Nessuno è programmato per stare da solo. Non a caso Aristotele diceva: “l’uomo è un animale sociale”. Fin da piccoli ci circondiamo di relazioni affettive: alcune sono autentiche e ci accompagnano nel tempo, altre un po’ meno e se ne vanno dopo poco. Quando veniamo privati d’affetto durante la nostra infanzia, man mano che cresciamo, il nostro sviluppo psicoaffettivo risentirà di gravi conseguenze. Diventiamo sempre più affamati d’amore; quella fame che ci tormenta e ci spinge a soddisfarla in qualsiasi momento.
Quando infatti diventiamo adulti, agiamo in ogni ambito della vita spinti dalla carenza di affetto, cercando disperatamente di soddisfarla attraverso rapporti di dipendenza, invasivi e immaturi… seppur in modo inconsapevole.
In nome dell’amore
Chi cresce senza amore si sente inesorabilmente divorato dalla fame emotiva; sente la necessità di stare molto vicino a qualcuno, tanto vicino da invadere la sua privacy e superare limiti personali, sia fisici che emotivi. Dipendere dall’altro acquisisce una intensità così forte che molto spesso diventa un sostituto dell’intimità. Le aggressioni diventano un’opportunità per permettere alle emozioni più viscerali di emergere. Una specie di catarsi a spese dell’altro. Si prova persino un certo piacere, ma accompagnato da tanto dolore.
Per chi soffre di forte carenza emotiva, chiudere un legame significa sprofondare nell’abisso della solitudine…annullarsi. Questo è proprio il punto: il nulla. La carenza. Quel luogo dell’anima che è rimasto vuoto da sempre, a causa di quel bisogno di affetto che non è stato colmato durante l’infanzia. Per questo motivo si percepisce il vuoto, l’assenza… un “nulla” che diventa intollerabile.
Si tratta della sensazione tipica di chi ha fame e aspetta, ansioso, che sia pronto in tavola. Qualunque cosa gli andrebbe bene, purché possa saziarsi. Quando siamo in una condizione di fame d’amore, ci sentiamo vuoti e consideriamo ogni persona che incontriamo come un potenziale partner. Non faticheremo, probabilmente, a innamorarci dell’altro ma sarà difficile entrare in una relazione d’amore sana. Per tenere a bada la nostra fame d’amore bisogna innanzitutto entrare in contatto con il proprio “senso di vuoto”. Fermarsi, ascoltare come si sta, circondarsi di altre forme d’affetto. Capiremo che è meglio non avere un partner, piuttosto che averlo perché non si può stare senza!
Le carenze emotive sono l’origine di molti dei tuoi problemi
Le carezze curano, gli abbracci ci fanno sentire sicuri ed amati, uno sguardo pieno di affetto rallegra l’animo. E se tutto questo ti è venuto a mancare non potrai che sentirti affamata/o d’amore…tanto da ammalarti.
Mi chiederai: una persona può davvero ammalarsi per non aver ricevuto il giusto nutrimento dell’anima? La risposta è SI. Chi non riceve abitualmente questo tipo di rinforzo positivo trasmesso dalle parole, dalle azioni e dalle carezze cariche di sentimenti sentirà sempre un vuoto. L’essere umano è un’entità sociale ed emotiva, che necessita di legami affettivi per sopravvivere e per affermarsi come persona in un determinato nucleo….Se le tue interazioni mostrano grosse lacune affettive la tua autostima ne risentirà.
In modo inconsapevole ti ritrovi in una lenta spirale di distruzione, in cui finisci per dubitare di te stessa/o; una persona che non merita di essere amata o rispettata. Forse non ne sei ancora consapevole, ma questo vuoto emotivo che cerchi di colmare a tutti i costi, si ripercuote sul tuo stato d’animo e peggio sul tuo sistema immunitario.
Carenze emotive, vuoti della nostra identità
Un adolescente non potrà essere un adulto sicuro se deve imparare a reprimere le sue emozioni, se viene recriminato quando piange perché “è da bambini piccoli” e se gli si dice che essere grandi significa risolvere i problemi da soli, senza chiedere mai l’aiuto degli altri. Un bambino che cresce senza la vicinanza emotiva dei suoi cari capisce che il mondo è un luogo ostile, dal quale difendersi. Per questo motivo, prima o poi svilupperà rabbia ed ostilità.
Le carenze emotive trasmesse attraverso il linguaggio
A volte una parola ha un impatto più forte di uno schiaffo. Il linguaggio è un potente mezzo di trasmissione delle emozioni e dell’interazione che serve a costruire legami sani, degni e felici. Se i nostri cari urlano o ricorrono continuamente all’ironia, proveremo quel dolore emotivo che segna negativamente. Oltre alle parole rispettose, positive e significative, è necessario sentirsi ascoltati e compresi. La comunicazione non si basa solo sulla trasmissione di un messaggio, ma sull’ascolto attivo, empatico e costruttivo.
Una relazione senza gesti affettuosi non è autentica
Un amore che non mette in pratica le carezze quotidiane o quei piccoli gesti affettuosi basilari e potenti, si spegne poco a poco, o finisce per non essere una relazione piena e soddisfacente. Una relazione di coppia non si traduce solo in convivenza, nel condividere spazi, responsabilità o un letto. Per costruire un vincolo autentico, è necessario riporre la propria attenzione su aspetti elementari, e sulle piccole cose. Uno sguardo di ammirazione, una carezza inaspettata, un abbraccio, la ricerca della mutua vicinanza quando ci si trova con più persone, sono tutti segnali che ci indicano che ci sentiamo felici e sicuri.
Vuoti emotivi che ci privano della salute e ci appiattiscono le emozioni
Potrebbe sembrare strano, ma ci sono momenti durante la nostra vita in cui ci rassegniamo, in cui si appiattiscono le nostre emozioni. Ci abituiamo a non essere abbracciati, a non essere baciati, accarezzati o a non ricevere nessun rinforzo positivo. Essere rassegnati comporta la passività, la stessa che ci domina di fronte ad una malattia che crediamo incurabile.
Diciamo a noi stessi di stare bene, che non ci importa fare vita sociale, che non ci importa la carezza di un figlio o del compagno/a. Ma ci sbagliamo! Abituarsi a una vita di vuoti emotivi non è vivere. Perché poi compare quella depressione che non sappiamo da dove proviene. Perché ci sentiamo vuoti, stremati, soli e poco valorizzati.
Avverti un senso di vuoto?
Bene, questo significa che stai iniziando a fare spazio, e ad accettare che qualcosa non è andata come ti aspettavi, ma ora, grazie a questa percezione, puoi prenderti cura di quella carenza.
E ORA DIMMI: QUANTA VOGLIA HAI DI PRENDERTI CURA DI TE?
Diceva Socrate ” Guai a quel medico che cura il corpo senza aver curato la mente, giacché da essa tutto discende. ” Beh, il suo messaggio è molto eloquente: ti pare? Se vuoi stare bene con te stessa, devi essere consapevole che l’entità umana si racchiude in tre componenti: corpo, mente e spirito.
Queste tre parti sono inseparabili e si influenzano reciprocamente al punto che se una sola di queste sta male ne soffrono anche le altre due.
Cosa significa? Vuol dire che se una sola parte del tuo corpo è sofferente viene a generarsi un malessere generale.
Rendo meglio il concetto…
- Se una persona ti fa un torto e tu continui a frequentarla STARAI MALE
- Se ti accanisci a un amore non corrisposto STARAI MALE
- Se continui a fare le cose contro la tua volontà STARAI MALE
- Se dici “si” quando invece vorresti dire “no” STARAI MALE
- Se ti ostini a non vedere il bello che è in te STARAI MALE
Io non credo che a te piaccia cosi tanto stare male!
Dimostra a te stessa come puoi migliorare la tua vita a prescindere dalla opinione altrui. A partire da questo momento assumiti la responsabilità di ciò che accade nella tua vita senza timore o esitazione. Se senti una spinta interiore a cambiare vita e a fare altro, agisci. Non ha senso pensare, stare lì a rimuginare che la tua vita ora non va bene!
Il momento presente non è l’esatta esperienza che vuoi fare? E allora fermati un attimo e rifletti su ciò che ti rende veramente felice. Forse già lo sai, allora abbi coraggio di dare il giusto senso alla tua vita.
RICORDA SEMPRE…
L’autostima non è l’effetto di azioni casuali; è come un muscolo e si allena. Per vivere pienamente, per sentirsi meritevoli d’amore è necessario che l’animo venga nutrito di affetto, di carezze emotive, di parole positive…Non è un percorso facile né veloce, ma è l’unico che devi intraprendere se vuoi vivere in pace con te stessa/o e, di conseguenza, con gli altri. Il primo passo? Inizia ad amarti, inizia a credere in te stessa/o! La mattina alzati propositiva/o. Sorridi alla vita, e la vita ti sorriderà…..hai ancora una vita da vivere.
Se ti piace ciò che scrivo…
Ti invito a leggere il mio libro «Riscrivi le pagine della tua vita». È destinato a chi vuole fare un profondo lavoro su se stesso: ricco di spunti, stimoli ed esercizi psicologici. Comprendersi sembra facile, eppure, alcuni di noi sono estremamente complessi, si portano dentro una moltitudine di sfaccettature non sempre facili da «gestire», alcuni di noi, poi, si trascinano dei carichi emotivi enormi, che stanno lì da chissà quanto tempo, difficili da districare. Ecco, questo è un testo atto a fornirti gli strumenti giusti per analizzare te stesso, i tuoi vissuti emotivi e le tue storie relazionali, dall’infanzia all’età adulta. Il libro puoi trovarlo in libreria e a questa pagina Amazon.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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