bene nel momento iniziale, ma man a mano che la relazione continua siamo portati dal partner a sopportare, ad adattarsi a certe situazioni che prese singolarmente non provocano grandi sacrifici, ma nel lungo periodo, tutte insieme, portano a trasformarsi, a diventare “come il partner ci vuole”, accontentandosi dei rari momenti in cui è contento e ci gratifica. Perché l’accontentarsi in un rapporto di coppia piuttosto che rimanere soli è necessariamente disfunzionale?

1.La paura di stare solo può farti dimenticare le tue priorità.

Una serie di studi dimostrano che le persone che hanno paura di stare sole hanno anche più probabilità di prioritizzare l’avere una relazione piuttosto che la qualità della relazione. Chi ha paura di restare solo tende a portare avanti relazioni che non lo soddisfa pienamente, e spesso anche a sopportare atteggiamenti sgradevoli del partner.

Ma è vero che avere una relazione è meglio che stare soli? Assolutamente no. La stessa ricerca mostra che il gruppo di persone timoroso di restare solo, manifestava la stessa tendenza alla depressione ed a sentirsi solo sia se si trovava in coppia, sia se era single.

Considerando l’estrema importanza sociale che viene data all’avere un partner, è comprensibile che molte persone si facciano prendere dalla fretta ed accettino compromessi di cui non sono convinti. Ma quando la paura di stare solo guida le nostre decisioni in campo romantico, il rischio è quello di ritrovarci in situazioni spiacevoli, che ci possono generare depressione o renderci vulnerabili ad abusi.

“Quando sei disperato, puoi non vedere i segnali che ti indicano che quel potenziale partner non va bene per te”, dice la Gottlieb.

2.Essere single ha i suoi lati positivi.

Come ha mostrato la ricerca di De Paulo, uno degli svantaggi di essere single è che chi lo è, deve affrontare molti pregiudizi. I single sono spesso tacciati di egoismo e immaturità ad esempio, e si trovano a dover affrontare alcune forme di discriminazione, come una maggiore difficoltà ad accedere a mutui, affitti, etc. Ed ovviamente, in realtà una persona single può essere generosa, matura e finanziariamente solida così come una persona sposata.

Non essere in coppia è una buona opportunità per costruire amicizie solide, svolgere attività interessanti, e sviluppare un senso di valore e identità che non dipende dall’amore e dall’approvazione di un partner. Tutte queste esperienze ti saranno utili quando ti troverai in una relazione. Se sei soddisfatta con la tua vita da single, ed hai imparato a procurarti da sola ciò di cui hai bisogno (a livello economico, emotivo, affettivo etc.) non avrai l’aspettativa ‘romantica’ che il partner debba soddisfare tutte le tue necessità, ma lo vedrai appunto per quel che è, un compagno di vita, e non il Principe Azzurro.

3.Per la possibilità di incontrare l’Amore con la A maiuscula, vale la pena correre il rischio di…non trovarlo.

Accontentarsi è un investimento sicuro, mentre cercare il meglio è una scommessa. C’è ovviamente una probabilità che non conoscerai mai la persona che cerchi. Ma in caso contrario, ti renderai conto che è valsa la pena sia correre il rischio che aspettare.

Gli psicologi Daniel Kahneman ed Amos Tversky hanno dimostrato che quando si tratta di prendere decisioni non siamo sempre razionali, anzi. In particolare, abbiamo una distorsione cognitiva, l’avversione alla perdita , che descrive bene la tendenza, tutta umana, ad essere più sensibili ad una perdita che ad un guadagno. Perdere 100€ ci fa sentire molto male, ma guadagnare 100€ non ci fa sentire, in proporzione, altrettanto bene.

La stessa propensione ad evitare la perdita la dimostriamo quando si parla di relazioni, e grazie a questo spesso scegliamo di rimanere in relazioni insoddisfacenti piuttosto che aprirci alla possibilità di averne una migliore.

Un altra distorsione cognitiva che ci spinge ad accontentarci è la cosidetta teoria del costo irrecuperabile (sunk cost in inglese). Cioè, se abbiamo fatto un investimento (economico o emotivo) in qualcosa, ci sentiamo obbligati a persistere nell’affare, anche se non è vantaggioso. Per esempio, se abbiamo pagato per un concerto, tendiamo ad andarci anche se abbiamo la febbre. Ci dimentichiamo che anche se abbiamo pagato il biglietto, abbiamo comunque una scelta: possiamo scegliere tra andare comunque al concerto e ammalarci ancora di più, o stare a casa e curarci.

La stessa cosa tende a succedere in una relazione in cui abbiamo investito molto tempo ed energie.

4. Accettare i difetti di una persona non significa che ci si deve accontentare.

Come suggerisce la Gottlieb nel libro, tendiamo ad essere eccessivamente perfezionisti riguardo alle qualità che vogliamo in un partner, e come conseguenza rifiutiamo persone fantastiche sulla base di ragioni superficiali (ad esempio, “non è abbastanza alto”), che sul lungo termine non sono importanti.

Insomma, “accontentarsi” di qualcuno che non è bello o talentuoso come Brad Pitt potrebbe non essere così drammatico dopo tutto. Ma quando ci si innamora, accettare i difetti del partner non viene percepito come accontentarsi. Anzi, una delle caratteristiche dell’innamoramento è proprio quella di idealizzare il partner.

In ogni modo, invece di fissarci sulle mancanze di un potenziale partner, dovremmo essere in grado di valutare la persona nel suo complesso, cercando di capire se è in possesso delle qualità che veramente sono importanti per una relazione a lungo termine (generosità, rispetto, onestà etc.).

Insomma, se la relazione ti fa sentire bene, tu ed il partner condividete i valori più importanti e vi divertite assieme, allora forse non ti stai “accontentando”.