Un noto giornalista della stampa nordamericana, Walter Winchell, diceva “mai al di sopra di te, mai sotto di te, sempre accanto a te”. Sembra logico parlando di rapporti, ma non è sempre così. In alcune relazioni, di fatto, esiste una chiara asimmetria nella dinamica relazionale. Ma come riconoscere una relazione tossica?
Nella vita di tutti i giorni è normale pensare o passare molto tempo con il partner; non è altrettanto sano, però, invadere il suo spazio personale e annullarsi completamente.
Molte persone, infatti, non si rendono conto di trovarsi completamente immerse in un rapporto tossico perché considerano normali certi comportamenti. La perdita di intimità e di individualità viene associata all’amore provato nei confronti dell’altra persona. Per questo motivo, abbiamo deciso di parlarvi di alcuni segnali per riconoscere una relazione tossica. Continuate a leggere per saperne di più!
Segnali per riconoscere una relazione tossica
Eliana Heresi, docente di Psicologia, rivela che il primo segnale che ci aiuta a riconoscere una relazione tossica è la perdita di autonomia. Anche se nella fase iniziale dell’innamoramento questa mancanza può considerarsi normale, una volta superata, in genere si esce da questa forma di isolamento.
Coppia dipendente
Se una coppia non supera questa fase, comincia a chiudere le frontiere e isolarsi dal resto del mondo. All’inizio, i due partner non se ne rendono conto, ma prima o poi scoprono un certo grado di isolamento sociale e il deterioramento dei loro rapporti personali.
La Heresi, inoltre, afferma che una persona ha bisogno della sua individualità all’interno della coppia. In altre parole, deve mantenere i suoi rapporti sociali e i suoi legami nei vari ambiti della vita. Se questo aspetto viene meno, l’individuo diviene più propenso ad abusi e meno recettivo nei confronti degli stimoli dell’ambiente. È così che nascono gelosia e conflitti versi i rapporti con terze persone e la riduzione dei rapporti sociali e familiari.
Relazione asimmetrica
Un altro aspetto che aiuta a riconoscere una relazione tossica è l’asimmetria. L’esistenza di un ruolo dominante da parte di uno dei partner, o anche entrambi a seconda della situazione, impedisce lo sviluppo personale e favorisce le situazioni di dipendenza, manipolazione o maltrattamento. Un esempio di asimmetria è il bisogno di approvazione e conferma da parte dell’altro affinché la sua vita abbia senso.
Il rapporto tra marito e moglie dev’essere quello di due migliori amici.
Un rapporto sano è simmetrico, ovvero i due partner sono alla pari. Se uno dei due si pone al di sopra dell’altro, la simmetria si perde. È difficile riconoscerlo, perché in molti casi si confonde con l’amore, invece che con il controllo e la gelosia.
Vani tentativi di recupero dell’indipendenza
Un altro segnale tipico di una relazione tossica è il tentativo da parte di uno dei partner di recuperare la propria indipendenza a cui segue la risposta negativa dell’altro.
Essere consapevoli di un legame tossico non è facile, ma si può sempre acquisirne consapevolezza nonostante le paure, i conflitti e i problemi. Tuttavia, può essere che la persona non sia disposta ad affrontare ciò che una situazione del genere comporterebbe. La reazione più comune è quella di mettersi sulla difensiva, incapaci di riconoscere eventuali errori e di riflettere sulla relazione.
In questo contesto, espandere le proprie amicizie e i rapporti sociali può essere positivo per entrambi i partner. Basta un semplice caffè in compagnia di un collega di lavoro o di un familiare.
Paura della solitudine
Ecco un altro indizio che ci aiuta a riconoscere una relazione tossica. La paura di restare da soli se il partner ci abbandona può protrarre tale dinamica nel tempo.
In genere, questi timori derivano da esperienze passate che riguardano la coppia stessa o precedenti relazioni. A ogni modo, generano insicurezza e sono sempre pronti a destabilizzare il legame con l’altra persona.
In questi casi è necessario comunicare, ma bisogna fare molta attenzione e scegliere il momento, le parole e il tono più opportuni. A volte, però, le motivazioni di questi comportamenti sono talmente radicati e complicati che si rende necessario l’aiuto di un professionista.