Se nel nostro paese la manipolazione affettiva è qualcosa di inconsistente e di poco conto, in altre parti del mondo la prospettiva cambia tanto da vedere la mobilitazione di piani istituzionali e legislativi.
Esempi virtuosi arrivano dall’Inghilterra, dall’Irlanda, dalla Francia ma ancora di più da oltreoceano: in Australia, il sistema sanitario ha avviato campagne atte a consentire ai cittadini di discernere con facilità una “relazione tossica” da una relazione sana.
Qui il tema delle relazioni tossiche e della manipolazione affettiva è così sentito da prevedere dei programmi ad hoc in diversi ambiti. Ma prima di vedere i dettagli, proviamo a chiederci: perché è così importante sensibilizzare al tema della sana affettività? Cosa si previene portando realizzando campagne di sensibilizzazioni e di educazione emotiva?
A cosa servono le campagne di educazione emotiva?
Servono a proteggerci da sconforti, abbandoni, violenze e addirittura malattie. Infatti, se se c’è un filo conduttore che lega la salute personale alle dinamiche relazionali che talvolta sfociano in atti violenti e drammatici, quello è la psicologia, l’emotività che ci accomuna tutti. Parlare di relazioni tossiche in ambito istituzionale, spezzerebbe un altro dogma sociale: quello che vede scissa la salute mentale da quella fisica.
Dovremmo, infatti, imparare a considerare la persona, nella sua totalità e così anche la sua salute. Sono molte le evidenze scientifiche che sottolineano come la componente emotiva favorisca o interferisca con la funzionalità dei nostri sistemi, organi e apparati. Le vie ormonali e neurochimiche risentono delle nostre emozioni, curarle significa proteggerci! Non è più possibile parlare di due tipi di “salute” scissi.
Ecco perché iniziative come quelle australiane e come quelle che mettiamo in campo anche noi periodicamente (nell’ottobre 2024 abbiamo tenuto il primo corso istituzionale gratuito di educazione emotiva e ogni mese entriamo nelle scuole con programmi didattici ad hoc), possono avere importanti ricadute sul benessere del cittadino e dell’intera comunità.
Relazioni tossiche
Una «relazione tossica» è caratterizzata da dinamiche malsane a tal punto da causare un danno psicofisiologico a chi la subisce; possono esserci in famiglia, in coppia o sul lavoro. Il termine «tossico» è perfetto perché rende estremamente corporea una sfera che erroneamente viene associata a una dimensione “emotiva” concepita come del tutto “astratta” e quindi non in grado di fare “danni tangibili”. Riesce a ricordarci, infatti, che tutto ciò che è emotivo è anche fisico, un promemoria estremamente importante in questo periodo storico.
E se fosse il tuo medico a parlartene?
E se fosse il tuo medico di fiducia a consigliarti di “curare” le tue relazioni? Di prestare attenzione all’impatto che hanno sulla tua salute? Per esempio, elevati livelli di ambivalenza relazionale (tipici delle relazioni tossiche) sono stati associati a problemi cardiovascolari (Uchino, Smith e Berg, 2014), pressione sistolica elevata e benessere fisico compromesso (Nealey-Moore, 2003). Un resoconto proposto dal «National Institutes of Health» (US), dedicato esplicitamente all’impatto delle «relazioni tossiche» fa riferimento alle varie sintomatologie negative emergenti nella vittima con conseguenze emotive, biologiche, comportamentali, cognitive e interpersonali.
In ambito giuridico-forense
Usare un linguaggio adeguato che possa rimandare alla fisicità di tutte le esperienze che viviamo, potrebbe essere la chiave di volta per restituire un po’ di giustizia alla sfera emotiva, per secondi bistrattata e sottovalutata. Le ricadute potrebbero esserci anche in ambito giuridico-forense.
Nel Regno Unito, il controllo coercitivo tipico delle relazioni tossiche è diventato un reato penale nel dicembre 2015 (lo è anche in Irlanda e in Francia) e, secondo l’associazione di beneficenza per gli abusi domestici Women’s Aid, ci sono stati 17.616 reati di controllo coercitivo registrati dalla polizia britannica tra il marzo del 2018 e quello del 2019. Le statistiche mostrano anche che il 97% degli individui perseguiti per questi comportamenti nel periodo fra il dicembre 2017 e lo stesso mese del 2018 erano uomini.
Secondo l’stat, nel nostro paese sono 8,3 milioni (il 40,4%), le donne vittime di violenza psicologica con conseguenze fisiche tangibili (con deficit cognitivi nell’attenzione e nella memoria); la manipolazione affettiva non è una questione a danno esclusivo della donna; anche gli uomini possono essere vittime, tuttavia è importante sottolineare che quando la vitta è di sesso femminile le ricadute sono più consistenti: complice l’arma del ricatto economico.
Quando si parla di controllo coercitivo e ricatti affettivi, in Italia manca un disciplinare chiaro che possa fornire un’opportuna tutela. A monte, manca un programma che possa fare prevenzione!
Quando scende in campo il sistema sanitario nazionale
Il tema delle “relazioni tossiche” è così sentito che in Australia, l’ente ufficiale per la sanità ha iniziato a sensibilizzare la popolazione distribuendo materiale informativo e addirittura attivando un’apposita rete di supporto.
È il caso del «National Health Centre Australia»: il «servizio nazionale di consulenza sanitaria australiano» che a partire da maggio 2024, ha allestito una linea di assistenza sanitaria gratuita per fare prevenzione in tema di «Relazione Tossiche» emanando quelle che sono le «Red Flags of a Toxic Relationship».
Sul sito governativo non manca delle linee guida atte a “educare” i cittadini e consentirgli di discernere con facilità quella che è una “relazione tossica” da una relazione sana. Ma quali sono i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione?
Red Flags da attenzionare
Che tu sia uomo o donna, se stai vivendo una relazione che ti fa sentire con l’acqua alla gola, potrebbe essere particolarmente saggio fare un passo indietro. Ci sono, però, dei fattori di vulnerabilità che spesso non elargiscono la possibilità di fare questo auspicabile “passo indietro” per mettersi al sicuro. Quali?
- La mancanza di un sostegno economico
- L’assenza di una rete di supporto sociale
- L’isolamento.
Per la vittima, dunque, il suo manipolatore è l’unica ancora, l’unico punto d’appiglio per non essere isolati. Anche quando la vittima ha una famiglia, infatti, non sente il suo supporto e intimamente non crede di poter contare su qualcuno.
Entro la relazione, qui di seguito elenchiamo i segnali a cui prestare attenzione.
1. Mancanza di reciprocità
Ti senti sminuito e umiliato. Il fatto che i bisogni del partner vengano sempre anteposti ai tuoi è lo standard della relazione. Il tuo partner ti critica costantemente ciò che sei e ignora i tuoi bisogni.
2. Il controllo soffoca la tua libertà
Quando il partner vuole decidere per te, non si tratta di amore, ma di controllo. Nessuno dovrebbe fare pressioni e vincolare le tue scelte alla sua approvazione e al suo amore. L’amore non si compra con la sottomissione.
3. Ti manipola con il senso di colpa
Se spesso ti senti in colpa per cose che non dipendono da te o che non hai fatto, c’è una dinamica sbilanciata. Il senso di colpa e il vittimismo sono strategie molto comuni per ottenere ciò che vuole mantenendo un equilibrio relazionale tossico e dannoso.
4. Ti isola dagli altri
Un partner amorevole ti incoraggia a mantenere i tuoi legami, non ti spinge ad allontanarti dalle persone a cui vuoi bene. Nelle relazioni tossiche, il partner fa in modo di essere l’unica persona della tua vita, riduce il tuo intero mondo a lui/lei.
5. Violenza verbale
Insulti, silenzi punitivi o discussioni irrisolte ti fanno sentire incompreso, ingiustamente punito. I litigi sono frequenti e mai risolutivi. Le discussioni, in una relazione sana, non accumulano irrisolti su irrisolti, non seminano un campo di gusci d’uovo sui quali non puoi più muoverti.
6. La fiducia manca
Una relazione senza fiducia è come una casa senza fondamenta: traballante e insicura. Se sei accusato ingiustamente o senti il bisogno di giustificarti continuamente, c’è qualcosa che non va.
7. L’ansia diventa la tua compagna di vita
Se vivi in una relazione che non ti fa sentire al sicuro, è normale sperimentare una costante tensione, preoccupazione, ansia generalizzata e paura. Non sei tu, non c’è qualcosa che “non va in te” ma nella dimensione relazionale che stai vivendo. È il tuo ambiente che ti sta facendo ammalare.
8. Ti senti esausto
La paura non dovrebbe mai essere parte dell’amore. Se hai paura di esprimerti o subisci aggressioni verbali, emotive o fisiche, è un chiaro campanello d’allarme che ti fa sentire esausto.
9. Non ti senti supportato
Quando sei tu a dare sempre, mentre i tuoi bisogni rimangono ignorati, è normale sentirsi svuotati. Una relazione dovrebbe nutrirti, non prosciugarti.
10. Promesse e cicli che si ripetono
Se dopo ogni litigio ci sono scuse seguite da comportamenti che non cambiano mai, finisci intrappolato in un ciclo logorante.
L’importanza di ripartire da se stessi
Ricorda, meriti una relazione che ti faccia sentire amato, valorizzato e rispettato. Se leggendo queste red flag, qualcosa risuona dentro di te, abbi cura di ascoltare quella voce. Sei importante, meriti considerazione, affetto e stima.
Solo perché fino a oggi nessuno ha creduto in te, non significa che tu non possa iniziare a farlo e a riscrivere le sorti della tua intera vita. Anzitutto, sappi che è meraviglioso che tu stia cercando di prenderti cura di te. Ogni momento difficile, per quanto possa sembrare infinito, è una tappa, non la tua destinazione.
Le emozioni che provi adesso – che siano dolore, confusione o stanchezza – non definiscono il tuo valore, né la tua capacità di costruire un futuro più sereno. Concediti il permesso di affermarti per ciò che sei, riprenditi la tua autonomia e la tua identità di persona completa, quella che nessuno mai ti ha riconosciuto.
Se hai voglia di lavorare sulla tua affermazione personale, ti consiglio la lettura del nostro libro bestseller «il Mondo con i Tuoi Occhi», puoi trovarlo a questa pagina amazon e in qualsiasi libreria. Ricorda: tu meriti amore, rispetto e gioia. Meriti di svegliarti al mattino sentendoti libero e al sicuro, senza pesi inutili sul cuore. Il semplice fatto che stai cercando di capire le tue dinamiche di coppia, dimostra che dentro di te c’è una voce che sa cosa è giusto per te, anche se a volte è difficile ascoltarla. Fidati di quella voce: ti guiderà verso posti migliori, gratificanti.
Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autrice di bestseller tradotti in tutto il mondo, editi da Rizzoli – Mondadori.
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