Siamo cresciuti con la cultura del “discutere”, abituati a irritarci per tutto e a non accettare opinioni diverse dalla nostra. Quasi ogni giorno discutiamo per un qualsivoglia motivo e in più di un’occasione. Di prima mattina discutiamo con quel commerciante che ha parcheggiato l’auto davanti al nostro garage; a ora di pranzo, con nostro figlio, perché si isola con il cellulare mentre stiamo pranzando; di pomeriggio, perché magari una nostra amica ha dimenticato di telefonarci; e, per chiudere in bellezza, litighiamo con il nostro partner. Ma pensandoci bene: serve a qualcosa? È un bene o è un male generare così tante discussioni? È possibile discutere senza litigare?
Discutere ci avvicina agli altri
L’idea diffusa è che discutere voglia dire confrontarsi con un’altra persona tramite azioni aggressive come gridare, umiliare, litigare, mancare di rispetto o sminuire. Attenendoci alla definazione riportata dal Dizionario Garzanti, discutere proviene dal latino discutĕre, “scuotere in diverse parti, agitare” e viene definito nel seguente modo:
Discussioni sane
“Discutere” presuppone quindi che due o più persone trattino un argomento in dettaglio, ascoltando le proprie opinioni in merito e sostenendo un punto di vista contrario. Come possiamo notare, questa definizione non prevede il confronto aggressivo, al contrario. Prevede invece di esporre le opinioni delle varie parti, facendo leva sul confronto in merito a un argomento per mezzo di uno sforzo che le parti coinvolte fanno per comunicare.
Discutere fa bene ai nostri rapporti sociali? In generale, evitiamo di avere confronti diretti con gli altri. Tuttavia, le relazioni umane implicano interazione, dunque prendere coscienza dei diversi modi di pensare e agire. Non è raro, però, cadere nell’errore di pretendere che gli altri agiscano o pensino come noi.
Le aspettative sui comportamenti altrui e i giudizi rispetto a cosa sia giusto o sbagliato inducono a confronti poco costruttivi. Sperare che gli altri agiscano come vorremmo o pretendere che cambino punto di vista scatena conversazioni sgradevoli e rende più difficili le nostre relazioni. Questo perché invece di accettare chi abbiamo davanti, tendiamo a pretendere la persona si comporti come vogliamo e che sia d’accordo con il nostro punto di vista. Tuttavia, non c’è niente di male nelle divergenze di opinioni, infatti discutere in modo sano consente di:
Evitare l’isolamento sociale: discutere significa intavolare una discussione e qualunque forma di comunicazione richiede che si instauri una relazione. Siamo essere sociali e, per questo, abbiamo bisogno di relazionarci agli altri per rimanere emotivamente sani. Abbiamo il diritto di esprimere la nostra opinione e di essere rispettati.
I nostri punti di vista si arricchiscono: discutere serenamente ci permette di ampliare i nostri orizzonti. Arricchire la discussione con diverse opinioni, invece di allontanarci, ci aiuta a metterci nei panni dell’altro, dandoci un punto di vista diverso. Anche se questo non implica che le persone cambino il proprio modo di pensare o di agire, di certo favorisce i punti di incontro. Comprendere il punto di vista, le emozioni e gli atteggiamenti altrui favorisce una grande crescita personale.
Come discutere senza litigare
La maggior parte dei problemi nelle relazioni interpersonali nascono a causa dell’assenza di riconoscenza reciproca. Discutere ci permette di dare spazio alla diversità di opinioni in gioco. Non sempre è facile avere a che fare con persone lontane dal nostro modo di pensare o di agire. Il segreto è sapere esprimere i propri pensieri e gestire le emozioni che i conflitti risvegliano in noi.
Quando discutiamo, bisogna evitare risposte aggressive o passive e, ovviamente, lo è anche rispettare e farsi rispettare. Si richiede uno sforzo continuo per costruire sani confini con le persone con cui ci relazioniamo. Come possiamo esprimere il nostro punto di vista e rispettare quello altrui? Discutere senza litigare è possibile grazie a:
Ascolto attivo e reciproco: per mantenere un dialogo, è fondamentale sapere ascoltare. Interrompere, giudicare, sminuire e rifiutare quello che l’altra persona prova elimina del tutto la possibilità di capirsi. Per questo motivo è importante fare attenzione al linguaggio del corpo, visto che di solito l’aspetto emotivo dei messaggi che vogliamo comunicare ricade sui nostri gesti. Le incongruenze tra il linguaggio verbale e quello non verbale possono veicolare parte delle informazioni. Inoltre, è importante mettere a tacere la nostra mente quando qualcuno ci sta parlando; questo significa evitare di pensare a cosa dire una volta che l’altro avrà finito di parlare; fare ciò ci impedirà di ascoltare fino in fondo il suo messaggio.
Assertività: si tratta della capacità di esprimere le nostre opinioni senza aggredire l’altra persona né sottometterci alla sua volontà. Esprimere i nostri pensieri e le nostre emozioni in modo diretto ed equilibrato grazie all’autostima e senza che altri stati emotivi ci limitino (come quelli dovuti all’ansia, alla rabbia o al senso di colpa). Questa capacità ci permette di rispondere difendendo i nostri diritti, ma senza adottare un atteggiamento passivo, né aggressivo né dittatoriale.
Empatia: è la capacità di percepire, condividere e comprendere quello che l’altra persona prova o pensa. Permette una comprensione che favorisce una profonda comunicazione e connessione. Il risultato è che si annullano le posizioni polarizzate ed egoiste, a vantaggio della valorizzazione dei sentimenti altrui.
La soluzione ai conflitti non è dunque evitare le discussioni, ma imparare a gestire le divergenze di opinioni mediante un confronto maturo. Il primo passo consiste nel prendere coscienza del fatto che non possediamo la verità assoluta né conosciamo un argomento fino in fondo.