Nessuno può, ad oggi, affermare con certezza assoluta quale percorso evolutivo, quale combinazione di geni e aspetti ambientali, conduca un bambino a sviluppare un comportamento manipolatorio. Condizioni di partenza simili possono portare a esiti molto differenti tra loro e viceversa. Ci sono, però, svariate ipotesi, frutto delle ricostruzioni dei clinici rispetto alla storia di sviluppo di persone manipolatrici e narcisiste.
L’infanzia del manipolatore affettivo
Una prima ipotesi è quella di un bambino che cresce in una famiglia in cui tutto ruota intorno al successo e al riconoscimento, in cui la grandiosità del bambino viene annaffiata abbondantemente minuto per minuto, giorno dopo giorno. Nessuno è speciale quanto lui, nessuno alla sua altezza. Ogni minimo insuccesso, ogni deviazione dalla perfezione, sono però categoricamente proibiti, pena il disappunto e la profonda delusione dei genitori.
Il bambino respira nell’aria la competizione, inala dosi massicce di agonismo, il messaggio che riceve è che nulla conta fuorché primeggiare, tutto il resto è insignificante. le richieste di cure, affetto e vicinanza sono del tutto ignorate e disprezzate dai genitori.
La seconda strada è quella stile Scarface, del narcisista manipolatore come reazione alle avversità della vita, a un mondo duro, spietato, che però non è riuscito a schiacciare, a sottomettere la persona, l’urlo della vittoria e un’onnipotenza che va pacchianamente esibita. Il terzo percorso riguarda quei casi in cui al bambino è stato negato di abbandonarsi al gioco, potersi rotolare nel fango, combinare guai, gli è stato cioè negato di assaporare il gusto di un’infanzia spensierata.
L’inversione dei ruoli
Si ritrova dunque a sorreggere, a un’età in cui vorrebbe essere sorretto, il peso della famiglia; ad occuparsi di genitori che non riescono a prendersi cura di loro stessi, proteggersi da genitori minacciosi, che hanno lo sguardo di chi vuol fare del male.
Il bambino, dunque, si equipaggia per tenere questo peso fra le mani, fa tutto ciò che serve per tirare avanti, incluse lodi e l’attribuzione di riconoscimenti che, invece, avrebbe avuto bisogno di rintracciare nello sguardo fiero dei genitori. Tale contesto produce nel bambino un inappropriato senso di forza che poi, con il tempo, potrebbe trasformarsi nel voler dominare su tutto
Cose che il manipolatore non sopporta
Pur essendo il manipolatore una persona incapace di provare sentimenti e di lasciarsi andare all’emotività, anche lui ha dei punti deboli che, se sfiorati, sono in grado di metterlo in ginocchio. Cosa non sopporta un manipolatore? Quali sono i comportamenti che proprio non riesce a tollerare e che lo fanno impazzire?
1. Guardarsi dentro
Il manipolatore ha troppa paura di guardarsi dentro perché crede che la verità che troverebbe sarebbe devastante. Emotivamente, è una persona spenta dentro, non è capace di connettersi con le sue emozioni, con le sue ferite interiori. Non è in grado di apprezzare l’amore. Può far finta di amare se stesso e gli altri, ma non è in grado di farlo.
2. Le persone risolte
Odia le persone indipendenti affettivamente perché non riesce ad avere il controllo su di loro e quindi manipolarli. Trovarsi, dunque, in un contesto dove il manipolatore sa di non avere un grosso ascendente tende a destabilizzarlo parecchio!
3. Il tuo successo
Il manipolatore pensa di dover essere l’unico a ricevere tutti i consensi, l’attenzione e i riconoscimenti. Lui o lei è patologicamente geloso e invidioso se un altro/a riceve un riconoscimento. È probabile che assuma comportamenti passivo-aggressivi per destabilizzare la sua preda.
4. Essere ignorato
Tra le cose che il manipolatore proprio non sopporta è essere ignorato. Non riesce ad accettare di non essere ritenuto interessante da qualcuno, perciò, se trova qualcuno o qualcuna che non resti colpito dal suo modo di porsi, cercherà di attirare la sua attenzione per aumentare il suo ego.
5. Essere deriso
Essere preso in giro per il manipolatore è un qualcosa di catastrofico. In particolare se succede davanti a molte persone. Sentendosi come una sorta di supereroe non può concepire che qualcuno possa umiliarlo in questo modo. Questo perché solitamente è lui/lei a denigrare le altre persone.
6. Chi riesce a catturare l’attenzione o avere più successo di lui/lei
Il manipolatore nutre una profonda gelosia verso chi è naturalmente carismatico e brillante. Le persone di successo lo fanno sentire in competizione, e questo suo disagio lo porta a praticare qualsiasi tattica pur di sminuirle. E’ capace di inventare fandonie sul loro conto per sentirsi superiore.
7. Non avere il controllo
Il manipolatore non sopporta se qualcosa non va come prefissato. Ma anche se qualcuno non si comporta come secondo lui dovrebbe. Ogni sua azione dovrebbe corrispondere a una precisa reazione nel mondo esterno e quando non accade quello che aveva programmato può diventare iracondo e vendicativo. Questo succede anche con lui/lei stesso se non riesce a mantenere il controllo totale delle sue emozioni.
8. Il rifiuto
Essere rifiutato non è una possibilità presa in considerazione dal manipolatore dato che si sente superiore a tutti quelli che lo circondano. La sua fortissima (finta) autostima quindi viene minata quando qualcuno non cede al suo fascino e alle sue manipolazioni.
9. Fallire
Il manipolatore non sopporta di fallire, la sua vita deve essere solo costellata di successi di cui potersi vantare con le sue vittime. Anche quando fallisce non si assume mai le proprie colpe e cerca di scaricarle su altre persone. Quando non c’è nessuno da incolpare il manipolatore prova grossa frustrazione. Possono seguire comportamenti aggressivi verso il primo mal capitato.
10. L’intimità di coppia
Il manipolatore teme l’intimità perché la vive sempre come invasiva e come una minaccia alle sue difese. Vive il sentimento con freddezza, distacco e mancanza di empatia. La sua illusione è che non ha bisogno di nessuno, in realtà soffre intimamente di un bisogno di dipendenza.
Un partner manipolatore condizionerà la tua vita, è questo che vuoi?
Vuoi soffrire per questa persona, mentre a lui/lei non importa nulla se stai male? Ricorda: il manipolatore compie sulla sua preda un’azione di svalutazione ed erosione della personalità, creando una forte dipendenza affettiva. Quando ha terminato la sua operazione, la abbandona. Chi, che nella fase iniziale del rapporto, si è sentita la persona più fortunata e amata del mondo, dopo l’abbandono si trova a vivere una vera crisi di astinenza.
Il manipolatore pensa solo a se stesso, non è in grado di provare empatia per la tua sofferenza. Cosa fare? La soluzione più sensata è mettere fine alla tua relazione. Lasciare un narcisista non è semplice. Le sue potenti strategie manipolatorie sono volte a mantenere le persone accanto a sé, per accrescere ancor di più il suo ego. Messaggi, pianti, ricatti morali, minacce: il manipolatore è disposto a tutto. Avrai bisogno di molta forza morale e fermezza per non cedere ai suoi tentativi.
E per riuscirci… a lasciare un manipolatore affettivo dovrai superare le tue paure e decidere di essere tu a mettere la parola fine con un distacco reale. E sai la cosa che il manipolatore non sopporta più di ogni altra cosa al mondo?
IL TUO FIORIRE
Ciò che il manipolatore non sopporta più di ogni altra cosa, è vederti ricostruire la tua vita, andare avanti e creare più successo e felicità di prima. Infatti crede di devastare per sempre la tua vita, cosa che lo fa sentire davvero importante. Ma tu puoi guarire e rifiorire…è il momento per riscoprirsi, per ricominciare a vivere e ad apprezzare la libertà come valore imprescindibile, non barattabile con nessuna forma di amore, benché meno per un amore che arreca solo dolore.
Non è semplice elaborare quel senso di mancanza che fa così male dentro ma bisogna pur rimodellarsi su nuovi equilibri. E quando ti sarai presa/o tutto il tempo che ti serve per ritrovare le energie, prova a vivere il tuo “essere sola/o” come uno splendido regalo che la vita ti ha fatto: metterti nella condizione di dover camminare per costruire la vita e le relazioni che realmente desideri e alle quali, forse, avresti rinunciato se lui/lei non ti avesse chiuso l’amore in faccia!
Quanti di noi aspettano ancora di fiorire?
Quanti di noi aspettano ancora di essere «trattati» con amore? E non parliamo di un surrogato d’amore, quello indubbiamente l’abbiamo conosciuto. Molti di noi, purtroppo, non hanno mai avuto l’opportunità di accogliere un profondo amore incondizionato, quello fatto di accettazione, stima e validazione emotiva. No, questo legame amoroso in cui potevamo davvero esprimere noi stessi, non lo abbiamo conosciuto e ci appare quasi come una chimera. I legami che abbiamo stretto fino a oggi, più che basati sull’amore, vertono sui ricatti affettivi, sui compromessi, sugli obblighi morali indotti, sui sensi di colpa, sulla paura dell’abbandono… insomma su tante sensazioni sofferenti che niente hanno a che vedere con l’Amore. «Se fai questo, se mi appoggi, se sei abbastanza buono, silenzioso, ubbidiente, bravo, capace, intelligente… allora, forse, forse, allora sì, forse sarai amato».
Era questa la falsa promessa. Falsa perché l’amore non è fatto di «se sei…» o «se mi dai..». È fatto di vicinanza e accettazione. È fatto di tanti impliciti «tu vai bene così», «puoi esprimere te stesso perché hai un valore intrinseco!» Quel valore, non deve dartelo certo il legame, il legame deve riconoscerlo, deve fornire l’ambiente giusto per esprimerlo, per farlo sbocciare, fiorire…! Ecco, allora ripeto la domanda, quanti di voi stanno ancora aspettando di fiorire? Se sei tra questi, in tutte le librerie, trovi un preziosissimo manuale che ti prenderà per mano e ti insegnerà a trattarti con amore. Il titolo? «d’amore ci si ammala, d’Amore si guarisce». Perché come scrivo nell’introduzione del libro… ,” Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Puoi trovare il pluripremiato libro in qualsiasi libreria d’Italia o su Amazon, a questo indirizzo.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Se ti piace quello che scrivo, seguimi sul mio profilo Instagram: @anamaria.sepe.
Se ti piacciono i nostri contenuti, seguici sull’account ufficiale IG: @Psicoadvisor
Puoi leggere altri miei articoli cliccando su *questa pagina*