A volte possiamo assumere degli atteggiamenti comportamentali che possono compromettere la stabilità di un rapporto sia amicale che sentimentale. Non è possibile piacere a tutti, prima o poi può capitare di risultare odiosi agli occhi degli altri. In amore, a lavoro, con gli amici… in ogni contesto, ognuno di noi esprime la sua personalità: le proprie emozioni, il proprio pensiero, il proprio carattere. Questo però non significa imporsi sul prossimo o dover influenzare le scelte degli altri.
7 atteggiamenti insospettabili per farsi odiare da tutti
Ogni giorno porti avanti dei comportamenti che a te sembrano normali e pacifici, ma che in realtà ti fanno odiare da tutti senza che te ne rendi conto. Ti è mai capitato che qualcuno smettesse di parlarti, o di essere antipatico a una persona senza aver fatto niente per meritarlo? Può succedere che amici, colleghi, conoscenti ci evitino; forse ci stiamo facendo odiare da tutti e nemmeno ce ne rendiamo conto. Ma quali sono i fattori che fanno sì che a volte risultiamo odiosi e altre volte no? Non siamo forse sempre la stessa persona? Se la risposta è sì, ecco, quindi, 7 insospettabili modi in cui ci stiamo facendo odiare da tutti!
1. Silenzio equivale a ignorare l’altra parte
Ti è mai capitato di ricevere un invito o un semplice messaggio in cui era implicito un semplice cenno di risposta? Bene, ogni volta che hai ignorato questo genere di richieste non hai fatto altro che attirare l’antipatia del mittente e di chi come lui si aspettava un feedback da parte tua. In questi casi, una risposta è sempre meglio del silenzio. Perché? È un meccanismo psicologico inconscio che parte dalla dominanza: se ignoriamo qualcuno stiamo inconsciamente dicendo che non è degno della nostra attenzione, e abbassiamo la sua importanza.
“Sono le parole non dette a rovinare i rapporti” Non ci serve essere un genio della comunicazione, bastano pochi attimi per far capire all’altro che non lo stiamo ignorando. Anche se la risposta non è da manuale dei rapporti sociali, è sempre meglio del silenzio.
2. Ostentare
Quante volte ti è capitato dopo una giornata di shopping di raccontare di quanto tu sia stata fortunata nel chiudere un affare acquistando quella desideratissima borsa dei sogni? Frasi del tipo “l’ho pagata solo 200,00 euro” “Ti piacciono le mie nuove scarpe Gucci?” Possono sembrare innocue ma se dette a una persona che più volte ha espresso il desiderio di vestirsi meglio oppure che non può permettersele, risultano frasi di cattivo gusto.
Con questo atteggiamento abbiamo appena manifestato la nostra superiorità, anche se non ce ne siamo accorti. Agli occhi del nostro interlocutore, siamo come tutte quelle persone odiose che si vantano di quanto sono belle e brave senza ritegno. Le dinamiche sociali ci impongono di non mettere in evidenza il nostro status vivendi anche se è evidente. Possiamo parlare con il premio nobel in fisica, ma nel momento esatto in cui ci dice “io sono più intelligente di te” lo odieremo a vita anche se è vero.
Queste dinamiche di superiorità sono sempre presenti nelle relazioni umane perché fanno parte dell’inconscio, e non possiamo liberarcene. Quando conosciamo qualcuno, piuttosto che vantarci, proviamo a sminuire i nostri successi e accentuare i difetti, in questo modo l’altro si renderà conto di avere a che fare con una persona modesta… con problemi e difficoltà come tutti.
3. Ciò che ci è dovuto
Quando si interagisce con una persona e si fanno dei favori a vicenda, entrambe le parti pensano che l’altra sia in debito. Questo succede perché inconsciamente ognuno vede le proprie difficoltà senza pensare a quelle degli altri: si cade nella trappola che tutto ci sia dovuto. Molte relazioni finiscono per questa ragione:
- Anna pensa che Luigi è in debito perché prende spesso la sua auto per andare a lavoro
- Maria pensa che la sua vicina sia in debito perché accompagna anche sua figlia a scuola
- Emilia pretende che Anna la aiuti nello sfratto dato che le presta spesso la sua auto
Così nascono le incomprensioni: dal senso di superiorità dato da un presunto debito che l’altro ha nei tuoi confronti.
L’altra persona vuole che tu sia in debito, perché questo gli dà potere su di te: è la solita storia della gerarchia di potere evidenziata nel punto sopra. La prima cosa che puoi fare è smettere di avere pretese sui debiti immaginari che pensi le persone abbiano nei tuoi confronti. Se vai a prendere un amico in macchina perché è sulla strada, non ti deve un passaggio. Quando vedi questa logica in azione, pensa bene se forse non sia il caso di accettarla piuttosto che andare a un muro contro muro che non gioverebbe alla relazione.
4. Dare tutto per scontato
Si tratta di un’arma a doppio taglio presente in ogni tipo di relazione; dall’amicizia, alla parentela passando per i colleghi di lavoro. Per esempio: hai accettato qualcosa senza chiedere prima agli altri del gruppo? Hai scelto quel ristorante senza chiedere agli altri parenti cosa ne pensassero? L’empatia, e di conseguenza anche il trovare un accordo, è alla base di qualsiasi rapporto.
5. L’inaffidabilità
Se ti è capitato di dare appuntamento e disdire all’ultimo secondo, rientri in questa categoria. Le persone inaffidabili, alla prima occasione, possono essere “perdonate” ma quando l’inaffidabilità diventa un’abitudine o un vizio, non possono più essere “perdonate”.
In questo contesto è meglio non accettare mai un appuntamento a scatola chiusa e soprattutto mai con superficialità. Probabilmente, le persone più inaffidabili sono anche quelle che riescono peggio a organizzarsi ma il messaggio che danno al prossimo non è quello di una cattiva gestione dei propri impegni: appaiono superficiali, menefreghisti o addirittura presuntuosi. E’ meglio imparare a dire di “No” e a stroncare le insistenze, piuttosto che farsi estorcere un “Sì” per poi rimandare o cancellare l’impegno.
6. L’eterna indecisione
Anche le persone eternamente indecise possono collezionare qualche antipatia, soprattutto se l’indecisione propria coinvolge il prossimo. “Ti va di venire al pub stasera?” “Non lo so…. vorrei, non vorrei, dovrei, potrei…” E si apre un abisso che può andare avanti fino a 5 minuti prima dell’appuntamento. A differenza degli inaffidabili che possono apparire superficiali o menefreghisti, gli eterni indecisi non riescono a farsi apprezzare perché considerati “immaturi” o addirittura “smidollati”.
7. Sminuire il prossimo
Si tratta di un atteggiamento più subdolo che può prendere tante sfumature e tante pieghe differenti in base a personalità e contesti. Le persone che sminuiscono il prossimo non riescono a fare un complimento senza riserve. Sottolineano che qualsiasi cosa potrebbe essere fatta meglio o che comunque loro sarebbero stati in grado di farla meglio!
Un esempio pratico: se un’amica compra un cellulare nuovo, l’osservazione non sarà “ah, carino, hai fatto un salto di qualità” ma avrà un retrogusto molto più amaro tipo “era ora che comprassi un nuovo cellulare, anche se questo modello è già antiquato”… Queste persone dovrebbero imparare a giudicare meno il prossimo così da imparare ad apprezzare di più anche se stesse.
A proposito di comportamenti odiosi, nota bene….
I comportamenti che possono rendere una persona odiosa sono soggettivi: molto dipende anche dal vissuto della persona con la quale si interagisce! In ogni caso, la cosa più importante per non rendersi odiosi è imparare ad ascoltare, a sviluppare l’empatia.
Puoi sempre migliorare
Per creare relazioni positive, devi avere la piena consapevolezza di avere qualcosa di valido da offrire. Se pensi di valere poco o nulla, sei come un seme che non è ancora fiorito. Ma non è mai troppo tardi per iniziare a sviluppare le tue capacità: tutti abbiamo talenti nascosti, o potenziali non ancora espressi. Se ritieni di essere poco interessante, di avere ben poco da dire, forse è il caso che ti dedichi a migliorare te stesso e la tua vita. Non si tratta di diventare un altro, ma di diventare una versione più “evoluta” di te stesso.
Possiamo trasformare noi stessi nel riflesso delle azioni altrui, oppure possiamo guardarci dentro e diventare finalmente la persona che desideriamo essere, pronte ad accogliere quei legami profondi e genuini che meritiamo! Se quei legami, fino a oggi, non sono arrivati, è perché fin da bambini abbiamo imparato a re-agire in riflesso dell’altro e non ad agire ascoltando i nostri bisogni autentici.
Farti carico del tuo benessere e imparare a comprenderti, accudirti e amarti, è la scelta più saggia che tu possa fare. La affermazione di sé gioca un ruolo chiave in tutti i legami e garantisce un elevato grado di appagamento anche nell’intimità. Il mio nuovo libro “Il mondo con i tuoi occhi” l’ho scritto per questo: per consentirti l’affermazione che non hai mai avuto la possibilità di viverti.
Curare i nostri legami, le nostre ferite, i nostri conflitti… curare il nostro benessere, è un dovere imprescindibile che abbiamo verso noi stessi. Allora impara a farlo, impara a rivendicare il tuo posto nel mondo a guardarti con i tuoi occhi….. Ed è quello che ti auguro. Se senti che è giunto il momento di costruire una vita che rifletta veramente chi sei, liberandoti dalle pressioni esterne e interne, questo percorso di crescita personale è ciò che fa per te. Cinque capitoli che ti porteranno alla scoperta di quel potenziale che, da troppo tempo, è assopito dentro di te e non chiede altro di esplodere! Per immergerti nella lettura e farne tesoro, dovrai aspettare un pochino: il libro “Il mondo con i tuoi occhi” è ora in pre-order (puoi ordinarlo qui su Amazon) e sarà disponibile in tutte le librerie a partire dal 29 ottobre.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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