L’abbondanza è quella meravigliosa capacità di valorizzare le nostre ricchezze interiori, piuttosto che le carenze. Significa essere grati per ciò che possediamo e, in questo modo, essere più recettivi per accogliere nuove opportunità e raggiungere la prosperità.
Un’idea apparentemente semplice, ma che racchiude in sé alcuni aspetti concreti degni di riflessione. Nella nostra società accumulare oggetti e beni è sinonimo di successo. Come, d’altro canto, essere fisicamente perfetti è sinonimo di successo nella vita sociale.
Fino a che punto ci siamo spinti? Perché l’adolescente si sente frustrato se non ha l’ultimo modello di smartphone? Perché arriviamo a odiare il nostro corpo quando non è conforme alle misure ideali? Forse perché stiamo mettendo a fuoco la nostra realtà nel modo sbagliato.
A volte è necessario riformulare molti dei nostri schemi di pensiero per consentire a noi stessi di essere più liberi, più sensibili a quello che conta davvero. È il nostro spunto di riflessione di oggi: cinque dimensioni che, senza ombra di dubbio, aiutano a vivere una vita più felice e soddisfacente.
1. Imparare a capire quando il bisogno di abbondanza è artificiale
Tutti noi cerchiamo di soddisfare l’insieme di quelle dimensioni che costituiscono la cosiddetta Piramide di Maslow o gerarchia delle necessità. Aspetti come la sicurezza di una casa, cibo, abiti o quanto occorre per la nostra salute o benessere fisico sono, senza dubbio, prioritari. Allo stesso tempo, però, nella nostra società è presente un altro aspetto ben noto, il consumismo.
Viviamo in una dimensione in cui spesso accantoniamo ciò che abbiamo già ottenuto per focalizzare la nostra attenzione su quello che ancora non abbiamo. E quello che ancora non abbiamo a volte non è altro che un cellulare di ultima generazione, un auto più elegante, vestiti di tendenza…
Tutto questo per raggiungere l’obiettivo già citato: il successo o lo status. Desideriamo gli oggetti che possiedono gli altri per sentirci integrati, per soddisfare il nostro bisogno di appartenenza.
Riflettete su questo aspetto. Cercate di capire se le vostre necessità attuali sono artificiali o corrispondono ad un autentico bisogno, una vera carenza emotiva che non ha nulla a che vedere con il consumismo.
2. Imparare ad esercitare la gratitudine
Un altro modo per lasciare il passo alla nostra autentica abbondanza è essere grati per quello che abbiamo. È qualcosa che spesso ci sfugge e a cui non attribuiamo l’importanza che merita.
Siate grati, in primo luogo, per la vostra stessa esistenza ed integrità: vivere, stare a questo mondo è un’esperienza meravigliosa; ogni giorno ci si presentano nuove opportunità per essere felici.
Imparate a vedere la ricchezza presente intorno a voi: famiglia e amici, tesori immensi che costituiscono la vera abbondanza quotidiana.
3. L’abbondanza è presente nelle cose più semplici ed elementari della vita
La vera abbondanza non è un conto in banca con tanti zeri, ma neanche un social network con migliaia di amici, un armadio pieno di vestiti, un cassetto pieno di gioielli o due macchine in garage.
Il segreto della felicità risiede nel saper apprezzare le cose più semplici ed elementari del nostro quotidiano: un bel momento condiviso con un amico, riuscire a fare bene qualcosa e sentirci orgogliosi, una passeggiata in solitudine per godere della natura.
4. Smettere di concentrarsi sulla mancanza
Applicare questo schema mentale alla nostra vita quotidiana non è facile, si sa. Non lo è anche perché, diciamolo, non è tempo di vacche grasse. I lavori dignitosi non si trovano dietro l’angolo e le disuguaglianze sociali sono una realtà comune nella maggior parte dei paesi del mondo. Avere una casa propria è, in molti casi, un privilegio o un’aspirazione che richiede grandi sforzi e sacrifici.
Sentiamo che ci mancano molte cose; la realtà non è perfetta: un difetto fisico, un partner non proprio ideale, un lavoro che non ci permette di esprimere le nostre capacità o attitudini.
È pur vero, tuttavia, che non possiamo focalizzare la nostra vita unicamente su quello che ci manca. Così facendo, non facciamo altro che inondare la nostra realtà di profonda insoddisfazione.
Impariamo ad apprezzare quello che abbiamo, guardando la realtà con gli occhi della speranza. Le opportunità esistono e le possiamo vedere solo se ci sentiamo degni di accoglierle, sereni e con una buona dose di autostima.
5. Risvegliare un nuovo tipo di coscienza orientata alla prosperità
Cosa intendiamo, quindi, con prosperità? Prosperità è permetterci di entrare in una nuova fase abitata dalla positività, da sogni, desideri e speranze.
L’abbondanza interiore è, senza dubbio, la dimensione per raggiungerla. Lo è perché solo quando ci si sente sicuri, pieni di stima e rispetto per se stessi, si riesce ad avviare gli ingranaggi per raggiungere questa dimensione. Mettiamolo in pratica: impariamo a risvegliare l’abbondanza, quella che dorme dentro di noi.