Auto-disciplina: emancipazione emotiva dai genitori

| |

Author Details
L \\\'Autore di questo articolo è uno psicologo o psicoterapeuta.
Carenza di disciplina emotiva: quando la forza di volontà non basta

L’importanza di emanciparsi emotivamente dai genitori è che solo così si può costruire una vera autonomia personale. Se non si raggiunge ciò, il passato diventa un peso che ostacola il progresso.
Emancipazione emotiva dai genitori
L’emancipazione emotiva dai genitori non è un traguardo facile da raggiungere, soprattutto quando la relazione è stata conflittuale o è segnata da eventi traumatici. Tuttavia, questa liberazione è una delle condizioni essenziali per essere adulti sani.

Stranamente, i legami malsani sono spesso più forti di altri. Problemi o traumi irrisolti pesano più delle esperienze felici. Per questo, in molte occasioni, l’emancipazione emotiva dai genitori significa anche affrontare esperienze dolorose.

Una persona che non è in grado di emanciparsi emotivamente dai genitori si porta dietro il passato come se fosse un peso. Non importa quanto si mantengano le distanze fisiche o non si pensi mai a loro, è molto difficile sentirti in pace con se stessi se non si affronta questo passaggio indispensabile.

” Non è mai troppo tardi per avere un’infanzia felice.”

-Milton Erickson-

Come raggiungere l’emancipazione emotiva dai genitori
1. Smetterla di biasimarli
Diventare adulto significa assumersi la responsabilità della propria vita. Ciò include sentimenti, emozioni e decisioni. Quando si hanno molti problemi con i genitori, si è tentati di biasimarli per tutti gli errori commessi.

È vero che l’educazione determina gran parte della nostra persona, ma è anche vero che arriva un momento in cui diveniamo capaci di farci carico di noi stessi e delle nostre azioni. Ciò include colmare vuoti, superare i traumi, rimediare a certi errori e il tutto garantisce l’indipendenza emotiva.

Ragazza che conforta sua madre.
2. Accettare i genitori
Pochissime persone al mondo possono dire di avere genitori perfetti. La maggior parte dei genitori vuole il meglio per i figli, ma non sempre si è bravi a identificarlo. Non tutti, inoltre, sono pronti a svolgere quel ruolo di guida ed esempio.

La verità è che raggiungere l’emancipazione emotiva dai genitori presuppone la capacità di accettarli così come sono e come erano. È molto più intelligente e liberatorio cercare di capirli e accettarli, apprezzando i loro aspetti migliori.

3. Amare i genitori
Tutti gli amori sono imperfetti e lo è anche quello dei genitori verso i figli. A volte non riescono nemmeno ad amarli davvero perché i loro limiti emotivi glielo impediscono. Ciò non è dettato da cattiveria, ma difficoltà che non sono stati in grado di risolvere.

Amare è un modo per emanciparsi emotivamente dai genitori. Quell’amore non deve essere intenso, ma reale. L’ideale è basarlo su rispetto, considerazione e pensieri positivi nei loro confronti. È un modo per evitare che il rancore continui a gravitare nelle nostre vite.

4. Sentirsi responsabili della felicità dei genitori non consente l’emancipazione emotiva
In molti casi, i bambini non sono in grado di emanciparsi dai genitori perché provano molti sensi di colpa. Li capiscono, riconoscono i loro limiti, li amano ed è per questo che vorrebbero donare loro la felicità che da soli non hanno raggiunto.

L’affetto verso i genitori si esprime proteggendoli, ma da ciò a sentirsi responsabili della loro felicità, c’è molta strada da fare. Ogni persona è responsabile del proprio benessere e i genitori non fanno eccezione. Come tutti gli esseri umani, non saranno mai completamente felici e nessuno è da biasimare per ciò.

5. Essere empatici
Cercare di mettersi nei panni dei genitori è un esercizio catartico. Aumenta la comprensione di ciò che hanno fatto o meno. Permette di approfondire le loro motivazioni e gli ostacoli che hanno affrontato, non solo come genitori, ma anche come individui.

Essere empatici è un altro modo per raggiungere l’emancipazione emotiva dai genitori. E non solo: aiuta anche ad ampliare le proprie prospettive. Consente di vedere le situazioni da un altro punto di vista e questo arricchisce la conoscenza di sé.

6. Coltivare la gratitudine
C’è sempre molto di cui essere grati ai genitori, nonostante gli errori che hanno commesso. La vita stessa è un dono che ci hanno fatto, anche se non hanno saputo coltivare nel migliore dei modi quella vita che è stata loro affidata.

Nessuno diventa adulto da solo. Sicuramente, molte volte i nostri genitori ci hanno accudito, nutrito, protetto da malattie o pericoli e hanno cercato di renderci brave persone. Conviene sottolineare tutto ciò, piuttosto che quello che non ci hanno dato.

Figlio che cammina con suo padre.
7. Riconoscere e accettare il passato per raggiungere l’emancipazione emotiva
Il passato può ripresentarsi e impedirci di lasciarci alle spalle l’odio. Nessuno può voltare pagina e fingere che ieri non esista. Il modo migliore per collocarci nel presente, tuttavia, è rivolgersi al passato con uno sguardo comprensivo. Approfondire cos’era e le ragioni per cui era così.

Appropriarsi del passato è un passo necessario per emanciparsi emotivamente dai genitori. Questa appropriazione presuppone una reinterpretazione di quanto accaduto alla luce di quanto appreso. Consente anche una piena accettazione e di assumerci la responsabilità delle dovute conseguenze. L’unico passo che segue è crescere.

1 commento su “Auto-disciplina: emancipazione emotiva dai genitori”

  1. Cara Anna, mi riservo di leggere altri suoi articoli in quanto ho trovato questo scritto con garbo e con giusto accompagnamento a poter credere che ci si possa migliorare.
    Molti altri colleghi trattano l’argomento in maniera superficiale, piena di ripetizioni di esortazioni che tutti già sappiamo.
    Come che dire che muoversi anziché stare fermi fa meglio, quasi nessuno ci avesse pensato.
    La resistenza al cambiamento (ne so qualcosa….ci lavoro da decenni…) spesso ha dentro di se radici antiche e profonde….e vissuti che sono una combinazione di eventi e di “vicinanze” che, in un elemento già compromesso di base, non aiutano ad uscirne.
    Quando si raggiunge la consapevolezza di tutto però, magari si é andati talmente avanti che tutto l’essere è intriso di comportamenti non funzionali, pensieri negativi con i quali devi farci i conti costantemente per deviare, cambiare, sostituire.
    E non è un lavoro da poco perché nel frattempo l’autosabotaggio inconsapevole ha fatto un ottimo lavoro…
    Non resta che andare avanti sperando che il lavoro che si sta facendo (eh si..un passo avanti e due indietro…) possa dare frutti.
    Anche se, per concludere, vorrei far presente un paio di aspetti spesso presenti in chi fa fatica a “esserci”…..: Il mancato riconoscimento dei propri , anche se piccoli, successi.
    La tendenza alla ciclicità umorale, per cui alternando stati positivi nei quali tutto par funzionare, e tutto ciò che provi a fare ha riscontro, ripiombi in stati negativi che annullano la sensazione positiva di te stesso e ti fanno pensare che fosse il caso e non i tuoi sforzi a fare andare meglio le cose.
    Una piccola testimonianza da chi da anni ci prova e sicuramente si autosabota perché più si va avanti e più si radica questa tendenza fino poi a essere, forse, un inconsapevole scelta di vita……..forse…boh.
    Cordiali saluti…

I commenti sono chiusi.