Perché alcune maestre d’asilo maltrattano i piccoli?

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Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia Alma Mater Sudiorum Università di Bologna, Psicoterapeuta e Psicoanalista

I bambini piccoli non sanno distinguere ciò che è lecito o non lecito come gli adulti. Questo spiega perché non lamentano certi comportamenti di abuso violento da parte delle educatrici.

E’ come se dicessero: se lei mi picchia si vede che ho sbagliato e in questo ambiente vigono certe regole che puniscono. Del resto anche gli altri miei coetanei subiscono come me. Non posso dirlo al babbo, né alla mamma perché forse mi sgriderebbero di più!

Per spiegare il demoralizzante fenomeno, riguardante alcune educatrici le quali dovrebbero aiutare a fornire un’impostazione corretta ai bambini e migliore, nel caso ce ne fosse bisogno, mi sento di riferirmi all’educazione originaria che le stesse maestre hanno a loro volta ricevuto.

Alcune tra le lettrici e lettori ricorderanno che, circa cinquant’anni fa’, i genitori punivano facilmente i bambini con percosse misurate e schiaffi per farsi obbedire rapidamente dai figli. Se non ti sbrighi, questa volta le prendi le botte, stai attento che la mamma si è stancata di aspettare che tu faccia quel che ti ho detto! – urlavano alcuni genitori.

La cultura educativa, specialmente nel Sud Italia oggi diffusa in tutta la nazione, è stata, in passato concepita con l’inclusione di percosse materiali e altre sadiche rivalse, in buona fede sia da parte della mamma, sia da parte del babbo.

Le maestre praticavano, seppur raramente, il gesto, persino con l’approvazione di parte dei genitori. Ricordo io stesso che in prima elementare la maestra spesso allungava, come lei le chiamava, alcune scoppole ai ragazzi, perché parlavano ripetutamente in classe senza obbedire alle consegne.

“Chi subisce violenza s’identifica con l’aggressore e apprende un tale metodo difensivo per accettare la violenza stessa come suggeriva lo stesso S. Freud a suo tempo”

Osserverete voi lettrici e lettori che il mondo sociale è estremamente cambiato per fortuna!

Effettivamente il mondo sociale si è enormemente trasformato rispetto all’educazione dei piccoli, degli adolescenti e a tanti aspetti correlati.

Le maestre che maltrattano i bambini si comportano come certi poliziotti americani che, invece di proteggere i cittadini, verso alcuni di loro, predominando in alcuni casi negli agenti la paura di essere colpiti da armi da fuoco, perdono il controllo e sparano sui sospetti, magari proprio quelli che hanno la pelle scura.

Ora a parte che la violenza subìta chiama violenza in qualunque momento della vita e che l’addestramento professionale culturale, quando avviene, non è in alcuni soggetti sufficiente a fare prevalere il comportamento educativo corretto sulle abitudini assorbite in passato, procediamo nella mie considerazioni.

I concorsi per le educatrici valutano solo le risposte positive alle domande scritte o orali dei candidati, ma non vengono esaminate le capacità umane e le predisposizioni psicologiche alla educazione infantile.

A mio parere può molto contare il rapporto che le educatrici intrecciano con i genitori. In molti casi non è buono e sembra sia molto conflittuale. Ciò non aiuta le relazioni e l’aggressività può riversarsi sui bambini. Il rapporto con i genitori dovrebbe essere armonico.

La mole didattica a volte è assai impegnativa e stressante e in persone che già sono convinte che il metodo antico sia il migliore per farsi obbedire non passa molto tempo che la configurazione del rapporto all’interno dell’asilo assuma un atteggiamento violento.

Il burnout cioè un certo esaurimento per gestire difficoltà alle quali le educatrici, non più giovanissime, genera un clima insopportabile all’interno del contesto dell’asilo.

Non possiamo escludere che nelle maestre patologie psicopatologiche correlate con la loro professione, ma spesso anche personalissime e assai nevrotiche o più contribuiscono a mettere tutto in atto attraverso abusi inaccettabili.

Occorre una selezione accurata circa la professionalità delle educatrici quando vengono abilitate al lavoro pratico. Ciò avviene per i medici, gli psicologi, senza citare gli psicoterapeuti che vengono molto formati nella pratica clinica per molti anni e tante altre professioni.

Essere laureati in medicina e fare il medico esiste un mare di differenza. Un laureato in medicina senza una seria abilitazione è come se fosse laureato in scienze naturali.

L’educatore che non è stato supervisionato durante le esperienze pratiche è come se si fosse laureato lettere moderne, specialmente dovendo operare in una società diventata sempre più complicata.

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6 commenti su “Perché alcune maestre d’asilo maltrattano i piccoli?”

  1. Ciao, trovo molto interessanti i vostri articoli e mi piace che non siano troppo lunghi, perché potrebbero stancare chi legge, e mi piace che siano molto chiari e semplici per una come me che non è del mestiere. Tuttavia vorrei invitarvi a controllare ciò che scrivete prima di pubblicarlo, perché ho trovato più di una volta piccoli errori, a causa dei quali ho deciso di non condividere un articolo che mi piaceva. Un esempio è l’apostrofo alla parola ‘fa’, che invece non lo richiede, che ho trovato proprio in quest’articolo. Sono fiduciosa che sappiate fare tesoro del mio consiglio. Buon lavoro

  2. Sono d’accordo , purtroppo ho avuto la spiacevole esperienza con una maestra d’asilo
    che in seguito ho scoperto avere problemi di equilibrio mentale e bugiarda patologica,
    il tutto nascosto dietro una maschera di grandi sorrisi e finte paroline dolci.
    Non spetta ai genitori decidere se le maestre siano più o meno idonee ad insegnare.
    Ma è assurdo che non vengano fatto controlli psicologi, la scuola non controlla, interviene
    solo dopo quando scoppia la bomba!
    Si parla di telecamere , ma bisogna prevenire , con le visite mediche.

  3. Scusate ma dove sono i psicologi e psico advisor quando si fanno leggi che ritengono che maestri e insegnanti dovrebbero stare al lavoro fino ai 67 anni?
    Siamo realistici. Il mestiere di educatori dopo 43/45 anni di servizio è logorante anche senza i problemi quotidiani a casa

  4. Ė scandaloso come ancora oggi le figure professionali preposte all’educazione e all’insegnamento di bambini e ragazzi non siano sottoposti a seri test di valutazione psicologica che ne attestino la capacità di interagire nei contesti scolastici senza provocare danni pericolosi e a volte ierreversibili. Dalle percosse alle violenze psicologiche a cui sono sottoposti ragazzi più grandi, c’è n’è per tutti i gusti, e nessuno fa niente. Ormai L’ignoranza la fa da padrone in Italia… Il famoso bullismo viene prima di tutto praticato dagli insegnanti nei confronti dei ragazzi. E a nessuno viene in mente che i disagi dei ragazzi dipendono in larga misura dagli ambienti scolastici, dato che sin dalla primissima infanzia ci trascorrono la maggior parte della loro vita?? Professori e maestri inadeguati che continuano a rovinare giovani scolari, la scuola è un’altra piaga del nostro paese allo sfascio.

  5. Salve, mi chiamo Donatella e sono un’insegnante di Scuola dell’Infanzia. Condivido pienamente l’idea che le maestre violente derivino il loro atteggiamento dal tipo di educazione ricevuta, ma temo che questa sia ancora largamente diffusa e che ancora di più lo fosse almeno fino a 30 anni fa. Mi riferisco alla sua affermazione secondo la quale “circa cinquant’anni fa’, i genitori punivano facilmente i bambini con percosse misurate e schiaffi per farsi obbedire rapidamente dai figli…”.
    Fino agli anni 80 questo tipo di “educazione”, almeno dalle mie parti, era praticamente la norma ed era largamente diffusa anche a scuola… Non credo che la mia città fosse in un universo parallelo, per cui mi pare ragionevole pensare che ciò che abbiamo vissuto io e tutti i miei amici fosse, una condizione generale dell’infanzia in quel periodo, diciamo pure nel centro/sud. Basta leggere i commenti ai post di fb che trattano l’argomento per rendersi conto di quanto, putroppo, certi comportamenti fossero diffusi e di quanto, coloro che li hanno subiti, ancora li ritengano giusti.
    Per quanto riguarda la situazione attuale, mi è capitato spesso di vedere genitori picchiare i propri figli, anche per strada, seppur in maniera non particolarmente violenta. Purtroppo in Italia non esiste un vero e proprio divieto di legge come in altri paesi come Francia o Germania, non per niente pochi anni fa Save the children lanciò la campagna “A mani ferme”.
    Io sono una maestra precaria e per questo mi capita di lavorare in molte scuole. Per mia fortuna non mi è mai capitato di incontrare maestre maltrattanti, ma genitori che picchiano i propri figli sì, e non pochi. I genitori lo dicono apertamente ed i bambini lo raccontano.
    In italia viviamo ancora questa assurda contraddizione per cui a casa il genitore può, entro certi limiti (non si sa ancora bene quali), picchiare i figli a scopo educativo, mentre a scuola il farlo costituisce reato, come se, date dalle mani dei genitori le percosse fossero meno dannose…
    Credo fermamente che, fin quando non entrerà nelle teste delle persone che picchiare un figlio è sbagliato, ci saranno sempre casi di violenza nelle scuole, perché continuerà a serpeggiare nelle menti l’idea che, tutto sommato, “ogni tanto ci vogliono” per educare i bambini.
    È pienamente vero che possedere una laurea specifica non voglia dire necessariamente essere buoni educatori. Bisogna aver interiorizzato ciò che si è appreso ed aver fatto tanta sana autoanalisi. A nulla vale conoscere tutte le teorie di questo mondo se poi si continua (più o meno inconsciamene) a pensare che “mamma e papà mi hanno picchiato per il mio bene”.

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