Alla ricerca dell’autostima perduta

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Psicologa e mental coach, specializzata in psicologia alimentare, gestione dello stress, psicologia dell’ansia e della coppia. Riceve online e nei suoi studi di Terni e Bellaria-Igea Marina.

C’è chi ne ha poca, chi ne ha tanta, chi la vorrebbe aumentare… ma nessuno diminuire. Che cos’è? Ma certo, è proprio lei, l’autostima! Dell’autostima si parla tanto, e come per la pietra filosofale, tutti ne sono alla ricerca. Si perché l’autostima è identificata come l’ingrediente “magico” in grado di conferire alla persona un “potere” sfruttabile nei vari ambiti della vita.

Ma cos’è esattamente l’autostima?

Si può considerare come l’insieme dei giudizi valutativi che la persona fa di se stessa. Sinteticamente: come si pensa di essere. L’autostima esula dalla base genetica. Essa si crea nel percorso di vita, fin dalla nascita. Ecco che in un certo senso occorre anche una buona dose di fortuna nel nascere e crescere in un ambiente “validante”, intendendo con questo termine, un contesto familiare e sociale che sia in grado di infondere dosi di autostima come fossero iniezioni di vitamine.

Il giudizio positivo che gli altri hanno di noi infatti viene assimilato e fatto proprio. Come se si fosse “contagiati” dall’autostima. Questo però non significa che la persona la quale non abbia avuto questa opportunità, non possa svilupparla in futuro. Sarà sicuramente un percorso più tortuoso, ma non impossibile. L’autostima è infatti un costrutto evolutivo, che si si costruisce e si acquisisce.

Perché l’autostima è così importante?

Come ben saprai, un’azione, un comportamento, un atteggiamento, nascono da un pensiero; se questo è negativo, che esiti potranno avere azioni, comportamenti e atteggiamenti? Semplice, nella maggior parte dei casi, saranno risultati fallimentari.

Mi spiego meglio con un esempio, se sono convinto/a di non essere preparato/a per affrontare quel fatidico esame universitario, quasi sicuramente otterrò un esito deludente o addirittura non mi presenterò all’appello. Questo processo è meglio conosciuto come “profezia che si autoavvera”. Equivale a dire: “il pensiero che mi creo da vita alla realtà”.

L’autostima determina pensieri positivi, sulla propria persona e sulle proprie capacità, per cui se nutro la convinzione di aver le capacità necessarie per portare a termine in maniera eccellente un determinato obiettivo, quasi sicuramente otterrò buoni frutti. Gli errori di ragionamento (distorsioni cognitive), vengono quindi evitati grazie a buoni livelli di autostima.

Comportamenti e motivazioni non sono le sole dimensioni ad essere esposte all’influenza dell’autostima, ma avviene anche per le relazioni. Infatti il giudizio che si ha su di sé determina un rapporto con se stessi, che a sua volta, andrà ad influire con le relazioni (di qualsiasi tipo) intrattenute con gli altri.

Per ultimo, ma non meno importante, l’autostima è un eccellente “sistema di anticorpi”, perché è in grado di tenere lontani ansia e stress. Infatti, i rifiuti e i fallimenti vengono esperiti come meno disastrosi ed è quindi anche più semplice riprendersi a seguito di eventi dolorosi.

Bene, ora che sono ben chiari i benefici di una buona autostima è utile scoprire come incrementarla quando sia troppo bassa o addirittura (speriamo di no) inesistente.

Come imparare a piacere a sé stessi

Sono cinque le cose da fare e di grande aiuto per aumentare l’autostima. Forse qualcuna la stai già mettendo in pratica, forse qualcuna non la conosci ancora, ma andiamo a vedere di cosa si compone l’allenamento per aumentare l’autostima.

Self talk positivo

Letteralmente significa “parlare di sé”, in termini psicologici si potrebbe tradurre come :”parlare di sé, a sé stessi”. Una sorta di dialogo interno, che ovviamente dev’essere positivo per non rischiare di auto-sabotarsi.

E come diceva Buddah “Siamo ciò che pensiamo”, le nostre azioni vengono influenzate dai nostri pensieri, quindi se questi sono positivi verso se stessi, lo saranno anche i nostri comportamenti. Per avere un self-talk positivo occorre concentrasi su ciò che si ha, piuttosto su ciò che manca. Valorizza il tuo potenziale di sviluppo.

Per esempio: sono un calciatore con una grande resistenza fisica, ma poca tecnica? Benissimo, per incrementare l’autostima, nel self-talk farò leva sul mio punto forte (resistenza fisica), consapevole però di dover anche lavorare sulla tecnica. La sola conoscenza di godere di una qualità favorevole, è molto importante per credere in sé stessi.

Sé ideale realistico

Esiste un sé reale, ciò che siamo (o crediamo di essere), nel qui ed ora. E un sé ideale, che rappresenta ciò che si vorrebbe essere, l’ideale di se stessi a cui si tende. Il sé ideale è identificabile come una meta, e in quanto tale dovrebbe essere anche realisticamente raggiungibile, in base alle proprie capacità e caratteristiche.

Quando il sé ideale non rispetta i canoni di plausibilità, ciò che ne risente in primis è proprio l’autostima. Questo perché, se quello che si desidera diventare è irrealistico, ci sarà sicuramente un fallimento nel raggiungimento di tale standard, questo porterà a sentirsi incapaci; anche quando la realtà delle cose è ben diversa.

Un pesce rosso, che ha come sé ideale quello di volare come un’aquila e che non raggiunge questa meta prefissata, lo giudicheresti inconcludente o utopista? Sicuramente la seconda. Questo esempio banale, serve per dire che spesso non si è “sbagliati”, ma è sbagliato il concetto di proprio sé ideale.

Responsabilità

Quanto ciò che accade dipende da me? È una domanda che bisognerebbe sempre porsi quando alcune situazioni avverse conducono ad incolparsi con conseguente minaccia dell’autostima.

Occorre essere realisti e tener conto anche del “fattore sfortuna”. Molto spesso infatti gli eventi possono essere sfavorevoli e determinare esiti diversi da quelli sperati. Niente panico. A volte non esistono colpe, ma semplicemente “cose” che accadono. Capire quanto un determinato risultato dipenda davvero da se stessi o da fattori esterni ed immodificabili, è fondamentale per non rischiare di far vacillare la propria autostima… inutilmente.

Sbaglia in fretta

La paura di commettere errori può essere paralizzante e inibente. La persona che ha paura di sbagliare molto spesso procrastina o “evita di fare”. Questo non fa altro che aumentare la sensazione d’inadeguatezza.

Devi imparare ad accettare i fallimenti, è da questi che imparerai come arrivare al successo.

Seleziona chi ha la facoltà di giudicarti

È più facile per le persone giudicare gli altri piuttosto che se stessi, e nel farlo sono tendenzialmente meno indulgenti. È meccanismo inevitabile che il giudizio altrui abbia influenza sulla propria autostima, conducendo anche a porsi domande circa le proprie reali capacità. Anche quando non ritenuto rilevante però, il giudizio in maniera inconscia incide sulla valutazione che si fa di se stessi, quindi, evita di circondarti di persone che con le loro parole possano scalfire la tua autostima.

Fallo per te

Quando decidi di intraprendere un progetto, un percorso di vita, un obiettivo… chiediti sempre: lo sto facendo per me o per gli altri?. Questa domanda rinvia al concetto di standard valutativo.

Per poter essere una leva in grado di incrementare l’autostima, è fondamentale che lo standard valutativo sia interno. Solo in questo modo quello che si sta facendo nella propria vita, sarà significativo per se stessi.

La spinta motivazionale arriverà dall’interno e non esternamente su richiesta di altre persone. Solo allora potrai trarre godimento dai traguardi raggiunti.

Veronica Rossi, Psicologa e Mental Coach 
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