Più è profondo il legame che ci unisce più tenderemo a farci contagiare dalle emozioni dell’altro. Fin da piccoli siamo influenzati a percepire la realtà in un certo modo. I nostri genitori, la scuola, i nostri amici e i mezzi di comunicazione ci condizionano con il loro modo di vedere la vita, nel bene o nel male. Per certi aspetti, assomigliamo un po’ a dei software che vengono installati nell’hard disk e si avviano automaticamente… a meno di non riprogrammarli…
Dalla mattina quando ci alziamo, alla sera quando ci addormentiamo, siamo costantemente in relazione con qualcuno. Qualunque sia la tua quotidianità, ti renderai certamente conto che le occasioni di relazionarsi con le persone sono tantissime, gli scambi che avvengono con queste persone sono tantissimi e le reazioni ai diversi atteggiamenti possono essere tantissime.
Ogni giorno, in ogni relazione, il tuo umore può essere influenzato dagli altri
Esistono alcune persone che, con i loro atteggiamenti invidiosi, gelosi, possessivi, pessimisti, manipolatori, etc., influiscono sul nostro benessere. Purtroppo, le critiche, le menzogne, l’egoismo, le parole sibilline, la falsa gentilezza, le discussioni inutili, ormai sono diventate una costante nella nostra vita. La cosa più triste è che tale tossicità è entrata anche nei rapporti interpersonali. In famiglia, in amore o tra amici spesso si assumono atteggiamenti o si dicono cose che provocano inevitabilmente ripercussioni tangibili. Tuttavia è importante ricordare che le parole e i gesti altrui ci possono ferire solo se glielo consentiamo. Qualche esempio di come possono ferirci? Ecco le classiche frasi che possono davvero lasciare profonde ferite emotive
- Nei confronti di un figlio: “Sei stupido” “tuo fratello è più bravo di te” “Non sai fare nulla” “Non hai preso nulla da me”
- Nei confronti del proprio partner: “Non capisci mai niente”, “Vattene”, “Che cosa ci faccio io con te?”,”Non ti sopporto più”,”Mi hai rovinato la vita”.
- Nei confronti di un amico: “Me lo devi” “Non ci sei mai per gli amici” “Ti ho mandato un messaggio e non mi hai risposto!”
Ovviamente anche i gesti possono assumere risvolti negativi! Ci sono, infatti, atteggiamenti in grado di separare, creare delle crepe difficili da risanare.
Come le persone provocano profonde ferite emotive
Abbiamo parlato all’inizio di permeabilità. Quel fenomeno per cui, all’improvviso, assorbiamo dagli altri una certa carica emotiva che cambia completamente il nostro stato d’animo. Lo stesso Daniel Goleman ne parla nel suo libro “Intelligenza emotiva”. Quasi nessuno è immune a questo fenomeno, poiché può succedere in ogni ambito della nostra vita. Non è raro incontrare nel corso della vita persone che con il loro comportamento subdolo e sibillino mirano a sminuirci, ridicolizzarci per il solo gusto di ferirci soprattutto nella nostra autostima. Prendere atto di alcuni tratti caratteriali di questi individui, ci sarà davvero d’aiuto. Quali sono allora i comportamenti di queste persone dannose, da cui è meglio stare alla larga?
1. Ipercriticismo
Le critiche non sono mai costruttive se mirano a sminuire chi le subisce. Chi subisce la critica si sentirà giudicato, incompreso e di conseguenza frustrato. Una condizione che di certo non aiuta! A volte le critiche sono fatte con buone intenzioni, per il bene dell’altro, ma il destinatario riceverà solo un messaggio: “non sono abbastanza brava/o o capace” o “non mi ama abbastanza o non mi accetta come sono”. In ogni caso, criticare continuamente è un modo infallibile di interporre una distanza psicologica perché la persona criticata si allontanerà sempre di più, non incontrando l’accettazione, il supporto e la comprensione che necessita.
2. Freddezza
Altro atteggiamento che può destabilizzare e logorare una relazione è la freddezza. Qualsiasi relazione intima, sia di coppia, tra amici o in famiglia, necessita di una presenza emotiva. Quando permettiamo a una persona di accedere alla nostra cerchia ristretta, speriamo che lui/lei possa capire ciò che sentiamo. In poche parole: ci aspettiamo che ci sostenga emotivamente. Un atteggiamento di distacco emotivo non può che generare un profondo vuoto affettivo!
Purtroppo, capita di innalzare dei muri virtuali; ci si allontana emotivamente. Spesso si ricorre al silenzio come strumento per punire, si smette di parlare, si sceglie di ignorare l’altra/o di proposito. Ignorando i bisogni emotivi dell’altra persona, viene trasmesso un messaggio molto chiaro: “non mi interessi abbastanza”. Ignorare i conflitti non li risolve, semplicemente li nasconde. Distanziarsi emotivamente non aiuta a risolvere i problemi, ma accentua solo la distanza ed elimina ogni possibilità di comunicazione.
3. Disprezzo
Il disprezzo può assumere mille forme. Insulti con frasi del tipo “sei stupida/o” o “sei ridicola/o”, ne sono la manifestazione più diretta. Anche le umiliazioni velate, soprattutto quando la persona adotta un atteggiamento arrogante e usa tattiche di intimidazione intellettuale, fanno comunque male.
Il sarcasmo, per esempio, è un’altra forma di disprezzo che colpisce molte relazioni perché dietro a una sfumatura apparentemente geniale si nasconde normalmente una presa in giro caustica che danneggia profondamente l’autostima della persona, soprattutto quando è ripetuta nel tempo. Il disprezzo pone un’enorme distanza emotiva. Colui o colei che dovrebbe essere fonte di supporto diventa il proprio peggior nemico, diventando di conseguenza fonte di scoraggiamento: un freno a mano per la crescita.
A differenza del rifiuto o anche dell’odio, che sono sentimenti momentanei, ciò che più fa male del disprezzo è che si tratta di un atteggiamento razionale e premeditato. Il disprezzo implica il rifiuto, ma nasconde anche il desiderio di escludere la persona oltre ad una profonda mancanza di rispetto per le sue idee o sentimenti.
4. Egocentrismo
Qualsiasi relazione, qualunque sia il tipo, coinvolge sempre due persone. Queste persone devono essere in grado di soddisfare alcuni bisogni emotivi nella relazione stessa. Quando questa bidirezionalità viene interrotta e una delle persone assume un atteggiamento egocentrico, l’altra finirà prosciugata emotivamente. Il cosiddetto “ioismo” è la tomba di ogni tipo di relazione. Quando una persona chiede e riceve costantemente senza dare nulla in cambio, prima o poi, l’altra sentirà di essere sottoposta a una emorragia emotiva che le genererà un enorme vuoto. Alla lunga, questa si trasformerà in una relazione tossica dalla quale è necessario liberarsi.
5. Atteggiamento giudicante
Ci sono molti atteggiamenti che separano, ma uno dei più dannosi è la manipolazione incriminante. Queste sono persone che cercano di manipolarti facendoti sentire in colpa. Fanno leva sul tuo senso del dovere o punti deboli per ottenere quello che vogliono, lasciandoti con la sensazione di essere una persona cattiva. Queste persone, consapevolmente o no, stabiliscono relazioni di dominio, soggiogando gli altri attraverso il senso di colpa.
Possono costituirsi giudici, facendoti notare costantemente tutto ciò che fai di sbagliato, oppure possono assumere il ruolo di vittime, lasciandoti il ruolo di carnefice. Ovviamente, quel tipo di relazione è emotivamente estenuante, oltre ad essere profondamente insoddisfacente, perché senti che stai sempre camminando sul filo del rasoio, senza sapere quale delle tue prossime frasi o attitudini offenderanno questa persona.
Mantieni le promesse che ti fai
I rami secchi vanno recisi, sono aridi, appesantiscono e impediscono ai raggi del sole di irradiarsi a pieno. Così sono le relazioni tossiche: asfittiche, sottraggono vitalità e forza espressiva. Le risorse cognitive dell’essere umano non sono infinite, così, ogni giorno, facciamo una selezione e decidiamo (più o meno consapevolmente) a cosa o a chi dare la priorità, a cosa e a chi concedere le nostre attenzioni. Le persone tossiche ci privano di risorse preziose e non solo: chi non ha ancora sviluppato un grosso valore di sé potrebbe rimanerne schiacciato.
Se consenti a queste persone di condizionarti al punto di influire sul tuo stato d’animo, sul modo in cui ti relazioni e, addirittura, sul tuo modo di vedere la vita, avrai di sicuro la peggio. Non diventare prigioniera/o di una mente rigida. Accetta chi sei, accetta i tuoi difetti senza sminuire il tuo valore. Devi credere in te stessa/o e per farlo è necessario che tu mantenga la promessa che dovrai farti ogni giorno della tua vita: “mi impegno a volermi bene”. Solo cosi potrai sentirti libera/o da chi, con il suo atteggiamento, vuole ferirti e compromettere il tuo valore.
Apri gli occhi e prendi il controllo della tua vita
La vita ti metterà a dura prova con situazioni ed eventi a cui non puoi sfuggire e che magari ti arrecheranno dolore, fanno parte di quel pacchetto che chiamiamo vita, ma sappi che non saranno mai insormontabili. Ciò che accade fuori non è mai responsabile del tuo stato d’animo interiore. Il vero e unico responsabile è il tuo atteggiamento mentale nei confronti di ciò che accade. Chiediti: sto davvero vivendo la vita che voglio? Se la risposta è negativa, chiediti il perché, e agisci. Inizia a crearti la tua vita, non perdere più tempo, è arrivato il momento di smettere di seguire gli altri, di giudicare, di soffermarti sulle discussioni. Inizia a goderti la vita come meriti. Ricorda sempre: tu NON sei inferiore a nessuno se credi in te stesso.
Accresci la tua consapevolezza
Siamo tutti il frutto del nostro passato, siamo diventati quello che siamo a causa, (o grazie) alle esperienze che abbiamo avuto in famiglia, con gli amici, a scuola, al lavoro, nelle relazioni. Possiamo però non limitarci a “essere la conseguenza di quello che è stato”, ma regalarci la possibilità di essere semplicemente come meritiamo di essere.
Non aspettare che siano gli altri a farlo. Non aspettarti considerazione dall’esterno. Hai presente quando vedi un bambino andare per la prima volta in bicicletta sotto gli occhi ammirati dei genitori? Il bambino dice «guardami, mamma, guarda quanto sono bravo». Molti adulti vivono bloccati in questa modalità. «vi prego, mondo! Nota quanto sono bravo». Questo arresto è legato a carenze nel passato. Nessuno può tornare indietro e darti la considerazione e la comprensione che non hai mai avuto quando più ne avevi bisogno. Quel bisogno, però, ora è rimasto intatto e ciò che posso fare è darti i mezzi per soddisfarlo da solo. Perché tu puoi farlo.
Puoi guardare a te stesso come farebbe un genitore fiero e orgoglioso di ciò che sta diventando il suo bambino. Puoi e anzi, meriti di essere considerato, stimato e amato. L’unico inconveniente è che gli altri inizieranno a notarti solo quanto tu noterai te stesso. Gli altri, inizieranno ad amarti davvero solo quando tu inizierai ad amarti. Ma come si fa ad amarsi? Ecco un’altra cosa semplice, proprio come camminare e parlare. Ti spiego come compiere questa grande impresa nel mio nuovo e attesissimo libro «Il mondo con i tuoi occhi». Ti prometto che, quando avrai letto l’ultima pagina, avrai la considerazione di cui hai bisogno. Mollerai la presa e smetterai di affannarti dietro a persone o cose che ti tormentano. Il libro puoi ordinarlo qui su Amazon ed è disponibile in tutte le librerie.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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