Le emozioni umane sono un fenomeno complesso e un campo di indagine sterminato. Se qualcuno dovesse chiederci che cosa sono, sarebbe difficile rispondere. Sono pensieri, riflessi fisiologici, oppure impulsi comportamentali? Le esperienze emotive sono tutti questi aspetti insieme.
Spesso confuse con gli stati d’animo o i sentimenti, le emozioni sono processi multi componenziali che informano le nostre vite, determinano le nostre azioni e i nostri comportamenti. Sono risposte innate, composte da fenomeni involontari, automatici e simultanei, che coinvolgono sia il corpo che la mente.
Pensiamo a quando ci si corruga il volto per un torto subito, o a quando scappiamo spaventati davanti a un pericolo, o a come i nostri pensieri si tingono di nero quando subiamo una perdita: i fattori che entrano in gioco sono molteplici e di natura diversa.
Come sono fatte le emozioni
Le emozioni sono risposte a uno stimolo. Questo stimolo può essere interno, come un pensiero o una sensazione corporea, o esterno come un amico che ci dà buca o il capo che ci urla contro, e dà luogo a una serie di modificazioni a livello del sistema nervoso.
Si configurano così le reazioni emotive che sono caratterizzate da aspetti fisiologici, come i cambiamenti:
- nella frequenza cardiaca
- nella temperatura corporea
- nelle espressioni facciali
- nell’attivazione muscolare
- nel livello di ossigeno del sangue.
Ma anche da aspetti cognitivi, come:
- la valutazione della natura dello stimolo (appraisal)
- i cambiamenti verbalila tendenza all’azione
- la messa in atto di un comportamento specifico (per esempio, aggredire se siamo arrabbiati o scappare se siamo spaventati).
Ognuna delle diverse componenti del “sistema emozione” influenza le altre. Modificare una parte del sistema può voler dire modificare l’intera risposta. Questa è un’ottima notizia in termini di regolazione emotiva: per calmarci, per esempio, possiamo agire sui pensieri, sul corpo o, ancora, sui fattori che ci rendono più vulnerabili, nel breve e nel lungo termine.
A cosa servono le esperienze emotive
Le emozioni sono la nostra bussola interna: rivestono un ruolo fondamentale nei processi di decisione, giudizio e ragionamento. Ci danno informazioni sul nostro stato, sul livello del nostro benessere, permettono di gestire le decisioni cruciali, ci aiutano a capire le nostre necessità.
Secondo la teoria darwiniana, tutte le emozioni sono indispensabili da un punto di vista evolutivo: sono il risultato di un lungo processo di adattamento che ha reso più efficaci le risposte degli esseri umani all’ambiente circostante, garantendo la sopravvivenza della specie.
Per esempio: senza paura non ci fermeremmo al semaforo rosso; senza rabbia non ci difenderemmo dalle ingiustizie e dalle offese; senza la tristezza non riusciremmo a elaborare i lutti e le perdite.
Le 3 funzioni fondamentali delle emozioni
Le emozioni, nello specifico, svolgono 3 funzioni fondamentali:
Ci attivano a livello neurofisiologico, preparandoci all’azione. Ci spingono a mettere in atto un comportamento fondamentale per la nostra sopravvivenza, senza la mediazione del ragionamento. Permettono di risparmiare tempo in caso di pericolo o di emergenza
Comunicano agli altri come ci sentiamo.
Le espressioni facciali, il tono della voce, la postura, i gesti e le azioni forniscono agli altri un segnale importante sul nostro stato. Informano a noi stessi di come stiamo. Sono segnali che parlando del nostro stato interno, dei nostri livelli di soddisfazione e benessere. Per esempio, ci dicono se stiamo o meno raggiungendo i nostri obiettivi personali, affettivi e interpersonali.
Quali sono le 5 emozioni primarie
Le 5 emozioni primarie sono emozioni fondamentali (o di base): sono innate, espresse universalmente, da tutti in qualsiasi tempo, luogo e cultura.
Ognuna ha un suo preciso scopo dal punto di vista evolutivo:
- la paura segnala un pericolo e serve a metterci in salvo con la fuga, l’attacco, o l’immobilità
- la tristezza, legata a una perdita, ci dà il tempo di ritirarci, di riflettere e di elaborare quanto perduto
- la rabbia segnala un torto subito e ci dà una mano a metterci nella posizione di difendere e rivendicare i nostri diritti
- il disgusto ci allontana da qualcosa di fisicamente o moralmente negativo per noi
- la gioia si prova quando siamo soddisfatti del nostro stato, per indurci a mantenerlo.
Il ricercatore Paul Ekman ha aggiunto a queste, anche la sorpresa, ma altri autori la assimilano alla paura o alla gioia.
Le emozioni secondarie
L’esperienza emotiva umana si fonda oltre che sulle emozioni di base, anche sulle emozioni secondarie. Queste si sono originate nel corso dello sviluppo filogenetico da quelle primarie e sono una combinazione di esse. Ne sono un esempio:
- l’allegria
- il rammarico
- la delusione
- la vergogna
- l’orgoglio
- la gelosia
- la speranza
- il senso di colpa.
Sono anche definite emozioni sociali: servono per favorire la cooperazione e la coesione del gruppo, ci aiutano a vivere con gli altri e a integrarci.
In base a criteri edonici, fondati cioè sul piacere o dispiacere che provocano, possiamo distinguere anche tra emozioni negative e positive. Questa distinzione non è fondata su un giudizio di valore: nessuna emozione è migliore o peggiore dell’altra. Hanno tutte la stessa rilevanza per il nostro benessere e per la nostra salute.
Quando l’emotività va fuori controllo
Le emozioni a volte possono essere troppo intense rispetto alla specifica situazione che stiamo vivendo. Questo accade perché intervengono fattori appresi nella nostra storia di vita o aspetti traumatici che funzionano da amplificatori di vulnerabilità.
Anche in questo caso, le emozioni sono utili e ci proteggono, ma possono essere vissute con fatica e difficoltà. La psicoterapia può aiutarci a mettere a fuoco questi fattori di vulnerabilità e a darci gli strumenti per poter regolare meglio l’intensità dei nostri stati emotivi. In un momento molto complicato come quello legato alla pandemia, monitorare le proprie emozioni è fondamentale.
L’alessitimia
L’alessitimia è la difficoltà nell’identificare, descrivere e interpretare le proprie emozioni e quelle degli altri. Chi soffre di alessitimia trova complicato distinguere tra emozioni e sensazioni fisiche e, di solito, non riesce a rendersi conto delle cause che le provocano. L’alessitimia si pone, talvolta, alla base di alcune difficoltà emotive.
Cosa succede se non riusciamo a comprendere le nostre emozioni? Se non riusciamo a trovare la giusta etichetta per il groviglio di sensazioni fisiche e mentali che stiamo provando?
Per esempio, se non riusciamo a riconoscere che alcuni elementi fisiologici (come sudorazione o salivazione) derivano dall’ansia, potremmo pensare di avere qualcosa di grave e la paura potrebbe diventare un attacco di panico.
Saper riconoscere e identificare quello che si sta provando è fondamentale per gestire in maniera efficace le emozioni.
Quali sono le emozioni più forti e come gestirle
Le emozioni più forti sono quelle che sembrano incontrollabili e che, per la loro intensità, ci spaventano e ci disorientano. Le emozioni negative come la paura, il disgusto, e la rabbia sono di certo tra le reazioni emotive più intense.
Anche le emozioni positive, tuttavia, possono fare paura. L’amore ad esempio mette in difficoltà molte persone. Si può aver paura di innamorarsi, o di essere felici (cherofobia), o della sensazione di intimità.
Per vivere pienamente è importante saper dare un nome alle emozioni. Un intervento di psicoeducazione emotiva, che insegni attivamente che cosa si prova e a capirne l’origine, può rivelarsi fondamentale per il proprio benessere.