Covid-19: le categorie più a rischio psicologico

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Psicologa e Psicoterapeuta analitica in formazione, con utilizzo della Sand Play Therapy e psicodiagnosta con Test Rorshach e altri test. Riceve online e nel suo studio di Empoli.
Illustrazione: Serge Rodas

In due recentissimi sondaggi sulla pandemia da Coronavirus, eseguita dal Dott. Igor Vitale (il primo, nel febbraio 2020 e il secondo tra il 19-23 marzo 2020, quando la quarantena era ormai estesa a tutto il paese ), ha messo in evidenza questi dati:

  • il 17,1 % delle persone afferma di dormire meno la notte
  • il 22,7% delle persone afferma di avere un senso di ansia costante
  • il 41,7% delle persone ha paura del Coronavirus
  • il 44,1% delle persone afferma di sentirsi più triste

Altri dati estrapolati dai sondaggi del dott. Igor Vitale.

  • Cala in modo significativo la percentuale di persone che è soddisfatta della propria vita (55%, contro il 65,1% di Febbraio)
  • Si riduce in modo notevole il numero di persone che dichiara di vivere una vita felice (50% contro il 64% di Febbraio)

Il campione (costituito da 3484 persone), era perlopiù formato da donne, con un livello di istruzione medio alto.

Dal sondaggio si evince che è stata la paura l’emozione predominante in un primo momento, ed ha poi lasciato il posto alla tristezza, quando è cominciata la quarantena. Elevata, inoltre è la preoccupazione per la condizione finanziaria che si verrà a creare.

Questo sentimento prevalente di tristezza può favorire l’insorgere di sentimenti depressivi, stati ansiosi e può avere una ripercussione su ricadute o esacerbazioni delle patologie già in atto. Ci sono persone, che più di altre risentono delle situazioni stressanti.

Quando il sistema limbico, area deputata a regolare lo stress, non ha raggiunto la giusta maturazione, le catecolamine e il cortisolo, ormoni dello stress, possono bombardare il sistema nervoso, non permettendo l’accesso all’area orbitofrontale, necessaria a garantire rappresentazioni simboliche, che favoriscono la calma.

Si parla spesso in questo periodo soprattutto di resilienza e ognuno ricerca nella propria cassetta degli attrezzi, strumenti utili per affrontare al meglio questo periodo.

Le categorie più a rischio psicologico

Ci sono però delle categorie più a rischio psicologico, in questo periodo di grande difficoltà.

Penso in particolare a chi soffre di dipendenza affettiva, quanto difficile possa essere per loro questa mancanza di rapporti umani, stare lontano da parenti e amici.

Dipendenza affettiva e abuso narcisistico

Queste persone, possono diventare facile preda di inganni non solo di origine economica, ma anche di manipolazioni e prevaricazioni di origine psicologica. Ci sono persone abilissime a far credere di saper colmare questo vuoto, con lusinghe e false promesse, facendo breccia su fragilità e debolezze.

Penso ad esempio ai narcisisti, che si vedono drasticamente ridurre la platea intorno a loro e con una ricerca spasmodica, cercano magari di rifar breccia su vecchie conquiste, che erano riuscite a sfuggirgli.

Così come dopo un terremoto gli sciacalli invadono le zone colpite, per depredare ciò che di prezioso c’è da saccheggiare, così questi predatori seriali cercano persone che sentono poter nutrire il loro ego malato.

Cercano di riprendere il controllo sulla persona che hanno preso di mira, sanno carpire i punti deboli e le aree di fragilità e con un’abilissima manipolazione prendono il controllo su quella che diventerà la loro preda.

Dolci parole, in quella telefonata o quel messaggio whatsapp, che arriva proprio nel momento in cui la tristezza è più cupa e fa sentire con tutta la sua forza quel vuoto interiore, così a lungo conosciuto.

Si crede di eliminare la solitudine e la tristezza, ma in questo modo si baratta sé stessi e l’ amor proprio, in cambio di qualcosa che poi si dimostrerà effimero, come le loro parole.

Vittime di violenze domestiche

Penso anche alle donne vittime di violenza domestica, quelle che magari nella prolungata permanenza, in queste situazioni conflittuali, possono aver maturato, il disturbo post traumatico da stress (PTSD).

Questo momento di convivenza forzata, H 24, può portare a situazioni di tensioni e conflitto oltre quelle che si verificano solitamente.

Attualmente a queste donne è venuta a mancare ulteriormente quel sostegno sociale che ruota normalmente intorno ai loro nuclei familiari.

Alcune persone in difficoltà possono sperimentare, più del solito, vergogna a chiedere aiuto perché già la stigmatizzazione è alta normalmente per questo tipo di problemi ed ora più che mai si può avvertire la colpa a chiedere aiuto, perché si pensa che il proprio problema sia meno importante di quello che si è venuto a creare per l’emergenza sanitaria.

Ricordo, comunque che i centri antiviolenza rispondono telefonicamente.

Situazioni familiari conflittuali

Penso alle persone che normalmente vivono in situazioni conflittuali con i figli adolescenti, che in questo momento faticano ad accettare e fare proprie certe importanti regole, messe in atto, per fermare questo nemico invisibile.
Genitori che quindi faticano a convivere con questi ragazzi e non sanno più come fare a calmarli non riuscendo a mettere in atto quelle normali strategie di contenimento.

A tutte queste persone, va il mio pensiero, con il sincero augurio che sappiano seppur nelle difficoltà, trovare in sé, le forze necessarie a superare questo momento così delicato.

Capire, fermarsi e ripartire con una nuova consapevolezza, quando si potrà riprendere il cammino della nostra vita.

Comunque nonostante i problemi che si possono incontrare in questo momento di quarantena, è importante mantenere l’isolamento sociale necessario a contenere il contagio e rimandare tutti a casa.

Autore: Dott.ssa Paola Cervellati, psicologa
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