Chi usa queste frasi vuole esercitare un subdolo potere su di te

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Quando temiamo qualcuno è perché a questo qualcuno gli abbiamo concesso del potere su di noi.”  Ho scelto l’aforisma di Herman Hesse per introdurre il concetto di ricatto emotivo.  Le classiche frasi  “Un giorno capirai quello che stai facendo”, “se mi amassi davvero non lo faresti” oppure “Fai pure ma se avrai dei problemi non mi chiedere aiuto” possono essere considerati chiari esempi di ricatto emotivo. Il ricatto emotivo comprende tutti quei comportamenti messi in atto al fine di modificare, nella direzione voluta, il comportamento, le opinioni, le emozioni e le percezioni di un’altra persona senza che quest’ultima possa attivare un pensiero critico per rendersi conto di quanto sta accadendo.

In realtà un certo grado di manipolazione è presente in tutti i rapporti umani

Questo non vuol dire che siamo tutti manipolatori emotivi. Si tratta piuttosto di un livello di manipolazione “ingenuo” che tutti noi adottiamo oppure subiamo con conseguenze per lo più innocue. Fenomeni di “influenza emotiva”, ovvero determinate consuetudini e dinamiche fanno parte della normale vita di relazione e non escludono la co-presenza di dimensioni di maggior consapevolezza e scambio. I manipolatori emotivi rendono invece patologiche e dannose le relazioni dato che adottano questa modalità in modo pervasivo con l’intenzione (deliberata o inconscia) di esercitare un potere sull’altro strumentalizzando perversamente per i propri scopi.

La persona che più è incline ad assecondare il tentatore è quella affamata di gentilezza e accettazione. Il tentatore ti seduce con complimenti e lodi, così da renderti disponibile a rispondere positivamente alle sue richieste. È così un «wow, sei incredibilmente abile, l’azienda non saprebbe cosa fare senza di te» potrebbe indurti a lavorare fino a tardi. Ancora «hai le competenze giuste per diventare il caporeparto, ci vuole solo un po’ di tempo per farlo capire a tutti» e intanto il lavoro aumenta, tu sgobbi, ma un avanzamento di carriera non arriva.

Vittime inconsapevoli e consapevoli del ricatto emotivo

Ebbene sì, in diverse occasioni quasi tutti noi siamo stati dei burattini i cui fili erano mossi da altri; per mano dei nostri genitori, dei nostri amici o per amore. Alcuni ricatti emotivi possono rivelarsi innocui altri però possono nuocere gravemente al rapporto e al benessere psicofisico della persona che ne è “vittima”. In qualsiasi tipo di rapporto, può succedere che una delle due persone ricorra consapevolmente o inconsapevolmente a strategie che le consentono di ottenere qualcosa: solitamente si tratta di ricerca di vicinanza, attenzioni, favori…

Riconoscere un ricatto emotivo non è sempre facile

La maggior parte delle volte, chi ne è vittima non interpreta in maniera corretta i segnali provenienti dalla persona che li invia, considerando questi particolari atteggiamenti come frutto di un carattere ansioso, scontroso o poco conciliante. Nella maggior parte dei casi, questa sorta di manipolazione si cela dietro una richiesta apparentemente innocua, che nasconde in realtà una pretesa che, in un modo o nell’altro, deve essere soddisfatta a ogni costo, nonostante il volere contrario della vittima.

A volte, purtroppo, anche sapendo di essere vittima di una chiara manipolazione scegliamo di subirla per paura delle conseguenze o semplicemente perché il manipolatore o manipolatrice è una persona che amiamo e non vogliamo deludere. Quante volte per esempio, un genitore ci ha costretti a rimanere a casa perché ha inscenato un malessere? Questo avviene quando il genitore usa la forza viva del legame per fare leva su di noi e piegarci al suo desiderio. Per approfondimento leggi “Relazioni tossiche in famiglia, come liberarsi”

Perché diventiamo facile preda?

Come già accennato, è molto difficile capire di essere manipolati e ancora più difficile uscirne, perché il ricattatore emotivo fa leva sulle nostre paure più profonde: la paura dell’abbandono, di non essere amati, etc.. Per approfondimento leggi “Comportamenti tipici di chi usa il ricatto emotivo”

Le persone che tendono a diventare facile preda alla manipolazione emotiva sono  persone con una spiccata sensibilità ed empatia, sono inoltre molto vicine ai bisogni degli altri ed emotivamente fragili. In genere, temono la solitudine e hanno paura di essere lasciate; condizione che le porta a idealizzare l’altro con facilità, a non voler deludere e a dare di sé un’immagine sempre positiva. I tratti sopra descritti sono comunemente riscontrabili nel disturbo dipendente di personalità (DPD), e non è infrequente che le persone affette da depressione siano soggette a rapporti manipolativi.

Forme più comuni di ricatto emotivo

Non è assolutamente semplice rendersi conto di essere vittima di un ricattatore emotivo, tuttavia se ci lasciamo guidare dalla nostra bussola interiore e ascoltiamo gli indizi che ci fornisce, forse il percorso verso la consapevolezza sarà meno difficoltoso.

Intimidazione

Una forma di ricatto emotivo piuttosto comune consiste nell’adottare comportamenti minacciosi e intimidatori; spesso le minacce sono accompagnate anche da comportamenti aggressivi e violenti, come per esempio da scenate a base di urla ed offese, da minacce di abbandono, da affermazioni aggressive e taglienti che hanno lo scopo di fare leva sulle peggiori insicurezze della vittima e di ferirla, dal mettere il broncio e chiudersi in un ostinato e colpevolizzante silenzio.

Tipiche espressioni di questo tipo di ricattatori sono ad esempio: “Se accetti quel lavoro me ne vado”, “Se mi lasci non vedrai più i bambini” Se non accetti di fare gli straordinari scordati pure la promozione”, “Vuoi che mi venga un malore? Allora evita!” “Se dovesse succedermi qualcosa, mi avrai sulla coscienza”

Seduzione

Si tratta del tipo più subdolo di ricattatori: sono quelli che incoraggiano, promettono amore o denaro o carriera e poi chiariscono che, se non ci comportiamo come vogliono loro, non riceveremo nulla. Il seduttore, avendo delle finalità molto esplicite, spesso non viene considerato un vero manipolatore, che usa a suo vantaggio delle armi della seduzione e dell’innamoramento. Con ognuno dei personaggi da conquistare saprà interpretare la parte giusta per farsi apprezzare, da vero attore si trasformerà ogni volta in una persona diversa a seconda delle esigenze richieste dal caso e dalla persona che si trova davanti. Questo particolare tipo di manipolatore reagisce alle proteste facendo sentire la vittima inadeguata e deludente.

“Domani ti porto in quel posto che ami tanto, oggi però preferisco che restiamo a casa, magari mi prepari una bella cenetta”, “Vuoi fare carriera, ci penso io, sappi però che dovrai dimostrarmi la tua piena disponibilità”, “Mi piace farti sentire importante, farti regali, fare viaggi insieme…..devo però conoscerti meglio”, “Ho delle conoscenze importanti, sai? Basta che faccio qualche telefonata, tu però sii paziente”

Vittimismo

Il suo comportamento disorienta! Non fa minacce e neppure minaccia di farsi del male, tuttavia ci tiene a farci sapere in modo inequivocabile che se non facciamo quello che vuole,  soffrirà e la colpa sarà solo tua.

Il terrorismo psicologico che mette in atto è estremamente subdolo e difficile da identificare nel breve periodo: perché caratterizzato da freddezza e scarsa partecipazione, o disappunto silenzioso, accompagnato da parole che negano ciò che palesemente dimostra con i fatti. “Non ho niente!”, “Non ho voglia di parlarti!”, “Fai pure ciò che credi, tanto sento che ho poco ancora da vivere”. “Tu sai quello che fai”, “La decisione spetta a te”, “Se mi volessi davvero bene, non lo faresti”

Devi aderire al modello del «subordinato»

Il problema è che alcune persone, non vogliono che tu migliori. Cioè, verbalmente ti augurano tutto il bene, ma se a conti fatti non rispetti il ruolo che ti hanno assegnato, vedrai che il loro atteggiamento cambia. Ti augurano il meglio solo se quel meglio ti mantiene in una posizione d’inferiorità rispetto allo standard che ti hanno assegnato. Qui gli scenari possono essere molto diversi in base alla scala di valori che ha la portatrice di caos. A volte, potresti disattendere il ruolo designato anche semplicemente acquistando un nuovo smartphone (alcune persone vogliono sentirsi superiori sul piano materiale), seguendo un nuovo hobby in cui lui/lei non è previsto (alcune persone vogliono occupare spazi totalizzanti nella tua vita) o… se scegli qualcosa senza prima aver consultato la loro opinione.

Come difendersi?

Il primo passo è quello di riconoscere cosa sta accadendo e rendersi conto di trovarsi implicati nelle modalità relazionali di un ricatto morale; il secondo passo consiste nel cercare di correggere i comportamenti che ci fanno star male. In tale processo è assolutamente essenziale fare chiarezza, quindi definire la propria posizione all’interno della relazione, mettere in luce i sentimenti che si provano, affermare ciò di cui si ha bisogno, indicare ciò che si è o non si è disposti ad accettare.

Non puoi continuare a vivere un rapporto all’ombra di questi sentimenti laceranti, imponendoti di sopportare o tollerare questi ricatti emotivi, al contrario devi liberartene cambiando la tua reazione a questi messaggi, smettendola di assecondare. Ricorda sempre che l’amore, quello vero, in qualsiasi declinazione esso sia, è sempre gentile, rispettoso e soprattutto libero e se il sentimento che ti lega a queste persone è puro e autentico, nessuna minaccia potrà distruggerlo.

Distaccarsi emotivamente da certe persone è la migliore cura, anche se non è facile

Non è la solitudine che fa star male (anche se ne siamo convinti) ma è la ferita e il senso di abbandono ed è li, nel profondo di queste leve, che devi andare a lavorare per maturare guarire e conoscere l’animo umano. Contro ogni forma di violenza c’è solo l’amore. Poiché il manipolatore, nella maggior parte dei casi, non è in grado di dare amore, questo va cercato dentro di te e nelle persone che ti vogliono veramente bene.

Impara a dire di no

I confini sono importanti perché portano le persone a rispettarti e indicano loro come dovrebbero trattarti. Quando dici di sì troppe volte, dai la priorità ai bisogni di qualcun altro rispetto ai tuoi e gli altri penseranno che sia giusto approfittare di te. I confini ti aiutano a dare la priorità ai tuoi bisogni e insegnano agli altri a rispettarti.

Riparti da te

E’ arrivato il momento di concentrarti su di te e i tuoi bisogni. A lungo hai vissuto nell’ombra per il bene della relazione, per il bene delle persone a te care! Eppure non è servito….anzi si sono solo approfittati di te. Riparti da te, metti in atto una riorganizzazione totale della tua vita per riallinearti e capire a cosa dare priorità. Non agire per assecondare idee altrui e non sentirti obbligata/o a scegliere solo perché qualcun altro se lo aspetta. Tutto ciò che ti serve, risiede nel tuo essere, nella tua persona. Non devi dimostrare niente a nessuno, non ne hai bisogno.

Che sia un genitore, un partner o un amico, ti farà sentire accettato con la condizionale. Fin quando aderisci al modello del subordinato in cui la relazione è completamente sbilanciata e i carichi gravano tutti sulle tue spalle (sei accondiscendente, lasci che invalidi le tue emozioni, non esci dal ruolo che ti ha assegnato…), allora le cose filano lisce. Ma quando provi ad affermare te stesso o una tua necessità, emergono le minacce. La minaccia dell’abbandono, della rabbia, dell’isolamento, dell’esclusione… Non sempre le minacce sono affettive, qualcuno può utilizzare ricatti economici e sfruttare una posizione di potere in ambito lavorativo. Ecco perché non è sempre facile venirne fuori. Ma un modo sano e sicuro per gestire i confini con queste persone c’è. Un modo per affermare te stesso esiste. Pensaci bene, non sarebbe perfetto avere accanto persone capaci di convalidare le tue emozioni? Di condividere con te la stessa realtà senza tentare di distorcerla?

Esiste una realtà ben concreta in cui tu sei al centro della tua vita. In cui tutti i tuoi bisogni hanno un senso, vanno ascoltati e appagati! Una realtà in cui puoi affermare te stesso, accoglierti e amarti. In tal modo, attrarrai a te solo persone che sono capaci di darti la considerazione che meriti.

Che, come nel mio esempio, hanno cura del legame che instaureranno con te. Non si tratta di un’utopia. Tutto questo è possibile e puoi averlo in tutti i rapporti. Ho scritto un libro sull’argomento, s’intitola «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce». Lo puoi trovare in tutte le libreria o su Amazon, a questo indirizzo.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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