Crisi di coppia: punti di rottura e punti d’incontro

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Psicologa e Psicodiagnosta Clinica. Consulente in Aspetti medico-sociali della sessualità, esperta Aba/Vb.

I problemi di coppia cominciano quando terminata l’eccitazione iniziale, il sogno svanisce. Ma è vero che svanisce?

In realtà, con il tempo, il fatto di conoscere una persona nuova e la passione dei primi rapporti sessuali, lascia il campo a sentimenti basati su una valutazione più realistica del partner: si iniziano a percepire i difetti dell’altro, le asprezze del carattere, non ci si sente più corrisposti, non si sentono soddisfatti i propri bisogni e i propri desideri; stare insieme non è più sempre facile ed entusiasmante, iniziano a comparire i primi sentimenti di noia e indifferenza.

Questo coglie emotivamente impreparati, così i due partner possono iniziare ad adottare svariate strategie comportamentali, cercando di forzare l’altro a corrispondere maggiormente ai propri desideri, mettendolo alla prova e diventando sempre più incalzante nelle richieste.

Inizia così un periodo di profonda crisi che può portare alla rottura del rapporto oppure alla sua continuazione in condizioni di continuo conflitto, fonte di grande sofferenza. Tuttavia se è vero che nella vita un amore può finire, è altrettanto vero che è necessario impegnarsi per farlo durare, così molte persone, soprattutto dopo il matrimonio, tendono ad occuparsi di tante cose tranne che del coniuge sia emotivamente, sia fisicamente, sia dando tutto per scontato e così le cose vanno a rotoli.

I punti di rottura

Quanto alle motivazioni che portano alla separazione, queste possono essere diverse:

entrambi i partner sono delusi l’uno dell’altro: i litigi, le critiche reciproche, i difetti di cui non ci si era accorti prima si percepiscono sempre più pesanti, tanto da non tollerare nemmeno più la voce dell’altro;

uno dei due partner è fortemente motivato alla realizzazione individuale, alla soddisfazione dei propri bisogni: questo è vero, spessissimo, nella donna in cui la coppia, la famiglia, i figli diventano uno ostacolo alla realizzazione della propria carriera;

ci sono poi coppie in cui la fedeltà è un optional: ciò lo ritroviamo in percentuale maggiore negli uomini che sentono la necessità di trovare fuori dalla coppia, fuori casa la passione e l’appagamento che a volte non riescono a trovare nel rapporto coniugale; accade anche a volte in quelle persone, per le quali il semplice fatto di “trasgredire” è esso stesso fonte di eccitamento; si verifica soprattutto in quelle personalità narcisistiche che non riescono a concepire l’altro come controparte della relazione, ma come oggetto che possono creare e distruggere come e quando pare loro;

lo stress individuale: esso riduce le energie necessarie a contribuire ai compiti di coppia, familiari e di collaborazione in genere. Quando una persona è sotto-stress, è più difficile che sia propensa ad ascoltare, a negoziare e ad impegnarsi nella relazione.

I punti d’incontro

Ma è anche possibile ricomporre e gestire i conflitti proseguendo il rapporto su nuove basi con soddisfazione di entrambi. Quindi per meglio affrontare una crisi di coppia, è importante:

1. avere ben chiaro cosa si vuole da un rapporto ed esprimere chiaramente i propri bisogni, le proprie necessità e capire quelle dell’altro;
2. comunicare in modo chiaro e saper ascoltare;
3. essere realisti, lasciando da parte gli amori ideali;
4. imparare a gratificare il partner e a concentrarsi sulle sue qualità;
5. mantenere rapporti equilibrati con le famiglie di origine.

Inoltre è bene ogni tanto farsi un autominitoraggio: come mi sto comportando con il mio partner? con i figli? con me stesso?

Infine, durante le discussioni sarebbe bene, sempre, porsi una sola domanda “è più importante avere ragione o trovare una soluzione?”

Sono quattro domande che permettono almeno in parte di non perdere la bussola.

Da altra parte potreste sempre consultare uno psicoterapeuta prima che la situazione precipiti completamente, prima che la voce dell’altro diventi insopportabile.

Illustrazione: Lorenzo Mattotti

A cura della dott.ssa Domenica Signorile, psicodiagnosta clinica


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