Potrebbe essere una verità scomoda ma… piacere agli altri è qualcosa che, in fondo, tutti noi bramiamo. Insomma, piace piacere! Questo bisogno di accettazione che ci accompagna è anche logico da un punto di vista evolutivo: se piacciamo, se siamo accettati e ben accolti, allora le nostre chance di sopravvivenza aumentano! L’uomo delle caverne accolto dagli altri, poteva contare su almeno due braccia in più per cacciare, pattugliare grotte e difendersi dai predatori.
L’uomo della strada di oggi, è più sofisticato solo all’apparenza, perché il bisogno di essere accettato è ormai stato programmati geneticamente dalla selezione naturale, così, è ancora vivo in noi, fin dalla nascita, quando siamo bambini inermi. Ma anche da adulti. Due braccia in più non ci serviranno per accendere un fuoco nella foresta, ma di certo potrebbero farci sentire meno soli e riscaldarci nelle fredde giornate d’inverno. Allora, qual è il segreto per piacere?
Forse è l’eleganza? L’abito firmato? Il make-up giusto? Secondo uno studio condotto all’università di Harvard e pubblicato sul magazine HBR (Harvard Business Review), il segreto per piacere, risultare simpatici e migliorare il legame interpersonale non è l’essere educati, la disponibilità o avere un ottimo senso dell’umorismo. Piacciamo quando facciamo domande!
Sì sì, hai letto bene. Le persone che fanno tante domande piacciono. Anche se lo studio non lo sottolinea, un’evidenza del genere svela un altro fattore: il nostro bisogno intrinseco di essere ascoltati! Ti spiego in dettaglio lo studio e farò, con te, alcune riflessioni interessanti.
Fare le domande giuste al momento giusto
Il team di ricerca di Harvard ha esaminato migliaia di conversazioni registrate in ambiente naturale tra partecipanti che si stavano conoscendo. Ad alcuni partecipanti allo studio era stato chiesto di porre 9 domande nei primi 15 minuti di conversazione. I ricercatori hanno osservato che i partecipanti allo studio che ponevano più domande erano più apprezzati dai loro interlocutori e avevano più possibilità di ottenere un secondo appuntamento.
Fin qui ha senso: tutti vogliamo sentirci ascoltati e accolti, è il bisogno che ho descritto in premessa! Tutti vogliamo che qualcuno si interessi a noi. Le persone tendono a parlare molto di se stesse, soprattutto quando vogliono impressionare il proprio interlocutore. In realtà, questa non è la strategia migliore per fare colpo su qualcuno, la strategia migliore non è tanto raccontare di sé e impressionare, quanto l’ascoltare!
Quando mostri un genuino interesse per qualcuno, magari mostri la tua curiosità ponendo loro domande sulla vita, su cosa pensi di questo e di quello o sui sentimenti che prova riguardo un evento… sposti il fulcro della conversazione da te all’altro. L’altro è posto al centro. È… conquistato. La magia è fatta!
Le domande, però, non possono essere poste in modo randomico. Bisogna lasciare spazio a una gradualità. Lo stesso studio di Harvard, infatti, rivela che l’ordine delle domande è importante: bisogna sempre partire da domande generali e solo quando aumenta il feeling e la conoscenza ci si può concedere la possibilità di entrare nel dettaglio e fare domande più private e profonde. In questo modo, si costruisce fiducia e intimità.
In effetti è logico, se è la prima volta che incontri qualcuno, non ti verrebbe mai in mente di chiedergli quale episodio lo ha traumatizzato da bambino o qual è la più grande paura che si trova ad affrontare ogni giorno! Le domande giuste per piacere? Quali sono i suoi hobby, se gli piacciono gli animali domestici, se ama il mare, se gli piace viaggiare, l’ultimo viaggio che ha fatto, con chi è andato in vacanza e… gradualmente, porre domande più personali. In effetti, a chi ha buone abilità sociali questo comportamento emerge spontaneo.
Il risvolto della medaglia (da considerare!)
Attenzione però, quando si tenta di conquistare qualcuno in questo modo, sarebbe saggio assicurarsi che questo “qualcuno” sia anche disposto all’ascoltare; o meglio, a volte non è una questione di disponibilità ma di disposizione.
Personalmente piaccio molto. Al di là del mio aspetto, il motivo è chiaro: non parlo molto di me, in compenso sono un’ottima ascoltatrice, sono curiosa e faccio tante domande. Così intrecciare nuove relazioni interpersonali risulta molto semplice. Però… C’è un grosso però. In questo modo, spesso, si finisce per stringere relazioni con persone ego-centrate, cioè che amano solo parlare di sé e non sono disponibili all’ascolto. Queste persone solo raramente riescono ad offrire una relazione ben bilanciata.
Nel mio caso il problema non sorge, ormai da anni ho sviluppato ottimi setacci sociali e sono circondata (e pertanto riesco a circondarmi) solo di persone che mi piacciono. Tuttavia, chi non ha elaborato un proprio stile relazionale che si spinga oltre alla mera attitudine all’ascolto, correrà il rischio di stringere relazioni solo con chi non è realmente interessato ad ascoltare. Ecco che si finirà per piacere a chi, prima o dopo, ci farà sentire insoddisfatti!
L’equilibrio, prima di tutto
È tutto naturale. È naturale desiderare di piacere all’altro così come è naturale nutrire il bisogno di essere accolti e ascoltati, diciamo così, fa tutto parte del medesimo “pacchetto”. Ogni relazione, per garantire appagamento, ha bisogno di reciprocità. Se diviene utile e “strategico” porre domande e mostrare la propria propensione all’ascolto, ti consiglio di usare qualche funzione riflessiva extra. Se sei in cerca di una relazione, non porre tutto sul piano della conquista. Certo, se l’altro ti piace e lo vuoi, è giusto giocare al meglio le tue carte ma chiediti: perché ti piace? Perché lo vuoi? Cosa riesce a darti? Se riesci a rispondere a queste domande, significa che ha un’elevata conoscenza di te stesso. Se invece è tutto molto sfocato, ti consiglio di fare un po’ di introspezione.
Nel costruire legami appaganti, oltre che dare, bisogna anche ricevere. Per tornare alle domande di cui prima, dare ascolto per poi ricevere ascolto. In termini pratici? Se l’altro ti rigira le domande (e a te? E tu…?), prenditi il tuo tempo per rispondere e attento a capire se ti interrompe mentre parli e se ti ascolta davvero. Se non lo fa, anche lui/lei ti sta mostrando il suo interesse.
Quando due persone si conoscono e iniziano a scoprirsi, ognuna dovrebbe prestare attenzione al proprio comportamento, ai propri bisogni e desideri, e al contempo, prestare attenzione anche al comportamento dell’altro. Cosa ci sta comunicando? E cosa stiamo comunicando noi? I pasticci d’amore non succedono per caso, presi dalla bramosia del momento, capitano perché si riflette poco (su di sé e/o su chi abbiamo di fronte). A volte addirittura ci innamoriamo di chi non conosciamo e vogliamo piacere a qualcuno che esiste solo nella nostra mente perché nella realtà dei fatti, è molto diverso da come ce lo rappresentiamo.
Se hai voglia di scoprirti oltre ogni condizionamento ed esplorarti in tutte le tue sfaccettature di persona completa e degna di stima, ti consiglio caldamente di leggere il mio ultimo libro «il Mondo con i Tuoi Occhi». È un manuale che ti prende per mano e ti porta alla riscoperta di te stesso, dei tuoi valori autentici e… della tua desiderabilità, perché tu per primo puoi farti sentire apprezzato, se sai come guardarti e guardare. Il saggio «il Mondo con i Tuoi occhi» è disponibile in tutte le librerie e su Amazon, a questo indirizzo.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi su Instagram: @annadesimonepsi
Seguire le pagine ufficiali di Psicoadvisor su Facebook: sulla fb.com/Psicoadvisor e su Instagram @Psicoadvisor