Tu vuoi stare bene? Evita assolutamente di fare questi errori

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

“Perché mi sento sempre così frustrato?”, “Perché sono infelice?” E’ difficile rispondere a queste domande però è fondamentale avere ben chiaro un concetto: se non stai bene con te stesso, è tua responsabilità cambiare le cose. Perché se oggi provi tutte quelle emozioni negative che ti invalidano l’esistenza, probabilmente stai facendo ben poco per cambiare le cose! Partiamo da un concetto chiave: essere tristi o frustrati per un particolare evento è umano, ma diventare infelici e vivere tutti i giorni con questo sentimento sulle spalle è tutta un’altra storia. In altre parole, sono infelice può facilmente, e involontariamente, trasformarsi in una scelta. Sì, hai capito bene, perché c’è differenza tra il sentirsi abbattuti per un accadimento e vivere di infelicità.

Roosevelt disse “Niente e nessuno può renderti infelice, a meno che tu non glielo permetta”: una frase molto potente, che dimostra come l’infelicità sia una nostra scelta. Siamo noi a scegliere, in modo più o meno cosciente, la felicità o l’infelicità.

Ecco cosa devi allontanare dalla tua vita

Se sugli agenti esterni è molto difficile riuscire a fare qualcosa, il nostro atteggiamento e le nostre abitudini, invece, sono elementi sui quali possiamo e dobbiamo esercitare un controllo totale. Sembra molto più facile lamentarsi di ciò che non va piuttosto che reagire e cercare di fare qualcosa di concreto per migliorare lo stato delle cose, per questo ho individuato 7 abitudini tipiche che contribuiscono a minare la nostra felicità in maniera decisiva senza neanche renderci consapevoli di ciò che sta accadendo nella realtà.

#1 Non enfatizzare il problema

Per contrastare l’abitudine a focalizzarti sugli aspetti difficili di un problema:
A) impara a riflettere prima di tutto su cosa puoi fare per risolverlo, ci sarà sicuramente qualcosa – seppur piccola – che puoi fare per agevolarne la risoluzione;
B) non esagerare il problema usando un linguaggio catastrofico: non dire “è terribile” o “non ce la farò mai” oppure “è pauroso” ma piuttosto sostituisci certe affermazioni automatiche con altre, come “sto esagerando, posso sicuramente farlo…” o “Se ce l’hanno fatta altri, la posso fare anche io” o “è difficile per me ma sono in grado di farcela” ecc.

#2 Niente giudizi estremi

La vita, il mondo, le persone e noi tutti non siamo solo bravi, buoni e belli né solo cattivi, incapaci o brutti ma siamo un po’ tutte queste cose a seconda del momento e dello stato d’animo. Poiché la realtà è fatta di infinite sfumature che si succedono e si alternano, è importante imparare a ragionare in termini relativi e di percentuali: ad esempio possiamo pensare che tizio è egoista ma anche simpatico e divertente, o che un certo problema ci preoccupa relativamente poiché non tutti i suoi aspetti sono tanto gravi per noi (es. la tale cosa mi preoccupa ma non del tutto perché il problema è legato al 60% all’aspetto economico e al 10% all’aspetto pratico).

#3 Evita le generalizzazioni eccessive

Attenzione a non compiere l’errore di credere che, se una cosa è successa una volta, allora dovrà ripetersi sempre e che ciò che è vero in un caso lo sarà anche in altri anche solo lontanamente simili. Se fai l’errore di trarre questo genere di conclusioni ipergeneralizzate, prova ad esaminare la tua conclusione usando 3 colonne: prove a favore della tua conclusione/prove contrarie alla tua conclusione/ conclusioni alternative possibili.

#4 Evita gli assolutismi

Parole come “sempre”, “mai”, “tutto”, “niente” “tutti” o “nessuno” ecc… sono termini assolutistici che non riflettono la realtà, che invece è fatta di percentuali e sfumature, ma un modo di pensare assolutistico ed illogico. Inoltre, più pensi in modo assolutistico più rischi di “avverare” le tue peggiori previsioni. Se ti rendi conto di usare spesso queste parole, impara a diventare più flessibile nei tuoi giudizi e opinioni e sostituiscile con parole come “Spesso”, “nella maggior parte dei casi”, “qualche volta” o “Non sempre” ecc.

#5 Verifica sempre le tue conclusioni

Non lasciarti andare imprudentemente a “leggere il pensiero” degli altri, attribuendo lor in maniera arbitraria volontà ed intenti non verificati. Piuttosto, rifletti sulla tua conclusione e cerca di verificarne la verità e l’attendibilità. A lungo andare, attribuire ad altri conclusioni che sono solo tue inferenze, non gioverà né a te né ai tuoi rapporti.

#6 Ragiona in termini di probabilità

Se tendi a catastrofizzare gli eventi aspettandoti sempre il peggio, in breve tempo diventerai stressato e ansioso inoltre la tua vita ne risentirà in peggio. Perciò, cerca di non identificarti con la tua paura e di mantieni un atteggiamento razionale nel valutare rischi possibili e probabili delle situazioni.

#7 Smetti di paragonarti agli altri

Tu sei la tua vita, il tuo carattere e i tuoi bisogni e gli altri non possono _ per definizione – essere il tuo termine di paragone. Concentrati quindi su ciò che desideri profondamente e su come fare per ottenerlo. Il resto non ti riguarda.

#8 Prenditi la responsabilità delle tue scelte e delle tue azioni

Questa è la cosa più importante da fare per prendere in mano il controllo della propria vita, e smettere di incolpare gli altri o la semplice sfortuna.

#9 Sii più tollerante e collaborativo

Occorre correggere l’abitudine di pensare che le proprie idee siano più giuste, interessanti o valide di quelle altrui ed imporle. Pensare in termini di tolleranza e relatività permette di essere più elastici e rilassati con se stessi e con gli altri. Invece di pensare subito “la mia idea è più giusta si deve fare come dico io”, meglio dire “ok, vediamo se la sua idea è più utile, semplice o interessante e poi deciderò cosa fare” ecc

#10 Cosa vuoi veramente dalla vita?

Prendersi la responsabilità di se stessi significa anche capire cosa si vuole davvero, imparare a dire di NO di fronte a richieste indesiderate e ad affrontare le conseguenze delle proprie scelte, senza intaccare la propria autostima. Gli altri non hanno responsabilità dei nostri errori né sono automaticamente a conoscenza dei nostri bisogni e desideri se non li esprimiamo.

#11 Concediti di sbagliare

Siamo umani quindi sbagliamo. Tutti. Non è una colpa imperdonabile e non è una tragedia irrisolvibile. Un errore serve ad imparare come evitarne un altro.

#12 Sii flessibile

Nelle regole, nei giudizi, nelle aspettative e nei piani di azione. Se ti trovi spesso a dire a te stesso “devo”, “dovrei”, “si deve” o “non si deve” ecc. fermati a riflettere sulle tue regole e sulle tue convinzioni assolute; impara a sostituire certe affermazioni con altre più flessibili quali “posso” o “voglio” o “desidero”, e ricorda che i tuoi valori sono del tutto soggettivi e personali e NON POSSONO essere imposti agli altri, che hanno i loro, altrettanto validi.

Quindi: come faccio a essere felice?

Primo: scordiamoci di essere felici grazie ad avvenimenti esterni. È una bella scusa: se solo X succedesse, sarei a posto. Non è colpa mia, perché non posso controllarlo. È una semplice via di fuga: scarichiamo la responsabilità a qualcosa che non possiamo controllare, così non ci sentiamo in colpa per i nostri insuccessi. È un ragionamento comune: il classico scaricabarile. Ma la felicità è un processo interno, che possiamo controllare. È nelle nostre mani. Non serve raggiungere un obiettivo o aspettare un avvenimento, possiamo essere felici senza beni materiali.

Ora come avrai capito quello che ci rende felici non è certo quello che desideriamo o quello che possediamo, ma un insieme di cose che raggruppate assieme le possiamo chiamare stile di vita. Solamente uno stile di vita fatto da un mix di lavoro, tempo libero, relazioni soddisfacenti e passioni ci potrà far avvicinare a quello che semplicemente ed ingenuamente definiamo felicità.

Ricorda che la vita non è come si desidera che sia, molto spesso è capricciosa e imprevedibile

Continuerà a mettere dei problemi sul tuo cammino ma anche nuove opportunità. Sei tu che scegli se vuoi essere una vittima o se preferisci prendere in mano le redini e imparare ad ogni passo che fai. Dopo tutto, ricorda che nulla è per sempre. Se qualcosa non ti piace, prova a cambiarla, se non è possibile, non torturarti e cambia atteggiamento. Impara ad abbracciare la vita con tutto ciò che comporta.

Nel mio libro «Il mondo con i tuoi occhi» ho provato a raccogliere e mettere a disposizione, tutti quegli strumenti psicologici indispensabili per garantirti la rinascita che meriti!  Perché come ho scritto nell’introduzione al mio libro: “Puoi continuare a vedere te stesso e il mondo come ti hanno insegnato o cominciare a guardarlo con i tuoi occhi”.

Curare i nostri legami, le nostre ferite, i nostri conflitti… curare il nostro benessere, è un dovere imprescindibile che abbiamo verso noi stessi. Allora impara a farlo, impara a rivendicare il tuo posto nel mondo a guardarti con i tuoi occhi….. Ed è quello che ti auguro. Se senti che è giunto il momento di costruire una vita che rifletta veramente chi sei, liberandoti dalle pressioni esterne e interne, questo percorso di crescita personale è ciò che fa per te. Cinque capitoli che ti porteranno alla scoperta di quel potenziale che, da troppo tempo, è assopito dentro di te e non chiede altro di esplodere! Per immergerti nella lettura e farne tesoro puoi ordinarlo qui su Amazon oppure acquistarlo in libreria.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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