Nella nostra unicità, ognuno di noi ha dei punti di forza, ha un valore intrinseco e inestimabile. I problemi della nostra vita iniziano quando distogliamo l’attenzione da quel valore e ci concentriamo troppo su ciò che ci manca, ciò che avremmo potuto o voluto fare, sui nostri rimpianti e su ciò che non siamo e che potremmo essere. L’invidioso, sostanzialmente, è una persona che non riuscendo a riconoscere il suo valore, tenta di demolire anche il tuo! In che modo? Screditandoti. Attenzione! Alcune persone non riconoscono il proprio valore ma sono consapevoli di questo e pertanto non spostano la propria insoddisfazione sugli altri, esprimono questo mancato riconoscimento con la sensazione di non essere abbastanza, l’ansia, l’insicurezza cronica (…). Per l’invidioso non è così. L’invidioso non è consapevole di non accettarsi perché sposta sugli altri tutte le sue frustrazioni. Quindi l’invidioso ha una scarsa capacità introspettiva.
Cosa si nasconde dietro il sentimento dell’invidia?
Purtroppo non tutti i rapporti interpersonali sono facili e non sempre si ci si ritrova ad avere a che fare con persone piacevoli. Tra i sentimenti negativi che purtroppo, delle volte, ci si trova ad affrontare e con cui bisogna convivere è l’invidia.
L’invidia può celare differenti sentimenti: senso di inferiorità, inadeguatezza, frustrazione, impotenza, odio e rabbia per il successo dell’altro che sembra oscurarci. Chi tendenzialmente prova invidia non riesce a percepire le sue risorse, potenzialità e possibilità; il suo pensiero si concentra sullo svalutare l’altro nel tentativo di preservare il suo valore.
Nella psicoanalisi l’invidia è frutto di una “ferita narcisistica” che ci ha colpiti non tanto nel nostro “Io” ma nell’ ”ideale dell’Io” cioè non in quello che siamo realmente ma in quello che vorremmo essere. Fondamentalmente si invidia l’essere e non l’avere, infatti molto spesso l’invidia non è rivolta alle “cose” (anche non materiali) che l’altro possiede, ma al “potere” dell’altro di averle. Insomma un po’ come se l’altro avesse una infinità di frecce al proprio arco e l’invidioso nemmeno una.
L’invidia è un sentimento molto antico che nasce con l’individuo. Si instaura fin dalla nascita (alcuni autori affermano che possa instaurarsi già nella vita intrauterina) ed è un sentimento che durante l’età evolutiva va elaborato ogni volta che si presenta affinché non diventi distruttivo per sé e per gli altri. Già Sigmund Freud parlava del complesso di evirazione: la bambina, quando viene a conoscenza del sesso maschile, si accorge che il bimbo è provvisto di qualcosa che lei non ha (pene) e per il solo fatto di non possederlo lo desidera (il sentimento di invidia del pene). Questo accade perché l’assenza del pene viene percepita come una mancanza, il marchio di un’evirazione piuttosto che il segno di una differenza, di un’alterità connessa al possesso di un organo diverso, la vagina.
Secondo la teoria kleiniana, l’invidia invece è molto più primitiva proprio perché sperimentata fin dalla nascita già nella relazione madre-figlio; la Klein inoltre la ritiene fondamentale per il successivo sviluppo emotivo-affettivo del bambino. Ella infatti sostiene che nella prima infanzia, se l’invidia non è eccessiva ed è adeguatamente supportata ed elaborata può essere superata e ben integrata nell’Io attraverso sentimenti di gratitudine.
In sintesi, se le esperienze buone, relative soprattutto all’affettività e all’emotività, prevalgono su quelle cattive, il senso d’invidia man mano diminuisce per cedere il posto al senso di soddisfazione e gratitudine. Si creano, quindi, nel bambino quegli ‘anticorpi psichici’ necessari per fronteggiare lo spiacevole senso di invidia che può facilmente insinuarsi in ognuno di noi. Questo è un compito che spetta nei primi anni ai caregiver (genitori e chi per loro) e successivamente anche a coloro che sono preposti alla formazione/educazione civile/sociale (docenti scolastici) di bambini e adolescenti.
2 segnali fisici delle persone invidiose
1. Lo sguardo non è aperto: l’invidioso vi osserverà di sottecchi, senza avere il coraggio di fissare i vostri occhi nei suoi. Lo dice l’etimologia del termine invidia, che deriva dal latino invidere, cioè guardare di traverso, in modo maligno.
2. Non stringe la mano volentieri: non abbraccia chi gli sta vicino. Se deve salutare con un bacio lo fa solo mettendo guancia contro guancia. Si chiama atteggiamento evitante ed emerge proprio nei momenti di picchi emotivi, per esempio quando l’invidioso si trova a contatto con chi lo fa rodere. Il fatto di essere toccato lo inibisce perché sente di non poter controllare la reazione del proprio corpo.
15 caratteristiche delle persone invidiose
Ricordate la favola della volpe e l’uva? La volpe, non potendo raggiungere l’uva, dice che è amara. Allo stesso modo, se svaluto l’altro e quello che ha, lo porto al mio livello e riesco così a mitigare il mio senso di inferiorità e frustrazione scaturito dal confronto. Tra le persone che ci circondano, potrebbe nascondersi qualche volpe non facile da riconoscere. Questo perché spesso tali persone sono anche ipocrite, ambigue, simulatrici. Riconoscere un invidioso può essere difficile, ma da alcuni segnali possiamo individuarlo.
1. Si aspettano il peggio
Le persone invidiose saltano subito alle conclusioni (negative); vedono sempre la parte vuota del bicchiere, fosse anche l’1% del volume totale, ma vedono proprio quella. Sono passivi verso la vita e il mondo esterno, non prendono iniziative perché pensano che comunque le cose andranno male.
2. Negano la verità
Le persone invidiose non sono capaci di affrontare la verità e di conseguenza accampano scuse quando qualcosa non è andato per il giusto verso.
3. Portano rancore
Le persone invidiose non conoscono sentimenti di perdono perchè in loro scatta un meccanismo automatico che i porta ad essere rancorosi. Non si rendono conto che il risentimento e il rancore portano soltanto dolore nella loro vita.
4. Non sono riconoscenti
Le persone egoiste non riescono a esprimere gratitudine per tutto ciò che di bello c’è nella loro vita. Sminuiscono qualsiasi evento e qualsiasi gesto fatto per il loro bene
5. Non amano il cambiamento
Le persone invidiose danno colpa alle circostanze, alle persone, al fato… per come stanno le cose nella propria vita. Restano fermi, intrappolati nei loro malesseri senza mai agire. Se commettono errori e cadono, ne fanno un dramma: piuttosto che considerare un fallimento come qualcosa di costruttivo, infieriscono sugli altri.
6. Tendono a ingigantire anche un minimo intoppo
La parola “imprevisto” è sinonimo di “tutte a me capitano” per le persone invidiose. Queste credono che ogni ostacolo si presenti come una montagna difficile da scalare.
7. Non accettano la loro condizione
Nei momenti difficili le persone invidiose vedono la realtà come un muro su cui i sogni sono destinati a infrangersi. E per questo motivo tendono a vivere il rapporto con gli altri con intenso astio.
8. Si annoiano
La noia è un luogo dove la creatività, l’ispirazione e la produttività muoiono. Le persone invidiose non amano mai andare alla ricerche di nuove esperienze di vita.
9. Lasciano che i pensieri negativi prendano il controllo della loro mente
Le persone invidiose tendono a covare sentimenti malsani: non sopporto i miei colleghi, i miei amici sono solo degli opportunisti…Non si rendono conto che i pensieri negativi hanno soltanto delle conseguenza autodistruttive.
10. Fanno continuamente confronti con gli altri
Le persone invidiose sono iper-critiche, rigide, e giudicanti nei confronti degli altri; non ammettono che ciascuno di noi è a suo modo diverso, con i propri pregi e i propri difetti, i propri tempi e le proprie peculiarità. Giudicare se stesse in base al confronto con altri. Ad esempio, se la crisi nasce dalla vita sentimentale, sono soliti dire: «Gli altri sono tutti accoppiati, soltanto io sono da solo». Se deriva da scarsi risultati lavorativi ed economici: «Io sono un fallito, gli altri riescono in tutto quello che fanno». Se nasce da una serie di sintomi e malattie: «Agli altri va sempre bene, non hanno mai niente. A me ne capitano di tutti i colori».
11. Colpevolizzano gli altri per le loro sventure
Le persone invidiose attribuiscono la responsabilità della loro situazione sempre agli altri, agli eventi e alla sfortuna, privandosi di fatto della “capacità di dare risposta”, di decidere attivamente del proprio futuro. Vivono un’alternanza di pensieri in cui sperano di avere quello che hanno gli altri e che gli altri allo stesso tempo lo perdano.
12. Hanno pochi amici
Le persone invidiose non riescono ad instaurare relazioni positive con gli altri. L’invidia in genere prende il sopravvento e impedisce loro di vivere serenamente la quotidianità perché troppo impegnati a fare i conti in tasche altrui e a chiudere in rosso i propri.
13. Non sopportano i successi altrui
L’invidioso non è capace di provare sincera gioia per i successi altrui. Il suo apprezzamento appare spesso forzato, poco spontaneo, non naturale. Con una notevole astuzia cerca di sminuire i vostri traguardi ridimensionandoli con dei paragoni. Ma con una falsa obiettività di fondo.
14. Sono vampiri energetici
Le persone egoiste usano la manipolazione emotiva per raggiungere i loro obiettivi. Si avvicinano gli altri per estrarre la loro energia e svuotare il loro carico di negatività
15. Non hanno empatia
Le persone invidiose sono incapaci di provare empatia, incapaci cioè di immedesimarsi negli altri e di coglierne pensieri e stati d’animo, sensibili solo sulle questioni che le riguardano direttamente.
L’invidia può diventare patologica?
Anche se si tratta di un sentimento logorante per chi lo prova, è distruttivo ma non patologico. Diventa malattia in un caso particolare, classificato come “invidia maligna”. E’ una regressione del sentimento al suo stadio primordiale, caratterizzato da ostilità, avversione, antipatia, odio molto intensi, in cui prevale l‘istinto aggressivo. Il soggetto identifica ciò che l’altro possiede, non tanto come qualcosa di intensamente desiderato, ma addirittura come qualcosa che gli è stato rubato. In conseguenza di questa percezione distorta della realtà, l’invidioso si sente deluso e attaccato e, per difendersi, reagisce in maniera ostile. L’aggressività di questi soggetti può essere anche solo emotiva, non necessariamente materiale.
Ricorda…l’invidia è un freno, non un acceleratore
A volte può sembrare una cosa positiva che ti spinge ad agire, ma ricordati che la cosa più importante nella vita non è realizzare grandi cose, ma essere felici. Se ti paragoni a qualcun altro e in qualche modo ti senti meno capace, meno forte, meno sicuro di te stesso, non lavorerai col tuo pieno potenziale. Non lavorerai come una persona libera da questi pensieri, motivata dalla passione invece che dall’invidia.
Proteggersi dall’invidia altrui
L’unico modo che hai per proteggerti dall’invidia altrui è affermarti, lavorare sul tuo valore ed esserne sempre consapevole. In questo modo, qualsiasi critica distruttiva, ti scivolerà via! Ricordi cosa ti ho scritto all’inizio del testo? Tutti i problemi della vita insorgono quando perdiamo di vista il nostro valore. Quando dimentichiamo il nostro valore, vogliamo a tutti i costi che anche gli altri lo riconoscano. A te non servono riconoscimenti, medaglie o coppe. Non ti serve che il tuo nome venga inciso su una targa se sei già consapevole di quanto vali.
L’invidia altrui ti ricorda quanto vali!
È solo quando perdi di vista il valore della tua unicità che subisci le invidie altrui, che soffri del paragone con gli altri e che entri in un vortice di emozioni negative che ti fanno sentire svuotato. Per proteggerti dall’invidia altrui, ti serve solo concentrarti su te stesso, lavorare e portare alla luce la persona meravigliosa che non sai ancora di essere. Tutti noi abbiamo delle risorse nascoste, far emergere le proprie risorse significa immunizzarsi a tutto il male che ti vogliono gli altri.
Purtroppo è così, in questo modo esiste gente invidiosa. Io non ci credevo. Quando sentivo parlare di invidia e persone che augurano il male ad altre, facevo spallucce e andavo avanti. Poi ho fondato il sito di psicologia numero uno d’Italia (psicoadvisor), ho scritto un libro che è diventato un bestseller, ho iniziato a rilasciare interviste, fare convegni e presentazioni e… devo dire che ho catalizzato l’invidia di molti. Non mi aspettavo tanta cattiveria. Cosa ho fatto? Ho capito che quell’invidia mi diceva che stavo andando bene. Chi ti invidia, ti dice esattamente questo: hai un valore che io non riesco ad avere! Stai facendo bene!
Ecco, questo è il messaggio che puoi trarre dagli invidiosi. È così che divieni immune. Se ti va di lavorare su te stesso e conoscerti nel profondo così da far emergere le tue risorse, ti invito a leggere il mio libro “D’Amore ci si ammala, d’Amore si guarisce”. È il libro giusto per te se vuoi affermarti come persona completa e degna di stima, pronta a proseguire per la sua strada, oltre tutte le cattiverie, oltre tutte le invidie…! Lo trovi in tutte le librerie o su Amazon, a questa pagina Amazon
A cura di Ana Maria Sepe, psicologa e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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