Sentirsi vuoti dentro, quando la vita sembra non avere senso

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Ti è mai capitato di sentire quel vuoto insopportabile? Ad ognuno di noi è capitato o capiterà di venire a contatto in alcuni momenti della nostra vita con una sensazione di vuoto, un sentimento di desolazione interiore. I sentimenti legati al sentirsi vuoti spesso includono disperazione, frustrazione, depressione e solitudine.

Quel sentirsi così profondamente soli può significare il non sentirsi parte del mondo, sentirsi di non appartenere a nulla, nonostante si possa avere una gran quantità di contatti sociali o essere in una relazione

Quando arriva questa emozione facciamo davvero fatica a conviverci, cerchiamo una via di fuga prima possibile, cerchiamo all’esterno qualcosa che ai nostri occhi possa riempirci di qualche cosa e colmare così questa mancanza. Con cosa lo si fa generalmente? Persone, amici, divertimento, impegni e cose da fare, passatempi e addirittura dipendenze.

Una completa assenza di gioia, speranza o soddisfazione

Molte persone per stemperare il senso di vuoto spiluccano continuamente del cibo, altre in modo più eclatante, ingurgitano grandi quantità di alimenti. Altre ancora divengono logorroiche, altre si danno all’alcol, al gioco compulsivo, allo shopping compulsivo.  Insomma, sono molte le strategie che mettiamo in atto “fuori” per stemperare le emozioni quando non riusciamo a regolarle “dentro”.

Ma nulla funziona perché il vuoto interiore è un vuoto che non ha nulla a che vedere con qualunque cosa con cui potremmo cercare di riempirci. Il punto però è che tutte queste cose ci distraggono dal vuoto interiore che sentiamo, ma non lo riempiono mai!

Perché questa desolazione interiore ci perseguita?

Il vuoto interiore riguarda noi e il nostro senso di solitudine che viene vissuto con tristezza e malessere. In un certo senso chi sente questo vuoto dentro, percepisce di non essere abbastanza e di non poter contare sulle proprie forze e questo a sua volta può dipendere da  ciò che è stato vissuto nella propria infanzia con le proprie figura di accadimento.

E’ legittimo chiedersi come mai alcune persone arrivano a sentirsi così. Quando si tratta di esplorare ciò che sta realmente causando il proprio vuoto, facciamo attenzione! Alcuni di noi pensano che questo vuoto sia da associare al proprio compagno che non dà abbastanza amore o all’assenza di un partner. Alla frustrazione del proprio lavoro che non soddisfa o alla mancanza di soldi o  di veri amici. Eppure  il vuoto interiore non ha nulla a che vedere con queste cose.

Noi siamo molto abili a trovare giustificazioni che sembrano vere, in realtà sono solo tentativi di “insabbiare” problemi molto più profondi. Ecco alcune di quelle false ragioni di cui sto parlando:

  • Non ho un partner
  • Non mi sento amato come dovrei
  • Non ho abbastanza soldi
  • Gli altri sono più fortunati di me
  • Non ho abbastanza successo
  • Ho pochi amici intimi
  • Mi annoio subito
  • La vita è sempre ingiusta con me

Cosa si cela dietro al sentirsi vuoti

Quando però scaviamo abbastanza in profondità, andando al fulcro di ciascuno di questi “problemi di facciata”, troveremo alcune dinamiche comuni. Ecco quello che il più delle volte sta alla radice del sentirsi vuoti:

1. Mancanza di connessione con se stessi

Tutti noi probabilmente abbiamo vissuto esperienze di depersonalizzazione e derealizzazione, sia pure in forme meno estreme. Mi riferisco a quegli stati di apatia, di monotonia, di aridità e di stanca rassegnazione, a quel senso di non credere nel proprio valore e di non curarsene, il senso che niente conta o che tutto, fuori e dentro, è come svuotato… come se qualcosa mancasse nelle nostre vite.

2. Mancanza di significato e scopo

Quando perdiamo il contatto con noi stessi ci sentiamo vuoti, e questo ci porta a perdere l’entusiasmo in ciò che facciamo. E anche se in apparenza sembra non mancarci nulla, ci sentiamo insoddisfatti. Abbiamo un lavoro che tutto sommato ci piace, un partner che ci ama, uno stipendio decoroso … eppure niente sembra gratificarci!

E questo avviene perché dentro di noi ci sono blocchi interiori profondi e irrisolti che ci rifiutiamo di sciogliere. Alcuni problemi non risolti nel passato, si trascinano e divengono pensieri costanti delle proprie giornate. Ci ricordano continuamente che sono ancora presenti, che non se ne sono andati.

In questo modo però diviene difficile vivere il presente.. ed ecco che diventa più facile anestetizzare le proprie emozioni. In questo stato si finisce per perdere completamente  entusiasmo per la vita perché si smette di emozionarsi. Non si riesce più a vedere la bellezza di tutto ciò che è nel momento presente…tutto ad un tratto è grigio, niente ha più senso.

3. Emozioni soppresse e represse

Quando parliamo di vuoto parliamo, insomma, di uno stato cognitivo ed emotivo che sembra quasi annullare l’esistenza di chi ne soffre  che è priva di materia, ovvero di emozioni. Se ci  riflettiamo su, la parola emozione deriva dal latino “emovere” e significa proprio tirar fuori.

Chi prova questo senso di vuoto non riesce a tirar fuori le proprie emozioni, per questo sente di esserne privo: in realtà il problema sta nel “ riuscire ad esprimerle”. Se il vuoto è un compagno costante per te potrebbe essere perché stai sopprimendo e reprimendo delle emozioni. Soppressione e repressione (qual è la differenza)? La soppressione sta coscientemente chiudendo le tue emozioni. La repressione sta inconsciamente chiudendo le tue emozioni (cioè non hai consapevolezza cosciente che lo stai facendo).

Se sei cresciuto in un ambiente che ti chiedeva di essere stoico e venivi punito per qualsiasi forma di forte espressione emotiva, probabilmente stai lottando con questo problema.

Il problema di sopprimere e reprimere le emozioni è che nel tempo iniziano a sedimentare e ristagnare dentro di te. Più le tue emozioni sono ammassate dentro, più sei disconnesso da te stesso. Più ti disconnetti, più ti senti vuoto.

In altre parole smetti di provare le tue emozioni. La vita diventa noiosa e insipida. Dove in condizioni normali proveresti gioia, provi solo un lieve godimento, dove proveresti rabbia, provi solo un lieve fastidio, dove proveresti tristezza, senti lieve apatia. Chiudere le tue emozioni “negative” non solo le tiene a bada ma, nel tempo, tiene a bada tutte le tue emozioni, comprese quelle positive.

Come combattere il senso di vuoto

Fuggire il proprio vuoto, fuggire la propria solitudine significa fuggire se stessi. L’accettazione compie un ruolo essenziale nel metterci in contatto con l’esperienza di vuoto perché ci consente di avvicinarci in un contesto di apertura e di disponibilità psicologica verso fonti di stimolazione avversiva che fino a quel momento provocavano in noi solamente comportamenti di fuga, rifiuto, rimuginio o evitamento.

Bene, è il momento perfetto per iniziare a farti domande importanti!

La prima cosa che dovremmo fare? Guardarci dentro.  Possiamo infatti riempire questo vuoto, partendo da noi e dall’amore che proviamo per noi stessi. Ti ami poco? Perché non coltivare allora quest’amore? Chiediti innanzitutto cosa esattamente non ami del tuo essere e ciò che invece ami. E parti proprio da qui: da ciò che ami.

Coltiva i tuoi interessi, prenditi del tempo per te e per quello che davvero ti fa stare bene. Trascorri più tempo in compagnia di te stesso: evita di guardarti  sempre  intorno e poni la tua attenzione al tuo mondo interno, a quello che ti dice. Forse all’inizio non sarà facile riuscire a fare questo, ma nel tempo potrà darti grandi soddisfazioni.

Esplorati davvero:  cosa voglio? Cosa desidero? Quanto mi giudico? Mi dico delle cose positive o tendo a mettere in rilievo solo le cose negative? Sono attento alle mie esigenze o minimizzo quello che provo? Sto rispettando le mie opinioni  o sto solo “comodo”?

Provare a farsi queste domande può essere un esercizio utile  per coltivare la propria auto-consapevolezza e soprattutto la propria autostima. So bene quanto sia difficile rispondere a queste domande. Sappi però che le risposte arriveranno (perché arrivano sempre) e in ogni momento in cui ti accorgerai di una risposta, sentirai un guizzo di gioia nel tuo cuore, un bagliore di felicità.

Soprattutto nel percorso di crescita personale quando iniziamo a porci interrogativi profondi, la nostra vera essenza pian piano affiora. E’ sempre lì, ha l’illusione di averla persa ma sta sempre li. Devi solo ri-sintonizzarti con te stesso cercando di calmare il “rumore” della mente, affinché da dentro possa affiorare la tua vera natura.

Un libro per rinascere

Nel libro (già bestseller su Amazon e disponibile in tutte le librerie) «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» ti prendo per mano per accompagnarti nel tuo mondo interiore; un incontro con il bambino (spaventato, arrabbiato, pieno di vergogna) che sei stato. Bambino che è ancora bloccato nelle situazioni traumatiche che ha vissuto. Ti spiego come ripristinare un equilibrio perduto, ti insegno a rivendicare il tuo valore di persona completa e degna di amore, ad ascoltare i tuoi bisogni e soprattutto, a farli rispettare dagli altri!

Perché sì, si nasce due volte, la prima quando veniamo al mondo, quando siamo impotenti e inermi dinanzi a tutto, la seconda, invece, quando prendiamo consapevolezza del nostro potere e iniziamo a a darci il valore che meritiamo. Se hai voglia di rivendicare il tuo valore, è il libro giusto per te!

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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