Perdona i tuoi genitori, non hanno potuto fare meglio

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L \\\'Autore di questo articolo è uno psicologo o psicoterapeuta.

La psicologia del perdono è anche una forma di distacco. Fa riferimento a tutto un insieme di atteggiamenti coraggiosi per mezzo dei quali abbandonare il rancore che ci consuma dentro e del quale siamo prigionieri, per accettare ciò che è successo e permetterci di andare avanti.

È anche una ristrutturazione dell’Io, un cammino psicologico mediante il quale è possibile sanare ferite ed emozioni negative per trovare, a poco a poco e giorno dopo giorno, la pace interiore.

La bibliografia sulla psicologia del perdono è costituita soprattutto da scritti e documenti sulla crescita personale, sullo studio della morale e persino connessi al mondo della religione o della spiritualità. Ma allora, esistono studi scientifici sul perdono, su come portarlo a compimento e su ciò che presuppone per poter raggiungere un equilibrio fisico ed emotivo?

La risposta, evidentemente, è “sì”. Di fatto la American Psychological Associaton dispone di molteplici lavori e ricerche sul perdono e su come le nostre società e questo mondo, caratterizzato da un susseguirsi di innumerevoli conflitti nel corso della storia, non sempre sono stati capaci di procedere in questo senso: una dimensione che, a sua volta, è la chiave del nostro benessere mentale.

È conveniente ricordare che sicuramente in molti abbia una o più spine nel fianco, un conto in sospeso con il passato che debilita la nostra felicità attuale, che diminuisce la forza della nostra capacità di costruire un presente molto più soddisfacente. Tutti, in qualche modo, conserviamo la nostra piccola quota di rancore verso qualcosa o qualcuno che sarebbe necessario cominciare a sanare…

La psicologia del perdono per evitare il logoramento personale

Il modo migliore per approfondire la psicologia del perdono consiste nel definire cosa si intende per perdono. Perdonare, in primo luogo, non significa dirci che ciò che è accaduto in un dato momento è stato positivo se non è così. Non significa nemmeno “accettare”, né riconciliarci con la persona che ci ha fatto del male; ancora meno obbligarci a sentire vicinanza o pietà per lei.

La psicologia del perdono, in realtà, ci offre adeguate strategie con cui essere capaci di compiere i seguenti passaggi:

Accettare che le cose andate in un certo modo. Niente di quello che è successo in un preciso momento del nostro passato può essere cambiato. Pertanto, dobbiamo smettere di fare ipotesi, di perdere energie, buonumore e salute immaginando come avrebbero potuto essere le cose se si fosse agito in modo diverso, se avessimo fatto questo invece di quello.

La psicologia del perdono ci dice a sua volta che non siamo obbligati a comprendere, né ad accettare i valori o i pensieri di chi ci ha fatto del male. Perdonare non è offrire clemenza, né cercare giustificazioni alla sofferenza. Non dobbiamo mai rinunciare alla nostra dignità.

Si tratta piuttosto di appianare il conflitto del risentimento, di andare a togliere un po’ di strati alla rabbia, un po’ di intensità alla disperazione e a questo blocco che ci impedisce di respirare. Per questo, è necessario smettere di odiare chi ci ha ferito.

D’altra parte, c’è un aspetto importante che siamo soliti dimenticare. Il perdono è la pietra miliare di qualsiasi relazione, che sia di coppia, di amicizia, ecc. Ricordiamoci che non tutti al mondo vedono le cose nello stesso modo in cui le vediamo noi; di fatto, vi sono molte percezioni, approcci e opinioni quanti sono i giorni che si susseguono in un anno.

A volte prendiamo certi atteggiamenti come degli affronti o atti di disprezzo quando in realtà si tratta di un semplice disaccordo o malinteso. Al fine di smettere di vedere tradimenti lì dove non ve ne sono, dobbiamo essere capaci di ampliare il nostro senso di comprensione e la nostra capacità di perdono.

La psicologia del perdono: chiave della salute

Il Dottor Bob Enright, dell’Università del Wisconsin, è uno degli esperti più celebri nello studio della psicologia del perdono. Dopo più di tre decenni dedicati all’analisi di diversi casi, alla realizzazione di studi e alla scrittura di libri sull’argomento, ha tratto delle conclusioni che forse possono stupirci. Non tutte le persone ci riescono, non siamo tutti capaci di fare quel passo che porta al perdono. La ragione di ciò risiede nella credenza per cui perdonare sia una forma di debolezza.

È un errore. Una delle migliori idee che ci regala la psicologia del perdono è che perdonare, fare questo passo, oltre a permetterci di andare avanti con maggiore libertà nel nostro presente, ci dà l’opportunità di integrare nel nostro essere nuovi valori e strategie per affrontare qualsiasi fonte di stress e ansia. Perché perdonare e riciclare i risentimenti nella più totale libertà è un atto di forza e coraggio.

Il Dottore Enright ci ricorda anche che ci sono molte ragioni che giustificano e sostengono il perdono. La migliore di tutte è che ci guadagneremo in salute. Sono molti gli studi che dimostrano la stretta relazione fra il perdono e la riduzione dell’ansia, della depressione e di altri disturbi che riducono drasticamente la qualità della nostra vita.

Cerchiamo, dunque, di mettere in pratica alcune delle seguenti strategie per rendere più semplice il cammino del perdono:

Perdonare non vuol dire dimenticare, è imparare a pensare meglio, comprendendo che non siamo obbligati a riconciliarci, ma ad accettare ciò che è stato, senza sentirci “deboli” per questo. Perdonare è liberarsi di molti pesi che non meritiamo di sopportare per tutta la vita.

Odiare ci sottrae le energie, l’entusiasmo e la speranza. Dobbiamo imparare a perdonare per sopravvivere, per vivere con più dignità. La scrittura terapeutica, ad esempio avere un diario, ci può essere d’aiuto.

Dobbiamo comprendere che il tempo di per sé non aiuta. Lasciar passare i giorni, i mesi e gli anni non ci farà smettere di odiare e non ci farà dimenticare l’accaduto. Non lasciamo al domani il fastidio che proviamo oggi.

Il perdono è un processo. Questa è un’altra cosa che dobbiamo capire. Forse non riusciamo a perdonare del tutto l’altra persona, ma possiamo scaricare buona parte del risentimento per poter così “respirare” un po’ meglio.

Come abbiamo visto, l’ambito della psicologia del perdono è molto ampio e ha, a sua volta, una relazione molto stretta con la salute e il benessere. È una disciplina che ci offre fantastiche strategie che è possibile applicare a qualsiasi ambito della nostra vita, del nostro lavoro e delle nostre relazioni quotidiane. Perdonare è, dunque, una delle abilità e delle virtù migliori da sviluppare come esseri umani.

19 commenti su “Perdona i tuoi genitori, non hanno potuto fare meglio”

  1. Preferisco essere definito uomo, o maschio piuttosto che maschietto poiché l’età del bagnetto è passata da un bel po’. Grazie.

  2. I torti emotivi e fisici subiti da parte dei genitori sono FERITE che non scompariranno mai da dentro di noi!
    La mia esperienza di “figlia che odia il padre “si è attenuata solo quando l’ho visto dentro una bara ridotto a un corpo consumato dalla malattia!
    In quel momento sono riuscita a guardarlo con occhi di pietà ma solo perché avevo ricevuto il “riscatto”di tutta la mia sofferenza!
    Da vivo l’avrei voluto vedere picchiato fisicamente per fargli chinare la testa …con la violenza come faceva lui !
    Poi dopo poco tempo dalla sua morte ho iniziato a rimettere insieme il puzzle della sua storia con occhi diversi :i genitori di mio padre(figlio unico !)..soprattutto la madre…l’avevano abbandonatoda piccolo in un collegio di lusso e poi da adolescente da una zia zitella per andare a lavorare a Milano!
    ….che dire?
    Da adulti si può voler essere migliori dei propri genitori. …chiedersi il perché di tanta rabbia da sfogare su chi ti ama…ma a volte tutto è difficile e il demone del rancore si sfoga su chi vorrebbe darti quell’amore che tu hai sempre sognato e rincorso!
    I figli CHIEDONO AMORE e per chi ha paura di non saperlo dare è una responsabilità troppo grande!…quindi meglio farsi ODIARE che sapere di non poter dare l’amore che vorresti!
    …ora a 57 anni con due figli maschi posso capire…ma ho sbagliato anch’io e tanto!
    AUGURI A TUTTI!

  3. No e non devi perdonare gli abusi. Anzi denunciare, ma per quanto difficile perfino da immaginare, devi perdonare le figure arcaiche dei tuoi genitori e famigliari che albergano nella tua psiche, affinché tu non faccia sopravvivere l’inbroglio inconscio che chiamiamo colpa. Il perdono necessario è un’azione rivolta a se stessi, non ad altri.

  4. Se posso dire, perdonare in questo caso ha un significato più ampio, significa: rinunciare alla vendetta, o alla possibilità di redenzione di tuo padre, accettare che la cosa sia avvenuta e che non la si può cambiare. Il perdono in questo caso non significa “ti amo come se niente fosse successo”, ma significa “accetto che sia successo, ma è il passato e non posso modificarlo”. Certi drammi vissuti da piccoli continuano a lavorare dentro di noi per tutta la vita, ma il vero dramma è voler aiutare quel ragazzino che soffre in noi e che in realtà non esiste più.

  5. Se le ferite non sono state sanate (elaborate, consapevolezza) e si attuano schemi inconsapevoli nella vita, che portano ancora sofferenza, il perdono PUÒ essere un opzione. Prima però é importante intraprendere un percorso personale. Sperare di stare meglio affidando la propria “liberazione” a terzi é pericoloso, se non dannoso. I genitori sono persone come altre e credere che tutto gli sia dovuto e perdonabile é errato. Errori ne possono fare tutti, fondamentale é riconoscerlo, chiedere scusa e cercare di porvi rimedio. Senza questo il resto é inutile. Liberarsi dai tentacoli di un “amore malato” (qualcosa spacciato come amore insomma) é già di per sè difficile, ricascarci sarebbe stupido. Chiedersi “se non avessimo un legame di sangue, vorrei avere a che fare con queste persone?”. Fare ciò che fa star bene e non forzarsi in cose solo perché sono costrizioni sociali.

  6. Potrò mai perdonare un padre che mi ha pestata di botte fino all’età di 21 anni? E nessuno in famiglia mi ha mai difesa e protetta.

  7. Perdonare per non restare agganciati a qualcosa che non ci interessa più.
    Perdonare per vivere con le ali ai piedi e arrivare a sentire il piacere e la grandiosità di essere madre e padre di noi stessi.
    Perdonare per avere lo spazio/tempo di qualità per ascoltarci e curarci.

  8. A me ha aiutato la psicoterapia ad indirizzo analitico, comprendere quelle mancanze e i meccanismi contorti e disfunzionali per perdonare e ricominciare da me stessa. Ad oggi sono quasi 4 anni di analisi e ho imparato a perdonarli e a cercare di cambiare alcuni schemi mentali…

  9. So che tutto è stato fatto in buona fede ma il risultato è accettabile solo razionalmente. Il cuore non riesce a perdonare

  10. Bell’articolo, grazie. La parola perdona i tuoi genitori può essere pericolosa e fraintesa interiormente. Per perdonare qualcuno, si rischia di mettersi su un piano di superiorità. Specialmente nei confronti dei genitori è assai deleterio. Forse avrebbe potuto essere ancora più efficace: “ringrazia i tuoi genitori per tutto quello che ti hanno trasmesso…”.

  11. Purtroppo non è facile ”correggere” un’abitudine se dura da tanto tempo, ma se ne può parlare. Il problema è che se noi siamo troppo coinvolti emotivamente non riusciremo ad aiutare i nostri genitori, che si sentiranno criticati o peggio disprezzati e si potrebbe creare un muro di rancore e orgoglio tra noi … Bisogna pregare prima di affrontare discussioni delicate, che posso ferire chi ci ascolta. Io non sopporto quando vengo ignorata nella preghiera prima dei pasti, ma capisco che non posso imporre la mia volontà, i miei modi di fare, le mie convinzioni…Mi sento addolorata, perchè sono ancora troppo coinvolta emotivamente. Abitando in luoghi diversi diventa tutto più facile …

  12. Potrei capire chi non ha potuto fare di meglio, ma per chi come me dire che non hanno fatto nulla, danni a prescindere, è Riduttivo…
    No grazie!
    Io passo.

  13. Non ho capito in che modo potrei perdonarli. Cosa potrei fare per prendere msggior coscienza di me e aumentare la fiducia nelle mie capacità ? Non per altros io mi reputo un’ incapace su tutti i settori

  14. Io li ho perdonati da tempo.Compresi ed amati per ciò’ che di positivo mi hanno saputo donare,ma i miei problemi caratteriali non sono comunque riuscita a risolverli

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