Il modo in cui reagisci alle critiche svela la tua personalità

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Sono molti gli atteggiamenti palesi che possono rivelare i modelli operativi interni di una persona. Le micro-espressioni facciali possono dire molto sulle percezioni di quel determinato momento, un semplice comportamento può connotare dei tratti della personalità…. ma ciò che secondo me può raccontare molto, è il  modo in cui ognuno di noi reagisce alle critiche.

Una critica è la manifestazione del pensiero di una persona che può riguardare un determinato atteggiamento, modo di essere o costume. Insomma, se tu ricevi una critica, ricevi una particolare valutazione legata alla percezione di chi hai di fronte.

Una critica, dunque, altro non è che la sintesi della valutazione di un individuo e non necessariamente rispecchia la realtà o il tuo modo di vedere le cose. La critica, in psicologia, può essere descritta come “lo sguardo altrui” quindi come “un punto di vista diverso dal tuo”, un tacito confronto con l’altro al quale non puoi sottrarti perché ti è stato imposto. Il tuo modo di reagire alle critiche è istintivo, soprattutto quando quel commento arriva del tutto inaspettato. Le prime parole che escono dalla bocca di chi riceve una critica possono essere particolarmente indicative.

Le risposte istintive che si ottengono alle critiche possono svelare tratti di personalità e, di conseguenza, il rapporto che il soggetto ha con l’immagine di sé e gli assunti su come funzionano le relazioni interpersonali.

Il modo in cui reagisci alle critiche svela la tua personalità

A seguire ti riporterò una serie di esempi, cerca di osservare questi atteggiamenti sia in te stesso che nel prossimo, quindi sia quando sei tu a ricevere una critica, sia quando sei tu a criticare. Certo, le risposte possono cambiare in base alle intenzioni, al contesto, al tipo di critica… nell’elenco che segue non ho la presunzione di trattare qualsiasi tipo di feedback, ma solo quelli più “esemplari” e di facile lettura.

La risposta del manipolatore

“Questo non è affatto vero”. “Ciò che dici è falso”. “E’ successo perché tu mi hai messo in condizione di…” Certo, se la critica è “come sei bassa” ma in realtà sei alta 173  cm, diciamo che la risposta è consona, magari seguita da una risatina per l’assurdità dell’osservazione mossa…. ma quando la critica trova riscontro con la realtà, la negazione è qualcosa di profondamente indicativo.

La negazione rivela che quella persona sta cercando di manipolare e/o distorcere la realtà per sopraffare la controparte, imporsi e/o sottrarsi ad alcune responsabilità.

La risposta del passivo-aggressivo

“Si, me ne scuso ma è capitato che….” – ma poi si vendica. Il passivo-aggressivo tende a vedere la critica come un colpo da incassare con accondiscendenza, tanto non ha alcuna intenzione di cambiare il suo comportamento. Ecco un esempio vissuto: Emanuele è al bar, il proprietario del Bar è un suo caro amico e si rifiuta di servirgli altri drink spiegandogli che ha davvero esagerato, che ultimamente beve troppo e dovrebbe darsi una ripulita!

Emanuele si scusa, dice di essere stressato… ma poco dopo va al bagno e, di nascosto, distrugge vari componenti d’arredo del wc… Emanuele all’apparenza si è scusato, ne è uscito “pulito” e in apparenza “comprensivo” ma intanto ha attuato un piano vendicativo perché non ha digerito affatto la critica.

La risposta del bugiardo

“E’ colpa di Tizio” In risposta a una critica, un bugiardo può scaricare la completa responsabilità su una persona che non è presente. La persona in questione ha grossi problemi ad assumersi qualsiasi responsabilità e farebbe di tutto per sfuggire non alle critiche ma alle conseguenze che potrebbero esserci.

La risposta dell’Aggressivo

“Sei pazzo”. “Lo dici perché non capisci niente”. L’aggressività si manifesta più facilmente in vista di una critica. L’aggressivo vive ogni confronto come scontro e risponde alle critiche con attacchi volti a intimorire chi ha di fronte. In genere l’aggressivo sceglie parole che possono ferire il suo interlocutore.

Magari se chi gli ha mosso la critica ha avuto una diagnosi di depressione quel “sei pazzo” aveva l’intenzione di ferire e marcare la mano… L’aggressivo risponde con l’intento di ferire… a volte lo fa per difendersi, a volte lo fa perché non riesce a reggere il confronto, ma il risultato non cambia.

La risposta del Borderline

“Perché mi odi?”. “Pensi sempre che sono un buon a nulla!”…Chi ha tratti di personalità borderline, invece di concentrarsi sulla critica del momento, tende a amplificare e generalizzare il contesto. Per esempio, Carlo dice a Giulia “stasera stai mangiano molto” e Giulia risponde “Perché dici che sono grassa!”. Anche le persone con un’accentuata emotività possono avere reazione di questo genere.

La risposta del borderline alle critiche è sempre estrema. Se Carlo e Giulia vivono insieme e Carlo dice “non mi aiuti mai con le faccende di casa…”, probabilmente Giulia si sentirà inadeguata e penserà che è meglio separarsi; al momento Giulia potrebbe reagire con rabbia e poi meditare e proporre una separazione poco dopo.

La risposta degli arrampicatori

“Se me lo avessi detto in modo diverso, avrei potuto ascoltarti…” Non bisogna necessariamente essere un narcisista o un manipolatore, l’immaturità emotiva è una condizione molto comune 🙂 C’è chi, per non ammettere un errore o evitare un confronto spiacevole, può appellarsi a piccoli dettagli. Queste persone non vogliono mentire, ne’ manipolare o distorcere la realtà, semplicemente voglio evitare le critiche e per farlo sono disposte ad “arrampicarsi sugli specchi”.

La risposta del paranoico

“Mi osservavi aspettando un minimo passo falso”. “Volevi solo l’occasione giusta per ferirmi”. “Ce l’hanno tutti con me, tu compreso…” La paranoia, in questa connotazione, si esprime come la paura di essere danneggiato dal prossimo. Questa paura impedisce al soggetto di accettare le critiche per ciò che sono, per il paranoico, tutte le critiche hanno sempre un doppio scopo, sono state studiate… erano premeditate!

La risposta del vittimista

“Se avessi vissuto ciò che ho vissuto io, anche tu avresti agito così…”. “Tu non puoi neanche lontanamente capire, perché non ci sei passato…”. “La mia giornata è stata così stressante… che ne puoi sapere”

C’è chi usa spesso un vissuto particolarmente difficile per giustificare il suo comportamento. Purtroppo, spesso si tratta di giustificazioni atte a legittimare un comportamento sbagliato o irrispettoso del prossimo. Anche se Maria ha avuto un’infanzia difficile e rientrando a casa ha trovato molto traffico, ciò non significa che è legittimata a riversare la sua rabbia sul marito!

La risposta del narcisista

“Tu credi che io sia così… beh, tu sei 10 volte peggio”. “E’ vero, ma anche tu lo fai sempre…” Il narcisista non riesce a ricevere alcuna critica, vorrebbe esserne immune. Quando riceve una critica, se non manipola la realtà, sfrutta un paragone per contro-accusare l’altra persona così da sottolineare che chi critica non è migliore di lui, anzi, la contro-accusa in genere verte sul fatto che l’altro fa ancora peggio.

La risposta dello scontroso

“Non sei realistico!”. “Dici solo caz****” “Nessuno ha chiesto il tuo parere”. Come ho già detto, l’immaturità emotiva è molto diffusa e alcune risposte date con fare sprezzante sono tipiche dell’attaccabrighe.

C’è chi è litigioso per natura perché ha problemi di rabbia cronica e accoglie di buon grado ogni critica per “attaccare briga”. In questo caso, la persona può reagire alla critica tentando di istigare l’altro. In questo caso, l’attenzione si sposta dalla critica al litigio e così la persona criticata eviterà di affrontare un serio confronto.

La risposta dell’ossessivo

“Cosa dovrei fare? Perché me lo dici solo ora? Perché nessuno me l’ha mai detto prima? Cosa avranno pensato di me? E’ così da sempre? “ La critica, in chi ha una struttura ossessiva, può innescare una tempesta di dubbi emotivi che si trasformano in una raffica di domande.

La risposta del depresso

“Mi fa solo capire che non sono adatto alla vita”. Piuttosto che affrontare il problema / la critica, chi soffre di depressione si lascia sopraffare da esso saltando alla peggior conclusione possibile alimentata dalla depressione.

La risposta del sociopatico

“Per quello che mi hai detto dovrei ucciderti!” Questa si commenta da sola! L’ho aggiunta con un po’ di ironia. 😀

Le risposte di chi sa accettare le critiche

“Ci penserò…” – la risposta del cauto.
“Fammi capire bene…” – la risposta del preoccupato.
“Grazie per avermelo detto, magari se hai consigli…” – la risposta del fiducioso.

  • Il cauto si rifiuta di affrontare la critica sul momento perché sa che potrebbe trascendere, così si prende un po’ di tempo per pensarci: la consapevolezza è alla base.
  • Il preoccupato può subire le critiche con una certa tensione ma invita apertamente l’altro a fare più chiarezza in modo da ottenere un confronto a 360°.
  • Il fiducioso accetta la critica perché sa che si tratta solo di un altro punto di vista, cerca di capirne di più e se si sente in fallo chiede consigli per evitare di commettere altri errori in futuro: la crescita e l’autostima sono le basi.

Gli ultimi tre tipi di risposta sono tutti molto appropriati, perché connotano la capacità di sapersi confrontare con il prossimo, accettare un punto di vista diverso e discordante dal proprio, queste reazioni possono influenzare positivamente tutte le relazioni e mostrano una buona autonomia, empatia e capacità introspettiva.

Nota bene: se stai pensando di sfruttare questa strategia per cogliere la reazione di una persona cara, sappi che per ottenere risposte spontanee e non viziate, la critica deve essere consona al momento.

Non dovrai essere fuori luogo altrimenti rischi di alterare il tempo di reazione e ottenere una risposta non istintiva. Anche una reazione ottenuta con un ritardo di pochi secondi può viziare la risposta e quindi la sua interpretazione!

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Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del libro “Riscrivi le pagine della tua vita” edito Rizzoli
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