7 abitudini quotidiane che soffocano la resilienza

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Le esperienze traumatiche e negative possono turbare i nostri equilibri psicologici  a tal punto da provare un senso di profonda incertezza. Tuttavia, col tempo, riusciamo a trovare il modo di adattarci bene a queste situazioni. Ma cosa  ci consente l’adattamento alle avversità? La “resilienza”, ovvero la capacità di far fronte agli eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà.

Chi è la persona resiliente, l’esempio di Thomas Edison

Una persona resiliente è dunque l’opposto di quella facilmente vulnerabile, poiché in grado di adattarsi e fornire una risposta reattiva alla situazione in atto.

Uno resiliente e tenace ai “fallimenti” doveva essere Thomas Edison, tra i più grandi inventori della storia, con ben 1.093 brevetti a suo nome, record imbattuto. Edison è famoso per essere l’inventore della lampadina, uno degli oggetti più utilizzati al mondo. Ma prima di realizzarla dovette passare attraverso una lunga serie d’insuccessi, perché non riusciva a trovare un materiale con cui poter fare il filamento interno senza che si bruciasse all’accensione. Dopo qualche migliaio di tentativi “andati in fumo” con materiali diversi, all’obiezione se dopo

Una buona notizia…..
Ognuno nasce con la capacità di essere resiliente. La nostra mente, come il nostro corpo, ha la naturale tendenza a trovare un nuovo equilibrio nelle avversità, continuando a funzionare nel modo più adattabile possibile. Ad ogni modo, il fatto che abbiamo la tendenza ad essere resilienti, non significa che lo saremo. Infatti, durante la vita possiamo apprendere alcuni modelli di pensiero e di comportamento che minano tale capacità. In pratica, siamo in grado di diventare il nostro più grande ostacolo nelle avversità.

Quali sono i pensieri e comportamenti che soffocano la resilienza?

1) Assumere i problemi come fossero ostacoli

È normale percepire un problema come fosse un ostacolo al raggiungimento dei nostri obiettivi. Tuttavia, è essenziale superare questa prima impressione per essere resilienti. Uno studio condotto presso l’Università del Michigan, ha dimostrato che le persone resilienti sono state quelle che hanno affrontato gli eventi negativi come fossero una sfida. Così sono riuscite a generare uno stato d’animo più positivo che ha permesso loro di affrontare meglio le avversità.

Infatti, avere una visione catastrofica di quello che è successo genera solo preoccupazione e stress, peggiorando ulteriormente la nostra situazione. Pensare che il problema non abbia soluzione o che non saremo in grado di affrontarlo, ci impedisce di trovare delle soluzioni e farà in modo che sopravvalutiamo la sua portata e le conseguenze, gettandoci nella disperazione.

2) Negare i cambiamenti

I cambiamenti fanno parte della vita, alcuni sono positivi, altri no. Tuttavia, negarli può essere molto pericoloso per il nostro equilibrio emotivo. Si è visto che uno dei pilastri della resilienza è proprio l’accettazione delle avversità. Non si tratta di assumere un atteggiamento passivo, ma integrare quella dolorosa esperienza nel nostro “Io” e andare avanti. Coloro che negano gli eventi dolorosi e non riflettono su questi, non riescono a dare un senso alla situazione e non possono integrare l’esperienza nella loro vita. In questo modo, l’evento e il dolore che provoca, continuano a restare attivi e generano malessere.

Pertanto, anche se i cambiamenti possono destabilizzarci, è indispensabile essere disposti a superare questa fase, dargli un significato positivo e andare avanti. Molte persone non lo prendono nemmeno in considerazione perché credono che riflettere su certi eventi causi dolore. Ma è necessario considerare che i traumi irrisolti causano un dolore ancora più profondo e permanente.

3) Dare la colpa agli altri

Accusare gli altri o il sistema può funzionare come metodo catartico, ma, alla fine, vi lascerà nello stesso punto, e non saprete cosa fare. Infatti, può anche generare frustrazione, perché percepite di non avere il minimo controllo sulla vostra vita. Quando questa situazione si trasforma in uno schema comune di comportamento, la persona si crede incapace di affrontare le avversità.

Tuttavia, se c’è qualcosa che distingue le persone resilienti, questo è il loro alto senso di responsabilità. Queste persone non cercano dei colpevoli, tantomeno se la prendono con se stesse, ma assumono la parte di responsabilità che corrisponde a loro per le loro azioni. Niente di più, niente di meno. Ciò che è interessante è che in questo modo, sviluppano unlocus di controllo interno, che consente loro di sentirsi padroni della loro vita, una sensazione che promuove uno stile più attivo e positivo di affrontare i problemi.

4) Non avere il senso dell’umorismo

Una delle caratteristiche delle persone resilienti è il loro senso dell’umore. Infatti, spesso ci chiediamo come mai le persone che hanno dovuto affrontare problemi enormi durante tutta la loro vita, sono proprio quelle che hanno sempre un sorriso pronto e sono in grado di affrontare la vita con il giusto umorismo.

Il fatto è che l’umorismo non solo genera un umore positivo che ci aiuta ad affrontare le avversità, ma è anche essenziale per ridurre l’impatto emotivo negativo. Quando siamo in grado di ridere dei problemi e di noi stessi, sdrammatizziamo la situazione così ci sarà più facile gestirne gli effetti negativ

5) La mancanza di obiettivi

Nel libro Uno psicologo nei lager” lo psichiatra Viktor Frankl descrive le sue esperienze nei campi di concentramento nazisti. Frankl ha potuto vedere che le persone sopravvissute erano quelle che avevano una ragione di vita. Coloro che avevano perso la speranza, che non riuscivano a trovare una spiegazione per tutto ciò che stava loro accadendo, si lasciavano semplicemente morire.

La persona che non ha obiettivi propri perde la motivazione per lottare contro le avversità, si arrende subito. Ecco perché è così importante che ogni tanto rivalutiamo i nostri obiettivi nella vita e ci assicuriamo che continuino a motivarci, e non siano solo un riflesso di ciò che gli altri si aspettano da noi. Ricordate che gli obiettivi sono la vostra forza motivazionale quando il gioco si fa duro, non lasciate che gli altri decidano per voi.

6) Alimentare un’immagine negativa di voi stessi

Scatenare pensieri e convinzioni negative su voi stessi, mettere in dubbio le vostre abilità e affrontare la vita con paura, è la strategia migliore per sopprimere la resilienza. Per affrontare le avversità dobbiamo avere fiducia nelle nostre potenzialità. Questo non significa che dobbiamo avere un atteggiamento positivista a oltranza o essere ingenui, ma solo che dobbiamo conoscerci a fondo, essere consapevoli delle nostre debolezze, ma anche delle nostre forze.

Alimentare la fiducia in se stessi è importante, ma non gonfiandola artificialmente, piuttosto dovreste identificare le opportunità che permettono di testare le vostre abilità e svilupparvi come persona. Non aspettate che i problemi bussino alla vostra porta, progettate nuove sfide che vi permettano di scoprire quali sono i vostri limiti.

7) Respingere le persone

Uno dei principali fattori di protezione contro le avversità sono le reti di appoggio sociale, vale a dire quelle persone importanti che sono dalla nostra parte quando ne abbiamo bisogno. Si è visto che senza il sostegno e la comprensione che offrono le relazioni interpersonali, è più probabile che la persona sviluppi una depressione, che si allunghi il periodo di convalescenza dopo una malattia e che addirittura si accorci la vita.

Naturalmente, in una società che si avvia a grandi passi verso l’individualismo e che promuove sempre di più l’abitudine di rinchiudersi in una bolla tecnologica, è difficile stabilire dei rapporti interpersonali soddisfacenti. Ma la resilienza non è solo una capacità che si sviluppa solo dall’interno, è necessario sostenerla anche dall’esterno, per questo motivo è necessario costruire delle relazioni forti. Può esservi di aiuto la lettura dell’articolo “Come superare le ferite emotive, la resilienza”

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