i 10 pilastri mindfulness da applicare nella relazione

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Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, dottore di Ricerca in Neuropsicologia ed esperta in Mindfulness.

Attraverso il rapporto con amici, familiari, colleghi e amanti possiamo infatti sentirci nutriti, gratificati e felici oppure sperimentare frustrazione, dolore, senso di solitudine e rifiuto. 

Per questo, le relazioni interpersonali, ed in particolare modo le relazioni sentimentali, rappresentano un aspetto importantissimo della nostra vita;

Stili di attaccamento

Il modo in cui viviamo le nostre relazioni importanti dipende molto da quello che viene definito “stile di attaccamento” ossia, molto brevemente, la maniera di sentirci e comportarci con l’altro e che comprende il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri, e ciò che ci aspettiamo dalla relazione.

Lo stile di attaccamento si costruisce attraverso le prime esperienze di attaccamento vissute nell’infanzia con le persone di riferimento (genitori o caregiver) e tende a stabilizzarsi nel tempo.

Uno stile di attaccamento “sicuro” ci permetterà di vivere il rapporto con l’altro in modo sereno ed equilibrato senza perdere di vista le nostre priorità, mancare di rispetto a quelle dell’altro e senza vivere nella paura; viceversa uno stile di attaccamento “insicuro” o “evitante” porterà alla creazione di dinamiche disfunzionali ricorsive nella relazione, minandone la sopravvivenza e creando disagio a chi la vive.

Il manuale per una relazione sana

Non esiste un “manuale di istruzioni generale” per avere relazioni perfette (la perfezione non è di questo mondo ed è attraverso le difficoltà che impariamo a crescere…), ma è possibile migliorare la qualità dei nostri rapporti con gli altri (e con noi stessi), tenendo sempre presenti alcuni semplici suggerimenti, in grado di aiutarci a vivere più serenamente e a sentirci meglio.

1. ESSERE COERENTI CON I PROPRI VALORI

Agire invece di reagire. Ciò significa farci guidare dai nostri valori e dalle nostre motivazioni profonde e non da automatismi indotti dal comportamento dell’altro.  Abbiamo imparato a reagire automaticamente al comportamento degli altri: se qualcuno è sgarbato con noi potremmo dunque reagire in modo automatico con altrettanto sgarbo. Questa prima lezione di consapevolezza ci insegna invece a domandarci – prima di reagire – “chi voglio essere?”, “qual è il meglio di me?”. Se il nostro valore di riferimento è la gentilezza o il rispetto degli altri, restiamo coerenti con questo indipendentemente dal contesto. Quando non agiamo in sintonia con i nostri valori, ci trasciniamo nel tempo sentimenti e pensieri spiacevoli che compromettono la nostra integrità ed il nostro benessere.

2. NON DARE PER SCONTATO CHE GLI ALTRI VOGLIONO ESSERE TRATTATI COME VORREMMO ESSERLO NOI

Questo significa, nell’approcciare gli altri, che è bene chiederci e chiedere loro sempre di cosa hanno bisogno e cosa desiderano. Non c’è altro modo per saperlo se non chiederlo. Dare per scontato che i loro bisogni siano simili ai nostri, o non cambino nel tempo e in contesti diversi, porterà a malintesi e difficoltà relazionali.

3. DIALOGARE CON LA MENTE QUANDO CI MANDA PENSIERI DI INSICUREZZA

La nostra mente è strutturata per proteggerci e a volte lo fa in maniera rigida e ostinata, allarmandoci anche quando non ve ne è un reale bisogno, evocando in noi sentimenti di insicurezza, dubbio e preoccupazione e portandoci ad affermazioni quali: “sono tutti migliori di me”, “nessuno mi potrà amare davvero” ecc.

Di fronte a queste generalizzazioni occorre fermarsi e riflettere, parlando con la mente che le produce e ricordando a noi stessi che si tratta solo di pensieri, convinzioni disfunzionali nate dalla paura e dalle esperienze passate.

Anche in questo caso agiamo a partire da ciò che vogliamo essere, dalla persona che desideriamo essere e sentirci. Assumiamo una prospettiva più sana ed equilibrata dicendoci magari “posso tollerare di non piacere a tutti” oppure “è normale che alcune persone reagiscano negativamente a me” ecc.

4. COLTIVARE LA FIDUCIA IN NOI STESSI

Coltivare fiducia, amore e stima in noi stessi è un nostro compito, non un compito dagli altri: maggiori sono la fiducia e la stima che abbiamo in noi stessi e migliori saranno le nostre relazioni. Affinché sia possibile coltivare autostima e fiducia è importante agire nel rispetto e coerentemente con in nostri valori più veri, perché ci permette di essere a nostro agio con noi stessi e di sentirci sicuri e integri. Soprattutto nelle relazioni interpersonali. Chiediamoci sempre se stiamo agendo rispettosamente verso noi stessi e coerentemente con la persona che desideriamo essere.

5. RICONOSCERE L’IMPULSO AD AGIRE IN MANIERA DISORDINATA E PRENDERCI UNA PAUSA

Quando ci accorgiamo di sperimentare forti emozioni negative verso gli altri, è bene prenderci una pausa prima di agire, diventando consapevoli di come ci sentiamo e di cosa ci fa sentire così. In pratica è importante imparare a diventare pienamente consapevoli di cosa ci porta a sperimentare forti emozioni negative, spingendoci ad agire d’impulso.

Permettere a noi stessi di non reagire mettendo in atto i soliti schemi disfunzionali, sperimentando comportamenti nuovi e più sani, è molto importante per migliorare la qualità delle nostre relazioni e della nostra vita.

6. RESTARE APERTI E CURIOSI

Nelle relazioni interpersonali siamo coinvolti con tutti noi stessi: aspettative, giudizi e convinzioni profonde entrano in gioco e ci guidano nei comportamenti e nel modo in cui reagiamo all’altro.  Vivere la relazione con maggiore apertura e curiosità significa sganciarci dai vecchi schemi azione-reazione e mettere in pratica nuovi modi di vedere le cose e il rapporto con l’altro, sperimentando comportamenti più sani, lasciando andare pregiudizi e preconcetti.

7. DIRE CIO’ CHE VOGLIAMO E COME VOGLIAMO ESSERE TRATTATI

Gli altri non possono sapere automaticamente cosa desideriamo e cosa pensiamo, a meno che non siamo noi a dirlo.

Gli altri sono diversi da noi, le loro aspettative ed abitudini derivano da una storia di vita che non è la nostra e questo fa una grande differenza; non possiamo dunque dare per scontato ci capiscano tanto da poterci “leggere nel pensiero”; dunque se vogliamo – o non vogliamo – qualcosa, la cosa migliore da fare è comunicarlo apertamente. Altrimenti si rischia di andare incontro a malintesi e delusioni evitabili.

8. LE RELAZIONI, COME LE PERSONE, SONO IN CONTINUO MUTAMENTO

Anche se vorremmo che certe cose restassero sempre uguali, ogni cosa è in continuo mutamento in questo mondo: lo siamo noi, le nostre abitudini, preferenze e aspettative e lo sono le nostre relazioni.

Quelle sentimentali, lavorative e di amicizia. Il buddismo usa il termine “impermanenza” per indicare il flusso di continuo mutamento che caratterizza i fenomeni della vita. Dunque, poiché noi e le nostre relazioni cambiamo nel tempo, occorre tenere presente la capacità di adattarci al cambiamento accogliendolo senza paura e senza quelle resistenze inutili, che porterebbero a sofferenza e difficoltà.

9. NON SIAMO SOLO LUCE, MA ANCHE OMBRA

Ognuno di noi possiede, sviluppa ed agisce parti luminose e piacevoli e parti “ombra” meno piacevoli e meno apprezzate. Impariamo a tenere a mente queste sfaccettature ed accogliere anche le nostre e le altrui zone d’ombra insieme alle qualità, che compongono e rappresentano la nostra interezza.

Le persone sono tendenzialmente amorevoli e accudenti per natura, ma può capitare che emergano tratti spiacevoli della personalità; ricordiamo che siamo fatti di luci ed ombre e che sarebbe impossibile manifestare sempre e solo le nostre parti migliori, e questo vale per noi, ma anche per gli altri.

10. ESSERE SEMPRE NEL MOMENTO PRESENTE

Le ricerche mostrano che le persone coinvolte in relazioni positive e gratificanti vivono più a lungo e hanno vite ricche di senso e significato.  Viviamo vite disordinate e frettolose, costantemente distratti da mille stimoli fuggevoli e superficiali (tv, telefonini, computer, pubblicità…) e abbiamo perso la capacità di restare pienamente consapevoli dell’istante presente.

Ciò si ripercuote anche nelle nostre relazioni sentimentali ed interpersonali in generale, rendendole superficiali e insoddisfacenti. Impariamo a portare piena consapevolezza in ogni istante che viviamo: mostrando calore, attenzione e profonda connessione alle persone con cui interagiamo e restando presenti a noi stessi, ai nostri stati d’animo ed emozioni, a ciò che pensiamo, a ciò che ci guida e che vorremmo ottenere, istante dopo istante.

Senza giudicare ma osservando con curiosità e attenzione. In questo modo saremo non solo in grado di vivere momenti intensi e profondi con le persone, ma soprattutto di modificare comportamenti e reazioni automatiche disfunzionali, con altri più sani, più in armonia con ciò che desideriamo essere e con i nostri valori profondi.

A cura di Annalisa Barbier, psicoterapeuta
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