Ami o dipendi? In cosa si differenzia l’amore maturo da una relazione tossica?

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

L’amore sano, equilibrato, duraturo è una delle esperienze più belle che possiamo sperimentare; questo significa star bene mentre si vive il proprio sentimento, mentre si condivide la giornata, a letto….Purtroppo, spesso lo’amore viene confuso con la passione, l’infatuazione o la dipendenza.

Infatti, la linea di confine tra amore e dipendenza affettiva è molto sottile, così che è molto facile superarla e cadere in un rapporto malsano dove una persona cancella la sua personalità per soddisfare l’altra.

Ma ci sono dei segnali? Regole da seguire per vincere fantasmi passati, difficoltà e trappole di cui sono piene tante storie d’amore? Ogni professionista, ogni persona vorrebbe dire di sì, ma non è così facile definire come non fare passi falsi. Certo ci sono segni molto chiari che, qualora ci si renda conto, siano parte integrante della nostra vita di coppia devono farci fermare e riflettere, anche chiedendo aiuto.

In cosa si differenzia l’amore maturo da una relazione tossica?

L’amore si arrende, la dipendenza è egoista

Quando ami ti concentri nel rendere felice l’altra persona. Pensi continuamente al tuo partner e alle cose nuove che puoi fare per sorprenderlo e soddisfarlo. Non ti preoccupi di chi contribuisce di più al rapporto e non ti arrabbi per i dettagli senza importanza, perché sei consapevole che hai una persona meravigliosa al tuo fianco. Non cerchi di manipolare o dominare il rapporto, perché ti senti al sicuro. Al contrario, chiedi sempre la sua opinione perché lo vuoi fare sentire ascoltato e amato. L’amore maturo è quello che dà senza aspettarsi nulla in cambio, perché il dono è gratificante in sé.

Chi dipende emotivamente, al contrario, si concentra sul modo in cui il partner lo rende felice, stabilisce un rapporto egoistico perché è pronto ad arrendersi, ma solo per ricevere qualcosa in cambio. Questo tipo di persona ha anche una paura enorme di perdere il proprio partner, così spesso assume un atteggiamento manipolativo e tenta di controllare il rapporto per fare in modo che continui ad essere una fonte di soddisfazione personale.

L’amore libera, la dipendenza imprigiona

L’amore maturo implica che ogni persona deve essere in grado di crescere nel rapporto. Ciò significa che ognuno è libero di esprimere se stesso, senza paura di esporre difetti e debolezze. Questa fiducia reciproca è liberatoria e consente a entrambi di esprimere al massimo il proprio potenziale. In questo tipo di relazione non c’è spazio per il controllo, perché ognuno incoraggia l’altro a prendere in considerazione nuovi obiettivi e lo sostiene nel perseguirli.

L’amore maturo è un terreno fertile per la crescita personale. La dipendenza emotiva, al contrario, diventa spesso una prigione. La persona dipendente vuole che il partner passi sempre più tempo al suo fianco, che gli si dedichi completamente dimenticando sogni e progetti. Pertanto, la relazione terminerà per diventare stretta e scomoda.

L’amore dura, la dipendenza è effimera

L’amore sopporta bene il passo del tempo. Infatti, a differenza della passione, l’amore maturo si sviluppa e cresce nel corso degli anni. Come un albero, affonda le sue radici in profondità e sviluppa nuovi rami. Questo non vuol dire che non vi saranno mai disaccordi e problemi, ma che ciascuna delle persone crescerà accanto all’altra, decidendo ogni giorno di stare insieme, non perché hanno bisogno l’uno dell’altro, ma perchè si amano.

L’amore si concentra sull’altra persona, nelle qualità positive che la rendono perfetta per te. Invece, la dipendenza emotiva si basa su un senso di vuoto che deve essere riempito a qualsiasi costo. Infatti, molti di coloro che vivono la dipendenza emotiva passano rapidamente da un rapporto all’altro, perché in fondo ciò che gli interessa non è la persona in sé, ma come questa può riempire la carenza affettiva. Si tratta di persone che non possono stare sole e non cercano l’anima gemella, ma solo qualcuno per riempire il vuoto.

Come sapere se si soffre di dipendenza affettiva?

Prendiamo noi stessi come criterio per capirlo e cerchiamo di rispondere ad alcune domande

  1. Se in una relazione dopo, un inizio quasi fiabesco, in cui ci è venuto naturale sentirci quasi in simbiosi con l’altra persona (fase normale dell’innamoramento) c’è qualcosa, nel progredire della storia che non ci fa sentire liberi di riprendere in mano i nostri interessi abituali o la rete di relazioni familiari e amicali che ci appartengono, chiediamoci perché…
  2.  Se abbiamo spesso la sensazione di essere forzati a scegliere costantemente tra eventi e persone importanti della nostra vita o il nostro partner, come se dando attenzione ai primi facciamo un torto al secondo, chiediamoci perché…
  3. Se nell’affrontare discussioni con il partner abbiamo spesso l’impressione di girare a vuoto e di non riuscire a far capire il nostro punto di vista, non arrivando mai ad una mediazione se non cedendo sempre noi, (e rimanendo comunque confusi e disorientati) chiediamoci come mai…
  4. Se nell’esprimere il nostro disaccordo su qualcosa, le reazioni del nostro partner al nostro dissenso sono eccessive e offensive (insulti gratuiti, svalutazione di tutta la nostra persona, denigrazione dei nostri risultati ed obiettivi) e fanno sentire comunque noi in torto, chiediamoci perché…
  5. Se le reazioni del partner sono state di frequente quelle descritte sopra e poi a queste succede una fase di disperata ricerca di perdono da parte sua, adducendo motivi esterni temporanei ( stress lavorativo, problemi di salute, ecc.) e promettendo che non succederà più, ma alla successiva discussione tutto ritorna come prima – scuse disperate comprese- chiediamoci come mai…
  6. Se a seguito delle reazioni di rabbia e di offese del partner nei nostri confronti, ci sentiamo anche dire che è colpa nostra se si è comportato/a così , perché siamo noi che siamo proprio “cattivi” e/o “sbagliati” e/o ingrati”, dopo tutto quello che lui/lei fa per noi, chiediamoci come mai…
  7. Se via via che la nostra storia evolve, siamo sempre più in imbarazzo con il partner in presenza di amici e familiari per l’atteggiamento sprezzante o svalutante che lui/lei dimostra nei loro confronti e ci sorprendiamo spesso a giustificarlo/a ai loro occhi, così come siamo abituati ormai a farlo noi, (aspettandoci che i nostri cari si adattino al suo modo di fare come abbiamo fatto noi, invece di pensare che anche lui debba adattarsi agli altri) chiediamoci perché…
  8. Se prima la sua protettività, attenzione o gelosia ci faceva sentire amati e considerati e ora ci fa sentire soffocati – e provare questo ci fa, però, sentire in colpa perché l’altro/a si occupa/preoccupa di noi, mentre noi non riusciamo ad apprezzarlo/a, chiediamoci come mai …
  9. Se sentendoci senza via d’uscita pensiamo ad una separazione ma paventiamo, anche al solo pensiero, le reazioni dell’altro/a e per questo non riusciamo ad allontanarlo-ci, chiediamoci perché
  10. Se per gestire le emozioni che si generano all’interno del nostro rapporto sentimentale, cominciamo ad avere contraccolpi anche nella vita lavorativa e nella salute (come ad es.somatizazioni dello stress), e al contempo, ci sentiamo sempre più stanchi/e, demotivati/e, imbarazzati/e di fronte all’esterno, tanto da desiderare di isolarci, di non farci vedere così, chiediamoci perché…

La risposta naturale a questi “perché” è la seguente : stiamo vivendo una relazione “ammalata”!

Una rapporto cioè, basato sul comportamento manipolatorio di uno dei partner che tende automaticamente, perciò ad annullare e sottomettere la personalità dell’altro/a; e questo laddove apparentemente sembra che la tenga, al contrario, nella massima considerazione e ne faccia il centro del suo mondo!

E invece piano piano questo mondo interiore ed esteriore dell’altro, il partner manipolatore tende ad invaderlo e a colonizzarlo per farlo suo; conformandolo a propria immagine e somiglianza!

Perché le relazioni di dipendenza sono così dannose?

Le relazioni che generano dipendenza emotiva finiscono per rendere entrambi infelici. La persona dipendente vuole sempre di più, non è soddisfatta e vive con l’ansia continua generata dalla paura della perdita. L’altra parte si sente sempre più sopraffatta, incapace di sviluppare il proprio potenziale, intrappolata in un rapporto che non apporta nulla. Di conseguenza, prima o poi questi rapporti finiscono.

Fortunatamente, se ce ne rendiamo conto in tempo, potremo ribaltare la situazione e canalizzare l’energia in modo positivo, verso un amore maturo che permette a entrambe le persone di crescere e complementarsi.

Ricordate, una persona può decidere di cambiare qualcosa di sé solo se lo decide! Qualsiasi pungolo dall’esterno sarà nullo se non parte da una motivazione intrinseca e personale. L’unico potere di cambiamento che abbiamo, infatti, è solo su noi stessi… Perché amare in modo sano è un’altra cosa!

Illustrazione di  Nidhi Chanani


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