La depressione non è sinonimo di debolezza

| |

Author Details
Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor


I problemi emotivi non sono una scelta e a nessuno piace trovarsi ad avere a che fare con una depressione o degli attacchi d’ansia. Molto più semplicemente, sono problemi che possono sorgere dopo un periodo in cui si sono susseguite situazioni e circostanze complicate

Ansia e depressione sono segni di lotta, non di debolezza

Esiste la falsa credenza che l’ansia e la depressione siano segnali di debolezza e di incapacità nei confronti della vita. Invece no. Una persona che soffre di ansia o depressione oppure di entrambi non è né pazza né buona a nulla. Tantomeno presenta un carattere debole o inferiore a quello degli altri. Risulta triste e stancante lottare contro questo pregiudizio, ma si tratta di una realtà sociale che non possiamo ignorare.

Purtroppo, nonostante il progresso fatto dalla scienza e dalla medicina anche in questo campo, l’inconscio collettivo moderno che permea la nostra società è ancora ancorato alla convinzione che i problemi emotivi e psicologici siano sinonimo di fragilità e vulnerabilità.

Dal momento che l’ansia e la depressione non vengono considerate ferite da curare, non è raro sentire commenti e discorsi ripetitivi come: “rilassati”, “non è mica la fine del mondo”, “cerca di svegliarti, questa non è vita”, “non hai motivi per cui piangere”, “inizia a maturare”, ecc…

Non sono parole nuove, vero? Anzi, è molto probabile che ci sia capitato di pronunciarle o di esserne vittime. Per questo motivo, è importante fare un esercizio di consapevolezza e riconoscere al dolore emotivo l’importanza che possiede. Così come prestiamo attenzione al dolore che ci provoca una forte fitta o un’emicrania e mai ci verrebbe in mente di ignorarla, allo stesso modo ci dobbiamo comportare con il dolore emotivo.

Non possiamo lasciare che queste ferite emotive guariscano da sole, ma, al contrario, dobbiamo elaborarle per poter estrarre il significato che racchiudono al loro interno. Dobbiamo, quindi, rivolgerci ad uno psicologo che ci aiuti e ci offra delle strategie per affrontare il dolore emotivo che ci causa ansia e depressione.

Per tornare all’esempio di prima, così come smettiamo di assumere lattosio se scopriamo di essere intolleranti a tale sostanza, allo stesso modo dovremmo smettere di “assumere” determinati pensieri e circostanze che non fanno altro che infettare la nostra ferita emotiva. Non servono cerotti o bende: la ferita va pulita e disinfettata. Per questo motivo, in questo articolo vorremmo normalizzare le sensazioni provate da chi soffre di ansia o di depressione. Scopriamo qualche dettaglio in più su questi problemi, per meglio comprenderli e per essere più consapevoli.

L’ansia: un terribile viaggio sulle montagne russe

Le sensazioni che ci fa vivere l’ansia sono molto simili a quelle causate da un giro sulle montagne russe, in cui iniziamo a sentirci male. Focalizziamo la situazione: siamo andati a passare la giornata in un parco dei divertimenti in cui c’è una grande montagna russa che ci attira e su cui decidiamo di salire. Per fare ciò, attendiamo il nostro turno, facendo una lunga coda.

La giornata è molto calda e il sole batte con insistenza sul nostro capo, causandoci dolore e un forte malessere fisico. Ci sentiamo stanchi e ci passa la voglia di salire sul vagone, eppure saliamo ugualmente perché è per quello che siamo andati al parco: per divertirci. Una volta saliti sul vagone, il nostro cuore comincia a battere molto forte. La testa inizia a girarci in modo vertiginoso, i vagoni cominciano a muoversi compiendo giri di 360º, noi ci immergiamo in un tunnel buio e i palloncini sembrano volerci attaccare.

La nostra respirazione si fa via via più accelerata e il nostro cuore batte sempre più forte. Sentiamo che da un momento all’altro potrebbe venirci un colpo. Le nostre sensazioni sono disordinate: qualcosa ci opprime nel petto e ci immobilizza, rendendoci incapaci di reagire.

Non possiamo fare a meno di pensare a cose negative. Gridiamo, piangiamo e ci lamentiamo, ma nessuno ci sente, nemmeno noi stessi. Vorremo chiedere di far fermare tutto, ma ci muoiono le parole in bocca. Il nostro vagone non frena e continua a muoversi, poiché è stato programmato, come gli altri, per compiere il suo giro.

In questo senso, l’attacco d’ansia è uguale a uno sfortunato viaggio sulle montagne russe come quello appena descritto. Da un momento all’altro potrebbe finire, ma non sappiamo quando né in che modo, il che rende difficile mantenere il controllo di fronte a tanta incertezza.

La depressione: il buio dell’anima

Chi soffre di depressione sente che il proprio mondo viene avvolto dalle tenebre. A poco a poco perde l’allegria e l’interesse per ciò che lo circonda: non vi è nulla che riesca a stimolarlo e a sollevargli il morale, fa fatica a studiare o a lavorare e si trova in uno stato di assoluta tristezza o irritabilità.

La depressione è la goccia che fa traboccare il vaso, un vaso già pieno di situazioni e circostanze complicate che hanno aperto una crepa in noi e ci stanno logorando. Per questo motivo, è molto importante rivolgersi a un professionista non appena ci rendiamo conto che c’è qualcosa che non va: l’aiuto di un esperto darà supporto e coerenza emotiva a ciò che stiamo vivendo. Avere problemi emotivi non è una scelta. Una persona con depressione non dice: “Voglio stare male e desidero buttarmi in un pozzo di tristezza per vedere se ci annego una volta per tutte”. Le cose non funzionano così. Anzi, a tutti noi può succedere.

Nessuno è a salvo dagli artigli della depressione e dell’ansia

L’ansia e la depressione sono segnali di lotta e non di debolezza, ma, al contrario, di forza. Questi problemi emotivi non fanno la loro comparsa all’improvviso, dal giorno alla notte, ma crescono nelle fucine dell’inferno della vita, tra le difficoltà e l’esaurimento emotivo. Non si tratta nemmeno della conseguenza di una scelta personale: non possiamo scegliere se vogliamo o no la compagnia di questi problemi; entrambi derivano dalla lotta contra le difficoltà della vita che ci accompagnano e, dunque, dal tentativo di aver resistito a essi per troppo tempo.

È un dettaglio che non possiamo dimenticare, perché ci fa capire quanto ognuno di noi sia vulnerabile e possa essere colpito, in un determinato momento, dall’ansia e dalla depressione, sia direttamente sia indirettamente. Facciamo attenzione, cerchiamo di capire la natura di tali problemi e, soprattutto, evitiamo di giudicare…

10 commenti su “La depressione non è sinonimo di debolezza”

  1. Ha descritto esattamente la mia condizione, sto vivendo in una bolla, non riesco più a provare emozioni, non riesco a gioire, non se to più nulla, la cosa mi spaventa tantissimo, ed ho paura che questo resto per tutta la vita…mi sembra di impazzire, alla continua ricerca di quel senso di piacere che senti in pancia, ma più non arriva e più mi spavento…sto lottando, spero di uscirne al più presto, ho due figli e vorrei godermeli, non ho più il piacere della vita….ho paura.

  2. Ho 23 anni ed ho sofferto per diverso tempo di questo disturbo. Purtroppo l’unica ad accorgersene è stata mia madre, la quale mi ha spinto a spiegare al medico di base ciò che provavo. La diagnosi è stata di depressione associata ad ansia generalizzata.
    Mi è stato prescritto un antidepressivo che sto prendendo tutt’ora, associato alla psicoterapia.
    Già dopo poche settimane è stato come se fossi nuovamente in grado di vedere il sole splendere nel cielo.
    Tutto ciò per dirvi: la depressione è una malattia alla quale si può porre rimedio. Fatevi consigliare da chi di competenza, non permettetele di sotterrarvi, perchè ogni giorno la fossa diventa più profonda.
    Articolo interessante ed esplicativo, complimenti.

  3. Siamo sulla stessa barca, se ti andasse di parlare con qualcuno.. io son disponibile. Almeno ci si aiuta tra di noi.. o ci si prova quantomeno.

  4. Soffrivo di depressione ho smesso di prendere gli antidepressivi ora sono diversi anni che non ho più gli attacchi di panico mi devo preoccupare che mi ritorna la depressione e gli attacchi di panico

  5. Soffro di depressione da alcuni anni e non ho paura della morte quindi non si può generalizzare. Ogni depresso ha la sua storia, la sua terapia e la sua definizione …..

  6. manco io non so con chi parlare, se parli tanto non è mai così..
    mi sono arresa.
    Anche andando dallo psicologo non saprei di cosa parlare, tanto penserebbe che sto o fingendo o son depressa o altro, mai nessuno ti prende sul serio. Per stare male meglio essere apatici, purtroppo l’ambiente incide, se dovessi star bene con l’astio con cui vivo forse ucciderei qualcuno.
    Non mi interessa nulla di esterno, son problemi che non mi appartengono e cmq la maggior parte delle situazioni son negative. allora perchè ne dovrei parlare se neanche me ne frega? I medicinali servono per farti vivere in apatia e tirarti su l’umore e quello lo so fare anche da sola, ma le situazioni esterne mica cambiano..la stupidità regna sovrana e io preferisco rifuggiarmi nell’apatia piuttosto che pensare male delle cose.

  7. Io so solo che mi sento malissimo, non ho voglia di fare niente e quel che è peggio, non vedo una via d’uscita. Mi sento sola, non ho quasi nessuno con cui parlare. Non so quanto resisterò ancora così.

  8. Giudicare no, vedere nel profondo.
    La chiave di lettura che accomuna tutte le depressioni: protesta, fuga dalle responsabilità attive, paura della aggressività e della morte, che rifiutate ritornano mascherate nei sintomi.
    Aggressività autodiretta con conseguenti modifiche anche fisiche del sistema nervoso che sono solo l’ultima stazione d’arrivo.
    Esplicativo il libro di Dethleffsen e Dalke ” Malattia e destino”.
    Sono una persona come tutte, ci sono passata in certi momenti della vita , sono anche una psicanalista e so anche per esperienza professionale cosa c’è sotto. Vivere è una impresa non semplice, ma vivere da depressi è peggio..Molto peggio, è una scelta.

  9. La depressione è l’incapacità di provare emozioni…..non sono d’accordo. Io soffro di disturbo depressivo maggiore e forti attacchi d’ansia, ora sto molto meglio ma ciò che ho provato è stato orribile; pur avendo un marito e due figli meravigliosi non avevo più voglia di vivere e mi sentivo inutile. Pensavo spesso alla morte, ero convinta di avere una vita breve e di non riuscire ad invecchiare, ma questo non mi preoccupava. L’unica mia preoccupazione era di finire tutte le cose accumulate e lasciate in sospeso in casa mia in tanti anni per non lasciare un brutto ricordo ai miei famigliari.
    Tornando alla frase iniziale, non sono d’accordo perchè secondo me non si può generalizzare e definire la depressione in poche parole. La considero una malattia molto complessa difficile da spiegare e da curare. Per la mia esperienza ci sono stati momenti di incapacità di provare emozioni e momenti di forti emozioni in conseguenza a ciò che può capitare durante la giornata.
    Ho trovato comunque molto interessante ciò che lei ha scritto e spero vi sia stato utile il mio commento. Cordiali saluti

I commenti sono chiusi.