Ti prendi tutto a cuore? Gli aspetti problematici di un’elevata sensibilità emotiva

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor
Sono così, sai, le persone sensibili. Sentono il doppio, sentono prima. Perché, esattamente un passo avanti al loro corpo, cammina la loro anima.

Vi danno fastidio spesso i rumori, gli odori e le luci intense? Preferite le attività solitarie come la lettura o fare jogging? A volte vi sentite incompresi e osservate dei dettagli che passano inosservati agli occhi degli altri? Se è così, è probabile che siate tra le persone altamente sensibili (PAS), un gruppo composto dal 20% della popolazione.

Vale la pena ricordare che non si tratta di una patologia, queste persone sono semplicemente caratterizzate dalla reazione intensa agli stimoli ambientali, dato che sono ipersensibili. Le persone altamente sensibili non sono persone strane o diverse, semplicemente si tratta di soggetti che sono in grado di processare più profondamente le informazioni che ricevono.

Il nostro cervello ha due parti: il cervello emotivo e il cervello cognitivo

Le Persone Altamente Sensibili hanno costantemente attivata la parte emozionale del cervello trovandosi in uno stato emotivo di allarme e pericolo costante. Questa condizione mette a riposo la parte razionale del cervello rendendo maggiormente difficile difficile l’elaborazione “razionale” delle informazioni l’accesso alla memoria e il controllo delle emozioni emotiva producendo una sensazione frequente di sopraffazione.

Come accennavo esiste un termine tecnico coniato appunto per definire queste persone, ovvero “Highly Sensitive Person” (HSP), tradotto in italiano “Persone Altamente Sensibili” (PAS). Questo termine fu coniato nel 1986 dalla psicologa americana Elaine Aron allorché ella decise di affrontare ed approfondire scientificamente la realtà di quelle persone più sensibili di altre agli stimoli sia esterni che interni.

La Aron rilevò che le persone ipersensibili con una infanzia problematica rischiavano di più di diventare depresse o ansiose rispetto alle persone con una infanzia similare ma meno sensibili (non PAS). Gli studi compiuti rilevarono che anche le condizioni stressanti di vita potevano, nella persona PAS più che nelle non PAS, catalizzare lo sviluppo di sintomatologia ansioso depressiva. Non è raro che le persone PAS abbiano avuto una infanzia difficile, in quanto spesso il loro temperamento non viene compreso o viene invalidato (“sei esagerato”; “quel che senti è sbagliato”; “non dovresti sentirti così”…).

Ecco che i sentimenti negativi dovuti al tratto PAS possono portare la persona a sentirsi ancor più a disagio, in crisi o infastidita. Non solo per l’elevata sensibilità, ma anche per l’etichetta di inadeguatezza o inappropriatezza che si impara (o ci si rassegna) ad abbinarci.

Il libro di Elaine Aron “Persone altamente sensibili. Come stare in equilibrio quando il mondo ti travolge” lo trovate nelle migliori librerie o su Amazon cliccando a questo link.

Gli aspetti problematici di un’elevata sensibilità emotiva

Sebbene ci siano molti aspetti positivi nell’essere una persona sensibile (come una maggiore capacità di ascoltare e comprendere, una maggiore empatia e intuitività, una migliore intuizione dei desideri e dei bisogni degli altri, ecc.), vorrei soffermarmi su quegli aspetti dell’ipersensibilità che influenzano negativamente la salute, la felicità, il successo, e che spesso complicano le relazioni interpersonali.

Di seguito vengono riportati 24 tratti di una persona altamente sensibile, estratti dal libro ”Are You Highly Sensitive? How to Gain Immunity, Peace, and Self-Mastery” di Ni Preston. Questi tratti sono organizzati in tre macro-categorie: Sensibilità verso se stessi, Sensibilità nei confronti degli altri e Sensibilità nei confronti dell’ambiente.

Mentre la maggior parte delle persone possono di tanto in tanto sperimentare alcuni di questi tratti, una persona ipersensibile probabilmente “sentirà troppo” e “troppo in profondità” per la maggior parte del tempo. Alcuni individui potrebbero essere molto sensibili solo verso uno o due stimoli, mentre altre persone potrebbero sentirsi fortemente influenzato da più elementi presenti nella lista.

Categoria uno: Sensibilità verso se stessi

1.    Spesso hai difficoltà a lasciare scorrere via i pensieri e le emozioni negative?
2.    Frequentemente, quando accade qualcosa di spiacevole, avverti sintomi fisici?
3.    Spesso le “giornate no” influenzano negativamente le abitudini alimentari e/o il sonno (come mangiare o dormire troppo o troppo poco)?
4.    Frequentemente sperimenti stati di tensione o ansia?

5.    Tendi a essere eccessivamente critico con te stesso quando non ti senti all’altezza delle tue aspettative?
6.    Hai paura del rifiuto, anche in situazioni relativamente poco importanti?
7.    Tendi continuamente a confrontarti con gli altri (in situazioni fisiche, relazionali, sociali, lavorative, finanziarie o di altro tipo) e ti ritrovi spesso a provare sentimenti spiacevoli in seguito a tale confronto?
8.    Spesso provi rabbia o risentimento per situazioni nella vita o nella società che sembrano ingiuste, irritanti o fastidiose?

Categoria due: Sensibilità nei confronti degli altri

9.    Ti preoccupi continuamente di ciò che gli altri stanno pensando?
10.   Tendi a sentire le cose troppo “sul personale”?
11.   Trovi difficile, quando provocato da una situazione interpersonale spiacevole ma comunque di poco conto, semplicemente “lasciar perdere”?
12.   Ti senti ferito facilmente?

13.   Nascondi spesso i tuoi sentimenti negativi, ritenendoli troppo forti, troppo aggressivi, imbarazzanti o vulnerabili se condivisi?
14.   In alternativa, spesso parli delle emozioni negative con gli altri perché ritieni vi sia un sacco di “drammaticità” nella vita di una persona?
15.   Hai difficoltà ad accettare feedback critici, anche quando il feedback ti viene restituito in modo ragionevole e costruttivo?
16.   Spesso ti senti come se le persone ti giudicassero, anche quando non ci sono prove concrete che questo effettivamente avvenga?

17.   Spesso reagisci in modo eccessivo a offese o provocazioni, reali o percepite?
18.   Spesso ti senti a disagio in situazioni di gruppo e ti senti incapace di essere te stesso?
19.   Ti senti impacciato nelle relazioni intime, eccessivamente preoccupato per l’approvazione del partner: temi di essere giudicato o respinto dal partner?

Categoria tre: sensibilità per il proprio ambiente

20.   Ti senti a disagio quando vi è un assembramento di persone, in una stanza piena di gente che parla o quando accadono troppe cose contemporaneamente?
21.   Ti sente a disagio quando sei esposto a luci o suoni troppo forti o a certi odori particolarmente intensi?
22.   Ti spaventano facilmente rumori improvvisi, stare nel traffico intenso?
23.   Spesso ti senti arrabbiato quando guardi o leggi brutte notizie sui media; non ami spettacoli intensamente spaventosi o violenti?
24.   Spesso ti senti infelice quando segui i post delle persone sui social?

Relazionarsi con le persone altamente sensibili

Se dovesse capitarti di imbatterti in una persona altamente sensibile sarà questa certamente un’occasione importante e auspicabile per vivere un’esperienza profonda, dalla quale trarre energia. Ricorda però di fare anche attenzione perché si tratta di persone in grado di cogliere ogni caratteristica, soprattutto le più nascoste, dell’interlocutore e possono dimostrarsi assai esigenti perché bisognosi di confrontarsi con una sensibilità simile alla propria, sicché anche piccole incomprensioni possono portare a frustrazione e forti delusioni.  Cerca di metterti nei loro panni e rispetta il loro modo di vedere e affrontare la vita. Il fatto che a te non diano fastidio determinati stimoli o comportamenti non significa che gli altri li possano accettare o gestire con facilità.

E’ possibile essere ipersensibili, ma non sapere di esserlo: si finisce per ricadere in comportamenti agli antipodi, che possono anche alternarsi nel tempo. Possono in tal senso esserci periodi nei quali si agisce meno, con ricadute sull’umore e l’autostima: con questo stato d’animo, è possibile cadere in depressione. In altri momenti, con diversa disposizione d’animo, ci si confronta invece con gli altri, forzandosi a fare più di quanto si riesce a sopportare: si incorre così nell’esaurimento.

Se ritieni di rientrare nella categoria delle PAS allora ti do un consiglio: impara ad accettarti, abbraccia il tuo lato umano e soffermati sui tuoi punti di forza, individua e ama il tuo lato migliore ma anche le tue debolezze (del resto sono soprattutto queste a renderti speciali) e soprattutto prova a ridimensionare le aspettative su chi ti sta intorno, non tutti si affacciano al mondo dalla stessa finestra.

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5 commenti su “Ti prendi tutto a cuore? Gli aspetti problematici di un’elevata sensibilità emotiva”

  1. Ho letto, io penso di essere diventata sensibile da qualche anno
    In gioventù non ero troppo sensibile , puo’ capitare anche così penso.
    A me piace la solitudine , lavorare da sola .
    Non frequento il chiasso, in tutti i suoi aspetti.
    Amo la vita, amo le cose belle , l’arte in generale , odio i rumori ,
    Questo aspetto infatti mi rende vulnerabile e soffro , sia nel sonno
    Che quando sento la cronaca nera. Non sopporto le ingiustizie.

  2. Ho 30 anni e mi sono scoperta esattamente come descrive l’articolo da circa un anno, complice anche un percorso di psicoterapia. Sarà difficile ora ricominciare una nuova vita con questa consapevolezza, perché non guardo più niente e nessuno con gli occhi di prima. Ma forse, finalmente, sarà proprio questa consapevolezza ad andare incontro a un modo di vivere situazioni ed emozioni più affine alla mia personalità. Che fatica!

  3. Trovando il giusto equilibrio della sensibilità, si aumenta il piacere e la forza di vivere!

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