Non si può parlare di insoddisfazione cronica senza collegarla alle caratteristiche della personalità che la causano. Una cattiva gestione delle aspettative e un pensiero rigido porta alcune persone ad essere perennemente insoddisfatte dei propri risultati.
Quando non riusciamo a provare soddisfazione in ciò che facciamo, la nostra autostima ne risente. Essere troppo esigenti con se stessi non è mai positivo, come qualunque cosa che sia in eccesso.In generale, questo comportamento è legato all’ambiente e allo stile genitoriale ma è possibile imparare a gestirlo.
Che cos’è l’insoddisfazione cronica?
L’insoddisfazione cronica può essere facilmente resa attraverso un’immagine. Una persona con una vita tranquilla, amici, un lavoro stabile per cui è apprezzato, buona salute… che però non è in grado di apprezzare. Al contrario, è sempre insoddisfatta.
L’insoddisfazione diventa cronica quando non riusciamo ad apprezzare le cose positive che ci offre la vita, perché siamo troppo concentrati sugli aspetti negativi in una distorsione cognitiva catastrofica.
Certo, non è un male voler migliorare gli aspetti che non ci soddisfano. Tuttavia, può esserlo quando un ideale troppo alto finisce per alterare il nostro benessere mentale. Cercare in modo ossessivo la perfezione è una porta aperta verso la frustrazione.
L’insoddisfazione cronica ci impedisce di vedere le cose positive che accadono intorno a noi, concentrando la nostra attenzione sugli aspetti negativi.
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Come si riconosce l’insoddisfazione cronica?
L’insoddisfazione, il non volerci accontentare, è una sensazione che tutti impariamo nelle prime fasi dello sviluppo. Gli stili genitoriali influenzano la formazione della nostra personalità. Chi cresce in un ambiente disfunzionale ha maggiori probabilità di avere una vita adulta infelice.
Quando i genitori sono troppo esigenti, i figli crescono insicuri: non si riesce a sviluppare una buona autostima sotto una pressione costante. Di conseguenza, crescono pensando di non essere abbastanza bravi, idea che li predispone ad una nevrosi in età adulta.
La costante preoccupazione di essere perfetti significa essere soggetti a usura emotiva e fisica. È estenuante pretendere che tutto ciò che facciamo sia ottimale. Infatti, per le persone insoddisfatte, nessuna attività è semplice da portare a termine: potrebbero passare ore a riordinare l’armadio!
Non solo svantaggi
Sentirsi insoddisfatti di qualcosa che possiamo fare meglio non è un problema. È positivo riconoscere quando possiamo migliorare in qualche aspetto, e lo scontento può rafforzarci. Finché non fissiamo aspettative irrealistiche, possiamo ottenere la versione migliore di noi stessi.
Alcuni vantaggi del sentirsi insoddisfatti sono lo spirito di ricerca e la voglia di sfidarsi ma in modo controllato. Per migliorare, in qualsiasi cosa, è necessario uscire dalla zona di comfort. Senza dubbio, questo è un passo decisivo per lo sviluppo personale e per l’autostima.
Rischi dell’insoddisfazione cronica
L’insoddisfazione cronica è fonte di sofferenza e nei casi più estremi, può portare alla depressione. Ricercare la perfezione causa inoltre:
Bassa tolleranza alla frustrazione. Il non riuscire a tollerare il più piccolo errore, lo scontento sproporzionato sono i rischi più caratteristici.
Ostacolo alle relazioni interpersonali. Le persone intorno a noi sono a disagio quando non riusciamo mai ad accontentarci; alcune finiranno per allontanarsi per evitare di arrabbiarsi.
Come gestire questo atteggiamento?
Imparare a essere soddisfatti dei nostri risultati è possibile. Man mano che l’autostima migliora, il livello di domanda nei nostri confronti si adatta. Ecco alcune strategie per superare l’insoddisfazione cronica.
1. Fissare obiettivi realistici
Essere realistici ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi. Cioè, quando vogliamo ottenere qualcosa, l’ideale è essere sicuri di poterlo fare. Imparate a fare una valutazione obiettiva delle vostre possibilità e a tenere conto delle risorse di cui disponete.
2. Accettarsi
Tutte le persone sono diverse l’una dall’altra. Naturalmente, alcune saranno più brave di noi in specifici campi. Imparate ad accettare i vostri punti di forza e di debolezza. Accettare non significa accontentarsi, ma capire che in alcune situazioni dovrete sforzarvi di più. Siate onesti con voi stessi!
3. Privilegiare il locus of control interno
Il locus of control determina il grado di controllo che abbiamo sulle nostre azioni. Quando è esterno, tendiamo a negare la nostra responsabilità su ciò che ci accade (ad esempio, arriviamo ad un appuntamento in ritardo e accampiamo una scusa pur di non assumerci la responsabilità).
Al contrario, il locus of control interno consiste nel farsi carico delle conseguenze delle nostre azioni. Sapere che possiamo influenzare gli eventi ci rende più soddisfatti quando facciamo le cose per bene. In altre parole, proviamo soddisfazione quando sappiamo che il nostro sforzo produce dei risultati.
Per smettere di sentirsi insoddisfatti, è necessario coltivare l’autostima. In questo modo, siamo in grado di apprezzare le nostre qualità e di assumere un ruolo più attivo in ogni situazione.
Prevenire l’insoddisfazione cronica
Come abbiamo visto, l’insoddisfazione è un aspetto naturale della vita e non può essere evitata. Tuttavia, possiamo fare in modo che non diventi cronica. A questo scopo, occorre evitare le polarità; non tutto è completamente negativo