Chi piange è mentalmente più sano e più forte

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor
Abbiamo tutti i nostri momenti di debolezza, per fortuna siamo ancora capaci di piangere, il pianto spesse volte è una salvezza, ci sono circostanze in cui moriremmo se non piangessimo. (José Saramago)

Gli occidentali hanno una certa reticenza alle lacrime. Pensano che se qualcuno ci vede piangere, ci considererà dei deboli, troppo sensibili o persino instabili. Per alcuni, piangere è un segnale che indica sottomissione o sentirsi vinti. Tuttavia, il pianto può essere usato anche come una strategia emotiva e per ottenere quello che desideriamo. Le lacrime possono persino rafforzare i rapporti e creare vincoli. Se piangiamo con qualcuno, otterremo una connessione difficile da rompere.

Piangere è catartico 

Sigmund Freud è stato il primo a realizzare degli studi sul pianto. Il padre della psicoanalisi disse che piangere è catartico;  aiuta a liberare il paziente dalle angosce del subconscio. In seguito si è giunti alla conclusione che reprimere le lacrime può scatenare disturbi d’ansia, asma o ulcere intestinali. Non esternare i nostri sentimenti ci rende più propensi a deprimerci o ad ammalarci.

Da un punto di vista emotivo….

Piangere equilibra il nostro stato d’animo, ci fa sentire supportati e amati, ci consente di esprimerci e di tirare fuori tutto quello che ci affligge. Se lo analizziamo da un punto di vista fisico, possiamo dire, per esempio, che controlla la respirazione, provocando un effetto calmante sull’organismo.

Quando si piange in seguito a una situazione sgradevole, possiamo addirittura sentirci sollevati rispetto al problema che ha scatenato il pianto. Per esempio, piangere sul letto per una delusione amorosa o per una perdita favorisce un sonno ristoratore che, altrimenti, forse non avremmo ottenuto.

Possiamo piangere anche quando vediamo un film o ascoltiamo una canzone triste… anche se non vi è alcuna relazione con il nostro presente o con il nostro stato d’animo.

In questi casi vi sono alcuni fattori che ci fanno piangere; come veder piangere i protagonisti, quanto è triste la storia, se trasmette un messaggio positivo alla fine o se una determinata scena ci ricorda una situazione del nostro passato.

Chi piange è mentalmente più sano?

Le persone che non hanno paura di esprimere la tristezza, sono di gran lunga mentalmente più sani rispetto a quelli che la sopprimono. Ecco perché:

1) Non hanno paura delle loro emozioni

Se hai visto un animale morto sul lato della strada, non ti viene quanto meno una smorfia di tristezza? Se la tua migliore amica scopre di avere un brutto malanno non ti viene voglia di piangere? Quindi, se sei triste, perchè non piangere? Perché non devi dare a te stessa il diritto di essere triste? Se assisti a una scena spiacevole in pubblico non ti viene voglia di piangere?

Le persone che ignorano la tristezza, infondo si prendono anche un pò in giro. Essere tristi o piangere, non è un segno di debolezza, è un segno che sei un essere umano e hai dei sentimenti, che possono anche essere mostrati in pubblico senza sentirsi in colpa o in imbarazzo.

2) Capiscono le proprietà curative delle lacrime

I tuoi condotti lacrimali rilasciano lo stress, l’ansia, il dolore, la frustrazione del tuo cervello e del tuo corpo. E’ una sana pulizia dell’anima, uno scarico per l’accumulo di emozioni negative che derivano dallo stress.

Le proprietà curative delle lacrime non sono solo limitate a quelle che possiamo definire lacrime tristi, ma anche a quelle lacrime che si riferiscono alla gioia. In entrambi i casi, si ha a che fare con delle emozioni estreme. E trattenere tutto ciò può essere dannoso sia fisicamente che mentalmente.

Oltre a migliorare l’umore e abbassare lo stress, il pianto, (le lacrime in particolare), hanno benefici scientifici perché rilasciano tossine, aiutano a migliorare la visione, e riescono a uccidere dal 90 al 95 per cento i batteri in soli 10 minuti .

3) Il pianto come terapia emozionale

Recenti studi psicologici hanno stabilito che il pianto stimola il rilascio di endorfine dal nostro cervello, gli ormoni “buoni”, che fungono anche da un antidolorifico naturale. Piangere abbassa anche i livelli di manganese, una sostanza chimica che, a livelli alti, può esasperare il cervello e il corpo.

Anche se il problema non si risolverà piangendo, sfogarsi permette di avere una visione più chiara sulla situazione e riduce il rischio di esserne sopraffatti.

4) Chi sa piangere, sa non farsi influenzare dalle aspettative della società

Piangere è stigmatizzato per entrambi i sessi. Se lei piange è instabile o è una donna troppo fragile su tutto e sicuramente ha bisogno di attenzione da parte degli altri. Se è lui a piangere, non è virile abbastanza ed è un “pappamolla”. Tutte queste generalizzazioni non fanno altro che incoraggiare il fatto di trattenersi anche nei sentimenti, che causano il pianto.

E proprio perchè questa società punta il dito su troppe cose, coloro che sanno essere tristi in pubblico non sono solo coraggiosi, ma anche attivisti per una società più sana emotivamente.

5) Chi sa piangere può aiutare gli altri a non scappare dai propri sentimenti

“Mi piace piangere, o meglio, mi sento bene dopo aver pianto”. Quando ci permettiamo di lasciare uscire il dolore quando lo sentiamo, stiamo anche incoraggiando gli altri, a venire in contatto con il nostro dolore. Sapere che non siete sole nel pensare, sentire o anche agire in un certo modo è emotivamente liberatorio e può migliorare la vita.

Coloro che accettano la tristezza quando li guarda in faccia, permette agli altri di fare lo stesso. Il dolore deve saper uscire in diversi modi, mai essere chiuso. E’ un segno di forza interiore, la consapevolezza di piangere per il bene di se stessi.

Piangere può essere terapeutico, perché allevia le tensioni ed aumenta l’empatia nei confronti di chi ci circonda. È più probabile ricevere aiuto se piangiamo rispetto a quando siamo arrabbiati, per esempio.

Lo sfogo, il sollievo ed il rilassamento sono altre conseguenze positive del pianto. Si tratta di un’attività sana, anche se la vediamo di malocchio e pensiamo che indichi debolezza. “Piangi. Perdona. Impara. Vai avanti. Lascia che le tue lacrime innaffino i semi della tua felicità futura

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