Come capire chi è falso nei tuoi confronti

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

I falsi amici non dovrebbero trovare spazio nella tua vita. Le persone che frequentiamo hanno una certa influenza sulla nostra salute psicofisica, ecco perché è importante essere selettivi, e circondarsi solo di persone con cui stringere legami autentici. Ma come riconoscerle? Vorrei poterti parlare di lealtà e chiarezza, ma tutti sanno mentire con le parole. Ecco perché dovrò parlare di emozioni. Il modo in cui i tuoi amici ti fanno sentire è un prezioso indicatore di autenticità.

I falsi amici ti fanno sentire a disagio, fuori posto o e giudicato. Al contrario, con persone genuine, ti sentirai libero di essere te stesso e non sentirai mai il peso del giudizio. Questo capita quando dall’altro lato hai una persona che riesce a rispettarti per ciò che sei e non per ciò che fai per loro.

Dovremmo sempre fidarci di ciò che proviamo e imparare a dialogare con noi stessi. In fin dei conti, tu sei l’amico più sincero che hai. Prova dunque a interrogarti sulle origini delle tue emozioni. Durante una serata con i tuoi amici, come ti senti? Qualcuno ti ha fatto sentire di peso? Ti ha fatto sentire umiliato? In che modo? Perché pensi che abbia detto o fatto ciò che ti ha urtato? Se stava solo scherzando, ritieni che sia un modo di scherzare rispettoso? Mentre interroghi il tuo mondo interiore e rifletti sui tuoi scambi personali, ci sono altri indicatori che possono dirti chiaramente se stai frequentando un falso amico. Sappi che alcuni comportamenti possono essere molto sottili, ma altri sono veri e propri segnali di fumo, non solo li vedi subito ma ne senti la puzza anche a chilometri di distanza. Iniziamo proprio da quelli.

Gli amici falsi parlano male di chi non è presente

Il pettegolezzo leggero ci può stare. C’è una bella differenza, però, tra una chiacchiera di troppo e una critica velenosa, soprattutto se il destinatario della critica è una persona vicina a chi la muove. Un vero amico è leale non solo quando sei presente, lo è anche alle tue spalle! Se qualcuno sminuisce l’altro è perché, in qualche modo, ha bisogno di sentirsi superiore. Probabilmente alla radice di questa sua condotta c’è un enorme complesso di inferiorità, ma tu non sei lì per psicanalizzarlo! Tu sei lì per trovare un amico… Ecco, quella persona non è l’amico che cerchi perché, prima o poi, sentirà il bisogno di fare lo stesso anche con te. Sentirà ben presto il bisogno di sminuirti per sentirsi migliore di te.

Non sono felici per i tuoi traguardi

Un buon amico fa il tifo per te mentre ti lanci contro le sfide della vita ed è felice per te quando le superi! Se vuoi sapere se qualcuno è un buon amico, presta attenzione a come reagisce ai tuoi successi. Non devi pensare per forza a una promozione o un grande evento. Anche un acquisto o un regalo ricevuto… qualsiasi cosa che potrebbe renderti felice o farti risaltare.

Per esempio, hai comprato un nuovo maxi tv. Ecco che il tuo falso amico ti dice «ah, sì, questa tecnologia è superata, io non lo prenderei mai», oppure, compri un bracciale alla moda e lui/lei esordisce con: «ormai ce l’hanno tutti, è piuttosto dozzinale». Non c’è mai un apprezzamento, o meglio, gli apprezzamenti possono arrivare ma solo quando l’oggetto di stima è qualcosa che il falso amico ha già ottenuto o reputa palesemente inferiore. In quel caso, non ti vedrà come una minaccia e quindi non sentirà il bisogno di sminuirti. Se qualcuno non può essere sinceramente felice per te quando ti succede qualcosa di bello, c’è qualcosa che non va.

Sfumature patologiche d’invidia

C’è chi elabora l’invidia e la trasforma in sana competizione, in ambizione o ammirazione e chi, invece, la usa come arma di disprezzo (scredita, ferisce, offende…). Un falso amico è sostanzialmente una persona invidiosa. Una persona invidiosa stringe tutti i suoi legami su una logica affettiva malsana che suona più o meno così: «se io non ce l’ho fatta, non deve farcela neanche lui». Allora che fa? Come avrai intuito, sminuisce tutto ciò che ti riguarda.

In quadri patologici più accentuati, il falso amico può distorcere la realtà. In questi scenari, lui/lei si sente così insoddisfatto di sé da rifugiarsi in un mondo di illusioni. In questo caso, il falso amico ritiene davvero di essere migliore di te, di conseguire risultati meravigliosi, ritiene davvero di essere speciale, una mente eccelsa. Afferma con convinzione di vivere la vita desiderata, di avere una carriera da sogno (a prescindere dal suo impiego) e, se tu hai successo, può arrivare ad affermare con la stessa convinzione che… è merito suo!

Un esempio? È un tuo amico universitario, lavori alla tesi, il prof ti fa un complimento per l’elaborato svolto e il falso amico ti dice che quell’idea è stata sua, te l’ha suggerita lui/lei e che gli dovresti essere grato.

Una qualsiasi persona ben funzionante, non vivrebbe mai nel mood «se io non ce l’ho fatta, non deve farcela nessuno», piuttosto penserebbe: «se lui può farcela, allora posso farcela anche io!» oppure «se lui può farcela, posso riprovarci anche io».

Le sue parole non corrispondono alle sue azioni

Mentre i veri amici non sentono il bisogno di strafare, i falsi amici usano effetti speciali per abbagliarti e lo fanno con la lusinga, con promesse e mostrandosi super-generosi. Si dipingono come una sorta di angelo sceso in terra. Un paladino del bene. Pieno di valori. Ma poi, osservandoli bene, si notano mille contraddizioni anche piuttosto grossolane.

Gli effetti speciali divengono pirotecnici e scoppiettanti soprattutto quando vogliono avanzare una richiesta. In questo caso, partono le false carinerie. L’amico falso è pronto a elargirti qualcosa (lusinghe o regalini) a due condizioni:

  • ciò che ti dà per lui/lei non costa un reale investimento
  • quello che vuole ottenere da te, per lui/lei, ha più valore di ciò che ti dà

Ecco perché il falso amico può ammaliarti con belle parole e grandi gesti ma poi, in sostanza, non essere realmente disponibile. Questa è una regola generale che può servirti per valutare qualsiasi persona: esiste, nella sua vita, una coerenza tra le sue parole e la sua condotta personale? È chiaro che il falso amico è disponibile solo quando vuole il suo tornaconto.

Non chiede, pretende

Un buon amico può avere bisogno di te. Può chiederti dei favori ma sa sempre rispettare un rifiuto. Un falso amico non chiede ma pretende, ciò significa che usa strumenti di ricatto. Letteralmente, ti estorce ciò che vuole. Non passi a prenderlo con l’auto? Bene, la prossima volta non ti inviterà a casa sua. Non vuoi preparare la lasagna? Vorrà dire che sparlerà di te con tutti rivelando i segreti che gli hai confidato.

Con i falsi amici è tutta un’estorsione. Le amicizie a convenienza hanno tutte una cosa in comune: se smetti di fare ciò che vogliono, spariscono oppure modifica il suo comportamento al fine di farti sentire in colpa e nel torto.

L’amicizia vera è differente

Bene, abbiamo parlato fin troppo di ipocrisia e falsità. Ecco perché voglio concludere dedicando alcune righe all’amicizia sincera. Un amico che ti vuole bene, non ti dà consigli solo per sentirsi migliore di te. Non è ipercritico sulle scelte che compi. Sa supportarti e lasciarti i tuoi spazi, sa rispettare i tuoi bisogni e soprattutto la tua libertà. L’amicizia è libertà. Ciò significa che tu puoi sentirti a tuo agio e libero di declinare una proposta contando sulla comprensione del tuo amico.

La vita non può negarti legami autentici se impari a esprimere pienamente te stesso

La vita non potrà mai negarti un amico vero se non hai paura di essere te stesso. Sai quando la smettiamo di stringere dei legami tossici? Quando impariamo a volerci bene e a farci rispettare per ciò che siamo. Troppo spesso, nell’interagire con gli altri, indossiamo una maschera di accondiscendenza. La parola “maschera” è vista come sinonimo di falsità ma non è sempre così.

La maschera dell’accondiscendenza l’abbiamo indossata la prima volta quando eravamo molto piccoli, quando, per far contenti mamma e papà siamo stati costretti a negare noi stessi. Molti di noi, infatti, non hanno avuto modo di conoscere il famoso amore incondizionato e, fin da piccoli, hanno dovuto guadagnarselo. Per un bambino questo significa “fare contenti i grandi” quindi, crescendo, abbiamo continuato a indossare quella maschera, abbiamo continuato a essere accondiscendenti alla richieste degli altri. Quella maschera ci ha obbligato a dire sempre «sì» anche a richieste scomode, ci ha costretti ad accettare compromessi che poi ci stavano stretti! Ci ha fatto allontanare da ciò che siamo veramente.

Adesso che siamo adulti, possiamo sbarazzarci finalmente della maschera dell’accondiscendenza. Possiamo finalmente imparare a esprimere pienamente noi stessi, senza pura di affermarci come persone complete e degne di stima quali siamo! Per troppo tempo abbiamo detto «sì» a richieste quando volevamo invece dire un netto «no, non voglio!». Per troppo tempo ci siamo fatti sminuire dagli altri perché non sapevamo come affermarci, come farci accettare per ciò che siamo davvero.

A volte, quella maschera si fa così pesante che addirittura siamo confusi su ciò che vogliamo e ciò che possiamo raggiungere. Questo succede quando, per soddisfare gli altri, mettiamo da parte i nostri bisogni per troppo tempo.

Sii consapevole di CHI SEI

Sicuramente conosci il tuo colore preferito del momento (è normalissimo se cambia!), quando sei nato e le scarpe che preferisci indossare. Ci sono, però, tantissime cose di te che ignori completamente e per questo a volte ti senti confuso, disorientato sulle scelte da prendere o addirittura incoerente (stare con chi ti fa soffrire, procrastinare cose che a lungo termine ti fanno bene, ignorare i tuoi bisogni autentici…). In realtà, non c’è niente di incoerente nel provare desideri ed emozioni contrastanti. Anche queste sono il frutto di un “giudice severo”, perché se da un lato inneggi la forza, il controllo e la determinazione, dall’altro ci sarà sicuramente una parte di te che desidera la fuga e la perdita di controllo e che quindi spingerà verso delle condotte che sembrano remarti contro.

Tutto questo è “razionale” nella logica delle emozioni… solo che non conoscendoti profondamente, non sapendo come funziona la tua psiche, tu non puoi saperlo! Se ti va di iniziare a conoscerti davvero, sappi che ho scritto un nuovo manuale di psicologia (già bestseller), s’intitola «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», lo puoi trovare a questa pagina Amazon e in tutte le librerie d’Italia.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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