La vita non è come il golf o il bowling, in cui ti assegnano dei punti extra in caso di partenza svantaggiata. Nella vita non ci sono punti extra o premi per la sofferenza patita e i torti subiti. Alcune persone sembrano disporre di una corsia preferenziale: sono venuti al mondo in una famiglia supportiva, unita, magari anche economicamente agiata.
L’unica corsia preferenziale che esiste per te, invece, è quella che puoi costruirti da solo, con calma, impegno e soprattutto tanta consapevolezza. Ognuno di noi ha bisogno di comprensione, vicinanza affettiva e sì, di realizzazione personale! Purtroppo, talvolta i vissuti emotivi che ci portiamo alle spalle, cozzano con questi obiettivi causandoci non pochi problemi. Per fortuna, non siamo inermi a tutto ciò. Per quanto possa essere stato difficile, traumatico e tortuoso il nostro cammino, c’è sempre qualcosa che possiamo fare per noi stessi, anzi, c’è sempre qualcosa che dobbiamo fare per noi stessi!
Di seguito ti esporrò, in modo chiaro e fruibile, le 5 cose che puoi fare fin da subito per dare una svolta alla tua vita e costruirti, da solo (d’altronde come hai sempre fatto), la tua corsia preferenziale. Il primo punto può sembrare ironico, ma non lo è affatto.
1. Concediti «un» tempo per piangerti addosso
C’è un tempo per soffrire e un tempo per rinascere, hai già sofferto abbastanza, adesso non ti resta che rinascere! Il vittimismo, il piangersi addosso, quando protratti nel tempo, divengono un freno alla crescita personale, tuttavia, se gestiti con consapevolezza, possono essere anche il punto d’inizio, la svolta che cercavi! Riconoscere di aver subito un torto oppure, più semplicemente, di avere delle difficoltà, può essere il primo passo per reagire e meritare il meglio.
Prenditi un momento per piangerti addosso, che siano anche un paio di giornate di auto-commiserazione… ma poi tieniti pronto a dire «basta!» e a reagire opportunamente ai tuoi problemi. Quando ci autocommiseriamo, ritenendoci i responsabili della nostra disfatta, dovremmo stare attenti a farlo nel modo giusto, mostrando comprensione verso noi stessi e non rabbia. Se, nel nostro “piangerci addosso” riteniamo che sia qualcun altro il responsabile del nostro malessere, dobbiamo porci qualche domanda in più:
- Posso cambiare la situazione?
- Se sì. In che modo posso migliorarla?
- Se no. Ho bisogno di prendere le distanze emotive da chi o cosa mi fa stare male perché se oggettivamente quel qualcuno o quel qualcosa «non posso cambiarlo», non è una mia responsabilità! Ciò di cui sono responsabile è solo il mio benessere, pertanto farò un passo indietro verso quella situazione. Lo devo a me stesso, per mettermi in salvo.
La prima cosa da fare per ripartire è proprio quella di accogliere il nostro dolore, senza negarlo e senza esaltarlo, senza volerlo reprimere in noi stessi e senza volerlo “buttare addosso” agli altri o usarlo come condanna per sé e la propria vita.
2. Riparti dalle piccole cose
La metafora dell’araba fenice che rinasce dalla proprie ceneri, immensa e più forte di prima, è brillante e molto suggestiva. Mi piace così tanto che nel mio passato spesso ho sperato di essere proprio come questo uccello mitologico, pronto a risorgere dalle macerie, con un nuovo cammino dinanzi.
Purtroppo noi esseri umani non siamo come arabe fenici, non possiamo fare tabula rasa e risorgere dal nulla perché abbiamo qualcosa che ce lo impedisce: la nostra memoria emotiva, una memoria inconsapevole che guida i nostri comportamenti e i nostri pensieri. Ciò che possiamo fare è altrettanto potente e di certo più realistico del risorgere dalle ceneri: possiamo ridefinire noi stessi a partire proprio da quelle memorie implicite che minano il nostro valore.
Esigiamo da noi grandi cose, enormi imprese e grandi conquiste, tanto che dimentichiamo l’importanza delle piccole cose. Partire dalle piccole cose, provare e riprovare, concedersi sempre un’altra opportunità e soprattutto imparare a concederci lo spazio che fino a oggi ci è stato negato. È questo il mezzo che abbiamo per rinascere. A molti di noi non è mai stato concesso lo spazio di cui avevamo bisogno per poter allargare le spalle con fierezza! Qualcuno di noi, giorno dopo giorno, si è dovuto mettere da parte e diventare piccolo piccolo per gli altri… ma queste giornate sono ormai finite.
Invece di aspettarti grandi imprese, inizia a costruirti il tuo spazio ripartendo dalle piccole cose. Prendi carta e penna e fai una lista delle cose che ti procurano benessere come passeggiare nel bosco, immergersi sott’acqua, leggere una poesia, correre a perdifiato per pochi minuti (anche nel proprio quartiere!), cucinare un dolce, annusare la terra bagnata, giocare a tennis, guardare un episodio della tua serie preferita sotto le coperte… e così via; ognuno ha diverse preferenze e prova felicità per cose differenti, sta a te decidere cosa mettere nella lista.
Ogni giorno, assicurati di fare almeno una delle cose presenti in quell’elenco. Quando lo stai facendo, ricorda che quello è per te e solo per te. Tu meriti uno spazio e un tempo solo tuo, in cui dedicarti al tuo benessere! Ricorda, non devono essere cose eclatanti, ma quel quanto che basta per regalarti la tua dose di consapevole benessere quotidiano.
3. Sfida i tuoi pensieri negativi
I pensieri negativi somigliano a un aeroplano in decollo, fanno così tanto rumore da non concedere spazio ad altro! Quando i tuoi pensieri sono troppo rumorosi, sappi che stai utilizzando dei filtri che fanno parte della tua memoria implicita.
Quei filtri ti fanno vedere le cose in modo negativo. Questo è ciò che capita a chi ha mandato già troppi bocconi amari senza neanche rendersene conto: si abitua all’idea che tutto debba andare storto, acquisisce un’instabilità e un’insicurezza di fondo. Sappi che la tua mente può essere il luogo più confortevole o più scomodo in cui stare.
Come funzionano questi filtri e come puoi modificarli? Sappi che, in modo del tutto automatico, la nostra mente è sempre impegnata a conferire un significato agli eventi e alla realtà che ci circondano. Da queste inferenze derivano le tue emozioni e quindi i tuoi stati d’animo prima e i tuoi sentimenti dopo. Il problema è che, come premesso, quando non c’è consapevolezza, queste valutazioni sono del tutto automatiche. Davvero vuoi lasciare i tuoi pensieri ad automatismi meccanici della tua mente?
Dico “meccanici” perché la nostra mente si muove seguendo il “principio dell’economia fisiologica”, cioè tende ad attivare le stesse reti neurali per “risparmiare energia”. Tale principio ci induce a ripetere schemi di pensiero ed esperienze simili perché attivano circuiti neurali già ben rodati: i quali fanno sì consumare meno, ma rendono anche meno probabile le novità e il cambiamento. Il problema sorge quando quei circuiti ben rodati parlano di insoddisfazione. È qui che dovrai fare un “piccolo miracolo” sfruttando la tua capacità riflessiva.
Quando insorgono nella tua mente pensieri negativi, prova a diventare il tuo avvocato difensore e a sfatarli, uno a uno. Proprio come farebbe un buon avvocato, prepara la tua arringa e smonta la tesi del tuo filtro, del tuo giudice interiore severo e disfattista, un giudice che si è ben piazzato lì da anni e che sfrutta sistemi meccanici ben rodati nel tempo. Dialoga con te stesso usando un linguaggio rassicurante, quel filtro (quel giudice) verte proprio sulla critica e l’instabilità, ha bisogno di apprendere stabilità e sicurezza per trasformarsi in un filtro più oculato.
Un peso, due misure
I pensieri automatici ti fanno fare molti errori di valutazione, ecco perché, nel mio libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita», ho sentito il bisogno di sintetizzare quali sono gli strumenti utili per avviare un dialogo interiore costruttivo e sano. Un modo per mettere ordine nel proprio mondo emotivo. I pensieri automatici, infatti, fomentano caos, insicurezze e sì, fanno anche un peso due misure così da farti uscire sempre sconfitto.
Fare “un peso, due misure” significa usare criteri diversi per valutare situazioni identiche, significa quindi, valutare ingiustamente! Ti faccio un esempio concreto.
Per molte persone, una telefonata mancata può essere letta come un segnale di totale disaffezione. Una piccola mancanza può essere vissuta come un affronto, un qualcosa di inaccettabile. D’altro canto, quando riceviamo una telefonata non reagiamo con la stessa intensità e in senso opposto: non ci sentiamo grati e ricoperti di attenzioni ma la reputeremo una “banalissima telefonata”. Ecco, questa è una delle tante trappole che ci tende la nostra mente quando funziona «a briglie sciolte», in automatico.
4. Agisci, non re-agire
Azione e reazione non sono affatto sinonimi. Quando funzioniamo a briglie sciolte, non facciamo alto che vagare nella nostra vita sotto la spinta di re-azioni. Re-agiamo a emozioni soverchianti senza concederci il lusso di rallentare, riflettere, valutare ciò che è meglio per noi. Non siamo abituati a farlo perché nessuno nella vita ce l’ha mai insegnato. Tutto questo dovrebbe avvenire in modo naturale ma per chi ha un vissuto difficile e non ha potuto imparare a regolare le propri emozioni e i propri stati affettivi, non è affatto scontato.
Se ci sentiamo offesi, re-agiamo d’impeto e offendiamo a nostra volta oppure ci ritiriamo feriti, chiudendoci a riccio. Quando la vita deraglia succede proprio questo, le reazioni prendono il sopravvento sulle azioni. Le reazioni hanno intenzionalità astratte, servono a soddisfare un effimero bisogno di superficie.
Le azioni, invece, sono qualcosa di più profondo e richiedono a pieno le nostre capacità di organismi superiori. Ciò che differisce l’uomo dalle altre creature è la sua sfera complessa sfera cognitiva. Siamo capaci di ragionamenti complessi. Bene, applica queste capacità alla tua vita. Applicale come se dovessi risolvere un rompicapo matematico che certamente ha una soluzione. La soluzione è lì, aspetta solo di essere trovata.
Durante la giornata, quando un qualsiasi episodio attiva in te emozioni soverchianti, rallenta, concediti il tempo di comprendere quell’emozione e poi pianifica un’azione in base allo scopo che intendi perseguire.
5. Ricorda da dove sei partito
Ognuno di noi ha vissuti diversi e, pertanto, opportunità diverse. C’è chi ha avuto la fortuna di vivere in una famiglia unita e supportiva e chi, invece, è cresciuto in un ambiente ostile e gerarchico, dove i suoi bisogni venivano considerati più come un peso che come un’occasione di condivisione e vicinanza. Alcune persone, poi, hanno dovuto completamente rinunciare all’infanzia subendo indicibili abusi. Altre sono dovute crescere troppo in fretta, così in fretta da bruciare tante tappe.
I fattori situazionali possono coinvolgere gli affetti così come le opportunità economiche. C’è chi, sopraffatto dai problemi, ha dovuto rinunciare agli studi, chi ha dovuto mantenersi da solo; per non parlare poi di chi, a causa di pressioni economiche, si lascia ricattare da un marito prepotente o dai genitori (…). Le casistiche sono infinite. Quando si prova a migliorare, bisogna sempre considerare da dove partiamo. È sempre opportuno guardarsi intorno e valutare il proprio ambiente.
L’ambiente in cui ti trovi, ti consente di esprimere pienamente il tuo potenziale? Se la risposta è «no», puoi fare qualcosa per cambiarlo? In caso contrario, il lavoro su se stesso sarà più difficile e ciò si traduce in un percorso più lungo. Da parte tua sarà richiesta più perseveranza!
Come ti ho scritto in premessa, la vita non è come il golf o il bowling, non esistono bonus extra per la partenza svantaggiata. Se ti è capitato qualcosa di brutto, se sei nato in una famiglia povera o peggio, hai subito abusi durante l’infanzia, nessuno ti stenderà un tappeto soffice su cui camminare. È molto triste, mi dispiace dover scrivere parole così dure, ma chi ha sofferto molto, non acquisisce in automatico più diritti degli altri. Anzi, tuttalpiù la strada potrebbe farsi più impervia per le resistenze psicologiche derivate da un vissuto difficile e, così, avrai bisogno di sviluppare doti eccezionali per andare avanti! Ma tu puoi farcela! Puoi diventare l’eroe di te stesso e salvarti!
Ecco, mentre ti cimenti in quanto scritto in precedenza, non dimenticarti mai da dove sei partito. È giustissimo ambire al meglio ma è altrettanto saggio proseguire un passo per volta, mettendo in conto anche mille battute d’arresto, senza arrendersi mai, concedendosi sempre una seconda, terza, quarta, quinta, sesta (…), possibilità! Tutte le possibilità che meriti.
Le emozioni: il tuo migliore alleato
La vita è un bene troppo prezioso per lasciarlo nelle mani del caso. È meglio assumersi la responsabilità del proprio presente e iniziare a rispettare i propri bisogni, le proprie ambizioni di felicità e benessere. Quando si lavora su se stessi, un ottimo alleato possono essere le emozioni. Sottovalutate, represse, ignorate… le emozioni sono stimoli neurofisiologici che vedono un gran numero di variazioni nel nostro organismo e, si sa, il nostro corpo è molto saggio.
Oltre a una componente fisiologica, le emozioni hanno una forte componente comportamentale, se ci pensi, dirigono le tue azioni, guidano le tue relazioni, limitano o esaltano la tua capacità intrinseca di prendere iniziativa, agire e motivarti! L’insicurezza ti rallenta, la paura ti paralizza, l’ansia ti inibisce. La rabbia ti fa scattare! Il dolore e le delusioni attivano dei comportamenti protettivi (…). Le emozioni scandiscono anche i legami che stringi, come ti fai trattare al lavoro, cosa sei disposto a subire (…). Insomma, orchestrano, da dietro le quinte, un gran numero di attività.
Se non riesci a perseguire i tuoi scopi, non è la forza di volontà che ti manca, semplicemente non sai ancora come integrare le tue emozioni e “porle” al servizio del tuo benessere. Nel mio libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita», ti spiego come ripartire da ciò che ti porti dentro (emozioni comprese) per migliorare qualsiasi aspetto della tua vita, per rivendicare finalmente il tuo valore di persona completa e far rispettare i tuoi bisogni. Da lettore a lettore, ti consiglio di leggerlo! Se hai davvero voglia di metterti in gioco e costruirti la tua corsia preferenziale, è il libro giusto per te!
Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» edito Rizzoli
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