Le abilità tossiche delle persone demotivanti, l’arte di scoraggiarti in tutto

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14937036_1001786949932733_520532499_nSfortunatamente nella società esistono persone sconfitte psicologicamente, che, può darsi a loro volta oppresse da una persona demotivante, o semplicemente oberate dai fallimenti. Persone specializzate nel vedere i loro amici e compagni più come delle fonti di minaccia che come risorse

Queste persone insoddisfatte, piuttosto che fornire il carburante della fiducia e dell’incoraggiamento a chi sta loro intorno o piuttosto che non fornirne affetto, forniscono un carburante che ingolfa il tuo motore: la sfiducia, la critica, l’evidenziazione delle tue lacune.

Con il serbatoio pieno di questo tipo di carburante il tuo motore non si metterà mai in moto o si metterà in moto per piantarti in asso nei momenti più delicati con il risultato che un po’ alla volta inizierai a dubitare di te stesso e delle tue effettive capacità.

Fermo restando che costituiscono circa un 20% della società, non tutte le persone demotivanti sono pericolose allo stesso modo nel senso che non tutte riescono ad avere un’influenza così marcata sulle vicende del vivere di chi le circonda.

Il potenziale umano

La storia è piena di persone che ad un certo momento della loro vita hanno avuto una sorta di “clic” e sono sbocciate per esprimere un potenziale che nessuno prima aveva immaginato.

Guarda Paulo Coelho, osteggiato dai suoi genitori addirittura internato in un ospedale psichiatrico perché si riteneva fosse poco “adattato”, che di colpo, nel momento in cui ha avuto vicino qualcuno che veramente credeva in lui e che gli forniva il carburante adeguato, piuttosto che un carburante “pesante” che ingolfava il suo motore, è diventato uno degli scrittori più famosi al mondo.

Guarda Einstein, una persona oppressa che non prendeva mai voti buoni a scuola, che nel momento in cui ha avuto qualcuno che credeva in lui è stato in grado di rivoluzionare la fisica moderna. Tutti noi abbiamo un enorme potenziale, se questo potenziale non sta sbocciando, forse è bene che guardiamo un po’ meglio a qual è la benzina che tutti i giorni permettiamo che venga inserita nel nostro motore.

Il mondo è pieno di storie che non sono mai state scritte, di scoperte che non sono mai state fatte, di imprese che non sono mai state realizzate perché persone di buona volontà, appesantite dal carburante inadeguato fornito dalle persone demotivanti, non sono riuscite a portare a termine la loro opera. Non c’è bisogno che tu ci aggiunga anche la tua.

La persona demotivante

La persona demotivante ha una serie di tratti caratteriali che la contraddistinguono. Analizzandoli capiremo un po’ meglio la sua psicologia e le ragioni per le quali tale persona ha una così grande influenza negativa sulle persone che la circondano.

Nel leggere le seguenti caratteristiche tieni presente che non è che vengano usate una volta sola, ma che queste vengono utilizzate di continuo e quindi, un po’ come una goccia d’acqua che cade sulla roccia, prima o poi la bucano, nel senso che prima o poi, anche una persona di grande spessore, sottoposta a questi tipi di comportamento tende ad avere momenti di debolezza e comincia a farsi influenzare. Ognuno dei modi di fare che segue infatti se usato una volta, pur causando un po’ di disturbo a chi ne è oggetto, non causa effetti davvero negativi, ma se usato regolarmente, alla lunga può destabilizzare anche una persona che ha una grande forza personale

Abbiamo già detto che il fatto di essere una persona demotivante dipende dall’avere accumulato una serie di “ferite emotive” che portano una persona a perdere completamente o quasi completamente quella dote di positività necessaria per proiettare fiducia e motivazione sulle persone che la circondano.

Abbiamo anche detto che nel corso della propria vita una persona potrebbe accumulare una grande competenza ed esperienza, ma perdere completamente la propria positività diventando quindi una persona sì competente, sì capace, ma nondimeno demotivante per chi ce l’ha vicino. Possiamo quindi dire che esistono varie tipologie di persone demotivanti.

Ci possono essere persone demotivanti che hanno grandissime abilità personali o una grandissima esperienza in un determinato settore, ma che nel contempo sono un pericolo per le persone che le frequentano

Un esempio potrebbe essere uno statista impazzito come Hitler o come Stalin, persone comunque fornite di una certa capacità, ma completamente prive di positività.

E potrebbero anche esserci persone demotivanti che, pur non avendo grandi capacità personali fanno il carrozziere piuttosto che l’operaio, piuttosto che avere un negozio di fiori. La professione, la competenza, la ricchezza quindi non sono sicuramente indicatori dell’essere o meno una persona demotivante.

Allo stesso modo devo anche dirti che non tutte le persone demotivanti, sono così intensamente demotivanti. Esiste in altre parole una sorta di scala di grigi della persona demotivante per cui l’intensità del comportamento demotivante può essere fortissima, forte, accentuata o debole (si comporta in quel modo solamente di tanto in tanto, ma quando lo fa dà molto fastidio).

Studiando ulteriormente questo fenomeno della scala di grigi della persona demotivante, ci siamo accorti che esiste una sorta di “catena di Sant’Antonio” o multilivello delle persone demotivanti. Potremmo dire che esiste un primo livello di persone demotivanti che sono davvero pesantemente demotivanti, del tipo un genitore che picchia costantemente i figli o una persona che è demotivante per la maggior parte del tempo.

Una costante delle persone che fanno parte di questo primo livello è il fatto che la loro condizione è nel contempo cronica (cioè il comportamento demotivante si manifesta per la maggior parte del tempo) e nel contempo aggravata dal fatto che la persona non si mette in discussione.

Per fare un esempio macro che può essere compreso da tutti, devo prendere Milosevic, l’ex dittatore yugoslavo che ha condotto operazioni di pulizia etnica e che è stato responsabile per la morte di decine di migliaia di persone nell’ex yugoslavia. Se leggi le interviste che gli vengono fatte, Milosevic afferma di essere un patriota, che c’è stata una cospirazione nei suoi confronti, che lui non era affatto un dittatore, in altre parole non si rende nemmeno conto di quello che ha fatto. Questa caratteristica può essere facilmente riscontrata anche in altre famose persone demotivanti della storia, vedi per esempio Hitler, piuttosto che Ceasescu (l’ex dittatore della Romania).

Allo stesso modo, con un esempio più nel nostro mondo di tutti i giorni, ho conosciuto manager che erano persone demotivanti “di questo primo livello” che pur lavorando tutti i giorni per demotivare il proprio personale, criticandolo, causando loro agitazione, riprendendoli in pubblico, creando letteralmente ansia e agitazione, nel contempo si consideravano i salvatori della baracca, gli unici che lì dentro stavano facendo qualcosa per far andar bene l’azienda (peccato che se tutti i dipendenti e i venditori sono spenti, insicuri, incerti e pieni di agitazione, l’azienda non andrà poi così bene, ma per la persona demotivante questo è l’indicatore dell’ennesima cospirazione nei suoi confronti… ).

Le persone che fanno parte di questo primo livello generalmente sono così negative o nefaste per chi le circonda, che un legame prolungato con loro, non solo causa l’insuccesso o numerose difficoltà, ma alla lunga prima o poi causa un contagio. La persona che ha a che fare spesso con una persona demotivante, presto o tardi, senza rendersene conto si lascia contagiare dalla negatività e, nei momenti di basso può a sua volta agire in modo simile alla persona che l’ha influenzata.

Certamente lo fa in modo meno intenso o marcato, ma comunque questo modo di fare è nocivo per le persone che le stanno intorno. Prendo ad esempio la famosa novella Padre Padrone, dove il protagonista è un piccolo pastore che viene regolarmente picchiato dal padre che lo sottopone a costanti abusi. Tutta la storia è incentrata su questo giovane personaggio che soffre tantissimo l’influenza negativa del genitore.

Ma quando il figlio cresce e arriva a quarant’anni che cosa fa con i suoi figli? Li picchia a sua volta, in altre parole, pur avendo vissuto in prima persona gli effetti negativi del comportamento demotivante, dopo un po’, inizia lui stesso ad usarlo, con una sorta di transfert psicologico. La psicologia moderna, ma non solo loro, infatti ha da lungo tempo evidenziato che tutti noi tendiamo inconsapevolmente a prendere i modi di fare delle persone che hanno una certa autorità nei nostri confronti.

Non è un caso vedere per esempio figli che durante gli anni dell’adolescenza criticano fortemente i propri genitori ed i loro comportamenti per poi, una volta raggiunta la maturità trasformarsi esattamente come loro e prendere numerosi dei loro aspetti caratteriali.

Accanto ad un tipo di “contagio cronico” come quello sopra menzionato ne esiste certamente anche uno meno intenso o drammatico, ma pur sempre incisivo. Nel momento in cui tu hai costantemente a che fare con me, ipotizzando che io sia una persona demotivante, un po’ alla volta tendi a essere sempre più agitato, con sempre meno energia positiva e questo atteggiamento tendi, volente o nolente a trasferirlo sugli altri.

Forse poi, ti basta stare qualche giorno lontano da me per riprenderti, per ricaricarti e per tornare a essere la persona positiva che sei sempre stata ma, nella misura in cui, continui a frequentarmi, io un po’ alla volta consumerò la tua dotazione di carica positiva e ti porterò a essere meno carico (e quindi meno motivante) nei rapporti che hai con le altre persone.

LA CATENA DI SAN ANTONIO DELLE PERSONE DEMOTIVANTI

Si viene a creare così una sorta di Catena di San Antonio o “multi livello” dove solamente il primo è un vero negativo inguaribile e gli altri sono persone che, a furia di essere influenzate negativamente, a loro volta prendono dei modi di fare negativi.

Le persone che appartengono al secondo livello della catena hanno una grande differenza rispetto alle persone che fanno parte del primo livello: non hanno ancora raggiunto un livello in cui il loro comportamento si sia cronicizzato. Possono quindi essere aiutate facendo loro capire i meccanismi descritti in questo libro ed insegnando loro a riconoscere e arginare l’influenza che la persona negativa ha su di loro.

Ma, nel caso in cui, continuino il legame e non imparino ad arginare l’influenza nefasta della persona negativa con cui hanno legami, prima o poi il loro comportamento diventerà cronico e a quel punto saranno passate nel primo livello. Adottando lo schema sopra riportato non solo è possibile comprendere meglio i meccanismi che spargono la demotivazione e l’insuccesso nella società, ma possiamo ancora una volta renderci conto di come la Legge di Pareto dimostri per l’ennesima volta la sua veridicità.

“Evitate di mettervi insieme a persone con un atteggiamento mentale negativo perché avranno un effetto nefasto su di voi e avveleneranno tutti gli sforzi che farete”. Napoleon Hill, Le Chiavi del Successo

Poche persone nella società tendono a influenzare con i loro modi di fare le vite ed i destini di numerose persone. Diventa a questo punto importante capire come fa la persona demotivante a influenzare chi la circonda e comprendere anche quali sono più nello specifico i comportamenti e modi di fare di questa persona,

Figura 1: la persona demotivante influenza in modo negativo alcune delle persone che interagiscono con lei (generalmente tramite generalizzazioni del negativo, critiche, cattive notizie, ecc)

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Figura 2: le persone collegate prendono a loro volta, se pur temporaneamente, i modi di fare della persona demotivante, spargendo a loro volta la negatività e la demotivazione ad altre persone. Si viene quindi a creare una sorta di “multi livello della negatività”

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Potremmo dire che la negatività messa in atto ad ogni livello successivo sia più debole, ma tenendo conto che casomai una stessa persona ha più di un contatto con persone appartenenti a questa “organizzazione motivante”, possiamo renderci conto di come la negatività sia contagiosa. di modo che noi si possa identificarla rapidamente, nel corso dei primi incontri, così da poterla inquadrare al meglio ed evitare di essere “contagiati”.

A cura di Flavio Cabrini, General Manager e senior partner di OSM Network


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