Chi usa queste frasi è una persona instabile

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Tante volte sentiamo parlare di critiche costruttive, del fatto che le critiche aiutano a crescere e a migliorarsi. In effetti, a tutti capita di essere oggetto di qualche critica. Molti riescono a gestire queste situazioni nella più totale tranquillità, altri invece tendono a irritarsi diventando aggressivi, sarcastici o peggio violenti. In effetti, il modo in cui ognuno di noi reagisce alle critiche può dire tanto di noi.

Diverse infatti possono essere le risposte individuali alle critiche di qualcuno, facciamo solo alcuni  esempi, possiamo:

  • Giustificarci: “si è vero quello che dici ma….”
  • Andare in paranoia “Che scopo avrà”
  • Rifletterci su “Ci penserò”
  • Arrabbiarci: “ma come ti permetti, non è vero!…”
  • Rattristarci: “non mi capisci…”
  • Preoccuparci: “Fammi capire bene”
  • Sentirci in colpa: “non dovevo farlo…”
  • Vergognarci: “che figura, adesso che penserà?”
  • Essere grati: “Grazie per avermelo detto, magari se hai consigli…”

Perché ognuno reagisce in modo diverso sopratutto alle critiche?

La sensibilità alle critiche può dipendere da tanti fattori, tra i quali: particolari Tratti di personalità, il Timore del giudizio degli altri, una Scarsa autostima. Persone portate al perfezionismo, che basano la propria autostima sul concetto di infallibilità possono essere particolarmente sensibili e reagire con rabbia o con tristezza. Persone  che non tollerano in alcun modo di veder messe in discussione le proprie qualità possono sottintendere una personalità narcisistica. Insomma non tutti reagiamo allo stesso modo

Frasi tipiche delle persone instabili 

Di seguito troverete alcuni esempi delle frasi tipiche che usano le persone instabili in risposta alle critiche. Attenzione: non parliamo di frecciatine o frasi velenose, ma di semplici osservazioni o critiche costruttive. La comunicazione, con queste persone, può diventare un vero campo minato tanto da indurre, nell’interlocutore, quasi il timore di proferir parola.

Come risponde il manipolatore a una tua critica legittima

“Se la pensi così è il caso che ci allontaniamo”: è una delle frasi  più comuni che il manipolatore usa per intimorire la sua vittima. Ovviamente il manipolatore non sopporta essere contraddetto quindi crea i presupposti affinché la vittima accetti passivamente i suoi comportamenti.

Come risponde il passivo-aggressivo…

Ok, hai ragione, come sempre!….” – ma poi si vendica. Dato che per il passivo-aggressivo esprimere la propria rabbia direttamente porti soltanto a peggiorare il proprio benessere utilizza frasi come “Bene”, “Ok” per poi vendicarsi

Ecco un esempio: Giuseppe è al ristorante, il proprietario del locale è un suo caro amico e si rifiuta di servirgli un altro dolce dicendogli  che sarebbe meglio evitare dato che soffre di diabete. Giuseppe subito accondiscende, lo ringrazia… ma poco dopo va in bagno e, senza farsi accorgere, fa a pezzi vari componenti d’arredo del wc… Giuseppe all’apparenza si è mostrato accondiscendente , ne è uscito “pulito” e in apparenza “comprensivo” ma intanto ha attuato un piano vendicativo perché non ha digerito affatto la critica.

Come risponde il bugiardo…

Ma guarda che ti confondi, io non c’entro nulla”. In risposta ad una critica, un bugiardo è capace di dare la completa responsabilità a chi non è presente. Ha ormai acquisito poca familiarità ad assumersi le responsabilità che farebbe di tutto per sfuggire alle critiche

Come risponde l’Aggressivo…

Non guardare me, piuttosto guarda ciò che combini tu!“. L’aggressività si palesa più chiaramente quando scatta una critica. L’aggressivo percepisce qualsiasi confronto come scontro! Reagisce alle critiche con attacchi verbali per intimorire il suo interlocutore. In genere sceglie quelle parole che sa che possono ferire chi gli sta di fronte. Guai se a criticare l’aggressivo è una persona che in passato ha commesso degli sbagli, se ne servirà per ferirla. L’aggressivo emette sentenze con lo scopo di ferire… a volte lo fa per difendersi, a volte lo fa perché sa di non riuscire a reggere il confronto, ovviamente il risultato è lo stesso!

Come risponde il Borderline…

Perché non mi sopporti più?”. “Sei convinto che sono un incapace!”. Chi ha una personalità borderline, non riesce a focalizzarsi sulla critica del momento, sarà sempre portato ad amplificare e generalizzare il contesto. Per esempio, Giuseppe dice a Lara “stasera stai bevendo troppo” e Giulia risponde “Pensi davvero che sia un alcolizzato!?!”. Anche gli individui con una forte emotività possono reagire secondo queste modalità.

La risposta del borderline alle critiche è sempre estrema. Se Giuseppe e Lara vivono insieme e Giuseppe dice “metti troppo quando cucini…”, probabilmente Lara si sentirà una buona a nulla e penserà che è meglio separarsi; le sue reazioni sono imprevedibili, Lara potrebbe reagire con rabbia oppure sprofondare nei sensi di colpa e poi meditare e proporre una separazione poco dopo.

Come risponde il paranoico…

Stai sempre a cercare un mio piccolo errore”. “Vedo che godi a ferirmi”. “Ce l’hanno tutti con me, tu compreso/a…” Il paranoico non riesce assolutamente a dare un’accezione positiva a qualsiasi critica costruttiva. E la sua ostilità non favorisce certamente un’apertura al confronto e questo non può che arrivare a confermare le sue idee: ovvero che gli altri sono cattivi. Questa ostilità impedisce al paranoico di accettare le critiche per ciò che sono. Tutte le critiche hanno sempre un doppio scopo, sono state studiate… erano premeditate!

Per esempio: Giuseppe dice a Lara che ancora non se la sente di lasciarla guidare l’auto da sola visto che è ancora insicura alla guida. Lara va in paranoia: “ecco, vuole punirmi per qualcosa che non ho fatto” oppure “Di sicuro, pensa che voglio andare dall’amante!“….

Come risponde il vittimista…

Il vittimista alla minima critica tira fuori dal cilindro una delle sue perle: “Se fosse capitato a te ciò che è capitato a me di sicuro avresti agito allo stesso modo…”. “Tu non puoi assolutamente rendertene conto perché non ci sei passato…”. “Ho passato una giornata così dura… che ne puoi capire”. Spesso usa queste frasi per validare un comportamento sbagliato o irrispettoso.

Come risponde il narcisista…

“Tu credi che io sia così… beh, tu sei 10 volte peggio”. “E’ vero, ma anche tu lo fai sempre…”. Il narcisista non riesce a ricevere alcuna critica, vorrebbe esserne immune. Quando riceve una critica distorce le cose a suo piacimento, sfrutta un paragone per contro-accusare l’altra persona così da sottolineare che chi critica non è migliore di lui, anzi, la contro-accusa in genere verte sul fatto che l’altro fa ancora peggio.

Come risponde il sociopatico…

Per quello che mi hai detto dovrei ucciderti!”. Questa si commenta da sola! Beh, io suggerirei di stare alla larga da certi individui! Le loro reazioni sono imprevedibili; possono davvero farti del male se sentono di aver subito un torto!

NOTA BENE

Questo articolo vuole offrire uno spunto di riflessione riguardo le dinamiche che si innescano quando le interazioni sono inquinate da uno stato interiore compromesso. E’ bene però sottolineare che l’unico scopo delle critiche dovrebbe essere quello di fornire all’altra persona un’occasione di riflessione per migliorarsi.

Perché se è vero che le critiche distruttive possono devastare, quelle costruttive possono aiutare a riflettere. Insomma, le critiche sono costruttive solo quando hanno questo “nobile” fine, e non sono spinte dall’esigenza di vendicarsi, dall’invidia, dalla rabbia o dal disappunto. L’unica funzione delle critiche dovrebbe essere quella di aiutare, non ferire, altrimenti meglio evitarle.

In ogni caso, qualunque sia il motivo per cui reagiamo in maniera negativa alle critiche che ci vengono rivolte è importante comprenderne le motivazioni e cercare di trovare un modo più efficace, in termini emotivi e relazionali, di gestirle in modo tale da avere la possibilità  di confrontarsi con gli altri in maniera realmente serena e costruttiva.

Nessuna critica ha il potere di offenderti, sei solo tu a concedergli questo potere

Sei solo tu ad avere il potere di controllare l’influenza che una critica ha sul tuo stato d’animo e sulle azioni che farai. Per esempio, immagina che la critica sia come una freccia che viene verso la tua direzione. Se la osservi attraverso un binocolo sicuramente aumenterà di dimensioni tanto da spaventarti al punto di pensare di non avere scampo. Se invece usi il binocolo al contrario, la freccia apparirà molto rimpicciolita tanto da non prenderla neppure in considerazione. La freccia, che in questo caso è la critica, non deve essere scartata a priori ma non deve neppure farci intimidire dalla stessa, bisognerebbe imparare a vederla in prospettiva, riflettere su di essa e quindi cambiare il nostro comportamento di conseguenza.  Ricorda, tu sei molto di più di quello che la gente vuole farti credere, tu vali più di quanto la gente pensi.

Prima gli altri. Poi tu…..

Eh si, perché per sentirsi meritevoli d’amore, bisogna comportarsi come dei bravi bambini pronti ad ubbidire, attenti a non deludere!  È questo che ci è stato insegnato. E ci sembra di non avere alternative. Che essere in quel modo lì sia un nostro dovere. Come se dovessimo sempre dimostrare qualcosa.

Io lo sono stata, una brava, buona e ubbidiente adulta. Avevo anestetizzato il sentire, represso le mie emozioni, negato le mie necessità pur di non sentirmi colpevole di osare, desiderare, pretendere! Tutto pur di sentirmi considerata, approvata e amata. Quello che poi nel tempo ho compreso è che le cose migliori spesso arrivano proprio da scelte che deludono le aspettative delle persone intorno a noi, se queste rispondono ai nostri bisogni più autentici.

Ho imparato a mantenere le promesse che mi faccio, ora tocca a te mantenere le promesse che ti fai

Forse non hai ricevuto abbastanza apprezzamenti in famiglia, non hai ottenuto la giusta visibilità, così hai rivolto all’esterno questo bisogno di riconoscimento. Questo non significa che tu debba trascorrere il resto della tua esistenza leccandoti le ferite. Quindi inizia a scoprire le tue risorse, inizia a metterti in ascolto di ciò che sei, impara a far luce alla dissonanze, alle contraddizioni che ti incatenano a una vita che non vuoi. Riconosci le tue esigenze e falle presente agli altri. Se non le conoscono non potranno mai prenderle in considerazione, ma se non le conosci neppure tu…non puoi pretendere che lo facciano gli altri. Non essere MAI qualcuno che non sei tu, perché tu hai il tuo posto nel mondo e la tua unicità, che non può essere sostituita da nessun altro.

Puoi ricostruire il tuo “dopo” sfruttando il tuo dolore, ascoltando le tue paure e la rabbia residua di tutte le ingiustizie subite, di quei riconoscimenti mancati (…). Puoi ricostruire il dopo ripartendo dai tuoi bisogni, ascoltandoli e rispettandoli (e facendoli rispettare!). La fase di ricostruzione può segnare l’origine della tua nuova vita. È l’occasione preziosissima di riscoprire se stessi. A questo proposito ti consiglio caldamente di leggere il mio libro «Il mondo con i tuoi occhi» (edito Rizzoli) dove ti spiego come prenderti cura di te e disinnescare le dinamiche relazionali più scomode, sia in coppia che in famiglia.

È un viaggio introspettivo che ti consentirà di trasformare le tue ferite e la tua attitudine difensiva in un’inattaccabile amor proprio. Già, perché l’armatura che più di tutte può difenderti (dalle umiliazioni, dai torti, dalle delusioni e dalla rabbia…) è proprio l’amor di sé. Perché come ho scritto nell’introduzione al mio libro: “Puoi vedere il mondo come ti hanno insegnato gli altri oppure con i tuoi occhi”. Se hai voglia di costruire relazioni sane e appaganti, se hai voglia di scoprire le immensità che ti porti dentro e imparare a esprimere pienamente chi sei, senza timori e insicurezze, è il libro giusto per te. Il libro “Il mondo con i tuoi occhi” puoi ordinarlo qui su Amazon) oppure acquistarlo in qualsiasi libreria.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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