Come comunicare i propri bisogni nella coppia

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Oscar Wilde ha detto: “Il libro della vita comincia con un uomo e una donna in un giardino e finisce con….. l’Apocalisse ” Volenti o nolenti, non possiamo negare il fatto che nel momento in cui si costruisce una coppia c’è la possibilità che ci siano delle crisi all’interno di questa. Sembra che ad un certo punto quelle che sembravano le qualità del partner, le stesse per cui si era fatta quella scelta, ora siano diventate il lato negativo del partner.

Si arriva a leggere proprio la caratteristica che sembrava positiva all’estremo opposto considerandola insopportabile.

È tipica la situazione in cui si sceglie il partner che fa ridere, ma questa sua caratteristica può poi diventare il motivo della crisi perché viene letta come superficialità.

La questione sta nel come si vive e si supera la crisi che può anche essere un momento di crescita e di apprendimento di nuovi comportamenti. Ci sono delle abilità che si possono apprendere e utilizzare per superare le crisi anche in funzione delle aree che sembrano essere più problematiche.

In una serie di schede verranno analizzate le problematiche più comuni e si illustrerà come si possono utilizzare delle semplici “tattiche” per cercare di migliorare la qualità della coppia.

Si inizia con una difficoltà comune a molte coppie:

“L’ESPRESSIONE DEI SENTIMENTI E LA COMUNICAZIONE DEI PROPRI BISOGNI”

Esprimere i propri sentimenti significa identificare e poi dare voce alle proprie emozioni.

Comunicare i propri bisogni significa pianificare in anticipo come chiedere “cosa vuoi” e essere assertivo rispetto a ciò, piuttosto che essere passivo o aggressivo. Essere abili in queste competenze migliora la propria relazione di coppia.

Spesso ci si abitua a nascondere le proprie emozioni e di conseguenza a non comunicarle, a volte per motivi di natura familiare, l’educazione e le primissime esperienze di vita, a volte per valori culturali e sociali (basti pensare a come tutt’oggi sia denigrato l’uomo che mostra apertamente la sua tristezza).

Si può imparare ad esprimere con maggiore facilità i propri sentimenti di

  • emozione
  • sentimento
  • affetto

VEDIAMO COME

1) Per prima cosa è importante imparare a identificarli:

  • Sono buoni o cattivi? Cioè nel momento in cui lo si prova la sensazione è positiva o negativa?
  • Localizzarli nel proprio corpo, misurarli, sentire quanto spazio occupano, dagli una forma e infine un colore.
  • Cosa ci dicono? Provare ad immaginare che il sentimento ci possa parlare. Cos ci sta dicendo?
  • Come pensiamo di agire? Quale azione questo sentimento ci fa venire in mente?
  • Quale esperienza precedente ci ricorda? Chi c’era quando lo si è sperimentato? In che occasione? Che cosa si è fatto allora?
  • Dargli un nome e per fare questo aiutarsi anche con il vocabolario o con i sinonimi e contrari.
  • Tenere un diario dei sentimenti provati durante la settimana.

2) Una volta che si è chiarito a se stessi la natura dei sentimento bisogna prepararsi ad esprimerlo. Prima di tutto:

-Scegliere una parola chiave affettiva (come spiegato prima). Definire chiaramente cosa significa quella parola. (definizione)

-Usare altre parole o sinonimi per descrivere l’intensità dell’emozione (ad esempio una leggera rabbia, può essere descritta come, “irritazione”, una forte rabbia è una “furia”) (intensità)

-Spiegarsi e chiarirsi quando è accaduto (durata)

-Evitare di identificare nel compagno le cause di comunicarglielo apertamente. È meglio fare riferimento al contesto e descriverlo chiaramente senza ascrivere ad altri la causa (es: “quando sono a casa da solo mi sento triste” e non “tu mi lasci sempre a casa da sola e quindi mi sento triste” (Causa e contesto)

-Raccontare delle esperienze precedenti simili (precedenti storici)

Esercizio di espressione dei sentimenti

Pensa ad una situazione in cui avresti voluto esprimere il tuo sentimento dominante e utilizzando le chiavi di espressione dei sentimenti descritti prima, provaci:

  • parola chiave affettiva
  • definizione
  • intensità
  • durata
  • causa e contesto
  • precedenti storici

A cura di Anna Pitrone, psicologa psicoterapeuta di formazione umanistica integrata
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