Una pratica terapeutica per allontanare ansie, stress e preoccupazioni

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Psicologo e Pedagogista, esperto in bioenergetica orientale.

Le discipline bioenergetiche orientali sono complesse e variegate, volte al ripristino dell’equilibrio psicofisico attraverso l’esercizio del respiro e l’utilizzo di movimenti statici e dinamici.

Tali pratiche consentono, da una parte di incrementare il livello energetico interiore e, dall’altra, di permettere al flusso energetico sviluppatosi di scorrere all’interno dell’organismo attraverso le visualizzazioni, alcuni movimenti più o meno ampi e la staticità del corpo (congelamento).

Il praticante può provare ad immaginare la corrente bioenergetica fluire lungo gli arti, la schiena, la testa ed il torace, e, attraverso alcune induzioni, provare ad avvertire formicolii o sensazioni di caldo e freddo in alcune zone del corpo.

Per approfondire: terapia gestuale.

Pa Tuan Chin e la respirazione diaframmatica

Alcune metodiche, come il Pa Tuan Chin si basano su un insieme di pratiche terapeutiche, benché praticabili da tutti, indipendentemente dall’età e dalle condizioni fisiche e di salute. Si tratta di un insieme di esercizi da svolgere in modo continuativo e sistematico utilizzando varie parti del corpo in modo da ristabilire un contatto ed una relazione più profonda con se stessi.

Il Pa Tuan Chin si basa su alcuni principi secondo i quali il corpo e la mente rappresentano una entità unica da conoscere e governare attraverso una respirazione profonda detta anche diaframmatica, diversa da quella toracica che è più superficiale e breve sia durante l’inspirazione che nell’atto espiratorio.

Le tecniche del Pa Tuan Chin richiedono un’azione coordinata di natura a muscolo-scheletrica prevedendo una certa sinergia tra i movimenti della cassa toracica, quelli del diaframma e degli addominali. Si tratta di agevolare l’espansione della cassa toracica durante l’inspirazione, abbassandosi, e di favorire la contrazione del diaframma in modo da consentire ai polmoni di allargarsi per “stivare” quanta più aria possibile. Al contrario, durante il processo di espirazione il diaframma sale e la cassa toracica tende a ripristinare la situazione precedente, consentendo ai polmoni ad espellere l’aria contenuta.

Il concetto di respirazione in questa pratica non si basa solo sul fatto meccanico di prendere aria e di espellere anidride carbonica ma di consentire al Ch’i (letteralmente “respiro” in Cinese) di incanalarsi in tutto il corpo scorrendo all’interno di particolari canali chiamati “ meridiani”.

Queste pratiche respiratorie prevedono lentezza, sistematicità e tempo affinché si possano riscontrarne dei benefici, inoltre, la costanza nelle ripetizioni permette di attivare gli automatismi necessari per svolgere esercizi sempre più precisi ed accurati.

respirazione diaframmatica

Durante l’esecuzione delle tecniche di Pa Tuan Chin le posizioni sono molto importanti nel senso che, l’atteggiamento scorretto o l’inclinazione di una mano, delle braccia o della testa, possono compromettere il corretto movimento, vanificando l’efficacia dell’esercizio stesso. La pratica prevede la presenza mentale, sempre, ovvero l’attenzione costante al corpo, alle sue dinamiche e ai cambiamenti anche se minimi sia a livello muscolare che di respirazione.

Le varie tecniche, le posture e i cambi di peso vanno eseguiti mantenendo costante la concentrazione (Shen o energia mentale) in maniera tale da agevolare il flusso dell’energia interiore Ch’i all’interno dei canali immaginari (meridiani) e di raggiungere le varie parti del corpo. I movimenti devono essere sintonizzati con la respirazione e la presenza mentale ai cambiamenti di peso e questo vale soprattutto quando si entra in contatto con l’altro durante le tecniche di trazione o di spinta.

In ogni movimento il praticante deve sentire che il gesto non è vuoto o una semplice esecuzione ma avere presente nella propria immaginazione e nel proprio “sentire” che il Ch’i pervade la colonna vertebrale, passando attraverso le braccia e infine fuoriuscendo dai palmi delle mani (deputate ad effettuare la spinta, la trazione o semplicemente per scaricare le tensioni durante la fase di rilassamento).

Trovare la concentrazione

Non è semplice trovare la giusta concentrazione anche perché bisogna che la mente sia libera da pensieri negativi o dalle preoccupazione, cosa abbastanza impossibile dati i ritmi frenetici di vita e motivo per cui, nel mio adattamento terapeutico gestuale, la liberazione della mente e la calma emotiva rappresentano il tassello finale del processo e non certo il punto di partenza.

Un altro concetto fondamentale delle pratiche bioenergetiche orientali è quello di polarità, ovvero la sintesi degli opposti che si rifanno all’equilibrio precario e sempre rinegoziabile come più e meno, nero e bianco, vuoto e pieno. Lo Yin e lo Yang, per intenderci, rappresentano il principio negativo, femminile e rappresentato dal colore nero mentre il suo antagonista, ovvero lo Yang viene rappresentato come principio positivo, maschile al quale è attribuito il colore bianco.

Principi fondamentali del Pa Tuan Chin:

  • La respirazione viene educata affinché da toracica divenga diaframmatica lenta e profonda;
  • L’attività respiratoria è accompagnata dai movimenti delle fasce muscolari profonde;
  • Cercare di concentrarsi stando presenti a se stessi durante le fasi di respirazione e le dinamiche;
  • Prestare attenzione alla postura, alla spina dorsale e all’allineamento del corpo;
  • Prestare attenzione al T’an Tien, il punto in cui convergono le energie corporee e da dove si diramano le energie stesse in tutto l’organismo è situato due dita sotto l’ombelico. E’ il campo di cinabro in cui avviene la trasmutazione alchemica del respiro in energia.;
  • Cercare di mantenere i muscoli rilassati ed ascoltare le tensioni corporee in modo da facilitare la loro distensione così da facilitare il flusso energetico del Ch’i  in tutto il corpo;
  • Ottimizzare la differenza delle polarità opposte Yin e Yang in modo che un arto rappresenti il “pieno” quando supporta il maggior peso e Yin rappresenti il “vuoto” quando è scarico e facilitare il passaggio dall’una all’altra condizione;
  • La fluidità e l’armonia sono frutti della sinergia fra respiro, intenzione e movimento;
  • L’armonia fra le parti ed il tutto nasce dal sentirsi parte di un insieme integrato in cui i diversi movimenti sono percepiti come legati l’uno all’altro senza scatti o brusche interruzioni, pieni, lenti e controllati, ovvero Ching, Chi e Shen.

Il primo è l’energia di apprendimento meccanico e sequenziale, il secondo è il flusso animato dell’energia interiore che si dirame all’interno di tutto l’organismo, mentre il secondo è l’energia spirituale in cui si eleva l’essenza e si sperimenta l’unione fra corpo, mente e cielo.

Sostenere il cielo

Sostenere il cielo è una delle tecniche del Pa Tuan Chin che ha viene eseguita stando in posizione eretta i piedi leggermente aperti, i talloni vicini e lo sguardo fisso in avanti. Le braccia sono distese lungo i fianchi e, successivamente, vengono sollevate con le dita delle mani intrecciate ruotando i palmi verso l’alto senza piegare i gomiti. Lo scopo è quello di spingere verso l’alto, aiutandosi anche con le gambe, ovvero alzando i talloni da terra per agevolare il gesto di allontanare da sé ciò che sta sopra. Il ciclo riparte riportando le braccia lungo i fianchi.

Nel mio metodo di lavoro relativo alla terapia gestuale vengono portate importanti modifiche:

  1. non si chiede al praticante di liberare la mente, di rilassarsi, di non pensare a niente. Se una persona vuol arrivare a gestire ansia, stress e preoccupazioni non possiamo partire col chiedergli di non essere pensieroso, preoccupato o stressato, altrimenti, se ne fosse già capace, non avrebbe senso iniziare a praticare. Si chiede invece al praticante di accogliere ciò che arriva dal corpo, dalla mente e dal cuore e di accoglierlo, senza giudizio. Tutte le sensazioni e i pensieri sono parte di noi. Se vogliamo trasformarle dobbiamo prima accoglierle. Se le accettiamo sarà più facile lavorarci ed evitare il conflitto fra le varie parti di sé.
  2. Questa pratica ha a che fare con il sé e l’ integrazione delle parti scisse. Partire dal respiro, dalla presenza di sé e del proprio corpo, dal proprio sentire adesso, nel qui ed ora, rappresenta il motore che consente di lavorare attraverso il carburante fornito d dall’accettazione incondizionata dei propri pensieri e delle proprie emozioni nella loro unicità.
  3. Sostenere il cielo è la metafora dell’allontanamento di ciò che ci piomba sulla testa, del fardello che grava sulle spalle. Attraverso la spinta in alto e l’espirazione è possibile immaginare di allontanare da sé ciò che ci pesa, sia in termini emotivi che di preoccupazioni.
  4. Visualizzare ciò che ci schiaccia, ciò che pesa sulla nostra testa e sulle spalle è importante per capire meglio che noi non siamo ciò che ci preoccupa e ci assilla. E’ possibile in qualche modo prendere le distanze da ciò che opprime, soffoca e affatica. Occorre allora provare a sentire tutte le emozioni che attraversano il corpo durante la pratica e sentire come realmente stiamo quando ci allunghiamo per allontanare quelle parti di noi che in realtà non sono parti noi ma vere e proprie incombenze.
  5. Domandarsi successivamente: cosa sto allontanando? Come mi sento con questo fardello addosso? Me lo sono creato o qualcuno mi ha costretto a portarlo? Da quanto tempo porto questo peso? Sono pronto ad allontanarlo da me? Che forma ha? Ecc…
  6. Dopo la verbalizzazione e la condivisione è importante concludere con il rilassamento in grounding o seduti e sperimentare, attraverso la respirazione, come cambia adesso il mio corpo, la mia postura, il vivere il mio qui ed ora, oltre il peso delle mie preoccupazioni.

A cura di Andrea Guerrini, psicologo e pedagogista
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