Settembre: mese di aspettative infrante

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Psicologa Psicoterapeuta, specializzata in terapia Familiare Sistemica Relazionale. Autrice di libri.

Settembre è spesso avvertito come un periodo di bilancio, un capodanno simbolico, ma meno atteso e festeggiato. Coincide con il rientro dalle ferie, con l’inizio della scuola e la ripartenza di molte attività.

Nonostante si possa pensare di essere più riposati e carichi di energia, solitamente per molti invece è un periodo difficile. Ritornare ai ritmi più frenetici e alla solita routine comporta un malessere che si può manifestare sia a livello psicologico che fisico. Dal punto di vista psicologico si può provare:

  • Irritabilità
  • Umore depresso
  • Ansia
  • Scarsa concentrazione

I sintomi fisici invece riguardano:

  • Mal di testa
  • Disturbi del sonno
  • Difficoltà nella digestione
  • Stanchezza generalizzata

Queste difficoltà, quando presenti, acuiscono la fatica legata al rientro alle proprie attività. Per questo è importante prendersene cura, magari prevenendole con alcuni accorgimenti o iniziando a capire se sono la manifestazione di qualcosa di più importante e profondo.

La prevenzione è qualcosa che può iniziare mesi prima, non rimandando tutto a settembre, ma iniziando a programmare brevi e piccole scadenze, in modo da avere un’organizzazione più chiara e ordinata che non richieda un dispendio di energie e un’ansia eccessiva al rientro delle attività.

È importante imparare a distribuire momenti, seppur brevi, di pausa in cui potersi dedicare a se stessi senza confinare tutto esclusivamente nel periodo di vacanza. Inoltre lasciarsi dei giorni tra la partenza e il rientro in modo da poter cambiare ritmi in modo graduale permette di non stravolgere in modo repentino le abitudini acquisite. Queste riguardano anche le abitudini alimentari, il sonno e l’attività fisica che lentamente devono trovare un nuovo equilibrio.

Ansia e malumore con la ripartenza di settembre

Oltre a questo tipo di adattamento, intuibile nelle variazioni di attività giornaliere, quando si prova un malessere è possibile che stia segnalando altro.
Se tornare alla propria routine genera ansia o malumore eccessivo, probabilmente si stanno vivendo delle situazioni che non riflettono i propri bisogni.

È probabile che presi dalla frenesia dei ritmi quotidiani non ci si chieda più di cosa si ha bisogno, non ci si dia tempo di ascoltarsi, per questo l’ansia prevale e spesso si resta in balia di sensazioni che difficilmente si riescono a ricondurre a qualcosa di specifico. Eppure qualora ci si desse modo di approfondire le proprie emozioni si potrebbe capire cosa c’è che non va intorno a sé, cosa cambiare o cosa eliminare.

Un’attenta osservazione richiedono le relazioni che si hanno intorno.

Chiedersi quanto siano soddisfacenti e cosa apportano al proprio benessere è un primo passo per iniziare a dare valore ai propri spazi e al modo in cui si vivono.

Dopo un periodo di vacanza (non è detto che sia stato esclusivamente positivo) si ritorna a condividere il tempo con le proprie amicizie, si ritrovano colleghi e persone che fanno parte della propria quotidianità, ma quanto e cosa si è realmente scelto?

Se c’è un’insoddisfazione potrebbe essere legata a ciò che si ritrova o potrebbe riguardare un sentimento di allentamento da ciò che si è vissuto in vacanza. L’insoddisfazione è uno dei sentimenti in maggior crescita nella società attuale, se tutto resta in superficie, se non si sa cosa scegliere per se stessi, se non si è in grado di dire di no o lasciar andare ciò che non appartiene più, si continua a vivere una vita in cui non ci si riconosce.

Più tempo si lascia scorrere e più diventa difficile capire cosa realmente non funziona

Le vacanze sono un banco di prova, eliminati tutti gli appigli quotidiani e le distrazioni legate ai vari impegni ci si ritrova a confrontarsi con se stessi e le esigenze più profonde e non sempre le risposte corrispondono a quelle precedenti. A volte diventa difficile anche capire quali siano e di conseguenza affermarsi non è semplice e immediato.

Come ogni occasione, la si può cogliere oppure no, dipende da quanto ci si sente pronti a portare avanti ciò che riguarda esclusivamente se stessi.

Non si parla di rivoluzioni, ma di piccole scelte che riguardano il proprio benessere. A volte possono includere scelte più coraggiose e importanti, ma in generale ciò che si può portare con sé dalle vacanze dovrebbe essere la possibilità di ascoltarsi di più e di dedicarsi maggior tempo. Questo è un primo importante passo, in questo modo ci si avvicina ad una maggiore soddisfazione personale.

Lucia Cavallo, Psicoterapeuta 
specializzata in terapia Familiare Sistemica Relazionale
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