Modi funzionali e disfunzionali di reagire a un tradimento

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Psicopedagogista e Counselor ad Approccio integrato, formatrice. Esperta in percorsi di crescita personale e sviluppo del potenziale umano.
Non si può amare davvero senza accettare il rischio di essere traditi.

Nel saggio di Hilmann “Puer Aeternus” si declinano i temi del tradimento e del perdono, come trama del vissuto d’amore di ognuno, credo che valga la pena ricordarne i passaggi per l’attualità dell’argomento, in un epoca come la nostra così drammaticamente permeata dalla paura d’amare.

In ogni relazione d’amore , l’essere umano si comporta come il l’eterno fanciullo , ovvero come colui che crede, con la fiducia originaria, di nascita, che nel vero amore non esista il tradimento.

Nasciamo dunque con una fiducia primordiale nell’amore, lo stesso che abbiamo sperimentato nel ventre materno, dove non esistendo lo stato di bisogno, eravamo soddisfatti e protetti dalla simbiosi con il corpo di nostra madre, stato che perdura anche quando siamo piccoli, e la nostra vita dipende dalle cure dei nostri genitori, viviamo felicemente immersi nell’affidamento totale all’amore parentale.

Il senso di onnipotenza sperimentato dal bambino, in questa prima fase di amore simbiotico, è denso di gratificazioni, di calore umano, di protezione, di soddisfazione, e resta come imprinting dell’amore perfetto, dove non è necessario chiedere, perché tutto è gia a disposizione per essere goduto.

Crescere emotivamente significa uscire da questa fase idealizzata dell’amore, per entrare in una dimensione   più realistica dell’esistenza umana, e dei sentimenti , ecco che il passaggio da uno stato all’altro è segnato dal “tradimento” inevitabile, che ogni vita ad un certo punto incontra, si può trattare del tradimento di un padre, di quello di un amico, di un adulto.

Questo tradimento, è vissuto in epoca infantile e soprattutto adolescenziale in modo drammatico perché:

spacca la fiducia originaria nel mondo e nella vita, e getta l’individuo nello stato dinamico delle oscillazioni esistenziali e della sua ambivalenza interiore.

La vita autentica inizia nel momento in cui, per rispondere a questo tradimento, l’essere umano inventa la sua semantica relazionale e affettiva, di cui verranno permeate le sue relazioni, ed il suo accesso nel mondo.

Essendo un vissuto particolarmente drammatico, in cui si prova la solitudine e la sofferenza come dimensione profonda dello stare al mondo, ogni essere umano conoscerà reazioni personali alla ferita ricevuta, Hillmann, nel suo saggio,   ci parla di reazioni più o meno generali dell’animo umano, che credo utile elencare, perché sono lo specchio di ciò che sperimentiamo ogni giorno.

La prima reazione è la vendetta

quella sintetizzata nella frase “te la farò pagare” ovvero costi quel che costi mi sentirò riparato dalla ferita che mi hai inflitto se mi vendicherò.

Immaginiamo dunque la vendetta ad ogni costo come la reazione ad un tradimento sia esso di un amante di amico o di una persona a cui siamo legati, come una risposta possibile alla ferita del tradimento.

La seconda reazione è la negazione dell’altro

Quando in un rapporto, uno dei due partecipanti subisce una delusione, la tentazione è quella di negare il valore dell’altro. In un colpo solo si vede tutto il negativo dell’altro che da idealizzato, come fonte di gratificazione e amore viene negato perché tradisce, si interrompe bruscamente il flusso di proiezioni, diremmo dunque dalle stelle alle stalle. Anche in questo caso chi è tradito finisce per tradire.

La terza reazione è il cinismo

Una delusione d’amore verso un amico, un nostro familiare può portare non solo alla negazione dell’altro, ma alla negazione dell’ “amore”, dell’ “amicizia”, provocando un notevole restringimento della nostra visone del mondo, della nostra mappa della realtà.

Allora “tutti” gli amici sono diventati infedeli, L’amore non esiste “Il bambino tradito giurà che non credera’ più a nulla ”. così chi è tradito finirà per tradire.

Che cosa? Se stesso, i propri desideri le proprie aspettative, i propri talenti, la propria anima.

Il “nichilismo” è una forma di cinismo portato all’estremo per cui si finisce per non credere più in “nulla”.

Il quarto tipo di reazione è la negazione di sè

Una confessione tradita da una persona di valore per noi, l’infrangersi di un sogno o di un progetto che custodivamo nel nostro cuore: “Questo non l’ho mai detto a nessuno”, un segreto, un nostro valore profondo,. quando si rompe un’amicizia, una collaborazione, una storia d’amore, di colpo viene alla luce il nostro lato oscuro e cominciamo a giustificare le nostre azioni con un sistema di valori che non ci appartiene.

In quel momento ci consegniamo al nostro nemico interno.

Poiché ci siamo rivelati, e la nostra fiducia è stata tradita non ci esporremo mai più, non riveleremo più i nostri sentimenti, anche in questo caso tradiamo noi tradiamo noi stessi generando un oceano di sofferenza chiusa e ostile verso il mondo.

Ed è proprio il tradimento di sé la cosa più grave che imponiamo a noi stessi, diventando cinici o persecutori.

E così c’è chi chiude con l’amore, con l’intimità , con tutte le cose in cui si è sempre creduto nella vita, viene a mancare il coraggio interiore di affermare la validità del nostro mondo interiore malgrado la delusione e la sconfitta momentanea.

La scelta paranoide

La quinta reazione è ciò che Hilmann chiama la scelta paranoide, ovvero la ricerca del rapporto perfetto, con la persona che possa garantirci di non tradirci mai, con la quale stipulare un patto, un accordo, qualcosa che ci metta al riparo dal rischio di essere traditi ancora.

Qualcuno che non ci dovrà mai deludere, che ci sia devoto, un rapporto creato dunque sulla staticità sulla distorsione della realtà, che non trova nella dialettica del vivere una collocazione, alla fine un rapporto di potere e non di libertà. Le reazioni fin qui elencate, rappresentano le vie “inferiori” di difesa della personalità, roccaforti dell’ego.

La valutazione della trama complessiva

Esistono poi le vie superiori, difficili da percorrere, che attivano la parte più sensibile della nostra intelligenza e della nostra forza d’animo, imparare a “perdonare”, ovvero donare a noi stessi e all’altro la massima comprensione possibile, su ciò che è accaduto, riuscendo a vedere la trama complessiva degli accadimenti in una prospettiva più ampia, comprendendo il valore delle relazioni umane, ma anche la delicatezza e la complessità di come funzionano davvero.

Ciò fa approdare, dopo molte tempeste, ad un idea più realistica dell’amore, da cui non viene più escluso il rischio del tradimento, come un rovescio di medaglia, ma che una volta accettato, e proprio in funzione di questa accettazione, non può più offuscare, negare, o sopprimere, la bellezza ed il grande potere creativo e vitale dell’amore.

Monica Fiocco, Psicopedagogista e Counselor ad Approccio integrato
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4 commenti su “Modi funzionali e disfunzionali di reagire a un tradimento”

  1. Dopo anni, credo di non aver ancora superato la sofferenza/umiliazione di essere stata tradita dal mio ex marito, soprattutto la sua slealtà di fare qualcosa alle mie spalle.
    E la falsità di non ammetterlo.
    Ma queste persone che tradiscono non si mettono nei panni dell’umiliazione che infliggono a chi tradiscono?
    Sono solo degli egoisti bastardi.
    Il tradimento non lo concepisco e non posso giustificarlo.
    Per me è come un fantasma/ombra che incombe sul rapporto. Ed è per questo che non proverò mai più a stare in coppia. Non voglio più correre il rischio di soffrire per le meschinità altrui.
    Il collante della coppia è la fiducia, se viene meno questo crolla tutto. Anche l’intimità l’ha doni ad 1 persona di cui hai fiducia. Non siamo merce di scambio. Su certe cose non voglio passarci sopra. Io non la concepisco in un rapporto. Come si fa a perdonarlo?
    Se si arriva a tradire.
    Il rapporto è finito.

  2. Il tradimento è disonestà e vigliaccheria,secondo me.
    L’amore può finire , è possibile e bisogna contemplarlo.
    Ma il tradimento implica mancanza di rispetto e menzogne, un’altra storia un altro modo di relazionarsi. Non so che rapporti private avete, ma soprattutto non dite che contemplare il tradimento fa parte del saper amare… per favore!!!
    Si può perdonare ma non includerlo nella parola Amore.

  3. E quali sarebbero le vie superiori? Solo imparare a perdonare? E Se l’altro non vuol essere perdonato? Se l’altro scarica su di noi il fatto di aver scelto di tradire come se fossimo noi ad aver tradito la sua fiducia?

I commenti sono chiusi.