L’analogia cibo-amore nel Binge Eating Disorder

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L \\\'Autore di questo articolo è uno psicologo o psicoterapeuta.
Illustrazione: yoovora

La conoscenza di questo disturbo è relativamente recente, poiché solo da qualche tempo viene diagnosticato con maggior frequenza distinto da anoressia e bulimia.

Il disturbo da alimentazione incontrollata si presenta con frequenti e consistenti abbuffate, ossia assunzione di elevate quantità di cibo associate a senso di perdita di controllo sull’atto del mangiare e senza condotte restrittive o evacuative successive.

Questo disturbo si riscontra in circa il 20-30% dei soggetti che si rivolgono ai centri per il dimagrimento o a medici specialisti, ha una forte commorbilità con l’obesità e disturbi correlati e sembra colpire più le donne che gli uomini.

Binge Eating disorder o disturbo da alimentazione incontrollata

Tale disturbo pare insorgere prevalentemente nella tarda adolescenza o nell’età adulta anche se si possono individuare i prodromi già nell’infanzia. In sintesi il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge eating disorder) è caratterizzato da:

  1. Abbuffate ricorrenti: considerate come il consumo di una grande quantità di cibo in aggiunta alla sensazione di perdita di controllo sull’atto di mangiare.
  2. Tre o più dei seguenti sintomi:
    – mangiare molto rapidamente;
    – mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni;
    – mangiare grandi quantitativi di cibo anche se non si ha fame;
    – mangiare da soli a causa dell’imbarazzo;
    – sentirsi disgustati, depressi o molto in colpa dopo le abbuffate.
    3. Marcato disagio a riguardo dei mangiare incontrollato
    4. Le abbuffate si verificano almeno 2 giorni alla settimana per 6 mesi
    5. Assenza di comportamenti di compenso sistematici.

Una particolarità dei soggetti con disturbo da alimentazione incontrollata è la presenza di modalità di alimentazione caotica con un discontrollo generale. Tali soggetti non cercano di regolarizzare il loro introito di cibo né durante né dopo l’episodio di abbuffata, ne l’alimentazione è influenzata in maniera evidente da fattori esterni come difficoltà lavorative, sociali o momenti di stress acuto: le abbuffate si ripresentano puntuali, a prescindere da stress occasionali.

Il disturbo da alimentazione incontrollata può essere talvolta confuso con patologie organiche e deviazioni genetiche, troppo spesso non rilevate come ad es. disfunzioni metaboliche, o la sindrome di Prader Willy. Questa deriva da una disfunzione del cromosoma 15 ed essendo piuttosto rara spesso non è rilevata se non in età già avanzata o quando si sono instaurate problematiche complesse e gravi.

La Sindrome di Prader Willy consiste in una serie di manifestazioni correlate come il basso tono muscolare, bassa statura, problemi cognitivi e instabilità dell’umore, ma il sintomo prevalente è la fame inappagata (iperfagia) che porta ad alimentarsi in continuazione ed è causa di obesità nel 98% dei casi.

Cause psicologiche: l’analogia cibo-amore

Le cause psicologiche di questo disturbo sono ovviamente molteplici, ma in particolar modo si possono addurre all’analogia cibo-amore in quanto il soggetto affetto da BED pare assumere cibo in quantità eccessive per soddisfare il suo insoddisfatto e inconscio bisogno d’amore.

In tal senso il soggetto può essersi sentito non amato o “amato male”, non riconosciuto in qualità di individuo unico e irripetibile e quindi compensare questo vuoto con un “oggetto d’amore”, il cibo sempre disponibile e mai rifiutante.

Un’altra possibile causa può essere rappresentata anche da un eccessiva oralità, quindi estrema tendenza a provare piacere e soddisfazione in azioni legate alla zona orale come suggeriva già S. Freud nella sua teoria psicoanalitica.

Il disturbo da alimentazione incontrollata è anche un disturbo del controllo degli impulsi in cui pulsioni inconsce impongono al soggetto di agire in un determinato modo al fine di porre termine ad un’angoscia eccessiva e non sopportabile. Tale angoscia si può esplicitare nell’angoscia di abbandono, di vuoto esistenziale e di disintegrazione dell’Io.

Infine il disturbo da alimentazione incontrollata può essere assunto inconsciamente come difesa psichica di fronte ad un’angoscia, ad una sofferenza intollerabile ed indicibile, così come ad un femminile vissuto come minaccioso per Sé e per le proprie relazioni.

Tratti di personalità

Le persone affette da disturbo da alimentazione incontrollata hanno alcuni tratti di personalità comuni, sui quali è possibile lavorare anche in termini terapeutici al fine di favorire l’alleviamento del sintomo e la possibile risoluzione della patologia:

01. Scarsa stima di sé

Può essere presente come caratteristica premorbosa, ma che insorge anche in seguito all’abbuffata contribuendo ad alimentare la sintomatologia;

02. Perfezionismo

Il perfezionismo riguarda la tendenza a porsi obbiettivi troppo alti e idealistici tanto che il soggetto sperimenterà continui e quasi inevitabili “fallimenti” anche quando la propria riuscita è oggettivamente buona.

03. Pensiero “tutto o nulla”

Il pensiero tutto o nulla è una modalità cognitiva tipica anche dei soggetti anoressici, e consiste in un pensiero dicotomico, in cui tutto è buono o cattivo; bianco o nero; questo modo di pensare tende a permeare ogni cosa, non solo i pensieri riguardanti il cibo ed è spesso associato al perfezionismo, per esempio i soggetti possono definire un “successo” solo l’arrivare primi, mentre il resto è un fallimento.

04. Impulsività

L’impulsività riguarda la tendenza ad agire in maniera immediata di fronte ad uno stimolo, non riuscendo a controllare le proprie reazioni che spesso si traducono in comportamenti ripetitivi e sfrenati come appunto l’abbuffarsi. Diversi studi dimostrano come i comportamenti impulsivi/compulsavi aiutino ad allentare la tensione.

05. Rabbia latente

Essa può essere una rabbia non espressa ad esempio in un ambiente affettivo vissuto come “rifiutante”, “opprimente” , una rabbia causata da ansie abbandoniche; una rabbia che copre ancora forti sentimenti di angoscia e di paura, ma che i soggetti si rifiutano di vivere, di esternare. Si osservano perciò con molta facilità i rapporti con i genitori e con gli oggetti d’affetto in genere intrisi di aggressività, di rabbia più o meno esplicita ed esplicitata.

Il disturbo da alimentazione incontrollata è ovviamente un disturbo multifattoriale che necessita pertanto di un approccio terapeutico multidisciplinare che tenga conto sia degli aspetti organici che di quelli psichici in un ottica di complementarietà mente-corpo.

La psicoterapia può essere utile nel comprendere le dinamiche più o meno consce che sottendono tale disturbo, favorendone la risoluzione e comunque una condotta, non solo alimentare, maggiormente funzionale al proprio benessere.

A cura di: Morena Romano, Psicologa-Psicoterapeuta
Specializzata in Psicoterapia Analitica Junghiana
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