Una casa per l’identità di coppia (noi) e un’identità individuale (io)

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Esperta in psicologia ambientale, psicologia della casa e dell’abitare.

Una coppia nasce a seguito di un innamoramento e con esso si vivrà la passione e l’illusione. L’incastro di coppia è fondamentale, è l’intreccio cioè risponde a come si è formata l’unione, cosa ha spinto i due partner a mettersi insieme e a diventare un unica identità (noi). L’alchimia che c’è nell’incastro di coppia è formata da emozioni, sentimenti, comportamenti, aspetti cognitivi e fisiologici ma anche da aspetti e dinamiche che riguardano l’ambiente, lo spazio e il tempo.

Eugenia Scabini (1995) afferma che una famiglia nel suo ciclo di vita ha delle tappe e ogni tappa è caratterizzata da degli eventi e da perturbazioni che modificano l’omeostasi del sistema famiglia. La prima tappa evolutiva è descritta dalla formazione della coppia.

L’obbiettivo centrale di questa prima fase è quella di costruire l’identità di coppia , ovvero il NOI.

Per farlo i due patner devono rispondere a tre compiti di sviluppo:

  1. la relazione di coppia: è il luogo dove i partner elaborano e cercano di integrare modelli, valori, miti e credenze tramandati dalle loro rispettive famiglie;
  2. la definizione dei confini con le rispettive famiglie d’origine: i confini servono alla coppia per intraprendere il processo di differenziazione rispetto le rispettive famiglie. Se i confini sono chiari e ben delimitati la coppia potrà evolversi, al contrario tenderà a sentirsi ancora legata verso la propria famiglia;
  3. la relazione con l’ambiente esterno: la neo coppia dovrà considerare anche le relazioni con esterno (amici, colleghi di lavoro, amici nel tempo libero…). L’identità di coppia più sarà forte e minore saranno le perturbazioni che l’ambiente esterno eserciterà.

La relazione coniugale si fonda principalmente su un patto di fiducia i cui gli elementi fondamentali sono l’attrazione reciproca, la consensualità, la consapevolezza, l’impegno a rispettare il patto fiduciario e la delineazione di un fine.

Cigoli (1999) dice che dentro la relazione di coppia ci sono due patti: uno dichiarato e uno segreto. Il patto dichiarato è un patto esplicito. Questo patto può essere povero di impegni, interiorizzato da un punto di vista cognitivo e affettivo, e formale cioè con regole precise. Il patto segreto al contrario è un patto inconsapevole e si riferisce ai bisogni, agli ideali, alle aspettive che la coppia riversa su di sé in modo da soddisfare la relazione coniugale. Perchè la coppia sia utile e funzionale c’è bisogno di un equilibrio tra i due patti.

Si sa che i fidanzati prima o poi sentono l’esigenza di andare a convivere o di sposarsi. Il tempo preciso ovviamente non esiste, ognuno ha i suoi tempi ed è giusto rispettarli.

La neo coppia ha bisogno di differenziarsi anche da un punto di vista ambientale, inteso come spazio fisico. Questo bisogno nasce per cercare di ridurre la distanza affettiva e per cercare di poter concretizzare il progetto di coppia.

Per far questo la scelta della casa ideale né è l’esempio. La casa per la neo coppia dovrà portare il nome di entrambi, l’identità del NOI e dovrà essere espressa a tutto tondo al fine che entrambi riconoscono l’ambiente come proprio.

Cercare casa non è un impresa facile e semplice, anzi rappresenta una perturbazione nella coppia, poiché spesse volte lo spazio abitativo risponde a bisogni ed esigenze diversi.

Nella relazione di scelta c’è bisogno di raggiungere un compromesso. Questo comporta che uno dei due coniugi occuperà il ruolo di dominato e l’altro di dominate (posizione one-down e one-up). E’ opportuno che nell’impegno di coppia i ruoli si alternino: una volta decidi e scegli tu, e una volta scelgo e decido io.

Lo spazio abitativo dovrà essere suddiviso sia per accogliere un NOI sia per accogliere l’IO individuale di ciascun coniuge.

Tutto questo è possibile se la casa è nuova, da co-costruire insieme. Ma a volte la coppia si trova uno spazio già formato dove tutto sembra già essere deciso e delimitato da altri. E’ il caso dell’eredità che uno dei due coniugi riceve. Il non poter personalizzare la propria casa per l’identità NOI  a lungo temine porta a delle ripercussioni e può essere oggetto di conflitti per mancanza di riconoscimento di luogo. In questi casi può accadere che un coniuge si sente quasi un estraneo, e manifesti emozioni di evitamento o di stress ambientale.

Queste ripercussioni emotive e relazionale per poterle margianre è necessario che la coppia abbia costruito una forte identità coniugale e che l’incastro di coppia sia coeso.

E’ opportuno dunque che la coppia si impegni anche nella ricerca di uno spazio idoneo e soprattutto utile per l’identità NOI e individuale.

Illustrazione: Steven P. Hughes

Articolo a cura di: Virna Tripodo, psicologa psicoterapeuta


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