Se un interesse, un amore o una qualsiasi attività che decidi di intraprendere non dura mai più di qualche mese, allora potresti essere vittima di un automatismo radicato in te… questo automatismo è la sintesi della tua infanzia. A causa di tale meccanismo, purtroppo, non riesci a godere delle attività da svolgere a lungo termine e così molli la presa prima del tempo. Quando qualcosa va per le lunghe, tu cambi aria, volti semplicemente lo sguardo altrove cercando nuovi stimoli che poi, sistematicamente, lascerai in sospeso.
Quante attività hai iniziato per poi interromperle? Non si tratta di “mancata costanza” ma di un qualcosa di più profondo e radicato che fino a questo momento hai ignorato.
Il tuo destino sembra essere segnato. Tutto quello che fai, dopo un po’, viene interrotto e non sempre consapevolmente. Talvolta la noia divampa mentre in altri casi, si approfitta della prima difficoltà per mollare tutto.
In questo ultimo caso, molte persone neanche si rendono conto di vivere ad oltranza questo meccanismo perché scatta una giustificazione che può rendere lecito questo atteggiamento:
io sono così, se una cosa si può fare, bene! Altrimenti… pazienza! Mi piace andare dritto al sodo e se si va per le lunghe… meglio cambiare strada!
Ah, poi c’è un’altra versione che giustifica e lascia passare inosservato questo atteggiamento disfunzionale:
Sono uno spirito libero, non mi piace perdere tempo appresso alle cose. Non corro dietro a niente e nessuno.
Peccato che spesso “le cose“, potrebbero essere attività gratificanti, amori o passioni da coltivare e “perdere tempo” significherebbe solo investire il tempo necessario per portare a compimento il progetto, qualsiasi esso sia!
Gli amori sono fatti di equilibri e non equilibrismi
In casi estremi, potresti anche annoiarti delle relazioni e… se non cambi partner, ti ritrovi a dover movimentare, in qualche modo, la relazione. Litigi, tradimenti, cambi di umore improvvisi… ti piace mettere a dura prova il partner per rendere vivo il rapporto. La frase Gli amori sono fatti di equilibrio e non equilibrismi non fa perte, anche se dovresti imparare a godere della serenità che un rapporto di coppia potrebbe darti.
Dopo un po’ che ti ritrovi in una situazione di stabilità emotiva, puoi iniziare a non sentirla più tua. Puoi iniziare a mettere in dubbio tutto. Anzi, inizia a percepirne meno il valore, il senso e soprattutto inizi a provare meno interesse.
Attenzione! La tua non è apatia, semplicemente vivi intensamente l’adrenalina dell’inizio, l’entusiasmo delle prime volte ma non riesce a emozionarti con il proseguo delle stesse esperienze. Ecco, dopo un po’ una relazione d’amore può farti sentire frustrato. E’ inevitabile.
Assuefazione alle emozioni
A causa di questo meccanismo, chi afferma che non ama perdere tempo a inseguire le cose… finisce con lo sprecare tanto tempo ed energia nelle attività più disparate. Si iniziano tanti progetti, tante attività ma nessuna in modo serio, nessuna con perseveranza.
Qualcuno potrebbe pensare che si tratta di mancanza di costanza… sì, infatti, ma la mancanza di costanza è solo il sintomo di un disagio più profondo che, come ho accennato in premessa, è la sintesi di un vissuto tumultuoso durante l’infanzia.
Questo meccanismo è avallato dalla mancanza di adrenalina e da una certa assuefazione. Sei assuefatto alle emozioni e così, presto o tardi, la stessa attività inizia a puzzare di stantio e se non cambi aria rischi di sentirti frustrato.
Le emozioni pronte all’uso ti piacciono tanto, al tal punto che puoi essere portato a schiacciare un po’ troppo il piede sull’acceleratore solo per far fruire l’adrenalina.
Dovresti imparare a penetrare gli eventi e a emozionarti anche nella cosiddetta normalità.
Le origini di tale assuefazione sono da ricercare nell’infanzia
Il modo di percepire, modulare e vivere le emozioni, lo abbiamo appreso durante l’infanzia. Non parliamo di una situazione prettamente emotiva: il sistema nervoso impara a emozionarsi con ciò che vive.
Nelle persone che tendono ad annoiarsi rapidamente, il sistema nervoso ha imparato a emozionarsi solo con l’adrenalina iniziale e non ha appreso la capacità di trarre piacere e giovamento dalla cosiddetta normalità, serenità, tranquillità.
In genere, “questa taratura” può essere figlia di diverse situazioni che, per semplicità, suddivideremo in due categorie. Nella prima, la persona durante l’infanzia è stata abituata ad avere tutto e subito, senza imparare a vivere l’esperienza dell’attesa, del desiderio, della conquista e del godersi la conquista con gioia.
Nella seconda, la persona durante l’infanzia è stata sottoposta a continui stimoli. L’iperstimolazione può essere il sunto di un’infanzia tumultuosa o ricca di eventi.
Continui traslochi, cambi di città ma anche stimolazioni come giochi, esperienze e attività motorie. In altri casi, l’iper-stimolazione arriva dall’ambiente familiare. Il bambino è stimolato dai continui conflitti familiari o addirittura da abusi e maltrattamenti emotivi. Il bambino non riesce ad apprendere che la tranquillità e la serenità possono essere motivo di gioia. Così, crescendo, inizierà a sentire banali i normali stimoli della vita di tutti i giorni senza riuscire a godere della sicurezza legata alla stabilità.
In entrambi i casi (sia il bambino iper-stimolato, sia il bambino che ha avuto sempre tutto e subito), nella vita da adulti, bisognerebbe vivere un’esperienza emotiva correttiva atta ad allenare il sistema nervoso a emozionarsi anche per la cosiddetta normalità.
Per comprendere la neurobiologia che è alla base di questo “settaggio”, puoi provare a leggere il paragrafo dedicato al “Cervello delle persone HSS” del mio articolo Cosa si nasconde dietro al bisogno di provare emozioni intense.
Come allenarti alla stabilità emotiva
Se ti stufi sempre, sappi che difficilmente riuscirai a essere davvero felice. Situazione dopo situazione, potresti essere portato addirittura a vivere esperienze di vuoto emotivo, oltre che intensa frustrazione. Passo dopo passo, dovrai allenarti alla stabilità emotiva, resistere e andare oltre i primi impulsi che ti dicono di sabotare o abbandonare.
Non bisogna necessariamente fare, agire, attivarsi. Puoi beneficare di situazioni che ti facciano percepire emozioni più soft-core, devi solo iniziare ad assaporarle e a capirle. E’ così che vivrai la tua esperienza emotiva correttiva.
Per molti, la fresa qui e ora può sembrare una banalità… ma non per te! Niente è più adeguato di questo. Impara a vivere momento per momento senza la fretta di andare oltre o senza proiettarti al domani.
Situazioni di rilassamento, massaggi, trattamenti corporei (fanghi, saune, bagni turchi, idromassaggi) possono essere un buon punto di inizio per imparare ad apprezzare attività riflessive, dove puoi vivere il momento solo con te stesso.
Pian piano abituerai te e il tuo sistema nervoso a godere non solo delle ondate di adrenalina, ma anche di tutta la meraviglia che può darti la stabilità delle “attività normali”, tranquille.
Illustrazione di: Virginia Mori
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
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