Ti sei mai chiesto perché, nonostante la sofferenza, alcune persone continuano a inseguire amori che le feriscono? È un fenomeno comune: ci si ritrova coinvolti con partner che non ricambiano, che svalutano, che non offrono stabilità. Eppure, nonostante il dolore, si resta, si ritorna, si spera. Non è masochismo, non è debolezza: è la dinamica invisibile del cuore che riproduce copioni antichi, radicati nell’infanzia e nel sistema emotivo.
I comportamenti tipici
Quando parliamo di “comportamenti tipici di chi cerca amore nei posti sbagliati” dobbiamo ricordare una cosa fondamentale: non si tratta di un episodio isolato, ma di atteggiamenti reiterati. È la ripetizione che rivela un copione interiore. Una scelta sbagliata può capitare a chiunque; il problema nasce quando i comportamenti si ripetono nel tempo, con partner diversi ma dinamiche identiche.
A tal proposito analizzerò sei comportamenti tipici di chi cerca amore nei posti sbagliati, le radici psicologiche che li alimentano, le conseguenze che ne derivano, e soprattutto i passi possibili per spezzare il ciclo.
1. Idealizzare chi non offre ciò che serve
Uno dei comportamenti più tipici è l’idealizzazione: si attribuiscono al partner qualità che non ha, si minimizzano i suoi limiti, si giustificano le sue assenze. Questa idealizzazione non è cieca: è un meccanismo difensivo che permette di tenere viva la speranza.
Il problema è che più si idealizza, meno si vede la realtà. Si rimane intrappolati in una versione immaginaria dell’altro, incapaci di riconoscere i segnali concreti di disinteresse o disfunzione.
2. Restare nonostante la mancanza di reciprocità
Molti, pur ricevendo briciole, restano. Accettano silenzi, indifferenza, mancanza di impegno, critiche continue, svalutazioni…. Non si tratta di rassegnazione, ma della convinzione profonda che “bisogna accontentarsi”, che non si merita di più, o che con abbastanza amore l’altro cambierà.
Questo comportamento reiterato tradisce un copione antico: l’amore associato non alla sicurezza, ma allo sforzo, alla fatica e al sacrificio. Nelle prime relazioni di attaccamento, il bambino può aver imparato che la vicinanza emotiva non era stabile, ma intermittente, e che per ottenere attenzione doveva modulare i propri bisogni, adattarsi o rinunciare a parti di sé.
Dal punto di vista neurobiologico, questo schema plasma i circuiti dello stress: il sistema limbico impara a collegare l’amore a stati di allerta e iperattivazione, mentre la dopamina — invece che premiare la stabilità — rinforza l’attesa e l’imprevedibilità. Così, da adulti, si tende a riprodurre legami in cui l’amore diventa ancora una conquista da meritare, più che uno spazio naturale di accoglienza.
3. Confondere intensità con amore
Un altro comportamento tipico è confondere passione, gelosia, ansia o instabilità con “vero amore”. Le montagne russe emotive vengono interpretate come segno di profondità, mentre la calma e la stabilità vengono percepite come noia.
Questo porta a inseguire partner imprevedibili, spesso emotivamente indisponibili, mentre si evita chi potrebbe offrire un amore sereno.
4. Svalutarsi per trattenere l’altro
Chi cerca amore nei posti sbagliati tende a sacrificarsi. Riduce le proprie esigenze, minimizza i propri desideri, mette al centro i bisogni dell’altro. Non è altruismo, ma paura: paura di perdere, paura di non essere abbastanza, paura di restare soli.
Col tempo, questo comportamento erode l’autostima e rinforza la dinamica di dipendenza affettiva.
5. Inseguire chi si allontana
Il paradosso è che più l’altro si sottrae, più cresce il desiderio. Questo comportamento reiterato ha radici profonde: il rifiuto diventa conferma che bisogna insistere di più. È il bambino che, di fronte a un genitore emotivamente distante, rincorre con tutte le forze per ottenere uno sguardo.
In età adulta, questo si traduce in relazioni sbilanciate, in cui l’amore diventa inseguimento e non incontro.
6. Ripetere gli stessi copioni con partner diversi
Forse il comportamento più emblematico: cambiano i volti, cambiano le storie, ma il film resta lo stesso. Ci si ritrova sempre con partner freddi, egocentrici, anaffettivi. Questo rivela che la scelta non è casuale: è l’inconscio che cerca di rivivere e “risolvere” una ferita antica, sperando in un epilogo diverso.
Perché mettiamo in atto questi comportamenti
Dal punto di vista psicologico, questi comportamenti derivano da schemi di attaccamento formatisi nell’infanzia. Se l’amore dei genitori era condizionato, intermittente o incoerente, il bambino impara che per essere amato deve rincorrere, adattarsi, sacrificarsi.
Dal punto di vista neurobiologico, ogni volta che si ripete il copione, il cervello rilascia dopamina non per la sicurezza, ma per l’imprevedibilità. L’incertezza dell’amore attiva i circuiti della ricompensa, rendendo ancora più difficile spezzare il ciclo. Di seguito un grafico per rendere più chiaro il concetto
Le conseguenze
- Autostima fragile: il valore personale dipende dal riconoscimento di chi non lo concede.
- Relazioni tossiche: si resta invischiati in rapporti che logorano.
- Ansia e insicurezza cronica: l’attesa costante dell’altro genera stress.
- Paura della stabilità: l’amore sano appare estraneo, persino spaventoso.
- Ciclicità del dolore: gli stessi errori si ripetono, alimentando sfiducia e rassegnazione.
Cosa puoi fare
Spezzare un copione antico non significa cancellare ciò che hai vissuto, ma imparare a scrivere pagine nuove. Quando la ricerca di emozioni estreme diventa il riflesso di ferite infantili, il primo passo non è forzarsi a cambiare, ma riconoscere. La consapevolezza apre la porta alla trasformazione: vedere i legami che si ripetono, dare un nome ai bisogni nascosti, distinguere ciò che ti nutre da ciò che ti consuma.
Non si tratta di un processo immediato: Il cervello, con il suo intreccio inscindibile di emozioni e pensieri, ha bisogno di tempo per imparare a fidarsi della stabilità. Ma ogni gesto, ogni riflessione e ogni nuova scelta rappresentano un seme piantato dentro di te. Ecco alcune direzioni concrete che possono aiutarti a iniziare questo percorso.
- Riconoscere i copioni: annota le somiglianze tra le tue relazioni passate. La ripetizione è la chiave.
- Distinguere tra intensità e profondità: impara a riconoscere che un amore stabile non è noioso, ma nutriente.
- Stabilire confini: chiarisci dentro di te cosa non sei disposto ad accettare.
- Praticare auto-cura: coltiva attività che nutrono il senso di sé, indipendenti dall’amore.
- Cercare supporto terapeutico: un percorso psicologico aiuta a sciogliere i nodi dell’attaccamento.
I traumi dell’infanzia
Spesso, i comportamenti che ci portano a cercare amore nei posti sbagliati hanno origine nei microtraumi infantili: un genitore emotivamente assente, una madre imprevedibile, un padre svalutante. Non eventi unici e clamorosi, ma gesti e frasi ripetute nel tempo, che insegnano al bambino che l’amore va rincorso, che non è mai garantito.
Perché i traumi condizionano la nostra vita
I traumi non elaborati restano nel corpo e nel sistema nervoso. La memoria implicita non distingue tra passato e presente: così, davanti a un partner distante, non reagiamo all’oggi, ma a quella lontana ferita di mancanza. È per questo che, pur consapevoli razionalmente, ci ritroviamo a ripetere gli stessi errori.
Dal bisogno al diritto di amare ed essere amati
Cercare amore nei posti sbagliati non è una colpa: è la traccia di una ferita. Ma è possibile spezzare il ciclo. Significa imparare a distinguere il bisogno di rivivere il passato dalla possibilità di costruire il presente. Significa capire che l’amore non deve essere lotta, rincorsa, sacrificio: può essere incontro, sostegno, crescita reciproca.
Ed è questo il cuore del mio libro “Il mondo con i tuoi occhi“. Non è un manuale che ti dice come amare “bene”, ma un viaggio che ti accompagna a riconoscere i copioni interiori che ti tengono legato a relazioni dolorose. Ti aiuta a capire perché scegli sempre lo stesso tipo di partner, come trasformare il giudice interiore in un alleato, e soprattutto come costruire una felicità che sia tua, e non l’eco delle aspettative altrui.
In quelle pagine troverai riflessioni, esercizi e strumenti pratici per liberarti dal bisogno di inseguire ciò che ferisce e per imparare a cercare ciò che nutre. Perché la crescita emotiva non è accontentarsi di meno, ma imparare a riconoscere che meriti di più.
Il mio libro è un invito ad abbandonare i posti sbagliati e a scegliere finalmente uno spazio interiore in cui sentirti a casa. Non è facile, non è immediato, ma è possibile. E ogni passo in quella direzione è già un atto di amore verso te stesso. Il mio libro è disponibile in libreria e qui su Amazon
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Ti aspetto lì per continuare il viaggio