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Home Psicologia Infanzia

Carenze emotive: come nasce quel disperato bisogno d’amore

Ana Maria Sepe by Ana Maria Sepe
in Infanzia
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Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità», come scrive Epicuro a Meneceo nella Lettera sulla felicità.

Quando veniamo privati d’affetto durante la nostra infanzia, man mano che cresciamo, diventiamo sempre più affamati d’amore; quella fame che ci tormenta e ci spinge a soddisfarla in qualsiasi momento.

Divorati dalla fame emotiva

Ricevere amore sin dalla nascita è essenziale per il nostro benessere psicofisico e per la salute emotiva. La carenza di affetto durante l’infanzia si ripercuote  profondamente sul nostro equilibrio psicologico. Quando infatti diventiamo adulti, agiamo in ogni ambito della vita spinti dalla carenza di affetto, cercando disperatamente di soddisfarla attraverso rapporti di dipendenza, invasivi e immaturi… seppur in modo inconsapevole.

In nome dell’amore

Chi cresce senza amore si sente inesorabilmente divorato dalla fame emotiva; sente la necessità di stare molto vicino a qualcuno, tanto vicino da invadere la sua privacy e superare  limiti personali, sia fisici che emotivi.

Dipendere dall’altro acquisisce una intensità così forte che molto spesso diventa un sostituto dell’intimità. Le aggressioni diventano un’opportunità per permettere alle emozioni più viscerali di affiorire. Una specie di catarsi a spese dell’altro. Si prova persino un certo piacere, ma accompagnato da tanto dolore.

Per chi soffre di forte carenza emotiva, chiudere un legame significa sprofondare nell’abisso della solitudine…annullarsi. Questo è proprio il punto: il nulla. La carenza. Quel luogo dell’anima che è rimasto vuoto da sempre,  a causa di quel bisogno di affetto che non è stato colmato durante l’infanzia. Per questo motivo si percepisce il vuoto, l’assenza… un “nulla” che diventa intollerabile.

Le carenze emotive sono l’origine di molti dei tuoi problemi

Le carezze curano, gli abbracci ci fanno sentire sicuri ed amati, uno sguardo pieno di affetto rallegra l’animo. E se tutto questo ti è venuto a mancare non potrai che sentirti affamata d’amore…tanto da ammalarti.

Mi chiederai: una persona può davvero ammalarsi per non aver ricevuto il giusto nutrimento dell’anima? La risposta è SI. Chi non riceve abitualmente questo tipo di rinforzo positivo trasmesso dalle parole, dalle azioni e dalle carezze cariche di sentimenti sentirà sempre un vuoto.

L’essere umano è un’entità sociale ed emotiva, che necessita di legami affettivi per sopravvivere e per affermarsi come persona in un determinato nucleo….Se le tue interazioni mostrano grosse lacune affettive la tua autostima ne risentirà.

In modo inconsapevole ti ritrovi in una lenta spirale di distruzione, in cui finisci per dubitare di te stessa; una persona che non merita di essere amata o rispettata. Forse non ne sei ancora consapevole, ma questo vuoto emotivo che cerchi di colmare a tutti i costi,  si ripercuote sul tuo stato d’animo e peggio sul tuo sistema immunitario.

Carenze emotive, vuoti della nostra identità

Un adolescente non potrà essere un adulto sicuro se deve imparare a reprimere le sue emozioni, se viene recriminato quando piange perché “è da bambini piccoli” e se gli si dice che essere grandi significa risolvere i problemi da soli, senza chiedere mai l’aiuto degli altri.

Un bambino che cresce senza la vicinanza emotiva dei suoi cari capisce che il mondo è un luogo ostile, dal quale difendersi. Per questo motivo, prima o poi svilupperà rabbia ed ostilità.

Le carenze emotive trasmesse attraverso il linguaggio

A volte una parola ha un impatto più forte di uno schiaffo. Il linguaggio è un potente mezzo di trasmissione delle emozioni e dell’interazione che serve a costruire legami sani, degni e felici.

Se i nostri cari urlano o ricorrono continuamente all’ironia, proveremo quel dolore emotivo che segna negativamente. Oltre alle parole rispettose, positive e significative, è necessario sentirsi ascoltati e compresi. La comunicazione non si basa solo sulla trasmissione di un messaggio, ma sull’ascolto attivo, empatico e costruttivo.

Una relazione senza gesti affettuosi non è autentica

Un amore che non mette in pratica le carezze quotidiane o quei piccoli gesti affettuosi basilari e potenti, si spegne poco a poco, o finisce per non essere una relazione piena e soddisfacente.

Una relazione di coppia non si traduce solo in convivenza, nel condividere spazi, responsabilità o un letto. Per costruire un vincolo autentico, è necessario riporre la propria attenzione su aspetti elementari, e sulle piccole cose.

Uno sguardo di ammirazione, una carezza inaspettata, un abbraccio, la ricerca della mutua vicinanza quando ci si trova con più persone, sono tutti segnali che ci indicano che ci sentiamo felici e sicuri.

Vuoti emotivi che ci privano della salute e ci appiattiscono le emozioni

Potrebbe sembrare strano, ma ci sono momenti durante la nostra vita in cui ci rassegniamo, in cui si appiattiscono le nostre emozioni. Ci abituiamo a non essere abbracciti, a non essere baciati, accarezzati o a non ricevere nessun rinforzo positivo.

Essere rassegnati comporta la passività, la stessa che ci domina di fronte ad una malattia che crediamo incurabile.

Diciamo a noi stessi di stare bene, che non ci importa fare vita sociale, che non ci importa la carezza di un figlio o del compagno. Ma ci sbagliamo! Abituarsi a una vita di vuoti emotivi non è vivere. Perché poi compare quella depressione che non sappiamo da dove proviene. Perché ci sentiamo vuoti, stremati, soli e poco valorizzati.

RICORDA….

L’autostima non è l’effetto di azioni casuali; è come un muscolo e si allena. Per vivere pienamente, per sentirsi meritevoli d’amore è necessario che l’animo venga nutrito di affetto, di carezze emotive, di parole positive…

Non è un percorso facile né veloce, ma è l’unico che devi intraprendere se vuoi vivere in pace con te stessa e, di conseguenza, con gli altri. Il primo passo? Inizia ad amarti, inizia a credere in te stessa; la mattina alzati propositiva. Sorridi alla vita, e la vita ti sorriderà…..hai ancora una vita da vivere.

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Tags: autostimacarenzeemozionifeaturedinfanziatop
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Ana Maria Sepe

Ana Maria Sepe

Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Admin del sito

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