L’ipocondria e la paura per i sintomi fisici

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

ipocondria sintomi cause curaA differenza di ciò che pensano in molti, l’ipocondria non è una fobia e non può essere descritta come una generica paura delle malattie. Il significato della parola ipocondria è molto più profondo e trova riscontro nel manuale diagnostico con due differenti diagnosi.

Nel manuale diagnostico

Nel DSM-V l’ipocondria si esprime con le diagnosi di “disturbo da sintomi somatici” e “disturbo da ansia di malattia”. In sostanza la differenza tra le due diagnosi è dettata dall’assenza di sintomi somatici (sintomi fisici) nel disturbo da ansia di malattia, sintomi fisici che invece sono presenti nel disturbo da sintomi somatici. 

Circa il 75% dei casi di ipocondria rispondono alla diagnosi di disturbo da sintomi somatici, infatti, i sintomi fisici sono assenti solo nel restante 25% dei casi (APA 2013). Nel disturbo da ansia da malattia, è presente una forte paura della malattia questo timore dà vita a due risposte comportamentali opposte:

  • l’ipocondriaco si sottopone a test diagnostici e frequenti visite mediche
  • la paura delle malattie causa un evitamento, l’ipocondriaco evita diagnosi o visite

Il DSM-V nel descrivere il disturbo da ansia di malattia parla della “preoccupazione di avere o contrarrre una grave malattia” accompagnato da un “elevato livello di ansia per la salute”, una condizione in cui ‘l’individuo si allarma facilmente per il proprio stato di salute e mette in pratica eccessivi comportamenti correlati alla salute” (controlli ripetuti, visite, esami obiettivi, ricoveri ospedalieri…). Nel disturbo da sintomi somatici, in aggiunta all’ansia correlata alla malattia, sono presenti sintomi fisici stressanti o che causano una significativa compromissione della vita quotidiana.

Indice

Etimologia del termine: ipo (hupo, significa “sotto”) e condria (dal greco khóndria, riferito alla cartilagine del diaframma costale). Il significato ha radici antiche, il termine era infatti usato per indicare malori addominali. Non è un caso che ancora oggi, tra i sintomi fisici vi sono spesso problemi gastrointestinali.

Quali sono le cause

Quando si parla di salute mentale, le cause del disturbo vanno sempre ricercate in diversi ambiti: genetico, neurobiologico e ambientale. Per il disturbo ipocondriaco non sono state individuate evidenze genetiche o neurobiologiche. Alcune osservazioni cliniche suggeriscono che è possibile distinguere due tipologie di ipocondriaci in base all’immagine che hanno di sé.

Da un lato vi sono ipocondriaci che hanno un’immagine di sé come persone forti, autonome, non bisognose di aiuto, persone capaci di essere di sostegno agli altri. Il soggetto ha la necessità di aderire a un’immagine di sé forte e ciò implica il bisogno di non essere malato. La malattia pone in una situazione di dipendenza dall’altro, condizione inaccettabile per chi preserva, a tutti i costi, un’immagine di sé forte e autonoma.

L’ipocondriaco indipendente

Essere autonomi e non deboli, per l’ipocondriaco è stata la soluzione per:

  • Essere di sostegno e aiuto per la figura di attaccamento (inversione del ruolo genitore-figlio).
  • Non avere necessità di aiuto dato che quando manifestava dei bisogni non arrivavano risposte adeguate.
  • Non assomigliare a persone malate e per questo fortemente svilite.

L’immagine di sé “forte” è perseguita per evitare di somigliare a una figura “troppo debole” (soprattutto se uno dei genitori è stato vissuto come estremamente fragile) e per evitare di dipendere dall’altro. L’infanzia dell’ipocondriaco può essere stata caratterizzata da un caregiver che non è stato in grado di rispondere ai bisogni del bambino che, così, ha sviluppato una sorta di contro-dipendenza-affettiva.

Nell’ipocondriaco indipendente, le cause (intese come scompensi) sono date da una qualsiasi minaccia all’immagine di sé forte. Parliamo quindi di un insuccesso lavorativo, dell’abbandono sentimentale, della morte improvvisa di un amico, della diagnosi di una malattia o un disturbo fisico (anche di poco conto).

L’ipocondriaco dipendente

Sull’altro versante vi sono ipocondriaci che hanno un’immagine di sé esattamente opposta. In questo contesto il soggetto ha un’immagine di sé come persona debole, bisognosa d’aiuto e di sostegno emotivo, vi è comorbilità con il disturbo dipendente di personalità. Essere malati, infatti, aumenta il bisogno di dipendenza dagli altri e quindi la paura di non riuscire a ottenere accudimento da parte di persone considerate forti e capaci. Si teme la mancanza di accudimento e protezione.

Nella storia di quasi tutti i pazienti ipocondriaci vi è un’esperienza che ha portato alla drammatizzazione della malattia. Per esempio, una figura di riferimento molto apprensiva con la tendenza a interpretare qualsiasi manifestazione emotiva come un sintomi fisico.

Nell’ipocondriaco dipendente, la causa può essere determinata dalla perdita di una figura protettiva e, in generale, una diminuzione della percezione di sostegno (un figlio che va via di casa, un riferimento che si trasferisce, una separazione…). La causa (scompenso) può essere riconducibile a qualsiasi evento che aumenta il desiderio di essere supportati e protetti come l’aumento di responsabilità (gravidanza, nascita di un figlio, promozione lavorativa…) o un fallimento.

Sintomi caratteristici

L’ipocondriaco non teme la malattia in sé, in realtà egli non accetta la morte perché lo riconduce alla fine dell’io, alla possibilità di lasciare in sospeso i propri progetti, lo proietta al danno e al dolore della separazione dai propri cari nonché all’incognita del “cosa c’è dopo”. L’ipocondriaco si proietta solo inconsciamente a tutto questo. A livello cosciente, i suoi timori si esplicitano come una paura pervasiva di essere malato, di dover affrontare una lunga ed estenuante agonia.

Il paziente ipocondriaco teme:

  • la sofferenza fisica legata alla malattia
  • la sofferenza emotiva
  • il decadimento fisico
  • l’interruzione e l’intralcio ai propri progetti
  • la necessità di dipendere dagli altri
    – teme di non essere accudito oppure di essere un peso

I sintomi riferiti:

  • Eccessiva paura della malattia
  • Sintomi psicosomatici
  • Rimuginare costantemente sul decorso della presunta malattia
  • Ricorrere a eccessivi test clinici
  • Focalizzazione sull’ipotesi peggiore alla comparsa di un sintomi fisico
  • Monitoraggio delle proprie funzioni vitali (deglutire spesso, tossire spesso, controllo del battito cardiaco…)
  • Ricerca di dati congrui con l’ipotesi peggiore (con il web, con l’ascolto selettivo dei racconti di amici o parenti…)
  • Falsificazione e disconferma dei dati rassicuranti ottenuti (“le analisi sono sbagliate” oppure “il medico non ha capito il mio problema…”)

Il vero problema dell’ipocondria è che attiva un vortice di sintomi a catena dove la ricerca di rassicurazioni non fa altro che alimentare la preoccupazione per la malattia.

Sintomi fisici

I sintomi fisici (psicosomatici) sono molto variegati: dolori articolari, problemi digestivi, mal di testa, insonnia o vertigini.

L’ipocondriaco riferisce costanti dolori di natura psicosomatica: un dolore al fianco viene interpretato e vissuto come un cancro al fegato, costanti mal di testa così come le vertigini soggettive, sono sintomi interpretati come indicatori di un tumore al cervello.

Come si cura l’ipocondria

Parlare di una cura non è affatto semplice: il fai da te è spesso controproducente. Il tentativo di “evitare di pensare alla malattia” può innescare il cosiddetto “effetto orso bianco”, cioè un effetto paradossale in cui più si tenta di allontanare un pensiero e più quel pensiero diviene pervasivo e persistente. Per curare l’ipocondria vi sono diversi approcci che cambiano in base alla scuola di pensiero dello psicoterapeuta.

Nell’approccio analitico si lavora sulla storia del paziente individuando dapprima lo scompenso che ha portato alla comparsa dei sintomi e poi le fragilità pregresse.

Come guarire

Se ti stai chiedendo come superare l’ipocondriasappi che il nostro consiglio è quello di rivolgerti a uno psicoterapeuta. Possiamo, intanto, darti alcune informazioni su come si mantiene il tuo disturbo così da consentirti una maggiore consapevolezza.

L’ipocondria ti induce a ricorrere al “bias confirmatorio”, si tratta di un errore cognitivo che ti induce a raccogliere, in modo selettivo, solo determinate informazioni. Per esempio, se fai una ricerca sul dolore al fianco, tenderai a soffermarti sui sintomi e i disturbi che correlano alla tua ipotesi peggiore per confermare le tue paure. Per consigli utili su come curare l’ipocondria, ti consiglio di leggere questo articolo dove viene trattato principalmente il profilo dell’ipocondriaco dipendente. Libro consigliato: “La paura delle malattie: affrontare e superare l’ansia per la salute e l’ipocondria” e si può comprare su Amazon a “questo indirizzo“.

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