Cosa dire a nostro figlio se lo sorprendiamo su siti pornografici

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Psicopedagogista e Counselor ad Approccio integrato, formatrice. Esperta in percorsi di crescita personale e sviluppo del potenziale umano.

proteggere-i-ragazzi-dalla-pornografiaCosa dire e cosa fare se nostro figlio adolescente utilizza internet per navigare su siti pornografici. 

La rete pullula di consigli per bloccare l’iPad o il pc dalla possibilità di accesso a siti pornografici, e si pronuncia soprattutto sul “come fare” per evitare che nostro figlio, adolescente in erba, scopra le delizie del sesso attraverso la rete, visionando immagini e situazioni, che ad un occhio adulto sano, appaiono raccapriccianti.

Si trovano in rete soprattutto le “procedure”, che possano vietarne l’accesso, ma molto poco ci viene indicato sull’affrontare a viso aperto la situazione, cosa dire, come parlare, e soprattutto cosa comunicare.

Essere genitori è oggi mestiere complicato, si dovrebbero prevedere dei corsi di addestramento obbligatori  se esiste una patente per guidare l’auto, perché non dovrebbe essercene una per educare i propri figli?  

Cosi accade , nell’ovvietà dell’importante questione, nell’impegno più importante della nostra vita, di rischiare errori banali, atti mancati, comunicazione scadente, mancanza di focus sui problemi della crescita.

So che molti storceranno il naso, sentendo parlare di una “patente per genitori”, ma la questione è molto più semplice di ciò che può apparire ad un primo sguardo, poiché un miglioramento delle proprie abilità genitoriali, non implica di entrare nell’essenza di ciò che “è” il compito educativo, ma più semplicemente di migliorarne la potenzialità in efficacia.

Non hai avuto modo di scegliere i genitori che ti sei trovato, ma hai modo di poter scegliere quale genitore potrai essere.
– Marian Wright Edelman

Molti genitori restano a bocca spalancata quando scorrendo la cronologia dell’Ipad del proprio pargolo, scoprono che sono stati visitati siti pornografici; alcuni minimizzano, altri si interrogano su come affrontare il problema, soprassedere? Lasciar fare? Intervenire?

Il decalogo del buon senso

Ecco un breve decalogo di buon senso che può aiutarci a trasformare “l’incidente” in una occasione di confronto e crescita, sia per noi che per i nostri figli.

  • Se si tratta di un ragazzo, è opportuno che i padri intervengano   per confrontarsi con il proprio figlio, anche alla madre si richiede partecipazione attiva , infatti non si tratta di un “discorsetto tra uomini”, ma di un passaggio importante e delicato, nella costruzione di una identità sessuale sana, in cui l’accompagnamento genitoriale è fondamentale, diversamente avremo lasciato alla televisione, ad internet, al gruppo di pari, una importante tappa della vita di nostro figlio.
  • Nel caso si tratti di una ragazza vale lo stesso principio, entrambi i genitori saranno in presenza, con una prevalenza del lessico femminile e materno.
  • La verità è sempre il viatico più importante per la trasformazione delle esperienze in crescita, nessun  giro alla larga, con semplicità e autenticità si affronterà l’argomento della scoperta fatta.
  • Spiegare con semplicità la differenza che passa tra sessualità e pornografia, ribadendo come la pornografia poco abbia a che fare con la sessualità, essendo un sottoprodotto mercificato e deviato, di quegli impulsi animali, vicini alla sessualità, ma che non la completano.
  • Raccontare il variopinto mondo della sessualità, facendo anche riferimento alla propria storia personale, ricalcando soprattutto l’importanza che essa riveste nella vita di un individuo, e di come , un buon approccio iniziale può fare la differenza nel viverla soddisfacentemente, o insoddisfacentemente.
  • Approcciarsi al connubio possibile e auspicabile tra amore e sessualità, senza farlo diventare l’unico luogo in cui sperimentare il piacere fisico, spiegando che sono soprattutto gli esseri umani sani, ad ambirvi maggiormente, (quando si è molto giovani, non è così chiaro il collegamento).
  • Riferire la possibilità di una sessualità libera, in cui però non può mancare il rispetto del corpo proprio e dell’altro, in cui il fine ultimo non è la sopraffazione o il potere, ma semplicemente l’incontro di due mondi fisici e psichici diversi.
  • Dirsi disponibili a rispondere a tutti i quesiti, le domande o i dubbi. Rendersi buon ascoltatori, senza giudizio o paure irrazionali.
  • Lasciar esprimere al giovane le proprie sensazioni, fosse anche il silenzio, lasciare che possa muoversi liberamente, senza inutili e dannosi o sensi di colpa.
  • Rinnovare la stima per nostro figlio, non giudicandolo, a partire da un evento, o da un fatto, per quanto fastidioso lo possiamo vivere e percepire, i nostri figli sono i figli di questa era tecnologica, e non possiamo non fare i conti con ciò che questo comporta.

L’impresa più difficile dell’essere genitori è lasciare che la nostra fiducia per i figli abbia la meglio sulle nostre paure.


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Monica Fiocco
Psicopedagogista,
Counselor ad Approccio integrato,
Formatrice