L’ipocondria e la costante ricerca di rassicurazioni

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor
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Devi semplicemente piacerti. Innamorati di te, è quello il segreto. E ti sentirai sempre bene, al posto giusto e al momento giusto.

In questo articolo ti parlerò dell’ipocondria, un disturbo che colpisce indiscriminatamente ambedue i sessi e che sembra essere correlato a disturbi d’ansia generalizzata e a disturbi dell’umore come la depressione. Ecco tutti i dettagli.

Ipocondriaco, cosa significa

Per spiegarti che cos’è l’ipocondria, mi farò aiutare dalla definizione che troviamo sul vocabolario e dal DSM-V. Già, l’ipocondria è un disturbo che in un certo senso trova spazio anche nel Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali.

Significato del termine ipocondria:
Preoccupazione ansiosa, organicamente infondata, relativa alla propria salute o alla condizione di particolari organi interni.

Nel Manuale Diagnostico, l’ipocondria rientra nel grosso calderone dei disturbi somatoformi (Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati).

L’ipocondria non ha nulla a che vedere con i disturbi psicosomatici. Un sintomo psicosomatico come può essere un mal di testa, mal di schiena o bruciore di stomaco psicosomatico, si può manifestare in una persona completamente sana che però, in quel determinato momento, sta vivendo un conflitto interiore, una frustrazione inespressa o un risentimento. Vi sono poi sintomi psicosomatici conclamati come l’orticaria, la dermatite atopica, il freddo psicosomatico… che sono manifestazione di conflitti interiori ormai cronicizzati.

Del tutto diverse sono le caratteristiche della persona che soffre di ipocondria. L’ipocondria si può manifestare con i sintomi fisici più disparati, esagerati o addirittura allarmanti. Tali sintomi appaiono  non sono come frutto di conflitti irrisolti ma soprattutto quando la persona ipocondriaca prova ad uscire dalla sua zona di comfort, deve affrontare un confronto o farsi carico di responsabilità extra.

In pratica, l’ipocrondiaco sperimenta una costante paura di vivere a pieno la vita, di imporsi…. e l’eccessiva preoccupazione del suo stato di salute altro non è che un diversivo per non confrontarsi con la realtà.

Ipocondria, cause

Il Manuale Diagnostico correla i disturbi somatoformi alle caratteristiche relative all’affettività negativa, vale a dire: labilità emotiva con frequenti cambiamenti d’umore, ansia, insicurezza, paura del rifiuto, paura dell’abbandono, paura di non essere meritevoli… ma anche alla depressione.

Quali sono le cause dell’ipocondria? Nella psicoanalisi il seme dell’ipocondria viene piantato nella primissima infanzia. L’ipocondria pone le sue radici in un atteggiamento eccessivamente apprensivo della figura di riferimento. Attenzione! Ciò non significa che anche la mamma (o altra figura di riferimento) dell’ipocrondiaco è a sua volta ipocondriaca.

Ciò significa che i genitori, nell’accudire il piccolo nella prima infanzia, hanno espresso una forte preoccupazione nei confronti della malattia, dell’igiene o del piano fisico, apprensione che il bambino ha captato e ha assimilato fino a manifestarlo in età adulta in risposta a preoccupazioni che nulla hanno a che vedere con la salute fisica.

Il bambino assimila l’apprensione dei genitori perché e ne ha bisogno: sono i genitori a dagli protezione (a modo loro) e a insegnargli come vedere il mondo. Da adulto, ognuno di noi diventa genitore di se stesso e così finisce per mantenere quell’approccio appreso proprio quando si sente in difficoltà e ha più bisogno di protezione.

Ipocondria come meccanismo di difesa

L’ipocondria, quindi, può essere vista come un ennesimo meccanismo di difesa disfunzionale. La paura delle malattie diviene la manifestazione di un bisogno di protezione.

A questo, bisogna aggiungere che l’ipocondriaco ha appreso, dalla sua infanzia, un modo disfunzionale per richiamare le attenzioni e ottenere la comprensione altrui. Non è un caso che l’ipocondria possa talvolta essere correlata al disturbo istrionico di personalità anche se in genere, le manifestazioni sintomatiche dell’istrionico sono vere e proprie messe in scena… mentre l’ipocondriaco è mosso da reale preoccupazione e ansia.

Quando l’ipocondriaco è la mamma, il partner o l’amico, come aiutarlo

Come comportarsi con una persona ipocondriaca? Mai impresa fu più ardua…! Se stai cercando una cura magica per una fidanzata o una mamma ipocondriaca, sappi che rimarrai deluso.

Se ti stai chiedendo come aiutare un ipocondriaco, sappi che non vi è una ricetta magica e la strada, almeno all’inizio, è tutta in salita. Il motivo? La persona ipocondriaca presenta una smisurata apprensione per la sua salute e anche i piccoli malanni possono essere vissuti come vere catastrofi. A meno che tu non sia un medico che possa confutare qualsiasi paura con test clinici oggettivi, dovrai armarti da tanta pazienza.

Come aiutare un ipocondriaco? In genere, per aiutare una persona bisogna instaurare empatia. E’ difficile empatizzare con l’ipocondriaco ma, sforzandoti puoi cercare di capire il suo stato mentale. Quella persona è seriamente preoccupata, quindi non sminuirla.

E’ difficile empatizzare con un ipocondriaco perché è difficile credere che i disturbi che riferisce non siano tutta un’esagerazione. Per aiutare una persona ipocondriaca puoi iniziare a NON irritarti quando ti riferisce i suoi problemi. Le tue reazioni di stizza oppure i tuoi tentativi di sminuire i suoi sintomi fisici, non fanno altro che amplificare il senso di fragilità dell’ipocondriaco e i suoi già palesi sensi di colpa.

Perché è difficile aiutare un ipocondriaco? Perché se da un lato sminuire e irritarsi ai suoi malanni lo fanno stare peggio, dall’altro, gli incoraggiamenti o la comprensione di un presunto malessere fisico fanno sì che l’ipocondriaco creda ancora di più di essere malato.

L’unica cosa che puoi fare è incoraggiarlo a valutare l’ipotesi che i suoi siano sintomi psicosomatici e che per curarli, invece di rivolgersi al medico di base, dovrà rivolgersi a uno psicoterapeuta.

Evita espressioni del tipo “non è normale che per un banale formicolio alla gamba ti fai prendere da queste paranoie”. Appoggia espressioni che vertono sulla complicità: “capisco che stai passando un brutto periodo, ciò che vivi deve essere difficile, insieme agli accertamenti che fai di solito perché non provi a consultare uno psicoterapeuta? La psicosomatica è una realtà che può affliggere anche nel corpo… se ciò che vuoi è guarire tanto vale tentare”.

Ipocondria, come combatterla

L’ipocondria deve essere affrontata da chi la vive in primo piano. Le persone che stanno vicine a un ipocondriaco più che incoraggiarlo a seguire un percorso psicoterapeutico non possono fare nulla.

Se sei un ipocondriaco e stai cercando una cura per uscirne, chiedi aiuto a uno psicoterapeuta. Puoi scegliere la figura professionale a cui rivolgerti consultando il mio articolo “Quanti tipi di psicoterapia esistono“. Intanto provo a darti io qualche suggerimento per combattere l’ipocondria.

Prendi consapevolezza della dinamica ipocondriaca

Quando e in che modo si manifestano i sintomi dell’ipocondria? Quando scatta la preoccupazione attanagliante? Come ti ho spiegato in precedenza, l’ipocondria si acutizza in fasi di cambiamento o quando dentro di te senti il bisogno di cambiare una situazione scomoda che stai vivendo da troppo tempo. Se in questo periodo ti stai sovraccaricando di lavoro, prova a farti aiutare. La serenità interiore è l’ingrediente segreto per tenere a bada qualsiasi sintomo psicosomatico, anche quelli legati all’ipocondria.

Lavora sul tuo passato e la tua infanzia

Può essere utile fare un “lavoro retrospettivo”. Ripensa alla tua infanzia, vi sono mancanza, dolori sepolti o atteggiamenti che possono aver influenzato l’atteggiamento ipocondriaco che vivi? Alcune esperienze che hai vissuto in maniera disincantata possono aver avuto un significato emblematico per la tua psiche e aver amplificato l’ipocondria. E’ difficile risalire a un evento, ma il lavoro a ritroso, talvolta, può essere molto utile.

Fidati degli esperti

Se ti sei già sottoposto a diversi test clinici, sforzati di accettare i risultati oggettivi che hai avuto. Puoi consultare un medico ma fallo con la consapevolezza che poi dovrai accettare le sue parole: se dice che stai bene, è perché fisicamente non c’è nulla che non va.

Cerca soddisfazioni

Molto spesso chi soffre di ipocondria tende a vivere in un ambiente molto chiuso e circoscritto, così da portare al minimo la possibilità di godere di nuove soddisfazioni. Regalati una piccola vacanza o ritagliati dello spazio per te stesso: fa qualcosa che ti piace e coltiva piccole soddisfazioni.

Lavora sull’autostima

Sappi che tutto ciò che rafforza la tua autostima, minimizza le tue fragilità e di conseguenza, tutte le insicurezze legate alla tua salute fisica.

Impara a prenderti cura di te, davvero!

Prendersi cura di sé non significa passare da uno studio medico all’altro. Da piccolo trovavi sicurezza e conforto nelle attenzioni dei genitori che si allertavano per ogni tuo malanno: oggi sei adulto, puoi contare sulle tue forze e capire che ci sono tanti modi per prendersi cura di sé.

Allontana dalla tua vita che ti sminuisce e ti avvilisce, le esperienze che vivi possono avere un forte impatto sulla tua ipocondria.

Ancora una volta, ti invito a coltivare un hobby, un talento o qualsiasi attività che possa farti sentire gratificato.

Non giudicarti, l’ipocondria nasce anche dal giudizio severo di sé

Non etichettarti come “stupido” perché questo sottende che ciò che stai provando è sbagliato e non dovresti avere paura o preoccupazione. Cambia approccio.

Le reazioni di autocritica sono invalidanti e amplificano l’ipocondria, innescano la paura (che a sua volta innesca l’ipocondria) e la vergogna (che innesca sensi di colpa e di inadeguatezza).

Allora cosa fare? Prova a parlare con il tuo “bambino interiore”, soprattutto nelle ore serali, quando sei a letto. Prova a dirti parole rassicuranti. Usa comprensione e benevolenza.  Attenzione anche alle rassicurazioni: il problema non è la tua ipocondria ma il tuo modo di vivere le emozioni dolorose quindi sostituisci i tuoi “speriamo che domani non avrò mal di pancia” con frasi tipo “sono forte e ho le risorse per affrontare la giornata di domani”.

Libri consigliati

Nota bene: ho proposto i temi di “come aiutare un ipocondriaco” e “come curare l’ipocondria a seguito delle diverse richieste arrivate sulla nostra pagina Facebook di Psicoadvisor, in occasione del nostro sondaggio in cui abbiamo chiesto a voi lettori i temi che più avreste più apprezzato 🙂 alcuni utenti ci hanno chiesto anche dei libri di auto-aiuto.

Sebbene un percorso psicoterapeutico sia sempre la corsia preferenziale, ecco un libro di auto-aiuto per cercare di superare e combattere l’ipocondria. Il libro in questione s’intitola “La paura delle malattie: affrontare e superare l’ansia per la salute e l’ipocondria” e si può comprare su Amazon a “questo indirizzo“.

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