Quante psicoterapie esistono?

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

quante psicoterapie esistono
Ti sarà sicuramente capitato di leggere, accanto al nome dei nostri autori, una particolare specializzazione.

Nell’arco di un secolo, la psicoterapia ha visto un grande sviluppo e si sono formati sempre nuovi approcci fino a poterne contare centinaia. Nonostante questa moltitudine di approcci, se ti soffermi a osservare i diversi tipi di psicoterapia più da vicino, noterai che molte si differenziano da altre solo per pochi dettagli.

In questa pagina, non pretenderò di elencarti tutte le scuole di pensiero di psicoterapia ma delle macro-categorie che possono accoglierle tutte. La numerose scuole di pensiero, infatti, possono essere ricondotte a poche unità di base.

Quante psicoterapie esistono

In primis posso presentarti una coppia di categorie. Abbiamo da un lato le psicoterapie di derivazione psiconalitica e dall’altro le psicoterapie derivate dal modello Comportamentista e da quello Congnitivista, successivamente confluiti nell’unico approccio Cognitivo comportamentale.

Psicoterapie basate sull’approccio Cognitivo comportamentale

Questo macro-gruppo si focalizza sul comportamento e sul ruolo del pensiero. Tutte le psicoterapie di derivazione cognitivista e/o su modello Comportamentista, si basano sul presupposto che i nostri pensieri determinano i nostri sentimenti e i nostri comportamenti.

In termini semplicisitici.
Queste terapie mirano ad aiutare il paziente inducendo cambiamenti comportamentali e variazioni dello stato emotivo, mediante la “correzione” dei pensieri. Lo psicoterapeuta aiuta il paziente a individuare il “pensiero distorto” e a correggerlo.

Tutte le psicoterapie di derivazione cognitivo-comportamentale vedono un approccio piuttosto “tecnico” e “da manuale”. Le sedute sono molto strutturate e prevedono compiti ed esercizi da seguire tra una seduta e l’altra. Per avere un’idea degli “compiti a casa” che potrebbe assegnarti uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale, ti rimando al mio articolo Esercizio di Psicoterapia Cognitivo comportamentale“.

E’ chiaro che, una volta appreso il modello e terminato il percorso di psicoterapia, il paziente dovrebbe continuare a praticare “determinati esercizi” così da perpetuare le abilità apprese anche dopo la fine della terapia.

Sul modello della psicoterapia cognitivo comportamentale, come premesso, si sono differenziati diversi approcci. Per citarne qualcuno, sempre rifacendomi gli autori di Psicoadvisor.com, segnalo la dottoressa Anna Lisa Barbier, specializzata proprio in Psicoterapia cognitivo comportamentale e la dottoressa Miriam Cassandra, specializzata con la scuola a orientamento cognitivo interpersonale.

Psicoterapie di derivazione psiconalitica: la psicodinamica

Esamina la complessità del mondo interno individuale e dei rapporti interpersonali. Risolve i problemi indagando e agendo sulle cause, più o meno profonde, che li produce.

Prevede un approccio meno organizzato rispetto alla macro-categoria descritta in precedenza perché verte sull’unicità di ogni vissuto. Prende poi in esame il presupposto che esistono fattori al di fuori della nostra consapevolezza, i cosiddetti fattori inconsci che influenzano i nostri pensieri e il nostro comportamento. Le psicoterapie di derivazione psicoanlitica, come la psicoterapia psicodinamica, prende come assunto che finché i fattori inconsci restano “inespressi” e “inconsapevoli”, possono causare disturbi o limitazione del funzionamento personale e psicologico.

Il lavoro della psicoterapia psicodinamica e delle altre scuole di pensiero di derivazione psicoanlitica non si limita al pensiero ma va a indagare il meccanismo per cui il funzionamento del pensiero e dell’emozione risultano disturbati o bloccati.

Lo psicoterapeuta di derivazione psicoanalitica potrà aiutarti a individuare e comprendere quei meccanismi che “lavorano a livello inconscio”, cioè quelle cause nascoste che generano disturbi, resistenze, ansie e sofferenze.

Psicoterapia Umanistico – esistenziale

Certo, raggruppare centinaia di approcci in soli due “correnti” può essere una scelta rischiosa. Ecco perché introduco due ulteriori macro-categorie.

La psicoterapia umanistico – esistenziale si pone come alternativa alla psicoterapia psicodinamica (e tutte le scuole di pensiero di derivazione psicoanlitica) e a quella comportamentista.

Le teorie e le psicoterapie che si possono definire come “umanistiche“, si differenziano da quelle psicodinamiche e da quelle cognitivo-comportamentali perché prendono in considerazione alcuni particolari aspetti dell’essere umano. Le psicoterapie umanistiche vedono tre principali focus, vertendo sui seguenti punti:

La consapevolezza è una capacità umana attraverso la quale, il singolo, può raggiungere la libertà e l’auto-determinazione. L’essere umano, per sua natura, tende alla crescita e allo sviluppo. Questa tendenza, se ben direzionata (sempre attraverso la consapevolezza e la conoscenza del sé) può essere determinante per l’auto-realizzazione. La “scelta” e la “volontà” sono al centro del funzionamento umano, gli individui sono quindi agenti attivi nella costruzione del loro mondo.

Queste psicoterapie hanno avuto la massima diffusione negli anni ’70 e 80. Molte persone, desiderose di una maggior crescita e maturazione, partecipavano a psicoterapie di gruppo finalizzate alla crescita personale basate proprio sul modello umanistico esistenziale.

Psicoterapia familiare sistemica

Come fa intuire il nome, i sistemi relazionali sono al centro della valutazione e della progettazione del trattamento. Questo modello di base verte sul presupposto è che gli eventi stressanti e i problemi di un singolo individuo influenzino l’intera famiglia, con effetti che si estendono a tutti i membri e alle loro relazioni. I problemi individuali sono valutati e trattati nel contesto del sistema familiare e i problemi relazionali sono trattati direttamente, nelle sedute di coppia o familiari, con tutti coloro che sono coinvolti.

Questo approccio si può riscontrare, in misura diversa, trasversalmente in tutte le scuole di pensiero: ogni intervento, da quello bioenergetico a quello psicodinamico o cognitivo-comportamentale, trae vantaggio dalla considerazione del contesto sociale dei problemi e quindi del contesto familiare. La conoscenza delle variabili familiari è fondamentale in qualsiasi psicoterapia: le relazioni familiari possono contribuire al mantenimento dei problemi e, lavorare con questo approccio è indubbiamente una risorsa in più che può essere utilizzata per il raggiungimento del benessere.

La psicoterapia familiare sistemica può essere particolarmente utile in caso di tossicodipendenza, della presenza di un disabile in famiglia, di schizofrenia, di disturbo bipolare e nella gestione di tutti quei disturbi in cui il ruolo della famiglia è fondamentale.

Psicoterapie Verbali e le Psicoterapie Corporee

Un ulteriore suddivisione può essere fatta tra le psicoterapie verbali e le psicoterapie corporee. La psicoterapia corporea è stata approfondita negli ultimi decenni.

Le psicoterapie corporee vertono sul principio che la persona e la psiche non dipende solo da attività mentali ma anche da processi biochimici (corpore).

E’ importante sottolineare che sia negli studi psicoanalitici (quindi nelle psicoterapie con approccio psicodinamico),  sia nelle indagini comportamentali che studiavano in laboratorio l’apprendimento del comportamento (quindi con l’orientamento cognitivo comportamentali), l’attività psichica non è mai stata completamente scissa da quella biologica (quindi c’è sempre una componente “corporea”), tuttavia le due istanze venivano separate ai fini di semplificare le indagini e gli studi.

Di recente, l’attenzione degli studiosi si è soffermata sul ruolo del corpo: la psicoterapia corporea vede “psiche e corpo” come un’unica unità.

Con la psicoterapia corporea entra in campo la bioenergetica. Nella vasta e complessa area del rapporto mente-corpo, l’Analisi Bioenergetica si occupa di un settore ben preciso e si pone le seguenti domande:

  • Lo svilupparsi della personalità, il costituirsi dei meccanismi psichici (consci e inconsci) alla base del “carattere” di ciascun individuo, sono rintracciabili a livello corporeo?
  • Come le caratteristiche psicologiche strutturali e più profonde si traducono ed esprimono a livello corporeo?

Il rapporto tra mente e corpo si esprime in modo molto complesso e l’analisi bioenergetica è lo studio più approfondito di cui disponiamo per comprendere il rapporto tra psiche e corpo.

La psicologia corporea verte su un principio fondamentale:

Ogni espressione personale significativamente inibita, ogni bisogno fondamentale minacciato, è scritto e rintracciabile a livello corporeo sotto forma di blocchi muscolari profondi, inibizione respiratoria, alterazione del livello e del funzionamento energetico.

La psicoterapia corporea verte le sue basi sull’approccio psicoanalitico. Tutte le conoscenze psicodinamiche / psicoanalitiche sono di vitale importanza per consentire allo psicoterapeuta di lavorare con il paziente.

La struttura del corpo, la postura, il movimento, la quantità dei blocchi muscolari profondi, le zone muscolari più contratte, il livello energetico del corpo stesso: tutti questi aspetti sono decodificabili dall’analista bioenergetico per estrapolare un quadro del problema e una mappa di intervento per la soluzione.

Attraverso il corpo lo psicoterapeuta riesce ad avere una traccia del lavoro da fare per risolvere il problema e portare la persona ad una soddisfacente e più libera espressione di Sé.


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