Chi usa il silenzio sta attuando un’aggressione e una manipolazione velata

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L \\\'Autore di questo articolo è uno psicologo o psicoterapeuta.
“Il silenzio è una discussione portata avanti con altri mezzi”

Il silenzio dosato può essere una forma di aggressione passiva. Viene definito come una manipolazione calcolata della comunicazione, nella quale il silenzio gioca un ruolo fondamentale venendo usato come forma di controllo nei confronti di un’altra persona. Non sempre si può manipolare attraverso le parole, a volte si deve ricorrere al silenzio. Si tratta di una tattica molto dannosa, che permette a chi la usa di contare su una maschera molto più camaleontica.

Viene chiamato silenzio dosato perché non è costante, come quando qualcuno ci ignora o smette di parlarci. In questa forma di manipolazione viene mescolato l’incontro con il disaccordo, l’espressione con la sua negazione. Tutto ciò viene condotto in maniera del tutto arbitraria. È il manipolatore che decide il ritmo della comunicazione alla ricerca dei suoi interessi, mentre l’interlocutore è visto solo come uno strumento per raggiungere lo scopo.

Poiché il silenzio è una forma di espressione molto ambigua, il risultato è quello di confondere o preoccupare la vittima. Non sa cosa pensare e perde molto tempo, oltre che energia emotiva, cercando di capirne il motivo. Si sente insicura e arriva a dubitare di tutto. Molte volte è convinta di essere lei il problema, non sa come interpretare quei silenzi e finisce per darvi un’importanza eccessiva.

Come si manifesta il silenzio dosato?

Il silenzio dosato si manifesta in molti modi. Uno dei più comuni si produce quando il manipolatore aspetta che sia l’altra persona a parlare. Non si tratta di una cortesia, lascia parlare semplicemente per sondare, per ottenere informazioni su di noi e studiarci.

Allo stesso modo fate attenzione, non tutti quelli che ci lasciano parlare per primi stanno cercando di manipolarci. Per trattarsi di manipolazione, quest’atteggiamento deve manifestarsi in modo costante, intenzionalmente e non corrisposto. Il manipolatore tende a parlare poco di sé, o a farlo in modo evasivo.

Un altro modo con il quale si palesa il silenzio dosato è interrompere all’improvviso la comunicazione, per poi riprenderla con la stessa imprevedibilità. Il manipolatore in questo caso smette, senza nessuna spiegazione, di rispondere a telefonate o messaggi, per poi riapparire all’improvviso come se nulla fosse successo. Se gli domandiamo il motivo della sua distanza, ci dirà che è tutto a posto, che si tratta solo di una nostra impressione.

Allo stesso modo, vi è silenzio dosato quando si impone censura su alcuni argomenti, senza fornire spiegazioni in merito. Semplicemente, quando si tocca un determinato argomento, l’altra persona evade il discorso o non vuole fornire dettagli. Questo atteggiamento viene applicato ad argomenti di rilevanza per entrambe le parti. L’aspetto negativo è che questa censura avviene in modo sistematico e senza una spiegazione.

Infine, un’altra forma molto comune di silenzio dosato è non parlare di un certo argomento perché si ritiene sia meglio che l’altro non ne venga a conoscenza. Questa tecnica si applica su argomenti che riguardano direttamente l’altra persona, con l’intento di nasconderle delle informazioni. Questa tecnica viene spesso definita come “rendersi interessanti”, ma è una definizione fuorviante.

La parola è potere, il silenzio pure

Ciò che distingue un silenzio manipolatore da un silenzio spontaneo è l’intento. Chi fa affidamento su queste strategie di silenzio, lo fa con l’obiettivo di controllare l’interlocutore. Sa benissimo di generare sconforto, di proiettare insicurezza ed è proprio questo il suo scopo. Trincerandosi dietro il silenzio, lascia l’interlocutore senza strumenti per affrontare la situazione.

Non va confuso il silenzio manipolatore con la timidezza

Non tutti hanno la capacità di comunicare spontaneamente: c’è chi ha bisogno di tempo e comprensione per esprimere i propri sentimenti per colpa della timidezza, dell’insicurezza o della mancanza di confidenza. Eppure, il suo proposito non è quello di controllare gli altri, ma di proteggere se stesso.

Il silenzio dosato si distingue per l’effetto che reca all’interlocutore. Viene alternato ad una comunicazione apparentemente “normale”. Si tratta di un’assenza di parole che dà la sensazione di nascondere qualcosa. In quanto indiretto, difficilmente lo si può fare notare, per non rischiare di fare la figura dei paranoici o fantasiosi. Tuttavia, può essere estremamente dannoso a livello relazionale e, soprattutto, per il diretto interessato.

Questa forma di silenzio può risultare aggressiva, specialmente per la sua tendenza a spingere la comunicazione su un terreno fangoso. In un tale contesto i fraintendimenti e le congetture sono all’ordine del giorno.

L’abuso del silenzio, in questo caso, difficilmente viene allo scoperto, se non negli effetti causati. Se chi lo attua, nonostante gli si sia fatto notare il suo atteggiamento, insiste nel perpetrate questa pratica pericolosa, non resta via d’uscita se non un netto rifiuto ed una presa di distanza.

A riguardo, nel libro “Amare tradire“, lo psicoanalista Aldo Carotenuto scrive: “Il silenzio nella coppia uccide, annulla l’altro, lo nega finanche nella sua presenza e lo spinge lentamente verso la dimensione del non essere, del non esistere più. […] Subendo questo silenzio incominciamo a dubitare delle nostre percezioni : esistiamo ancora? Lanciamo dei messaggi, avanziamo delle richieste, e sia gli uni che le altre ci ritornano indietro immodificati nel silenzio.

Generalmente le vittime di questa interazione patologica sono le donne perché in esse la spinta verso il rapporto è comunque dominante rispetto alla prevaricazione. […] Tuttavia sarebbe improprio generalizzare questo fenomeno: anche molti uomini sono vittime del silenzio femminile, sadico e colpevolizzante. […] La parola rappresenta uno strumento fondamentale della comunicazione umana e qualunque alterazione patologica di questa potenzialità inchioda gli interlocutori a un penoso vuoto di contatto.”

30 commenti su “Chi usa il silenzio sta attuando un’aggressione e una manipolazione velata”

  1. Mia madre usava il silenzio con noi figli. Musi interminabili per mesi e anni. Alla fine ha ottenuto solo rifiuto. Ha perso completamente il nostro affetto. Arma letale per chi la usa!!

  2. Cosa c’entra?
    Il silenzio di chi non ti vuole può essere salutare, sano, essere una risposta ad un sentimento monodirezionale,, cioè narcisistico.
    La giusta risposta per fermare un modo di rapporto che non si desidera.

  3. Molti interessante, però un articolo dai simili contenuti non dovrebbe contenere errori ortografici.

  4. Salve, lo sto attuando con i colleghi, gli parlo il meno possibile!
    Si incavolano a mille, di più i capi

  5. Ci sono diverse forme di silenzio,ma quando si aggiunge l’indifferenza tutto ciò é micidiale. Chi lo pratica è un assassino di sentimenti.

  6. Salve, il silenzio in alcuni casi particolari, può essere anche un atto d’amore. Quando si vuole “risparmiare” ai cari sofferenze grandissime che si stanno vivendo difronte le quali gli altri nulla possono. E’ una sorte di guerra interiore che va affrontata con il proprio se. Questa e’ la mia esperienza

  7. Confermo tutto, il silenzio ti distrugge psicologicamente, ti annulla, ti fa sentire colpevole e sbagliata, senza poter rimediare.Ho cercato di tutti modi ad accettare il padre dei miei figli con il suo silenzio ma alla lunga,
    sta portando fine della nostra relazione e lui non fa niente, perchè non lo sente …. ne il mio stato d’animo, ne che il silenzio è fra di noi, come un muro. Abbiamo tre figli, e uno esattamente come lui.
    Da 25 anni non trovo un modo di scogliere il loro silenzio e fare capire che per il rispetto di un altra persona devono sforzare di comunicare quello che sentono. Sono chiusi dentro se stessi e dicono che loro stanno bene così. Io – essendo una straniera – mi sento sola, non rispettata, spesso colpevole e non compresa.

  8. Lo subisco da sette anni.
    Da quando è finita una storia di un anno, purtroppo lavoriamo insieme. Non mi ha più rivolto la parola, solo sprezzo nelle espressioni non verbali.
    Durerà in eterno?

  9. A me è capitato che : al lavoro una persona mi ha fatto una domanda e gentilmente gli ho detto adesso ho da fare non posso risponderti tra mezz’ora posso. E lui mi ha risposto tu sei un fighetto bisogna prendere raccomandazioni per parlare con te …. ed alla fine in pratica ogni volta che mi fa la domanda se posso rispondo e se non posso rimango zitto. Perché dirgli che se rispondo tra dieci minuti e rispondergli con il silenzio provoca in lui la stessa rabbia . Secondo me non siamo noi a volte le cause del silenzio a volte la gentilezza delle persone che hanno magari dei problemi non viene apprezzata da chi è pieno di ego e pretende assoluta attenzione ! Secondo voi ???

  10. specialmente in una relazione… il silenzio è la cosa più triste che ci sia, un dialogo non c’è quasi mai e se c’è è scarso… in più ho anche dei sospetti…

  11. Il tuo punto di vista mi interessa. Se fosse come dici tu (e mi ci sto rompendo la testa) come riuscire a bucare questo silenzio e far sì che questa persona ritrovi fiducia e si apra?

  12. silenzio verso chi ti vuole bene e che perciò si è certi di ferire… Sì, cattiveria pura.

  13. Buongiorno,
    Ho accettato il silenzio di chi ha scelto di non volermi con la creatività !

  14. ho vissuto personalmente questa sgradevole e asfissiante esperienza, la mia ex moglie per carattere mi imponeva il silenzio sin dalla mattina, c’è da dire che lavoravamo insieme ed io forse chiedevo troppo in termini di interazione verbale sin dalla mattina, fino a che dopo pochi mesi dall’inizio del nostro matrimonio mi disse , devo aggiungere che il dialogo non era il suo forte, spesso non riuscivo a ottenere delle risposte in merito al discorso che facevamo in quel momento, al fine mi sono sentito dire che parlavo troppo, il resto e separazione e divorzio.

  15. Non bisogna demonizzare il silenzio in tutte le sue forme. Può essere una forma di manipolazione, ma anche una difesa contro la manipolazione altrui. Anche il vittimismo egocentrico è una forma manipolativa dalla quale tendo spesso a difendermi con silenzio ed indifferenza. E funziona! Allora la persona che mostrava totale assenza di empatia, in genere, chiede scusa e torna sulla strada della collaborazione, piuttosto che rimanere su quella del conflitto…

  16. Confermo tutto, il silenzio ti distrugge psicologicamente, ti annulla, ti fa sentire colpevole e sbagliata, senza poter rimediare. Alla lunga, porta alla fine della relazione.

  17. A me succedeva da ragazza non per ferire ma perché non ero abituata all assertivita’. Ero cresciuta in un ambiente di musi e chiusure. Quindi non riuscivo a superare l insicurezza di esprimere ciò che sentivo.

  18. Io mi riconosco molto in questa figura. Mi sembra un po’ demonizzata.Tuttavia è a volte l’unica arma di difesa contro le persone che abusano di ogni tipo di discorso per aggredirti e per sfogare la propria rabbia. Dove la ragione e il cuore non vogliono ascoltare

  19. Ok…ma forse bisogna anche chiedersi cosa ha scatenato la reazione silenziosa…magari chi “punisce” col silenzio ha a sua volta subito una ferita, qualcosa che ha vissuto come non-amore oppure può ritenere di avere già parlato anche troppo di ciò che non va, ma senza risultati…in ogni caso dietro un silenzio c’è sicuramente un intento aggressivo/punitivo, ma può esserci anche a volte un senso di annientamento e quindi una forma di depressione/implosione…

  20. Questa spiegazione deve solo aiutarci a risollevarci in quanto ci siamo resi conto di spendere il nostro tempo con un vile.

  21. È verissimo e personalmente sono stato un ‘cultore’ del silenzio in modo poco equilibrato. Ci sono però ‘qualità’ del silenzio, le sue sfumature sottili e delicate che purtroppo in una società desensibilizzata, rumorosa e ‘parlante’ come la nostra che non vengono colte. Basterebbe per esempio passare un po’ di tempo su un treno francese ed uno italiano per rendersi conto di come in Francia ci siano raffinate qualità del silenzio che sfuggono al nostro modo di essere

  22. Vorrei ricordare un’analogia molto pericolosa: lo strumento della disassociazione da parte di sette religiose come i testimoni di geova e altre. Stesse modalità: non sei più fedele? Non ti parliamo più. Una crudeltà inaudita.

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