Futuro e passato non esistono. Esiste il presente

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Esperta in psicologia ambientale, psicologia della casa e dell’abitare.

“C’era una volta un tempo dove niente era tutto… e il tutto era condiviso.” D.Musa

Tempo ma che cos’è?e i tempi perchè? C’è un tempo per leggere ed imparare, e un tempo per divertirsi. Un tempo per dormire, ma chi dorme non piglia pesci diceva un detto. E un tempo per lavorare, un tempo nutrirsi. C’è un tempo per l’individuo, un tempo per la coppia, un tempo per la relazione e un tempo per la famiglia. Insomma un tempo per tutto.

Il tempo è oggettivo, è scandito dal tic tac dell’orologio. Fin dai tempi passati l’uomo ha bisogno del tempo. Le campane che suonavano a mezzodì dicevano che era l’ora di lasciare i campi e i mestieri per andare a casa a pranzare.

E i tempi cosa sono e perchè?. I tempi sono soggettivi e sono scanditi dalla persona e nient’altro. I tempi dipendono dall’identità.

Quale tra i due dunque è più importante? Nessuno perchè si intrecciano e l’uomo ha bisogno di entrambi.

L’identità individuale fa sì che ci siano persone lente e altre veloci, persone riflessive in cui il tempo sembra non passare mai, persone impulsive in cui il tempo è un flash, persone ansiose dove il tempo futuro sembra non giungere mai, e altre dove il tempo passato sia sempre presente.

Il tempo è importantissimo nei riti familiari, nel funzionamento della coppia e della famiglia: basti pensare alle difficoltà del vivere assieme sotto lo stesso tetto, agli eventi critici che lo alterano (nascita, lutti e perdite, adolescenza, malattia…).

Il tempo ha bisogno di rispetto e di umiltà per funzionare bene. E sì perchè senza quest’ultimi si arrabbia, e accompagna la persona alla frustrazione, alla paura di non farcela e ad un senso di inferiorità.

Il tempo ha influenze ambientali. L’ambiente tende a perturbarlo come un temporale con tuoni e fulmini d’estate. Quante volte vi è capitato di dire:”oggi non faccio a tempo?”, oppure “Se mi libero prima, vengo a trovarti!” o ancora “Mi dispiace ma ho gente e non posso raggiungerti!”. Ecco come l’ambiente lo influisce.

Il tempo ha bisogno di spazio per essere conosciuto. Non ci credete? Beh provate a pensare ad un bambino piccolo cosa impara per prima: a muoversi nello spazio o le lancette dell’orologio come funzionano? E poi quante volte vi è capitato di dire a vostro figlio/figlia: “quando le lancette dell’orologio arrivano qui, è l’ora di andare a letto!”. Il tempo perciò funziona solo grazie allo spazio.

Ma il tempo può influenzare lo spazio fisico circostante a noi? Lo può fermare o catapultare nel futuro? Certo che sì!!.

Pensate ad esempio alle case dove una morte improvvisa è entrata e ha bloccato il tempo a quell’evento. La camera da letto di chi non c’è più viene mantenuta integra: foto, poster, letto, vestiti, tappetto tutto è fermo. Nessuno può toccare, muovere o spostare. Il tempo ha preso il sopravvento nello spazio. Il tempo lì è fermo. Il ricordo passato è forte e vivo nel presente, nella quotidianetà. Pensate a coloro che cercano di cusodire mobili, suppeletti e oggetti vari in segno di memorie passate. La polvere accumolata in quelle case copre solo il materiale ma non l’identità.

E ora pensate a tutte quelle case in cui c’è di tutto, dove la tecnologia è ovunque. La novità è presente in ogni stanza. Tutto parla di un futuro, raggiunto o quasi raggiunto. Sembra di essere catapultati dentro al vortice del futuro. Il futuro che sconfigge il passato, perchè troppo brutto per essere ricordato o perchè segna un nuovo inizio e si riparte da zero. Il futuro che narra di una persona che corre e non si ferma. Cerca di raggiungere l’irraggiungibile. Le case del “futuro” narrano di un’identità sempre in movimento, il cambiamento e la ricerca sono centrali.

C’è spazio solo per il presente

Ma tra il passato e il futuro, che fine ha fatto il presente?

Il presente oggigiorno sembra non esistere. E’ nascosto dalle nostre identità, dalla nostra frenesia, dal nostro lavoro. Nascosto ma non soppresso. Come fare per trovarlo? Come poter prenderlo? Il presente non è altro che un intreccio tra il passato e il futuro. E’ un continuum, uno scambio che avviene nel qui e nell’ora (presente attivo), ma non ci accorgiamo.

Quando descriviamo un evento o una situazione nel momento in cui la descriviamo è già passato.

Le case che vivono nel presente sono ricche di tempi passati e di tempi futuri. Hanno simboli riconoscibili di un’identità a cui le tendenze e le antichità si integrano in un tutt’uno diventando un unica cosa. Sono case dove c’è armonia, dove gli oggetti assumono un riconoscimento emotivo.

C’è da chiedersi dunque ma è proprio vero che il passato e il futuro esistono, se il presente lì accoglie tutti e due? La risposta è semplice NO! non esistono, o meglio esistono solo nel presente. La casa e il tempo raccontato al suo interno né è un esempio tangibile. Il passato, il futuro e il presente dipendono solo dall’individuo. Il presente attivo è l’unico tempo che esiste concretamente ma tutto il resto no.

Illustrazione: Beppe Giacobbe

Articolo a cura di: Virna Tripodo, psicologa psicoterapeuta


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