Perché ci piace camminare scalzi

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor
Immagine di Macarena Salinas/UPSOCL

Perché ci piace camminare scalzi? In questo articolo mi piacerebbe fornirti la ragione psicologica che si cela dietro questa abitudine che qualcuno può definire strana. Se appena rientri in casa non vedi l’ora di toglierti le scarpe e camminare scalzo, le motivazioni potrebbero alquanto sorprenderti e per scoprirle, dovrai tornare indietro nel tempo, ancor prima dell’acquisto delle tue primissime calzature.

Prima di procedere, vi dirò che camminare a piedi nudi, per qualcuno è un vero stile di vita (lo è stato anche per Steve Jobs). Sicuramente non ti presenteresti mai a lavoro scalzo, sappi che tuttavia c’è chi lo fa.

Gimnopodismo, scalzismo o barefooting

Se potessi, vivrei scalzo”

Con il gimnopodismo, qualcuno ha trasformato questo desiderio in realtà. Con il termine gimnopodismo, scalzismo o barefooting s’intende quel movimento di individui che considerano nel proprio stile di vita la scelta di non indossare calzature durante le attività quotidiane.

Le motivazioni? Le calzature possono privarci di qualcosa. La filosofia di questa comunità (che nel mondo è più numerosa di quanto tu possa immaginare!) si basa sul radicamento dell’uomo nella natura, partendo dall’appoggio dei piedi nudi su ogni forma di essa. Questa causa sposa ragioni anche anatomiche: le scarpe impedirebbero il normale e corretto movimento dei piedi, andrebbero a indebolire la nostra muscolatura e sarebbero causa di difetti posturali.

Senza entrare nel merito delle ragioni fisiche, mi soffermerò sulla matrice psicologica di questa preferenza che vuole dirci molto anche nella vita quotidiana di chi NON pratica gimnopodismo ma semplicemente coglie ogni occasione buona per togliersi le scarpe e… sentirsi libero!

Perché ci piace camminare scalzi

Come accade spesso nel simbolismo della psicoanalisi, tutto parte dalla nostra infanzia e dal rapporto che il bambino ha con le scarpe.

Per un bambino che ha da poco imparato a camminare, le scarpe rappresentano un ostacolo non da poco conto.

  • Per un bambino camminare con le scarpe è più difficile.
  • Le scarpe rappresentano il primo tangibile segno di crescita e di evoluzione, il bambino sente che deve staccarsi dalle braccia della madre e andare avanti con i suoi piedi.
  • Le scarpe rappresentano una imposizione, il bambino deve metterle anche se spesso non vuole.

In questo contesto l’atteggiamento dell’ignara mamma non aiuta. A molti di noi, le scarpe ci sono state imposte con frasi come “su, metti le scarpe che devi andare a scuola”, “Non togliere le scarpe! Te le ho appena messe…” Potrebbero fare la differenza frasi motivazionali come “Come sono belle queste scarpe… così possiamo fare tante passeggiate insieme”. Insomma, durante la nostra infanzia ci approcciamo alle scarpe con sentimenti contrastanti, anche se in modo inconsapevole, ciò che è tangibile è una nostra tendenza al rifiuto delle calzature che innesca nel genitore la necessità di imporle.

Già, un bambino può provare sentimenti contrastanti: anche a pochi mesi dalla nascita, un neonato può accedere a una vasta gamma di emozioni, può provare gioia, dolore, rabbia, rancore, tristezza… quindi questo non dovrebbe meravigliarti affatto.

Ogni qual volta sentiamo il bisogno di toglierci le scarpe e viviamo questo gesto come una liberazione, il nostro inconscio lo ricollega alla spensieratezza della prima infanzia, quando non avevamo obblighi di alcun sorta.

Se ami camminare a piedi nudi in casa, probabilmente c’è una parte di te che non accetta di buon grado gli obblighi imposti dalla società.

Il bisogno di camminare scalzi si amplifica in quelle persone che hanno dovuto assumersi più responsabilità del dovuto, fin dalla tenera età. Questo desiderio è amplificato in tutte quelle persone che sono state costrette a “crescere in fretta” e imboccare una via più per responsabilità che per scelta deliberata.

Per chi ama camminare a piedi nudi in casa

Se ami camminare scalzo solo in casa, hai deciso di “abbracciarti la croce” dei tuoi compiti e del ruolo che ti sei ritagliato nella vita. Si evince, così, una certa passività nell’accettare il carico pesante delle responsabilità, della crescita e degli obblighi imposti dalla vita e dalla società. Per questo motivo, ami camminare scalzo solo all’interno della tua zona di comfort.

Per chi ama camminare a piedi nudi ovunque

Se non ti limiti a camminare scalzo in casa e per te ogni occasione è buona per liberare i piedi e affondarli in un prato, nel terreno, in un corso d’acqua… affronti gli obblighi della vita con una certa reattività e cerchi di accrescere o consolidare la tua autoaffermazione. A te, camminare scalzo non solo dà un senso di liberazione ma è anche una valvola per liberarti dall’ansia.

Per chi ama camminare su rocce, sassi e ghiaia

Volendo fare ancora una distinzione, c’è chi ama camminare su sassi, rocce, ghiaia e sui suoli più difficili. Se si tratta del tuo caso, sappi che probabilmente lo fai perché senti la necessità di amplificare le tue emozioni per confermare il tuo diritto alla vita, il tuo diritto di esserci.

Chi ama camminare su “terreni difficili” ha bisogno di riscattarsi per qualcosa che gli è stato negato.

Anche Steve Jobs amava camminare scalzo

La descrizione psicologica fornita non si discosta affatto dal vissuto di Steve Jobs che, nella sua vita, ha fatto propria la parola ebraica “Chutzpah”, l’incarnazione dell’impertinenza anticonformista tipica della sua esistenza.

Steve Jobs firmò il primo contratto d’acquisto della neonata Apple a piedi nudi, presentandosi scalzo negli uffici dell’imprenditore Paul Terrell, il primo cliente Apple che ordinò 50 computer.

Per Steve Jobs, il barefooting era un modo di mostrare al mondo il suo essere un ribelle, ancor prima di riscrivere la storia del settore tecnologico e di dimostrarlo coi fatti. Nella sua vita, si è presentato più volte scalzo a lavoro; molte persone lo giudicherebbero un pazzo ma con un’occhiata più approfondita si capisce che Steve Jobs era una persona che odiava profondamente le regole e non voleva essere vincolato a nulla.

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