Come la paura ti porta a essere chi non sei

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

La paura è un’emozione primaria di difesa, una risposta che la nostra mente attiva in caso di pericolo. Quando parliamo di pericolo siamo soliti proiettarci a un contesto dove il rischio è stimato sulla nostra vita ma, nella realtà dei fatti, il nostro inconscio percepisce come pericolo un gran numero di fattori che assolutamente non minacciano la nostra sopravvivenza.

Per fare qualche esempio:

  • Paura di non riuscire soddisfare le aspettative proprie o altrui
  • Paura di fallire un progetto
  • Paura di essere rifiutati
  • Paura di essere inadeguati o non all’altezza
  • Paura dell’abbandono
  • Paura della perdita
  • Paura dell’ignoto / resistenza al cambiamento
  • Paura di soffrire

Ho appena detto che la paura è una risposta che la nostra mente attua in caso di pericolo e che ognuno di noi, in base al vissuto, ai traumi e alle ferite emotive che si porta dentro, può concepire il pericolo in modo differente.

Alla paura possono scattare due diversi meccanismi: aggressività/rabbia e evitamento/autosabotaggio.

L’emozione della paura si proietta generalmente al futuro, e spinge il soggetto ad aggredire per eliminare o allontanare l’oggetto della paura (condotte aggressive / risposte rabbiose) o, al contrario, a fuggire dall’oggetto della paura per evitare il danno (umiliazione, esposizione all’abbandono e al rifiuto, esposizione al giudizio…) che potrebbe procurarci (condotte di evitamento). 

L’aggressività o l’essere profondamente permalosi, sono due caratteristiche che nascono spesso dalla paura del giudizio altrui così come i continui fallimenti relazionali possono nascere dalla paura dell’abbandono.

Quando queste paure si cronicizzano, non si tratta più di risposte/atteggiamenti ma di modi di essere.

In pratica, per tornare all’esempio precedente, c’è chi non sarebbe aggressivo o permaloso se non avesse paura del giudizio altrui. La paura non ci fa vivere come potremmo e soprattutto impedisce la piena espressione di noi stessi.

Per comprendere meglio questi concetti teorici, prova a farti una domanda: se tu non provassi ansie e paure, la tua vita sarebbe diversa? I tuoi atteggiamenti cambierebbero? Un’attenta analisi ti restituirebbe indubbiamente due risposte affermative!

Come la paura ti porta a essere chi non sei: dalla vittima del narcisista all’anaffettivo, dal dipendente affettivo al disturbo evitante

La paura non solo impedisce l’espressione del tuo io, manipola anche la realtà che vivi anzi, la paura ti manipola ogni giorno della tua vita e ti fa dimenticare quanto sei forte. Fa da filtro a ogni parola che ascolti e sì, troppe volte ti invalida.

La paura va quasi sempre a braccetto con la bassa autostima. La paura ti inganna e ti fa credere che non hai quello che serve per sopportare qualsiasi fattore che tu percepisci come difficoltà (solitudine, abbandono, umiliazione, giudizio, fallimento…) e così ti spinge a essere ciò che non sei e ti spinge a vivere con il freno a mano tirato. La paura non ti fa avanzare!

Ho parlato spesso dei diversi tipi di narcisismo e di come i manipolatori narcisisti possono farti diventare un burattino. Anche il potere del narcisista pone le sue basi sulle tue paure.

L’evitamento è una delle risposte attuate alla paura. Una restrizione autoimposta: eviti di chiedere un’appuntamento a quella ragazza per la paura del rifiuto. Eviti di indossare un determinato vestito perché temi il giudizio altrui o addirittura eviti i rapporti sociali.

Diventi aggressivo perché non tolleri le critiche (paura del giudizio) ma, ancora più nel profondo, eviti di dare amore per la paura dell’abbandono. Anche l’anaffettività e la dipendenza affettiva sono frutto di una paura inespressa.

Chi è anaffettivo o soffre di dipendenza affettiva sperimenta una profonda e ancestrale paura dell’abbandono. Per un approfondimento: Anaffettivo, al polo opposto della dipendenza affettiva.

Un altro meccanismo legato alla paura è il cosiddetto appiattimento emotivo dove la persona non prova alcun sentimento. Sentimenti ed emozioni restano inespressi, completamente sepolti a causa di un’ancestrale paura della sofferenza emotiva. Si tratta solo dell’ennesimo meccanismo di difesa messo in atto in seguito alla percezione di un forte timore (a seguito di un litigio, della diagnosi di una malattia, a seguito di un lutto…).

Ci sono molti modi per disinnescare le paure

Attenzione! Ciò non significa che le paure siano un male assoluto. Le paure diventano disfunzionali solo quando inespresse, quando innescano meccanismi di difesa che non funzionano in armonia con il proprio sé. Le paure vanno vissute: è proprio il caso di dirlo… è necessaria una dose di coraggio per aver paura, così da vivere la paura per ciò che è e non trasformarla in altro, e non vivere in funzione di essa.

Le paure vanno analizzate, vanno comprese e soprattutto elaborate. Solo attraverso l’elaborazione e l’accettazione è possibile trasformare le paura in risorse e cambiare finalmente senso di marcia.

Quando la paura è ancestrale tanto da porsi alla base di un disturbo di personalità, è necessaria un’analisi profonda e un percorso terapeutico atto a ricomporre i cocci di un sé frammentato.

In base alla “risposta” che sta innescando la paura, fai un passo indietro e, quando la tempesta emotiva è passata, analizza i tuoi pensieri, le tue azioni e il contesto in cui si sono verificate.

Esaminare la radice della propria paura è un passo fondamentale per iniziare a costruire la tua strada verso la libertà. Senza paura puoi sentirti davvero libero di esprimere te stesso e far affiorare, in pieno, tutte le tue potenzialità.

Prova a stilare un elenco delle tue paure, annovera per primi i timori più piccoli per poi posizionare i timori più forti alla fine del tue elenco. Non lasciare che le paure possano definire chi sei. Vivere condizionati dalle paure significa vivere senza libertà, questo concetto dovrebbe bastarti per farti iniziare un lavoro introspettivo.

Per concludere vorrei proporre una frase tratta dal libro Parla, mia paura (edito da Enaudi):

Ecco il trucco, la magia: non chiudere, apri. Non nasconderti, mostrati. Non tacere, esprimiti. Se hai paura, chiedi aiuto.

Libri consigliati

La Paura, libro spesso consigliato come testo universitario ma molto chiaro e davvero alla portata di tutti. Analizza in modo limpido le risposte che mettiamo in atto quando percepiamo paura. Per leggerne l’estratto gratuito o per valutarne l’acquisto segnalo la pagina Amazon “La Paura” di Rita Ciceri, l’autrice è docente di Psicologia generale presso l’Università di Milano Sacro Cuore.

Se la tua paura si trasforma in rabbia e aggressività, ti consiglio di leggere: perché si è permalosi, troppo sensibili a richiami, critiche e mancanze

Per una lettura più sentita, forte e struggente, ti consiglio la lettura del libro “Parla, mia paura“, dal quale ho tratto la frase in alto. Qui la paura viene affrontata in prima persona dall’autrice e prende diverse forme, dall’ansia alla vergogna, dalla mancata accettazione del proprio aspetto fisico alle relazioni sociali. Anche in questo caso, per leggere l’estratto gratuito ti segnalo la pagina Amazon dedicata al libro “Parla, mia paura“.

Illustrazione di Francesca Dafne Vignaga


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1 commento su “Come la paura ti porta a essere chi non sei”

  1. Salve, mi hanno segnalato che avete utilizzato una mia immagine per l’articolo senza richiedere il mio permesso. E’ importante chiedere il permesso all’autore o almeno citarlo per dare rispetto al suo lavoro. Grazie, Francesca Dafne Vignaga http://www.francescavignaga.com

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